«È crollato a dormire. Di nuovo.»
Alexandra avanzò nella stanza semibuia reggendo una tazza di caffè fumante. Niamh lo accettò senza commenti.
«Ci è andato giù pesante con l'alcool, come alla scorsa sagra.» Alexandra si appoggiò al comò. «Anche se questa volta è più che giustificato» concluse divertita.
«Così la fai sembrare una sua capacità speciale, quella di ubriacarsi ad ogni festa.» Niamh sorseggiò il caffè e lo trovò amaro. Stava ripensando alla taverna di Lindblum. «Che ha fatto?»
«Ha rubato gli alcolici del granduca Cid e se li è scolati con mezzo Garden.» La pugile si girò a fissarla, aggrottando la fronte. «La mattina dopo si è svegliato dentro una fontana.»
«L'ha fatto davvero? L'avevo giudicato diverso.» Non specificò, però, se si trattasse di una valutazione benevola o malevola. Si alzò dal letto. «Io torno di là a mangiare. Gli guardi tu le spalle?»
«Che? Oh—certo. Farò in modo che nessuno entri ad avvelenarlo nel sonno!»
Niamh fece un cenno d'assenso ed uscì, lasciando Alex a contemplare con aria assente il viso di Leon addormentato.
I tramezzini erano incredibilmente buoni, e Niamh ne arraffò il più possibile, al punto che formavano una piramide in pericoloso equilibrio nel suo piattino. Egil stava disperatamente tentando di limitare i danni della razzia ponendole davanti un bel boccale di birra
«E dai! Ne hai già presi tanti!» la implorò il mago.
«Perché? Ne hai mangiati abbastanza, mi pare» replicò freddamente la pugile, gettando un'occhiata allo stomaco rigonfio di Egil.
«N-non parlo solo per me! Anche gli altri hanno diritto a mangiarli!»
«Penso di rientrare in questi altri, visto che avete sicuramente passato l'ultima mezz'ora ad ingozzarvi.» Egil era troppo brillo per controbattere, perciò si limitò a scolarsi la birra
Col suo bottino in mano, Niamh fece ritorno alla stanza di Leon, e già dal corridoio poteva sentire i rumori di qualcuno impegnato a vomitare l'anima. Spalancò la porta con un piede, sorprendendo Alex china a reggere la fronte dello spadaccino, e lui girato verso il fianco del letto. Per i normali standard umani Niamh avrebbe dovuto provare una fitta di gelosia, ma lei non era un'umana normale, e si limitò a fissare con malcelata impazienza l'indecoroso spettacolo.
«Vedi cosa succede quando non ci sono io a controllarti» commentò acida.
Leon si girò e abbozzò debolmente un «La parte migliore del bere è il durante», prima di voltarsi di nuovo verso il catino per non sporcare le sue preziose lenzuola. Anche in quello stato si preoccupava troppo dell'ordine e della pulizia.
Niamh depositò con nonchalance il bottino di tramezzini e andò a recuperare uno straccio bagnato da mettergli in fronte. Peccato che Jacques non tenesse stracci; erano troppo poco raffinati secondo il suo gusto estetico. Così Niamh si accontentò della spugna della doccia.
«È fffff-fredda» si lamentò Leon.
«Cazzi tuoi. Ora finiscila di vomitare e mangia» replicò lei. Alex le cedette il posto di infermiera e andò ad aprire la finestra. L'odore di alcool e vomito ed aria stagna stava cominciando a diventare appena appena disgustoso.
Li lasciò così, chiudendosi silenziosa la porta alle spalle, ed appuntandosi mentalmente di ordinare il sequestro della distilleria clandestina di Zhang ed Egil.