WINIFRED VS LEON VS CAIN VS ELZA
Regole: Nessuna in particolare.
Numero di post: a discrezione dei partecipanti.
Una lattina di choco cola fredda in mano, con aria assorta Elza osservava il bersaglio del poligono di tiro di fronte a sè, sforacchiato dai numerosi colpi della sua pistola. Bevve un lungo sorso della bibita, quindi, scostato un ciuffo di capelli dalla fronte sudata, osservò uno dei fori nel bersaglio, le labbra arricciate in una smorfia infastidita. Aveva sbagliato il tiro di pochi centimetri.
- Dannazione - disse.
Sedette a terra lì di fronte al bersaglio, gambe incrociate, intenta a svuotare la lattina. Doveva essere stato colpa della pistola, o non riusciva altrimenti a spiegarsi un simile risultato.
Ad ogni modo, sentiva finalmente di essere tornata in forma dopo tutto quello che era successo in quegli ultimi mesi. Tuttavia, sapeva benissimo che una semplice sessione al poligono di tiro non era sufficiente per accertarsene...
- Sei qua, dunque.
La voce di Winifred alle sue spalle la invitò a voltarsi. La
piccola strega la guardava con aria infastidita, le mani sui fianchi.
- Ciao, Winnie - rispose Elza rialzandosi e mostrando un largo sorriso.
- È da mezz'ora che ti aspetto all'entrata del centro addestramento.
- Ops. Ho perso la cognizione del tempo.
- Poco male, non sono ancora arrivati neanche gli altri due tonti.
Proprio perché Elza sapeva che sforacchiare qualche manichino non sarebbe bastato ad assicurarsi che fosse ancora operativa, aveva organizzato un piccolo incontro a quattro al centro addestramento.
Decisero quindi di mandare un messaggio (per niente privo di minacce) via codec ai suoi assenti e si recarono nel frattempo nel centro addestramento. Lì si misero ad aspettarli, sedute all'interno della sala comandi.
Il tempo passava, scandito dal tamburellare delle dita di Elza sul tavolino della sala comandi. La donna getto un'occhiata su Winifred, seduta con la sedia piegata all'indietro, intenta a mordicchiarsi l'unghia del pollice.
- Hey, Winnie.
- Sì?
- Mi dispiace, ti abbiamo fatto fare qualcosa che non volevi fare.
L'aviopirata sospirò.
- Non importa. Comunque, non avevamo scelta.
- Mh - Elza poggiò la guancia sulla superficie del tavolo, gli occhi socchiusi a fissare Winifred con aria colpevole. - Chissà, forse ce l'avevamo, un'altra scelta.
- Comunque non importa, quel che è fatto è fatto.
Elza non disse altro, e finalmente Leon e Cain le raggiunsero al centro addestramento.
Al centro dell'arena spoglia, i quattro sfidanti si guardavano l'un l'altro, intenti a indossare i bracciali salvavita.
- Bisogna per forza mettere questo dannato coso ogni volta? - bofonchiò Cain armeggiando con il suo bracciale.
- Se non vuoi lasciarci la pelle - rispose Leon con un sorriso sprezzante. - O credi che ci andrò leggero con te, stronzetto?
- Ti passerà la voglia di ridere tra poco.
- Abbassate i livelli di testosterone ragazzi - li rimbeccò Elza. - È solo un addestramento.
- Poche chiacchere, fate le squadre - li esortò Winifred.
- Io scelgo Elza - esclamò subito Leon. La ladra sospirò sconsolata.
- E va bene... - disse Winifred incrociando le braccia.
- Fermi tutti, io non faccio squadra con nessuno - esclamò Cain prima che l'aviopirata potesse dire qualcos'altro. - Non ho bisogno dell'aiuto di nessuno per farvi il culo a strisce.
Elza fece schioccare la lingua come per dire "Ma te guarda questo!", poi andò a cercare lo sguardo di Leon, forse nella speranza che lo facesse ragionare visto che aveva già combattuto con lui. Il commander si limitò a fare spallucce, segno che la ladra pensava male.
- Ognuno per sè, allora - disse quindi Winifred.
- Come vi pare! - Elza fece la linguaccia in direzione dei tre e corse verso la sala comandi.
Qualche minuto dopo che ebbe finito di armeggiare con il pannello di controllo e tornò da loro, l'arena si trasformò. I quattro seed si trovarono nel cuore di una città semi distrutta. Erano in mezzo a una strada di cemento completamente diroccata, attorno a loro v'erano veicoli in pezzi, divelti, molti capovolti come se qualcosa li avesse investiti e sbalzati via. La strada passava al centro di due file di edifici crollati, imponenti grattacieli dalle pareti grigie per lo più ridotte in un cumulo di macerie se non per qualcuno che si reggeva ancora miracolosamente in piedi.
- Carino - commentò Leon sarcastico, poggiando la claymore sulla spalla. - L'ideale per una scampagnata.
- Ho premuto pulsanti a caso, non prendetevela con me.
- È abbastanza spazioso, non mi interessa altro - disse Cain trepidante di menar le mani.
- Bene allora! - esclamò Winifred puntando una pistola in direzione di Leon, l'altra di Cain. - Chi vuole un assaggio del mio piombo?
Cain non se lo fece ripetere due volte ed estrasse Mehen, ma una scarica di proiettili da parte di Elza lo costrinse ad usarne la lama come scudo, facendolo indietreggiare.
- Scusami, Winnie - disse Elza sorridendo e lanciandosi sul ragazzo, spada in un pugno e pistola nell'altro. Sferrò un fendente diretto al petto del ragazzo, che lo schivò e contrattaccò con un fendente a sua volta. La ladra si abbassò per evitarlo, quindi sparò qualche altro colpo, costringendo Cain a indietreggiare ancora, fino a trovarsi spalle contro il portellone di una macchina. Le mani salde sul manico dello spadone, non si fece intimorire e caricò con tutta la forza che aveva in corpo Elza... che gli venne a sua volta incontro... e lo superò con un salto, passandogli proprio sopra la testa. Il ragazzo si voltò di scatto, osservandola superare la macchina di prima. La seguì e i due scomparirono all'interno dell'edificio.
- È stato... interessante.
Winifred che era stata distratta a guardare i due combattere, a sentire la voce di Leon portò tutta la sua attenzione su di lui. Puntandogli contro entrambe le pistole.
- Sembra che voglia fare il suo gioco. O è stupido o è troppo sicuro di sè.
- Un po' dell'uno, un po' dell'altro.
Winifred sospirò. Ah, beata gioventù. - Sembra che mi tocchi vedermela con te.
- Già - il commander la guardò inclinando leggermente la testa. - Che sfortuna, vero?
- Facciamo che se riesci a colpirmi anche solo una volta ti offro una birra.
L'uomo sorrise. - E va bene, sbruffona.
Click.
Aveva seguito Elza all'interno di quell'edificio, trovandosi in quello che sembrava un centro commerciale. Il piano su cui si trovava era ampio e spazioso, come la hall del Garden e, ironicamente, al suo interno si trovava quello che una volta doveva essere stato uno splendido giardino al chiuso. Ora la natura aveva completamente reclamato quello spazio; l'erba era cresciuta a dismisura rompendo il cemento sotto i suoi piedi e ricoprendo a grossi ciuffi tutta l'area; l'edera si era arrampicata lungo le pareti, le colonne, le panchine, la maestosa fontana di pietra al centro del giardino e qualsiasi superficie calpestabile, persino lungo le due rampe di scale che portavano al piano superiore, e la spessa ringhiera di vetro che ne percorreva i lati continuando sul perimetro al limite del piano. Il sole illuminava la sala filtrando attraverso le finestre rotte dell'edificio e i buchi sul soffitto e sulle pareti.
Cain udì un colpo di pistola, ma a giudicare da quanto era lontano intuì che doveva essere stato sparato da Winifred. Si guardò intorno in cerca della sua preda e lì la trovò, in equilibrio su due piedi sulla ringhiera del secondo piano. Lo guardava sorridendo divertita. Con un balzo atterrò su tutti e quattro gli arti sul morbido manto erboso di fronte a lui.
- Ti sei fatta inseguire fino a qui... per cosa? - domandò sprezzante.
- Per avere uno po' di privacy, caro.
Cain fece schioccare la lingua, indispettito da quelle parole. Si lanciò sulla ladra agitando lo spadone, potente ma preciso. Lei si limitava a schivarlo e sparare qualche colpo di tanto in tanto, che Cain bloccava con il piatto della spada.
- Parlano tutti male di te, ma non trovo che tu sia tanto male.
Schivò un fendente che si abbattè su una delle panchine di pietra, mandandola in pezzi.
- Sei carino. Anche se hai proprio un caratteraccio.
Lo spadone di Cain le passò pochi centimetri sopra la sua testa, sfiorandole appena i capelli castani. Saltellò indietro fino a sopra la fontana.
- Direi il tipico bel tenebroso!
Cain fendette l'aria di fronte a sè con lo spadone. - Insomma, vuoi parlare o combattere?!
- Mi stavo solo riscaldando! - ribattè Elza con fare serio. - E poi è divertente infastidirti, non ti pare?!
Estrasse il coltello dal fodero dietro la schiena e passò una mano sopra la lama, caricandola con la magia thunder.
- A te!