Garden 3

Un Gioco di Ruolo Narrativo a più mani, tra SeeD e Cadetti, Garden ed Accademia, Tornei, Missioni, Sagre, e molto altro: questo è il Garden Club! Leggi i topic "Bacheca" e "Spiegazione Topic" prima di postare

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*Paine*
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Re: Garden

Messaggio da *Paine* »

Se la ricordava diversa la caffetteria.
Senza dubbio ai suoi tempi il barista aveva una sessualità ben definita.
Non che gliene importasse comunque qualcosa.
Alla partenza della Cadetta Edith, Paine ed Oushi erano rimaste lì in silenzio.
Non che a Paine dispiacesse, c’era fin troppo baccano in quel posto, ma le due ragazze ormai l’avevano incuriosita. Soprattutto Edith.

Paine: E’ forte la tua ragazza.

Oushi sputò il caffè affrettandosi a pulirsi con un tovagliolo.

Oushi: Non è la mia ragazza e tu dovresti farti un pacco di cazzi tuoi!
Paine: Strano, sembravate così intime… Meglio così, sembra una tipa interessante. Cominciate già a piacermi voi due.

La ragazza dai capelli argentei non voleva darsi per vinta sogghignando divertita.
Dopo l’isolamento per giorni forzato al Garden Supremo per evitare qualsiasi domanda sulle sue dimissioni ed il suo trasferimento, non voleva rinunciare ad una delle poche cose che avevano attirato la sua attenzione.
Escluso il trattamento fornito a Drizzt ovviamente.
D’altro canto Oushi non era ancora riuscita a fumarsi una dannatissima sigaretta in pace durante la mattinata.
Alla risposta di Paine che al massimo più che cazzi, non erano passerotte sue trattandosi appunto di donne, si alzò di scatto sbattendo le mani sul tavolo dileguandosi alla velocità della luce verso il giardino.

Paine: ”Credo proprio che mi divertirò.”

La dottoressa finì di bere l’ultima sorsata di the e si diresse in infermeria.
Non vedeva l’ora di riabbracciare Aura.
Oltre lei e Leon, sembravano le uniche persone rimaste del vecchio organico ed anche le uniche due persone che conosceva, ignorando Montgomery ovviamente.
Non che il preside non le piacesse, ma preferiva ancora non sbilanciarsi troppo in nessun giudizio riguardante la situazione attuale del Garden.
Sbirciò all’interno cercando facce amiche, sembrava non esserci traccia di nessuno esclusa una ragazza assopita distesa su uno dei numerosi lettini.
Si avvicinò per leggerne il nome ed esaminarne la cartella.
Si chiamava Sakura e, a quanto sembrava, si era procurata delle brutte ferite da sola.

Paine: “La solita manica di pazzi schizofrenici…”

Una mano si posò leggera sulla spalla di Paine che per poco non tirò un urlo.
Era stata beccata con le mani nella marmellata.
Voltandosi vide davanti a sé una donna dall’aspetto un po’ bizzarro, o quantomeno inusuale per il posto.

Ma’klehar: Desideri qualcosa cara?

Le due donne si fissarono per qualche secondo, la Nu Mou aveva un sorriso dolce in volto.
Paine le tese la mano presentandosi.
Ma’ la afferrò cordiale.

Paine: Scusi la maleducazione, credevo non ci fosse nessuno. Sono Paine, diciamo una nuova cadetta. Stavo cercando una vecchia amica.
Ma’klehar: Io sono Ma’klehar, se intende il capo medico, la può trovare nel suo ufficio, venga che la accompagno.
Paine: Stia tranquilla non si disturbi, conosco la strada, una volta era mio.

La signora fissò Paine,non era riuscita a capire bene l’intreccio delle varie informazioni, ma preferì non indagare oltre.

Ma’klehar: Allora se non le dispiace torno a sistemare delle cose. Con permesso…

Sparì così com’era apparsa.
Da quel che Paine aveva capito, doveva essere una delle future colleghe.
Sembrava disponibile, educata e cordiale, doti che in quella struttura erano decisamente utili vista la varietà di personaggi presenti.
Bussò alla porta dell’ufficio.
Un “Avanti” un po’ svogliato e spento la fece sorridere.

Paine: Una così bella ragazza non dovrebbe tenere quel muso lì.
Aura: Paine? E tu cosa ci fai qui?

La voce della Commander si alzò di qualche ottava.
Scavalcò alla meglio la scrivania e si tuffò tra le braccia dell’ex compagna.
Lacrime di felicità le solcarono il viso.

Paine: Anch’io sono felice di vederti piccoletta. Mi sei mancata.
Aura: Avevo pregato per il ritorno di Pip, ma vai bene pure tu.
Paine: Ehi, almeno io non me la faccio col vice preside.

Scoppiarono entrambe a ridere.
Si raccontarono un po’ di cose, del perché Paine era tornata al Garden, cosa era successo nel frattempo, cosa era successo a Pip…

Paine: Direi che Pip ha la scorza troppo dura per marcire dentro ad un albero.
Aura: Lo spero tanto anch’io. Montgomery non mi piace.
Paine: E’ pur sempre il nostro preside ed il nostro capo Aura. Può non piacere a te e a molti altri, può essere l’opposto di Pip, ma ora la realtà dei fatti è questa.

Aura fissò l’amica con sguardo interrogativo.
Capiva cosa voleva dirle, ma non capiva perché le stava dicendo questo proprio a lei.

Paine: Mi spiego meglio. Senza Pip e senza Drizzt, ora sei uno dei riferimenti per molti in questo Garden. L’unica cosa che vi resta da fare è assecondare l’attuale andamento delle cose. Vedila così, se Pip dovesse tornare, dubito che l’80% dei membri presenti in questo Garden non lo appoggi, se invece non dovesse farlo… Finireste in un bel mucchio di guai per il resto della vita e per quanto riguarda te signorinella, ti voglio troppo bene per farti commettere qualche sciocchezza intesi?
Aura: Intesi. Posso domandarti una cosa?
Paine: Spara!
Aura: Tu che hai vissuto al Garden Supremo… Cosa pensi che capiterà a Drizzt?

Aura era evidentemente provata da tutto l’accaduto dei giorni passati, stava massacrando un fazzoletto di carta nella speranza che potesse servirle a farla sentire meglio.

Paine: Diciamo che per quello che ho potuto notare, quando altri Commander venivano portati in manette presso l’Ordine, per la maggior parte venivano poi dislocati in altre strutture. Quindi se Drizzt è stato portato via dopo essere stato incolpato di qualcosa, se risulterà innocente seguirà la stessa prassi.

La Commander sospirò rilassando i nervi, poteva quindi sperare di rivedere pure il Drow un giorno.

Aura: E di Montgomery che sai dirmi?
Paine: Molto poco in realtà. Era paziente di Andrew, a me è capitato soltanto una volta di dovergli ricucire una bruttissima ferita all’avambraccio sinistro. C’ho scambiato soltanto qualche parola, troppo poche per poterlo giudicare, ma abbastanza da capire che è meglio tenerselo amico.

La Cadetta si avvicinò alla compagna passandole un braccio attorno alle spalle.

Paine: Per qualsiasi cosa ci sono ok? Posso dirti che in questa storia, non conoscendo nessuno, mi affido alla tua capacità di giudizio. Mi fido di te e di riflesso mi fido delle persone di cui ti fidi.
Aura: Grazie, lo stesso vale per me. Ora, visto che stavolta sono io il tuo capo, ho un po’ di scartoffie da farti compilare. Lì trovi l’archivio per consultare le schede pazienti ed archiviare i documenti, datti da fare mentre io visito Sakura.

Il ghigno malefico e divertito di Aura lasciò Paine senza parole.
Divertita portò la mano alla fronte in saluto militare.

Paine: Come desidera mio capitano.
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RinaYeah
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Re: Garden

Messaggio da RinaYeah »

Una donna entra nel locale. Il barista alza la testa, sorpreso e seccato. Non arrivava molta gente qui, in questo angolo di terra abbandonato, Winhill, ma quando arrivava qualcuno era un tizio strano. E uno come lui non aveva la pazienza di avere a che fare con persone strane. E questa tipa qui sembrava molto, molto strana.
La donna attraversa la stanza. Nessuno fiata, ma tutti fissano questa coraggiosa donna: Winhill non era assolutamente la culla dell'emancipazione femminile.
-Una tequila, grazie.
Prendo il necessario e servo il bicchiere alla donna.
Mi fa segno di avvicinarmi, e mi sussurra ad un'orecchio -Conosci questa persona?
Mi mostra una foto. Un uomo dalla carnagione molto scura, con degli insoliti capelli argentei e degli strani occhi lavanda.
-Mai visto.
-È un pericoloso criminale, il tuo aiuto potrebbe essere rilevante.
-Mi dispiace... un tizio del genere me lo ricorderei di certo.
-Bene.
Mi lascia una banconota da 5000 Guil e se ne va, con la stessa classe con la quale era entrata.
-Ho già visto quella donna.
-E ci credo... Guarda qua!
Un vecchietto, che aveva ascoltato l'intera conversazione, mi indicava un manifesto.
"La dea della morte Rina"... 10000000 Guil!!!!!
Mi precipitai fuori, ma della donna alcuna traccia.
Quella stessa sera, diverse persone giurarono di aver visto qualcosa volare in cielo. Tutti i giornali ne parlarono.
Un UFO, un volatile gigante, un angelo? Nessuno lo sa per certo, ma il giovane barista credeva fermamente avesse a che fare con la strana donna che aveva incontrato.

Timber Maniacs, prima pagina.
"Strane apparizioni nel cielo di Winhill"
UFO, mostro o angelo? La foto non chiara, voi cosa ne pensate?
Una risata riempie il vecchio appartamento.
-Forse angelo è la definizione più adatta. Riconosco questa figura. Il Mortifero. La mia preda è a Winhill.
Tempo fa aveva affrontato quella bestia immonda, ma non era riuscito ad ottenere la sua forza.
-Rina, mia cara. Che sorpresa quando mi vedrai.

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SaKuRaNiMe
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Re: Lo spettro nello Specchio

Messaggio da SaKuRaNiMe »

Schiudo gli occhi, risvegliandomi dolcemente dall'oblio. Da quando erin infermeria non avevo fatto alcun brutto sogno. La cosa avrebbe dovuto rassicurarmi, invece comincio a credere di essere stata io a farmi quel graffio. No, cosa dico! I ricordi relativi a quella mattina di pochi giorni fa sono ancora vividi nella mia testa. Lo specchio, le decine di volti demoniaci sogghignanti, il dolore, il sangue schizzare. La loro voce.
-Dormito bene?
Aura si avvicina, accompagnata da una strana creatura. Sorrido.
-Si, grazie.
-Bene... hai qualche sogno da raccontarmi, o visione, o non so.
-Stavolta nulla, per fortuna.
Guardo la creatura, che suscita una certa simpatia.
-Lei è Ma'klehar. È una No Mou, sono sicura che non sei abituata a vederne.
-Piacere, Ma'klehar, io sono Sakura. Ad essere sincera non ho mai visto un No Mou.
-Chiamami, Ma', ti prego. Non mi sorprende, la mia razza non si sposta molto da Ivalice.
-Ma'klehar lavorerà qui in infermeria, quindi se continui così, mi sa che la vedrai molto spesso.
-Mi sa proprio che hai ragione...
Ma' recupera una cartella, mentre Aura comincia a visitarmi.
-Tutto nella norma. Sembra che il sangue si sia ricreato in fretta.
-Posso chiederti un favore?
-Dimmi.
-Potresti portarmi uno specchio?
-Rina ti ha per caso contagiato?- poi nota la mia espressione seria -torno subito.
Aura si allontana un momento, ritornando abbastanza rapidamente con un piccolo specchio.
-Tieni.- e me lo porge.
-Grazie.- lo afferro e inizio a fissare la mia immagine riflessa. Niente deformazioni, niente volti strani, niente dolore. Niente. Era davvero stata la mia immaginazione?
-Ascoltami- Aura mi tocca il braccio e mi volto. -anche se...
-Se...
La sua espressione in pochi secondi era passata dalla preoccupazione allo stupore, e dallo stupore alla paura.
Fissava lo specchio.
-Il tuo riflesso...
-Il mio riflesso...?
Comincio ad agitarmi, Aura sembra terrorizzata, ed io non trovo il coraggio di voltarmi.
-...non si è mosso. Ti fissa!
Prendo un respiro profondo e mi volto. Lo specchio mi sta guardando, lo sento. Improvvisamente il viso della ragazza riflessa si deforme, la bocca si allarga in modo anomalo, e getta un urlo.
Io e Aura ci copriamo le orecchie, mentre lo specchio cade dal letto e si infrange sul terreno.
L'urlo finisce, Ma' e un'altra ragazza accorro, preoccupate.
-NON SONO PAZZA! L'hai visto, Aura.
-L'ho visto, eccome se l'ho visto. E la cosa mi spaventa.
Cerco di alzarmi.
-Scusa, Aura. Ma non posso vivere nel timore che riaccada. Devo affrontarli.
-Come farai?
-Sai, le mie capacità mi hanno portato a leggere molto sul mondo dell'occulto e del paranormale, e credo di aver capito chi è lo spirito dello specchio, so come costringerlo a presentarsi e a scacciarlo.
-Allora fatti aiutare.
-Non posso. È la mia battaglia, non voglio che faccia del male a qualcuno. E poi potrebbe possederti pur di rimanere in questa dimensione, e non posso permetterlo. Fidati di me, Aura.
Quello del medico era uno sguardo che non ammetteva rifiuti.
-Vuoi rischiare tanto per aiutare una ragazza che conosci a malapena?
-L'ho promesso.

Mi feci aiutare a portare sette specchi un uma stanza vuota del Garden, e li posizionai uno di fronte all'altro. In modo tale da riflettersi l'un l'altro. Poi accesi delle candele, due ai piedi di ogni specchio, più una che avrei tenuto in mano.
-Ti prego, Aura. Non entrare nel cerchio per nessuno motivo. Non intervenire se non te lo chiedo direttamente. Gli spiriti sono molto più insidiosi di umani o mostri, e un piccolo errore nell'evocazione può liberarli.
-Cerca di fare attenzione.
Entro nel cerchio di specchi solo dopo che il sole fu completamemte tramontato. Allora cominciai. Fisso il primo specchio e chiamo ad alta voce il nome: -Bloody Mary.
Giro su me stessa e ritorno nella posizione iniziale.
Delle ombre cominciarono ad animare gli specchi. Ripetei l'operazione altre due, tre volte, finchè le ombre si condensarono in una figura umana.
Di fronte a me, lo specchio mostrava una ragazzina, completamente coperta di sangue.
-Che coraggio, ragazzina. I miei complimenti, hai scelto di morire nel modo più semplice e rapido.
Una mano fuoriesce dallo specchio e si apre nella mia direzione.
L'adrenalina comincia a sostituire la paura, il mio cuore la pompa in tutto il corpo.
-Non ancora.
Allungo la mano aperta verso lo specchio e lo spingo con la telecinesi.
La lastra cade a terra, polverizzandosi.
-Mancata!
Un doloro lancinante colpisce il braccio sinistra, facendomi voltare di scatto e ripetere l'operazione del primo specchio.
-Inutile! Dovrai distruggere tutti gli specchi prima di scacciarmi, e mi sa che non arriverai viva al settimo.
-Lo vedremo.
Un'altro specchio si polverizza toccando il terreno. Dolore. Qualcosa lacera la carne della schiena. Mi inarco per cercare di sottrarmi.
Rovescio un'altro specchio. Ne restano tre.
Sento il polpaccio lacerarsi, il sangue schizzare.
Spingo lo specchio, lasciandomi vedere Aura. È pronta ad intervenire. Scuoto la testa. Posso farcela.
Qualcosa penetra nella mia spalla, costringendomi a terra.
-Sei finita!
-NO!
Blocco il braccio insanguinato prima che raggiunga il mio collo e spingo. L'espressione di terrore della bambina mi fa capire una cosa: ho vinto.
Lo specchio si trasforma in un corpo, che si frantuma in centinaia di pezzi di carne sanguinolenti, schizzando sangue sulle pareti, su di me me e su Aura. Porto una mano alla bocca e vomito. La raccapricciante vista fortunatamente dura poco. Ben prestsi ritrasforma in vetro ed infine in polvere, portata via da un vento senza origine.
Aura accore, disgustata dalla scena e preoccupata. Mi tasta i punti dove lo spirito mi aveva colpito, senza scoprire alcun taglio.
-Corriamo in infermeria, così posso controllarti meglio.

Dopo un bel bagno, scoprimmo che ogni ferita sul mio corpo era rimarginata, perfino quel lungo taglio al braccio destro, come per magia. O per maledizione, dato che il dolore ancora c'era.
Ma almeno ora potevo alzarmi dal letto, nonostante Aura mi imponeva di restare in osservazione.

Raggiungo il letto di Homura, che al momento dormiva. Avevo saputo dello scontro col padre adottivo, e di come si era fatto valere.
Apre gli occhi, sorpreso dal vedermi.
-Io sono più forte di loro. Quando vuoi, possiamo fare quella chiacchierata.

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Leon Feather
Guerriero
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Happening

Messaggio da Leon Feather »

- Sicuro che paghi tu?
- Te l'ho detto. Perchè credi che voglia imbrogliarti?!
- Non si sa mai. Quando ci sono di mezzo i soldi, io sono super seria!
Camminavano per le strade di Midgard. Con il ritorno dalla missione e il Garden fermo in attesa di nuovi ordini, Leon ed Elza avevano approfittato per chiedere un permesso quella sera. Poche ore, quanto bastava per prendere una boccata d'aria e distrarsi dal rigore delle loro esistenze come soldati, poggiare le armi a terra, anche se solo per poco.
- Basta che non andiamo in qualche posto esoso dove anche solo per pagare l'acqua mi toccherebbe fare un mutuo.
- Tranqullo, qui andrà bene.
Gli indicò un locale sul bordo della strada la cui insegna recitava "Eorzea cafè, ristorante e caffetteria". L'atmosfera all'interno era accogliente, un bar all'entrata e pochi scalini a scendere che portavano ad una sola riempita di tavoli e un piccolo palco dove una band intratteneva gli ospiti del locale con della musica. Subito un cameriere li diresse ad un tavolo libero e lasciò loro il menù del locale.
- Ordina pure quello che vuoi - disse Leon con un sorriso invitando Elza a sedersi. La ladra dovette ammettere che quella ostentata galanteria la metteva a disagio, preferiva di gran lunga il Leon "alla mano" di tutti i giorni, con le sue battute e i suoi toni scherzosi.
- Vediamo - rispose lei mettendosi comoda e afferrando il menù. - La bistecca di Behemoth sembra invitante, ma anche il risotto di Onion Knight.
- Credo che opterò per la bistecca.
- Vada per la bistecca.
(Era chiaro come a nessuno importasse dei sentimenti di quel poveraccio costretto a procacciarsi la carne di Behemoth da servire al ristorante)
I piatti non tardarono ad arrivare, con una bottiglia di vino a fare da accompagnamento. Leon ne versò nel bicchiere della ladra che ne bevve un sorso, poi nel suo.
- Non è male come posto, hai scelto bene.
- Sì, anche se la città lascia un po' a desiderare.
Il commander mando giù il boccone di bistecca chiedendosi come facesse la carne di quelle bestie resistentissime ad essere così tenera. - Non ti piace Midgard?
- No - ammise. - Preferisco la mia cara vecchia Lindblum.
- Ho capito - disse Leon. - Dev'essere perchè lì hai qualcuno di importante.
- Affatto. È solo la città, le sue strade, la sua gente. Mi piace arrampicarmi sui tetti la notte e ammirare le lune ammantare la città con la loro luce.
- Sembra pericoloso, anche se molto bello.
- Ho un ottimo equilibrio - ammiccò. - E per quanto riguarda te? Non c'è un posto in particolare dove ti piace stare?

Attraversarono le porte del Garden, fino a raggiungere la hall. Elza cacciò un lungo sbadiglio e si sgranchì le braccia sollevandole.
- Sei già stanca?
- Solo un po' - disse. - Grazie per la cena.
- Figurati.
Di colpo Elza afferrò la manò di Leon. - Fammi vedere come si pilota il Garden!
- Cosa? Adesso?!
- È ancora presto!
- Non so se è il caso... e poi io veramente volevo...
- Suvvia, sei il vicepreside!
- Vorrei anche rimanerlo.
Gli strinse il braccio. - Per favore!
Leon sbuffò. - Va bene, va bene. Ma se qualcuno ci vede, dì che è perchè sei interessata ad una carriera come sostituto pilota o qualche stronzata simile.
Accesa la luce della sala di pilotaggio, Leon fece strada ad Elza verso il quadro dei comandi. Sedette sul sedile pilota e fece cenno alla ladra di avvicinarsi per potere guardare meglio. Di tutta risposta lei scavalcò il sedile e sedette direttamente in braccio a Leon, sorprendendolo.
- D'accordo, anche così va bene.
Il Commander si accorse di quanto la donna fosse così piccola e fragile, tanto da riuscire a stare tra le sue braccia senza che quasi ne sentisse il peso. Da quella posizione riusciva a sentire il profumo dei suoi capelli, una fraganza simile alla pesca.
La ladra si sistemò sulle sue gambe mettendosi comoda, poi afferrò la cloche. - Mostrami come si fa.
- Va bene - disse Leon poggiando le sue mani sopra quelle di lei. - Innanzitutto bisogna assicurarsi che l'energia dei cristalli sia sufficiente ad effettuare la partenza e sostenere il viaggio. Lo capisci da questo indicatore, ma con il quadro spento è difficile spiegartelo. Se è tutto nella norma si accendono i motori alzando queste levette, poi...
Continuò la sua spiegazione con Elza che continuava ad ascoltarlo affascinata. Aveva sempre sognato di guidare un'aeronave, e cos'era il Garden se non un'aeronave di dimensioni colossali?
- Sembra complicato - disse quando il Commander ebbe terminato con la sua spiegazione.
- Una volta che hai imparato è come guidare una bicicletta o una macchina.
- Immagino di sì - la ladra sbuffò. - L'ultima volta che ho provato con un jumper non è andata molto bene però...
Leon rise. - Me lo ricordo.
- Uffa! - spostò le gambe di lato accavallandole sui braccioli del sedile e si distese col fianco sul busto di lui, poggiando la testa sul suo petto.
- Imparerai - la rassicurò.
Le strinse le braccia attorno ai fianchi, lei sollevò il capo guardandolo dritto negli occhi, poi sollevò le braccia stringendole attorno al suo collo e cominciò a baciargli il collo, lentamente.
Can you feel my, can you feel my, can you feel my tears?
They won't dry
Can you feel my tear drops of the loneliest girl?
The loneliest girl


Scheda Garden
xthegame89x
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Re: Garden

Messaggio da xthegame89x »

Prima di rientrare da Paneon.

Rabbia. Quella che provava era rabbia. Ma non era solo questo, era dispiacere, sofferenza e preoccupazione. Da quando era entrato a far parte del Garden, aveva avuto soltanto uno scopo: proteggere le persone che amava. Cosa aveva ottenuto invece? Un pugno partì veloce e potente verso la parete rocciosa della grotta. Lo avevi promesso a Pip. Lo avevi promesso a lui. E ora ti ritrovi qui... e se lui dovesse riuscire a liberarsi da te e ad avere una forma propria? Non ci voleva pensare. Sentiva l'umidità crescere mentre il pulsare doloroso della mano venne prontamente ignorato, il suo cervello aveva ben altro da pensare che non ad uno stupido dolore fisico. Il dolore era un altro, era più profondo. Le squame uscirono prima che lui potesse far qualcosa per controllarle. Le ali si aprirono di colpo, generando una potente onda d'urto che mosse alcuni massi li vicino. Si controllò preoccupato di vedere quelle scaglie nere, ma erano blu zaffiro per fortuna. Raggiunse il lago, uno specchio d'acqua completamente limpida e calma. Non si scompose nemmeno quando Matt si avvicinò e le sue ali si piegarono lentamente sul suo dorso.

- Beh, come diavolo funzioni? Si può sapere?! - urlò Matt

Come poteva aspettarsi una risposta da un lago? Il suo riflesso lo guardava dalla superficie trasparente del lago, mentre la sua mente si sgomberava dai pensieri. Cosa che fino a quel momento non gli era riuscita. Che cosa doveva fare? Cosa voleva il lago da lui? La leggenda aveva almeno un minimo di fondo di verità? Tornò normale e cadde in ginocchio. Le lacrime cominciarono a scendere prima che lui potesse controllarle. Me lo avevi promesso. Un'ultima sfida... Matt non era andato in quel lago per liberarsi di Dark Bahamut. Sapeva, in cuor suo, che nessun frutto di qualche albero fantastico, nessun lago dai poteri miracolosi e nessun altra cosa avrebbe risolto il suo problema. Lui era andato lì per... piangere.

Mentre ricordi e parole si susseguivano nella sua mente, Matt giurò a sé stesso che avrebbe protetto il Garden. Qualsiasi cosa fosse successa, qualsiasi prezzo avrebbe chiesto a lui, avrebbe combattuto per i suoi ideali, per gli ideali dei suoi compagni e per gli stessi ideali che gli aveva insegnato Pip. Si alzò e si avvicinò al lago. Prese un po' d'acqua dal lago e si sciacquò il viso.

- Chi sei? E come osi usare le lacrime di Efysil per lavarti la faccia?

Per poco non gli venne un infarto. Dragon Soul comparve lesta nella sua mano destra.

- Le lacrime di che? - disse Matt guardandosi intorno

Una figura femminile, dai lunghi capelli chiari e la carnagione ancora più chiara si librava sopra la superficie trasparente del lago, guardandolo in cagnesco.

- Non sai nemmeno la storia di questo lago. Che stupido.
- Ho letto qualcosa... ma non ero sicuro che la storia fosse vera. Senti... avrei una richiesta da farti.

La fata o quello che era lo guardò perplessa, come se avesse appena detto una stupidaggine.

- Tutti hanno sempre una richiesta da farmi. Bisogna vedere se avrò intenzione di ascoltarti.

Matt la guardò per un attimo, aveva immaginato che non gli avrebbe reso la vita facile. Gli raccontò della sua storia, di Dean, di Bahamut e dell'oscurità dentro di lui. La ragazza lo ascoltò attentamente e ne fu sollevato. Almeno non lo aveva ignorato. Non appena finì il suo racconto, la ragazza si avvicinò a lui e cominciò a parlare.

- Mi spiace... ma questo non è il luogo che stai cercando. Il luogo che tu cerchi è quello dove tutto è cominciato.

Il luogo da cui tutto è cominciato? Il centro di ricerche?

- Ma io ci sono già stato lì... purtroppo non è andata molto bene. - disse Matt abbassando lo sguardo
- Non hai notato qualcosa di strano quando sei andato lì? Qualcosa che non doveva trovarsi lì?
- A parte l'essere? Niente di particolare a meno che...

All'improvviso gli balenò in mente un'idea. Chiunque abbia visitato quei luoghi intenzionato a fermare Dark Bahamut o l'essere che ne prende le veci, era sempre stato fermato in qualche modo dallo stesso. Perché? Perché comportarsi in quel modo se non per proteggere qualcosa? In fondo, eliminare chi riusciva a farlo uscire all'esterno del centro sarebbe stato un controsenso.

- Stava proteggendo qualcosa... forse sé stesso o forse la fonte del suo potere. Ma come posso batterlo? E' impossibile...

Pip avrebbe saputo cosa fare. Pip, Ruben o forse anche Raistlin con la sua enorme saggezza ed esperienza. Ma erano tutti andati in un luogo in cui Matt non poteva rivolgergli alcuna domanda. La ragazza annuì. Prima di scomparire disse un'ultima cosa.

- La forza che stai cercando in realtà è già dentro di te. Devi soltanto trovare... la via giusta.
**********
Al Garden.

In quei giorni aveva avuto ben poco da fare. Aveva visto Egil giusto qualche volta, scambiato qualche birra insieme a lui e con altre persone ma perlopiù era restato in camera sua a pensare alle parole della fata. Il codec squillò prepotentemente, ma lui lo ignorò. Non aveva voglia di uscire stavolta, voleva solo starsene a guardare il soffitto. Anche Drizzt li aveva lasciati. Di certo non nel modo di Pip e se fosse successo di certo sarebbe stato un durissimo colpo per il morale del Garden. Molti avrebbero lasciato probabilmente il Garden, altri avrebbero cercato di tenerlo ben saldo come avevano già fatto lui, Pip e Ruben. Ma lui? Lui che avrebbe fatto? Si era promesso e aveva giurato di non scomparire più dal Garden come aveva fatto altre volte e così era stato. Nonostante quella ragazza gli avesse praticamente detto di tornare al centro. Il codec vibrò un'altra volta, lo ignorò. "Possibile che non capiscano che non ho voglia di vedere nessuno?" pensò rabbiosamente. Dopo qualche minuto, dall'altoparlante vibrò minacciosa la voce sconosciuta del "preside" Montgomery. Già dal nome non gli andava molto a genio.

- Il Seed Winchester è pregato di non ignorare il Codec e le richieste del sottoscritto di volerlo ad esame in presidenza. Subito, è un ordine.

"Ma io lo ammazzo..." pensò. Quel deficiente gli aveva fatto fare una brutta figura davanti al resto del Garden, chiamandolo così dal megafono. Bussò la porta tre volte, quasi scardinandola. Il preside disse un secco avanti e lui aprì la porta. Mentre si guardava attorno, Montgomery non fece altro che studiarlo. Si avvicinò alla scrivania e incrociò le braccia.

- Desidera? - disse Matt ironicamente
- Winchester. Temo che stiamo partendo con il piede sbagliato, io e lei.
- No. Stiamo partendo col piede giusto. Mi da del lei.

Montgomery lo squadrò da capo a piedi.

- Non so come è stato abituato a fare, durante la presenza del preside Phoenix, ormai ex-preside.

Rimarcò la parola "ex" con cattiveria e a lui non passò inosservato. Ma come gli aveva insegnato lo stesso Pip, mai cedere alle provocazioni.

- Adesso sarà tutta un'altra storia. Si sieda. Dobbiamo discutere del suo caso.
- Preferisco stare in piedi. - disse Matt con un sorriso beffardo
- Come preferisce. Dalla sua scheda ho visto che è in grado di trasformarsi in un drago.
- E anche in un rinoceronte se vuole. - disse alzando le spalle

Montgomery non rispose. Sfogliò le carte che aveva davanti e continuò a parlare.

- Beh, può essere utile anche quella trasformazione.
- Dove vuole arrivare? Cosa vuole da me?
- E' in grado di controllarla?

Lo guardò in cagnesco per qualche istante. - Si, grazie ad alcune pietre magiche che mi ha procurato la Commander Lundor. Perchè?
- Perchè? In caso di assenza di queste pietre cosa succede?
- Meglio che non lo scopra... - disse Matt sospirando
- E se volessi?

Non aveva alcuna intenzione di far uscire allo scoperto Dark Bahamut, anche perché oltre al fatto che rischiava la sua vita, rischiava di colpire i suoi compagni e non se lo sarebbe mai perdonato.

- Qui leggo di un certo Dark Bahamut... sembra che non sia totalmente sotto il suo controllo.
- Lasci che le spieghi la situazione, così da non dovermi ripetere altre volte. Dentro di me ho una creatura molto potente e malvagia che non aspetta altro che fare un bel barbecue con tutti noi. Se dovesse uscire, non solo non risponderebbe ai miei comandi ma chiunque nelle sue immediate vicinanze rischierebbe la vita. E' già successo e mi sono ripromesso che non sarebbe ricapitato mai più, neanche in casi estremamente urgenti.
- Quello lo vedo io. Si ricordi che lei è un Seed. Un Seed del Garden di Rinoa che adesso risponde all'Ordine dei Garden, perciò mio caro Winchester se io le dico di liberare questo Dark Bahamut lei dovrà eseguire l'ordine, sono stato chiaro?

Matt non rispose. Liberare Dark Bahamut. Quello era un pazzo. Non disse nient'altro. Si limitò ad annuire e a lasciare la presidenza.

Sono tornato ragazzi, con un nuovo canale e con nuove serie. Restate tunizzati per scoprirne di belle! Buona visione! :P
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PROGRAMMAZIONE
LUNEDI
- Fantasy World, Final Fantasy IX -
MARTEDI
- Let's Technic, Minecraft Monster Pack 1.6.4 -
MERCOLEDI
- Fantasy World, Final Fantasy IX -
GIOVEDI
- Desertcraft, Minecraft Regrowth Pack 1.7.10 -
VENERDI
- Il ruggito del T-Rex, Dino Crisis -
SABATO
- Video Random -
Se dovete utilizzare il mio pg nel Garden, controllatevi la scheda prima, barboni! xD
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LE PERLE DI SAGGEZZA DEL GRUPPO DEL GC SU FB
Egil ha scritto: Non possiamo fare un referendum per dichiarare Matt Winchester illegale e immorale?

Leon ha scritto: Matt Winchester ogni volta che fai un commento inutile, un gattino nel mondo muore
Paine ha scritto: o.ò sisi confermo la mia teoria... Matt è posseduto dal demonio.
Leon ha scritto: E' più probabile che sia il demonio a essere posseduto da Matt Winchester.

Leon ha scritto: Non è la situazione ad essere disperata, è Matt che si è messo in testa di far crashare i server di Facebook.

Leon ha scritto: Matt Winchester la tua firma occupa una schermata intera e ho un fo***to monitor 1920*1080.
Matt Winchester ha scritto: Quindi anche Ruben è a Reloras??? Posso usare il suo pg????
Vero posso posso posso???
Daiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!
Drittz Do Urden ha scritto: No.
Matt Winchester ha scritto: Sob sigh... (A Drizzt Do Urden piace quest'elemento)
Paine ha scritto: Penso che comunque debba smettere di mortificare il povero matt.... è un cazzone, lo sappiamo tutti e mo lo sai anche tu, non ci fosse lui qua staremmo tutti a grattarci le palle, quindi passa un commento anche fosse acido. Paine docet
Leon ha scritto: Matt Winchester minaccia pure i cani randagi che incrocia per strada ormai (ovviamente trasformandosi in bahamut)
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Aura
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I primi ostacoli

Messaggio da Aura »

Sono passati mesi dall'ultima volta che ti scrissi. ti lascio immaginare il perchè. Si chiamava Panèon, un mondo un po' strano a dire il vero. Per chissà qualche miracolo questa volta non ci siamo imbattuti in una guerra, ma c'è mancato poco. Abbiamo avuto a che fare con "frutti" magici, Senza Ombra, una viverna ed un albero alieno che... Non ci girerò troppo intorno, Pip non è tornato con noi. CI sono state delle problematiche all'interno di quell'albero e lui è rimasto indietro. O meglio, ha deciso di restare indietro. Un comportamento da eroe, lo conosco fin troppo bene da credere che avrebbe voluto lasciarci così, con un ultimo tentativo di salvarci. Mi ha lasciato Nilme, il suo gunblade. Forse credeva che non gli sarebbe più servito.
Devo essere sincera, non volevo andarmene da lì. Forse ti sembrerà egoistico, o addirittura folle, ma avrei preferito rimanere ed aspettare. Panèon si è preso il mio migliore amico, lasciare il pianeta è stato come abbandonarlo al suo destino. Io però sono sicura che è ancora vivo. Ne sono certa! Gli altri sembrano aver accettato il fatto che sia morto. Io non sono di questo avviso. C'è stata una festa per ricordarlo, ma non ci sono rimasta a lungo. Per quanto possa capire che lui avrebbe voluto così, non me la sono sentita di far finta di niente. Per me non c'era molto da festeggiare, devo ammettere che mi sono sentita anche un po' a disagio. Sarebbe stato come abbandonarlo una seconda volta.
E no, non ho bevuto. Lo sai che l'alcool mi è vietato per... beh, conosci la vicenda. Perciò è inutile che me lo chiedi ogni volta, non toccherò più un bicchiere finchè non sarò sicura di non ricascarci ed ora come ora, un goccetto è proprio quello di cui non ho bisogno. Finirei davvero con l'ubriacarmi di nuovo e l'idea di passare ancora per una ninfomane mi spaventa.
Tornando all'indovinello, la risposta è uovo. Era fin troppo semplice, potrei cominciare a pensare che stai perdendo colpi. Ora la palla passa a te, ma direi di rimanere sulla stessa linea.
Se fai il mio nome, non ci sono più.

In attesa di una tua prossima lettera
Aura Lundor

PS: Grazie del regalo e ricambio il pensiero <3 E non ficcarti nei guai come tuo solito!
PPS: So che leggi i giornali. La dea di cui parlano è una mia amica, lasciala in pace. Non voglio che ti immischi in affari troppo grossi per te, anche se conoscendoti sono il tuo pane quotidiano. Ti basta solo sapere che c'è dietro l'Ordine dei Garden, ci metterebbero un secondo ad incolparti come suo complice. So che non dovrei dirtelo, ma stanne fuori. Abbiamo fatto un patto, ricordi? Quando avrò bisogno del tuo aiuto, ti chiamerò e lo stesso vale per te. Ma questa situazione è fuori dalla tua portata e non voglio che prendano anche te. So che manterrai fede alla parola data.
Piegò il foglio di carta e lo inserì nella busta insieme ad una piuma bianca. Aveva fatto una gran fatica a trovarne una della giusta misura per ripagare quella nera che le era stata inviata, ultimamente Piuma aveva preso il vizio di restarsene quieto in camera aspettando chissà che cosa. Da quando gli aveva parlato del colloquio con Montgomery, aveva cominciato a darsi da pare per passare agli occhi di tutti solo come un ragazzino. Non aveva fatto progressi se non per le mani ormai prime di artigli ed aveva giurato che non sarebbe uscito da lì finchè non fosse riuscito a far sparire tutti i tratti di drago che si portava dietro.
Aura sospirò ed appiccicò il francobollo sul retro della busta, scrivendo poi l'indirizzo del destinatario. Da quando si era trasferito a Deling City, la corrispondenza fra i due era risultata più semplice. Oramai si scrivevano ogni mese e la ragazza era contenta di sapere che la magia aveva riacceso in lui la passione per lo studio. Per lui significava più casi al riguardo e quindi più soldi da guadagnare, anche se continuava a sostenere che i suoi metodi scientifici fossero di gran lunga superiori.
La ragazza si stirò sulla poltrona e diede un ultimo sguardo al nome del suo amico. Ogni volta che lo pronunciava le veniva in mente un estintore e nell'immaginare quell'uomo con un corpo del genere, le venne da ridere.

Paine era tornata ed Aura non poteva essere più felice. Finalmente una buona notizia dopo settimane e benchè il pensiero tornò presto su Pip e Drizzt, quell'attimo di respiro fu un toccasana. La accolse a braccia aperte, piangendo alla contentezza di riabbracciare una vecchia amica che non sentiva da tempo ed invitandola a prendere una tazza di cioccolata più tardi in memoria dei tempi andati. La donna accettò di buon grado l'offerta e benchè la voglia di tornare a firmare scartoffie e catalogale i pazienti in ordine alfabetico non fosse molte, si mise subito al lavoro.
Erano anni che in infermeria mancava personale. Ritrovarsi così tante candidate in breve tempo le fece molto piacere, in qualche modo ora poteva garantirsi un po' di riposo dato dal lavoro alleggerito. Fra tutti, l'acquisto più interessante era stato di certo Ma'klehar: di fronte al suo aspetto singolare, Aura si era sentita un po' come ai vecchi tempi, tra fauni e trasformazioni pittoresche che avevano popolato un po' l'Accademia ed un po' lo stesso Garden. Le era sembrata fin da subito una "persona" cortese e gentile, doti fondamentali per entrare a far parte dello staff medico. Paine era un'eccezione, anche se le aveva dato l'impressione che fosse cambiata moltissimo.
Riaverla in infermeria aveva riacceso la vitalità della Commander. La speranza di poter rivedere anche Pip presto o tardi si rinvigorì.

Il cielo era coperto di nuvole grigie ma innocue quando la squadra tornò dalla missione. Scortare l'obiettivo, tale Raphael Zyltis, a Fort Condor non era stato difficile. Durante il tragitto i Seed avevano incontrato degli ostacoli, in particolar modo i famigliari delle ragazze rapite ed uccise ed un cecchino. Leon aveva pensato bene di consegnare alle autorità anche lui una volta reso inoffensivo, evitando di indagare oltre per il bene della missione. Montgomery fu abbastanza soddisfatto del rapporto e fece i suoi complimenti ai membri della squadra personalmente. Agli occhi di Aura, quell'atteggiamento le fece soltanto rimpiangere di più la mancanza dello sciamano, ma tenne per sè quei pensieri per evitare che comportassero un pregiudizio nei suoi confronti.
Non poteva nasconderlo, Montgomery non le piaceva. Il suo atteggiamento le riportavano alla mente le esperienze passate, da Otta a Perseo fino a Ruben. Il numero di persone che si erano sedute su quella poltrona era salito vertiginosamente negli ultimi anni. Pip probabilmente era colui che aveva occupato il posto per il minor tempo, o almeno per lei era stato davvero poco.
Tirò un lungo respiro prima di passare a controllare Sakura per l'ultima volta. La storia degli specchi e dei demoni aveva segnato di riflesso anche lei, per modo di dire. Sebbene fosse abituata alla vista del sangue, vederne in così grandi quantità le fece spavento. In qualche modo le sembrò di essere tornata in quel campo di battaglia, anche se ormai quell'esperienza era più lontana che mai.
- Come ti senti? - le chiese posando la cartella clinica sul tavolino.
La ragazza inclinò la testa da un lato, poi dall'altro - Meglio, a dire il vero. è come se mi fossi tolta un peso.
Aura le sorrise amorevole - Lo credo bene. Ne ho viste di cose strane e assurde, ma un demone in uno specchio... Devo essere sincera, gli eventi alla Costantine li preferisco di gran lunga nei film che nella vita reale. Ma l'importante è che ora tu stia bene.
- Sì - le sorrise, anche se fu forzato come gesto.

Le carte non mentivano, nero su bianco. Montgomery rilesse più volte il foglio soffermandosi spesso sulle ultime righe, poi serrò la bocca in un'espressione curiosa. Alzò un pollice e lo leccò come era abituato a fare nel cambiare la pagina, rimanendo per qualche istante affascinato da quel che lesse nel prossimo capitolo.
- Chi l'avrebbe mai detto - esclamò sottovoce prima di continuare a leggere.
D'un tratto il telefono per la linea esterna squillò. Il preside si prese qualche momento per riprendersi dalla lettura prima di alzare la cornetta. Dopo un breve scambio di battute, l'uomo chiuse la conversazione e tornò al suo libro. Piegò l'angolo della pagina 394 e ripose il libro sullo scaffale della scrivania dove teneva i suoi preferiti. Quindi tornò al suo posto e premette il bottone dell'altoparlante.
A tutti i Seed, sono richiesti quattro volontari per la prossima missione. Ai macchinisti, preparate i Cristalli per il salto. Ci muoveremo a breve per Esthar allo scopo di affiancare una squadra proveniente dal Garden Supremo.
Montgomery si lisciò i capelli indietro e recuperò una penna. Trascrisse su un foglio l'incarico appena ricevuto ed una volta finito lo rilesse nel caso avesse fatto qualche errore. Alla fine non era una missione così complicata, ma dipendeva tutto da come il Garden di Rinoa sarebbe riuscito a collaborare con una squadra proveniente direttamente dall'Ordine. La voce al telefono aveva parlato di uno scavo da poco aperto al Lago Salato, di che cosa non era dato sapere. A lavorarci erano per lo più esthariani. Di recente, tuttavia, un gruppo di attivisti ed ambientalisti avevano cominciato a rendere l'operato difficile, sabotando le attrezzature e sguinzagliando contro gli operai piccoli mostri al fine di spaventarli. Uno di questi aveva occupato la miniera ed ora i lavoratori erano terrorizzati dallo scavare ancora per paura d'incontrarlo.
Compito dei Seed, pertanto, era quello di difendere i lavoratori trovando ed uccidendo la bestia che aveva occupato gli scavi. Inoltre vi era la complicanza di impedire che accadano altri episodi di violenza ingiustificata da parte degli ambientalisti. Lavorare affianco dell'Ordine sarebbe stata una passeggiata per il Rinoa's o un ostacolo da superare?
Montgomery era molto curioso di scoprirlo.

Partecipanti alla missione
- Edith Lance (CS)
- Yami Nightshade
- Kaleco Stray
- Aaron Arthur Wolf
Spoiler
Preavviso che l'uomo di cui si parla all'inizio non è presente al Garden e non diverrà un png.
Oh, per chi volesse risolvere l'indovinello (seppur piccolo e insignificante), la risposta è il silenzio.
EDIT: Chiedo scusa per aver sbagliato il nome :smt005
Ultima modifica di Aura il 22 giu 2015, 21:43, modificato 2 volte in totale.
Leonheart88
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Re: Garden

Messaggio da Leonheart88 »

«E questo è il mio rapporto» Disse Leon, sull’attenti, dopo aver finito di resocontare al nuovo preside i dettagli della missione appena svolta.
Non particolare era stato tralasciato, dai dubbi riscontrati alla segnalazione ai soldati di Fort Condor del possibile mandante alla decisione di non intromettersi.
Montgomery ascoltò tutto in silenzio, annuendo silenziosamente in alcuni punti salienti.
«Perfetto, il suo rapporto collima con le informazioni in nostro possesso» Squadrò Leon per qualche istante «Può andare»
Leon non rispose. Sicuramente in qualche modo era riuscito ad ascoltare tutte le conversazioni avvenute nel veicolo, ed era una cosa logica. Funzionale. Il metodo migliore per capire cosa realmente pensano di lui i Seed della struttura.
Era però anche un’immensa badilata per un possibile rapporto di fiducia tra lui e i Seed, un pessimo pessimo inizio. Necessario. Ma pessimo.
«Preside Montgomery, non riferirò a nessuno tale informazione»
L’uomo si concesse un sorriso.
«E’ una sua scelta, il fatto che nasconda ai suoi compagni tale informazione allo scopo di non peggiorare i rapporti interni mi aiuta a conoscerla un po’ meglio»
«E’ un bene o un male?»
«Chissà... informazione riservata»
«Buona giornata signore»


«Se mai ti sentirai solo io sono qua»
La frase lo colse all’improvviso, era appena uscito dall’ufficio di Montgomery quando Edith lo raggiunse.
Istintivamente si girò nella sua direzione, non capendo il perché di quella frase.
«Ehm... grazie? » Abbozzò un sorriso «Se mai il mio letto sarà vuoto, ti chiamerò sicuramente!»
Non cambiò espressione. Continuò a guardarlo con fare serio, di chi sapeva esattamente di cosa si sta parlando.
«Leon parlo della disperazione più profonda, di quella che ti colpisce dentro, che ti fa sentire solo anche se sei in mezzo ad un mare di gente. Quella che ti coglie la notte, con una o più persone accanto ma che non significano nulla. Che è come se non fossero li»
Come aveva fatto quella persona a comprenderlo in modo così istantaneo? E perché era lei a proporsi? Ma soprattutto...
«Perché ora?»
Lo guardò, per la prima volta con un misto di tenerezza e di comprensione, come si fa ad un bambino quando si spiegano per la prima volta le cose.
«Ti conosco da poco, ma i fantasmi del tuo passato sono arrivati prima ancora che potessi vedere la tua ombra, te li porti dietro, non dandogli peso ma senza neanche volerli dimenticare»
«E’ il mio passato. Le mie scelte. Non mostrerei loro rispetto se li dimenticassi, così come perderebbero valore se mi pentissi delle mie azioni.»
Per qualche strano motivo lei sembrava capire, come se ci fosse passata nella stessa maniera. Ma la domanda rimaneva.
«Perché ora?»
«Sei diventato Vice Preside e Seed Commander, non sono ancora in grado di capire cosa effettivamente comportino questi gradi, ma una cosa è certa: non sarai più la persona di prima. Le tue libertà si scioglieranno per lasciare il posto alla responsabilità. Non sarai più un compagno, ma un capo.»
«Si lo so. Ma è una mia scelta»
Edith si concesse un sorriso.
«Non ne dubito, le persone come te sono capaci di sacrificarsi interamente pur di raggiungere il proprio obiettivo.» Strinse con forza l’elsa della spada «Ne ho conosciuto uno esattamente così. Ma sarà così. E per un animale da battaglia come te potrà essere molto pesante»
I suoi occhi ricaddero su quelli di lei, per un momento restò come ipnotizzato, cercò di riprendersi e di nascondere tutto spezzando la tensione.
«Ohi animale a chi??»
La donna non rispose, con un gesto della mano lo portò a sé, fronte contro fronte. Poteva sentire il suo respiro, il suo cuore battere, e questa sensazione in qualche modo lo rilassava.
«Comandante Leon, sappiate che per ogni cosa io ci sono. Vi saluto.
Se ne andò, lasciando Leon solo un cumulo crescente di domande. Ma con una nuova sensazione di tranquillità nel petto.


*Dopo il post di Elza*

Lentamente stava risalendo il collo con la bocca, una situazione piacevole, sensuale, che aveva già assaporato innumerevoli volte.
Ma stavolta c’era qualcosa di strano, di stonaco, qualcosa che non gli quadrava perfettamente.
«Elza fermati un attimo» Lo disse a fatica, ansimando.
La ragazza si fermò, lentamente si staccò dal corpo del Commander e con fare innocente chiese «Cos’è non ti piace?»
«No è che.... per come sei... mi sembra di approfittare di te!»
La ragazza sorrise.
«Il perfido mostro Leon, cacciatore ed impalatore di donne, si fa degli scrupoli morali? Sicuro di non avere la febbre?»
«Sto bene, è solo un altro aspetto di me, non mi piace usare le persone in questo ambito»
Portò le mani ai fianchi e assunse una falsa espressione offesa.
«Leon ti posso assicurare che quello che stavi per fare, lo hanno già fatto un certo numero di persone. Non sono una verginella alle prime esperienze, e tu non sei l’uomo della mia vita» Sogghignò «Non sei abbastanza ricco»
Prima che potesse rispondere gli mise una mano sulla bocca, avvicinandosi fino a sentire il suo profumo. Poteva sentire il corpo di lei appoggiato al suo, le sue curve, i suoi lineamenti. Riprese a mordicchiarli il collo.

«E allora cosa hai fatto?» Chiese un interessato Raiden, al bar a fare colazione.
Leon sorseggiò con calma il suo cappuccino.
«Beh diciamo che ha avuto modo di vedere molto da vicino con i suoi occhi gli strumenti che compongono la sala comandi»
Ultima modifica di Leonheart88 il 22 giu 2015, 19:18, modificato 1 volta in totale.
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Edith Lance
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Re: Garden

Messaggio da Edith Lance »

«Signore, qui ci sono le trascrizioni richieste» Edith spostò il peso da un piede all'altro, in attesa che il Preside finisse di consultare i fogli.
Sollevò gli angoli della bocca in un sorriso compiaciuto, pur consapevole che non è tutto oro quel che luccica: molti credevano che fosse semplice gabbarlo, la verità era che Montgomery conosceva bene le persone, sapeva leggerle, ed era questo uno dei motivi principali per cui l'Ordine lo aveva inviato al Rinoa. «Ti è piaciuto il libro?» disse quando posò i documenti sul tavolino, tornando a guardarla negli occhi.
Edith annuì con veemenza. «L'ho adorato! Lo sto rileggendo con più attenzione, la prima lettura è stata frettolosa e non mi sono rimaste impresse alcune...»
L'uomo la lasciò parlare, un sopracciglio inarcato dalla curiosità. «Dal fiume entusiasta di parole che esce dalla tua bocca, direi di averti consigliato bene.»
La donna arrossì leggermente sentendosi colta alla sprovvista dal commento. «Avete avuto occhio.»
Montgomery sbuffò una risata. «Edith Lance, che bacia donne in corridoio senza remore, arrossisce per una semplice osservazione, molto veritiera fra l'altro?»
Si passò una mano fra i capelli, nascondendo il volto nell'avambraccio. «Posso fare altro per voi, Signore?»
L'uomo tornò serio e lo stesso fece la recluta. «C'è una nuova missione, vorrei che partecipassi.»
Edith si portò una mano al petto e chinò il capo.
«Occhi e orecchie all'erta, Lance. E al ritorno, passa a prendere un nuovo libro.» Le disse prima che la donna si chiudesse la porta alle spalle.

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Missione! Prenotata!
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AngelDemon89
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Re: Garden

Messaggio da AngelDemon89 »

Un sorso di succo di frutta. E poi un'altro.
Così avevo trascorso l'ultima mezz'ora; davanti al bancone di un bar con Filippo a farmi compagnia. Luyi parlava e mi facevo un piccolo sforzo per interessarmi a ciò che diceva.
Poi mentre puliva l'eesimo bicchiere
-E così sei diventatta cadetta, eh? Congratulazioni-
-Congratulazioni un ca**o!-
Dissi quasi alzando la voce
-Quel cavolo di Montcoso mi ha assunto senza lasciarmi altra scelta.. E io volevo solo rimanere al garden e dare una mano di tanto in tanto, ma non diventare una cadetta! Ugh!-
-Dai, almeno hai una mansione perfetta per te-
-L'unica cosa positiva...-

Poi allimprovviso
A tutti i Seed, sono richiesti quattro volontari per la prossima missione. Ai macchinisti, preparate i Cristalli per il salto. Ci muoveremo a breve per Esthar allo scopo di affiancare una squadra proveniente dal Garden Supremo.
Filippo guardò me. Io guardai Filippo. Ci fissamo per qualche secondo
-Va bene, va bene! ci vado.-
-In bocca al lupo!-
-In cu*o alla balena!-

E così mi precipitai a prenotarmi per la missione. Chissà, potrei essere stata utile

------
Mi prenoto anche io per la missione! c:
Stray
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Re: Garden

Messaggio da Stray »

In fondo era felice per Homura: forse non era un soggetto totalmente da buttare. Anche durante l'allenamento l'aveva visto serio e concentrato sull'obiettivo. Certo, era un desiderio omicida quello del ragazzo, ma in fondo come dargli torto?
Tuttavia, si limitò a dargli un cenno di assenso col capo subito dopo la sua vittoria, aveva altri lavori da fare, tra cui pure preparare i Jumper per le missioni che, immaginava, sarebbero arrivate per metterli alla prova, ora che erano "rientrati all'ovile".

Ed infatti, proprio mentre stava sistemando un Jumper, arrivò la notizia che stava aspettando, anche se il luogo non era quello che si aspettava: il Lago Salato di Esthar. Casa sua in pratica.
Ed il ricordo di Leon gli ritornò alla mente: non sapeva più nulla di lui, nemmeno se fosse ancora in carcere, se fosse scappato...o se fosse morto. Sperava vivamente, nella seconda ipotesi, che non si fosse unito a quegli attivisti: non che non capisse il desiderio di maggior rispetto per l'ambiente, ma non condivideva assolutamente lo sfruttare animali e mostri per tali scopi, già che quei gruppo professavano, di norma, un rispetto per tutti gli esseri viventi. Rispetto che, a costringere una bestia ad andare contro la propria volontà e territorialità, veniva meno, dal suo punto di vista.

Inviò un messaggio al preside per far presente la sua candidatura alla missione. Se si trattava di Esthar, non sapeva mai come rifiutare.
We know what you are doing...
We will react.


And you will pay.
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CrisAntoine
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Re: Garden

Messaggio da CrisAntoine »

-"Signore", a cosa devo questa... ehm, come chiamarla... convocazione?
-Perchè ho trovato un modo per cominciare a convivere in questo Garden.
-Io mi trovo bene, con... loro, e perfino con te, sai.
Nel suo sguardo, solitamente freddo e impassibile, sembra passare un ombra di impazienza.
-Ok. Smetto. Spara.
-Cerco volontari per una missione ad Esthar.
-E vuoi che io partecipi.
-Esatto. Renditi utile e vedi quelli che riesci a carpire. Forse restando in stretto contatto con pochi di "loro", riuacirai a scoprire qualcosa.
Ahia! Mi stava criticando!
-E va bene. Giocherò con loro.
Montgomery sorride, di quei sorrisi freddi che gelano il sangue nelle vene.
Qualcuno busso, mi ricompongo, e anche lui.
-Avanti.
Entra una ragazza dalla pelle piuttosto chiara ed un paio di occhi rossi.
-Cadetto Nightshade.
-Non sapevo fosse impegnato.
-Tranquilla, me ne stavo andando.
Gli offro uno dei miei migliori sorrisi, ricambiato da uno sguardo freddo. Montgomery e questa devono andare molto d'accordo.
-Aspetti, Wolf. Non ho ancora finito. Dica, Nightshade.
-Volevo semplicemente partecipare alla missione.
-Ottimo. Segno subito il suo nome.
Montgomery prende un foglio e inizia a scrivere. Lance, Wolf, Nightshade... ancora tre.
-Bene, può andare.
La ragazza esce e chiude la porta.
-Una tua amica?
-Non credo.
-Ti assicuro che avete lo stesso sguardo... non è mica tua figlia.
Un'altra occhiata delle sue.
-Va bene, me ne vado. È stato un piacere chiacchierare con lei, mi diverte molto, ciao!
Esco in fretta dalla stanze riprendo una certa compostezza. Devo scoprire qualcosa.
"In a world full of eggplants and peaches, I'm a tomato!"

Scheda PG Rina
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Aenima
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Una nuova vita

Messaggio da Aenima »

Il faceto aveva lasciato spazio al serio e, accantonato l'argomento Elza, Leon e Raiden avevano intavolato una discussione circa la missione appena conclusasi. Allo spadaccino non erano andati giù nè il tipo di missione, nè tantomeno il modo in cui la stessa era terminata. Era così radicata in lui la voglia di indagare, di andare fino in fondo e di trovare il bandolo della matassa che il doversi tirare indietro in quel modo lo tormentava. Con il Garden indipendente e con Pip alla guida erano infatti abituati ad agire senza vincoli e a perseguire un'ideale di verità che in quel momento era del tutto passato in secondo piano.
« Siamo solo agli inizi » sentenziò Raiden, sorseggiando il suo caffè « E chissà quali altre situazioni ci troveremmo a dover gestire. »
Leon sospirò. Era sempre il guascone che aveva conosciuto dal suo primo giorno al Garden, irriverente e donnaiolo, ma il cambiamento andava rendendosi apprezzabile. Un'altra luce brillava nei suoi occhi, era evidente che avvertisse chiaramente il peso dei suoi nuovi poteri e delle sue responsabilità, passando dal subire a dover prendere importanti decisioni, decisioni da cui sarebbe in buona parte dipeso il futuro del Garden di RInoa. Raiden poteva immaginare il suo stato d'animo, non doveva essere facile per uno come lui agire sotto l'egida del preside Montgomery, non doveva essere facile avallare scelte che, in tempi non sospetti, mai avrebbe condiviso.
« Dici bene. » concordò amaramente Leon, restituendo a Filippo la tazza ora vuota « Agiremo per e con l'Ordine, dimentica ogni libera scelta. Ma ... se vuoi il mio sincero parere, non so che fine faremo. »
Lo spadaccino avrebbe voluto comunicare a Leon quelle che erano le sue intenzioni, e cioè provare a far luce sui retroscena che avevano condotto Montgomery al Garden ma il neo-vicepreside non era a suo parere la persona giusta con cui parlarne: troppo vicino ai vertici, sicuramente sotto stretto controllo. E poi, a prescindere da tutto, il bar di Filippo non era certo il luogo migliore per esternare certe idee, indi per cui ricacciò nella sua mente quelle parole e rispose: « Hai ragione, non possiamo saperlo. Dobbiamo soltanto fare il nostro dovere, Leon, come abbiamo sempre fatto. Siamo dei soldati con degli ordini da eseguire, niente di più. »
Menzogna. Prima dell'avvento dell'Ordine, Raiden non si sentiva semplicemente un soldato, ma parte di una grande "famiglia". Non agivano semplicemente perché avevano degli ordini da eseguire, ma agivano perseguendo degli ideali. Ma, del resto, Montgomery sembrava mirare proprio a questo: trasformarli in macchine, in soldati pronti ad eseguire gli ordini e a lottare non per i loro ideali, bensì per quelli del Garden Supremo e dell'Ordine dei Garden. Per la pace nel Multiverso. Era questo il suo obiettivo: spersonalizzare il Rinoa a poco a poco.
Silphiel e Shareen, che si trovavano a passar di lì per far colazione, videro i due al bancone e si avvicinarono, salutandoli con un cenno. « Wow! Due donne in un sol colpo. E' il nostro giorno fortunato, Raiden! » esclamò il Commander, tirando una gomitata allo spadaccino, che sorrise, salutando educatamente le due. « Cosa gradiscono le signorine? » chiese, ostentando il miglior sorriso di cui potesse disporre « ..oltre alla presenza del sottoscritto, naturalmente. »
Silphiel, che non aveva ancora avuto modo di familiarizzare con i modi di Leon, ordinò timidamente un caffè, mentre Shareen si limitò ad un bicchiere d'acqua liscia. La discussione cadde di nuovo sulla missione a Fort Condor cui avevano partecipato, ma con toni decisamente diversi.
« Volevo ringraziarti per avermi salvato da quella freccia » disse candidamente la ragazza con malcelato imbarazzo. « Figurati. » rispose lo spadaccino, accompagnando le parole con un cenno della mano. « Però sta' più attenta, mi raccomando. » Leon rise di gusto, intervenendo a piedi uniti nella conversazione. « Quello che il mio amico qui voleva dire » disse, ammiccando « è che contano i fatti, non le parole. Indi per cui, dalle parole bisogna passar... »
La conversazione venne bruscamente interrotta da un colpo secco. Qualcuno aveva appena colpito vigorosamente il pavimento, richiamando la loro attenzione. Le loro teste si voltarono all'unisono e videro il tenente Lange torreggiare su di loro, con in mano il suo bisento.
« Vedo che qui si batte la fiacca. Non dovrebbe essere al lavoro, vicepreside? » disse in tono rude e sgarbato, ponendo enfasi sull'ultima parola. « La aspettavo per chiarire alcuni dettagli circa le future operazioni cui potremmo partecipare e... » fece una pausa, fissandoli con fare inquisitore « per darle alcuni dettagli sul nostro organico. A tal proposito, il preside la attende a ricevimento in serata. »
Così, alquanto infastidito da quell'ingresso in scena, Leon fu costretto a lasciare il bar e a seguire il tenente Lange. Quell'uomo non gli andava a genio, era il braccio destro di Montgomery, nonché una sorta di nemesi per il neo-vicepreside.
Shareen notò il disappunto sul volto dello spadaccino, ma non riusciva a comprenderne la natura. Del resto, per lei Pip e la precedente vita al Garden erano del tutto sconosciute, non poteva capire.
« Tranquilla » la rassicurò Raiden « I tuoi dubbi sono più che leciti... ma capirai. » Il parlare per enigmi dello spadaccino di certo, però, non le risultava chiarificatore « Ti credo, Raiden » rispose la Fae'n « Però a me il preside Montgomery non dispiace...vero è che non ho termini di paragone, purtroppo... ho ancora molto da imparare sul Garden di Rinoa. » continuò, prestando attenzione alle parole dello spadaccino.
Così, i tre proseguirono la loro conversazione, sperando di non incappare in un'altra interruzione non gradita.
« The world needs bad men. We keep the other bad men from the door. »

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*Paine*
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Gelato al cioccolato

Messaggio da *Paine* »

Paine: Mmmh sì, baciatevi con la lingua da brave…

Il rivolo di bava colò inevitabilmente dalla bocca della Cadetta che, ormai da un bel pezzo, si era assopita sopra la mole di carte non compilate presenti nell’ufficio dell’infermeria.
Sogni ambigui di lotta nel fango tra lesbo Cadette, regnava sovrana nella sua testa.
Cosa strana per lei, evidentemente il del rapporto tra Edith e Oushi l’aveva incuriosita molto più di quanto pensasse.

Paine: Edith…

Un rumore sordo e improvviso fece svegliare la ragazza di soprassalto che per poco non fece rovesciare tutto ciò che era presente sulla scrivania.
Si alzò di scatto asciugandosi la bava alla bocca e tamponando alla meglio quella finita tra i documenti.

Paine: Chi va là, altolà!

La pallina di pelo mugugnò visibilmente infastidita.
Atra, il moguri, portava tra le zampette una busta colorata.
Il sigillo di cera riportava l’effige del tempio di Bevelle.

Atra: Lette-kupò. Bao Atra.
Paine: Sì, pucciosetto, sei stato bravissimo. Ora dai a mamma la lettera che ci da un occhio.

Ravanò nella tasca del camice e ne estrasse qualche seme e qualche spicciolo.

Paine: Tieni uno snack e, se non dovessi esser sazio, vai alle macchinette e prenditi quel ghiacciolo alla menta che ti piace tanto a forma di kyactus.

L’animaletto svolazzò in tondo eccitatissimo battendo forte le zampine, afferrò il malloppo e volò via.
La donna aprì la busta.
Sapeva chi era il mittente ed un sorriso sincero le segnò il volto.
Cara Mamma,

Qui a Bevelle la vita non è poi tanto male!
Ho sentito papà e dice che sei andata via dal Garden Supremo perché avete litigato.
Una smorfia apparve sul suo volto, aver tirato in ballo anche suo figlio in questa faccenda, era l’unica cosa che l’aveva portata a soppesare bene la sua decisione, ma che, nonostante tutto, non gliela fece cambiare.
Anche se so benissimo che Andrew non è il mio vero padre, mi dispiace che vi siate separati così.
Tranquilla comunque, io sto benissimo e se adesso stai meglio anche tu, posso comunque sempre rimanerci amico se me ne concederai il permesso vero? Spero tanto che me lo darai.
Il fatto che suo figlio, seppur non lo avesse cresciuto lei per gran parte della sua vita, fosse così intelligente, la rasserenò.
Probabilmente gli avrebbe consentito di continuare a sentirlo, d’altronde era proprio il suo ex marito a provvedere ora come ora al suo mantenimento.
Comunque mi sono fatto tanti nuovi amici ed il pretore Baralai dice che ho ottime potenzialità per diventare invocatore. Mi sto esercitando con la magia, durante l’ultimo allenamento ho rotto il mio bastone. Un vecchiaccio mi aveva fatto arrabbiare e per evitare di fargli del male l’ho stretto troppo.
Paine sogghignò divertita.

Paine: "Tutto sua madre!"
Un ragazzo gentile di nome Frozen (dice di essere il gemello di Baralai ed infatti si somigliano un sacco!) me ne ha regalato uno dei suoi.
Ha detto di salutarti tanto e (testuali parole) gli dispiace di non avere avuto l’opportunità di conoscerti di persona, ma è dovuto correre a Bevelle per chiedere la mano ad una cagna che suo fratello gli ha promesso in sposa.
Non sapevo che gli umani potessero sposare gli animali!
Ora ti saluto, vado dal pretore che mi sta chiamando.
Un bacio

Damon Byrne
La cadetta richiuse la busta e se la infilò in tasca.
Intelligente ma ancora fortunatamente tanto immaturo da evitare di farsi influenzare da quel Frozen.
Gli avrebbe spaccato la faccia altrimenti.
Ormai la compilazione delle carte l’aveva evidentemente annoiata, quindi decise di girovagare in giro.
Nell’allontanarsi dall’infermeria, vide un nuovo ragazzo disteso su di un lettino.
Sakura era sparita, forse dimessa da Aura.
Seppur il suo amore per la medicina le suggerisse di sbirciare anche quella di cartella, il suo io interiore non ne aveva la benché minima voglia.
Perché no.
Non era cambiata granché la struttura da come se la ricordava.
Passò inutilmente anche davanti alla sala briefing nella speranza di scontrarsi ancora con quella ragazza, ma la mancò per poco e vide il jumper allontanarsi sfrecciando tra le nuvole.

Paine: Caxxo dannazione!
Brian: Non dovrebbe esordire così in mezzo ad un corridoio signora.

La ragazza stava per voltarsi ed inveire verso la persona che non avrebbe dovuto permettersi di darle della vecchia!
Seppur si fosse sposata, il suo rapporto con la parola “signora” era sempre stato molto ostico.
Portò la mano alla bocca stupita quando vide che in realtà si trattava soltanto di un moccioso che, con aria baldanzosa, saltellava allegro per il corridoi.
Qualcosa nella sua mente andò in tilt e, prima che potesse realizzare cosa stesse accadendo, si tuffò ad abbracciare il ragazzino in una morsa che non lasciava né scampo né pietà.

Brian: Mi lasci! Mi sta soffocando!
Paine: Sei quasi identico a Damon. Il mio figliolo! Fatti spupazzare.

Il povero Brian tentò di divincolarsi dalla presa dicendo di essere un Commander e che se non l’avesse subito lasciato, avrebbe ordinato di sbatterla nelle segrete, ma la donna lo ignorò farneticando storie sul suo povero bambino lontano da casa nelle mani di uno pseudo maniaco sosia del pretore di Bevelle.
E poi lo sapeva che erano tutte cazzate le minacce del marmocchio.
Il ragazzo aveva afferrato il concetto, ma la situazione cominciava ad andargli stretta.
Tentò più di prima di far resistenza.

Paine: E stai fermo ragazzino tarantolato altrimenti non riesco a manifestare il mio affetto represso! Altri venti secondi e ti mollo prometto.
Brian: Non sono un ragazzino! Cinque secondi e mi molli!
Paine: Quindici e ti porto a mangiare il gelato.
Brian: Accetto, ma non chiamarmi più in quel modo. Uffa!
Paine: Ok, ok. Santo Yevon come sei ignorantello.

La donna allentò la presa ed il ragazzo cominciò di nuovo a saltellare canticchiando nonsisaqualecanzone sul quanto fosse buono il gelato gusto Piros.

Brian: Me ne devi uno con almeno due palle!
Paine: Un cono e due palle… Spero tu non abbia ripreso gli stessi gusti sessuali del nostro ex fu preside.

Il ragazzino la guardò torvo.

Brian: Non è carino scherzare così sulla vita dell’ex preside.
Paine: Pardon, facciamo tre palle, ma niente cioccolato mi fa venire in mente canzoni strane!
Brian: Va bene!

Il Commander si diresse verso il bancone dove Filippo aveva con cura sistemato i coni, Paine invece si guardò attorno in cerca di persone con cui parlottare.
Due Cadette e un SeeD a giudicare dalla divisa.
Perfetti.
Seppur il direttivo fosse composto per 2/3 di Commander provenienti dall’Ordine, ancora nell’aria si respirava l’unione e l’amicizia.
Aveva intenzione di godersi ogni secondo prima che le cose cambiassero inesorabilmente.
Yuffie the ninja
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Re: Garden

Messaggio da Yuffie the ninja »

Il pavimento metallico del Garden tintinnava rumorosamente ad ogni passo che faceva. D'altronde aveva bisogno di indossare delle scarpe con la suola così alta, la sua altezza non era affatto rimarcabile. Anzi, non lo era per niente. I fiumi di SeeD e Cadetti si riversavano in ogni angolo della struttura: li guardava noncurante, chiedendosi quale fosse il motivo di una tale ricerca di amicizia in un luogo in cui l'unica cosa di cui ci si doveva preoccupare era l'addestramento militare. Non le erano mai piaciuti i luoghi affollati, tantomeno era allettata dall'idea di socializzare. Un barlume di ricordi si affacció alla sua mente. Le veniva quasi voglia di ridere con quella risata psicopatica che terrorizzava sempre tutti. Strinse a sè la sua amata bambola Uta: lei non l'aveva mati lasciata, no, sapeva che non l'avrebbe mai fatto. Perchè Uta non aveva volontà se non gliel'avesse data lei. Uta era il suo burattino. La sua marionetta. Inconsapevolmente si era fermata; un gruppo di Cadetti che si trovavano nei dintorni la osservavano. Era nervosa. Alzó lo sguardo e li fissó glacialmente con gli occhi ametista. Il suo sguardo era quasi perso, vuoto. Intimoriti i Cadetti si voltarono e lei riprese a amminare verso la presidenza. Aveva studiato bene la mappa del posto per evitare di chiedere informazioni ai passanti. Giunse davanti all'imponente porta. Bussó delicatamente, udendo un secco avanti. Aprì timidamente la porta, accennando un inchino.
"Immagino che tu sia la nuova Cadetta. Prego, siediti" disse l'uomo seduto alla scrivania. La targhetta preside indicava anche il suo nome: Montgomery. Aveva letto che aveva appena sostituito il vecchio preside Phoenix, se n'era ben informata. Anche il vicepreside era recentemente cambiato. Senza fiatare si sedette di fronte al preside.
"Ningyou Kuroyuki... Che ne dici di parlarmi un po' di te, ti va?" domandó retoricamente Montgomery cominciando a sfogliare il fascicolo di Ningyou. La ragazza strinse a sè la bambola.
"Tutto ció che desidera sapere è riportato nel fascicolo. Tuttavia, sono aperta a delucidazioni su qualunque punto oscuro possa riscontrare nella mia storia personale" rispose freddamente.
"Qui c'è scritto che sei stata adottata da un uomo di SOLDIER. Perchè hai abbandonato la sua casa?". Montgomery sapeva la risposta, era scritta nel fascicolo, ma voleva sentire se la ragazza aveva una versione diversa da proporre.
"L'ho ucciso. Proprio come gli altri animali che portavo a casa. Sì, l'ho proprio ucciso".
Montgomery era compiaciuto della freddezza della giovane. Sembrava quasi un automa.
"Hai anche fatto parte della WRO come spia. Ti infiltravi nelle sedi di Deepground, notevole". Sperava prima o poi di toccare le corde della ragazza. Tuttavia, il suo sguardo impassibile non accennava a cambiare.
"A cosa vuole arrivare, preside Montgomery? Vuole che faccia la spia, il sicario, l'assassina? Qualunque ordine va rispettato, perció quest'interrogatorio non ha fine".
"Ti diró, il nostro reparto di spionaggio si sta abbastanza ripopolando. Per il momento rimani a disposizione, il tuo incarico non è ancora ben definito. Un'ultima domanda...". Ningyou sembrava quasi puntellata sulla sedia. Non aveva nemmeno accennato un singolo movimento da quando era entrata. Attendeva solo gli ordini. Come una marionetta.
"In cosa consiste esattamente il potere della tua tribù?". Per la prima volta vide Ningyou tentennare. Forse aveva finalmente trovato un punto debole. La ragazza peró non aveva intenzione di cedere.
"Manipolazione mentale e arte illusoria, signore. Tuttavia l'utilizzo eccessivo di queste tecniche è fortemente dannoso per la mia incolumità, perció mi vedo costretta ad informarla del fatto che l'utilizzo delle mie tecniche alla massima potenza sarà riservato ai soli casi di estrema necessità. A questo riguardo, vorrei farle una richiesta. -Montgomery la osservó. Per la prima volta era lei a dare un verso alla conversazione.- Come avrà sicuramente letto dal mio dossier, il mio corpo è quadi totalmente ricoperto da un tatuaggio che indica la mia appartenenza alla tribù. Vorrei se possibile ricevere la concessione di indossare i miei abiti quotidiani in sede, limitandomi alla divisa solo durante le missioni. Sa, evitare che si venga a sapere della mie capacità dovrebbe essere anche una sua priorità...".
Per un attimo a Montgomery sembró che gli occhi della giovane fossero diventati rossi. Si disse che era solo la stanchezza e, seppur restio, accordó il permesso alla giovane. Aprì il cassetto della scrivania, porgendo le chiavi della stanza a Ningyou e congedandola. Dopo un inchino la ragazza aprì la porta e uscì dalla stanza.

Arrivó finalmente nella sua camera. Non appena chiuse la porta cominció a ridere. Rideva di gusto, non riusciva a trattenersi. Fece un sorriso sinistro, osservando con disprezzo la divisa accuratamente piegata sul letto. Osservó poi il foglio nelle sue mani, che richiedeva un controllo medico prima di prendere servizio. Spalancó gli occhi adirata, stava per strappare il foglio. Non voleva che si sapesse del suo disturbo bipolare, che ormai stava quasi sfociando in disturbo dissociativo. Ebbe il buonsenso di non strappare il foglio, sedendosi sul letto e cominciando a parlare da sola.
"Calma, calma. Devo solo ... stare calma. Il preside c'è cascato. Quella della divisa era solo una piccola macchinazione, niente di che. Volevo solo vedere quanto è forte la sua volontà. Certo, abbastanza, dato che c'è voluto un po' per convincerlo. È molto determinato. Ma io so bene come giocare le mie carte". Tiró fuori dalla valigia che aveva con sè il suo mazzo di carte. Prese la numero XII: The Hanged Man. Le piaceva proprio tanto quella carta.
"Ehi Uta... Chissà se qui riusciremo a farci degli amici. Dicevano che fosse una grande famiglia quando c'era Phoenix. Forse ora che c'è Montgomery le cose cambieranno un po'. Penso che sarà molto più facile trovare dei burattini senza volontà". Osservó il suo fascicolo della WRO, affidatogli da Reeve per ricordo. Sulla prima pagina spiccava il suo nome in codice.
The Puppetmaster.
La spietata burattinaia che non aveva mai esitato ad uccidere.
Chissà che le cose non sarebbero cambiate.
Prese il foglio di richiesta di visita e si diresse verso l'infermeria. Voleva proprio conoscere i dottori. Forse le avrebbero potuto dire qualcosa sul perchè aveva sviluppato la bipolarità.
"Basta che non lo dicano in giro, altrimenti cucio loro la bocca" disse fra sè sorridendo psicoticamente. Si diede una botta in testa e strinse Uta: "È tutto ok".
Spoiler
Sono tornata~ Alcuni di voi già mi conoscono, altri mi incontrano per la prima volta... Mi sento come tornata a casa! Sono la ex-Midori, tornata più in forma che mai! Il personaggio che ruolo è un po'... particolare, managgiatela con cura u.u
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14ma Sagra della Caccia di Lindblum: Premio Miglior Squadra
Scheda Ningyou, maneggiare con cura

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Re: Garden

Messaggio da Starlight Extinction »

La missione a Fort Condor si era conclusa senza troppi intoppi, ma Shareen ancora non riusciva a rassegnarsi alle parole di Leon. Come poteva dimenticare tutte le implicazioni che erano saltate fuori dall'incontro con Zyltis? Perchè aveva troncato la questione sul nascere? Mille furono le ipotesi che le vennero in mente, tutte possibili in egual modo, ma quale fosse quella vera non le era ancora dato saperlo. L'obiettivo della missione era solo scortare il prigioniero a Fort Condor, ma come tralasciare gli elementi che sono venuti a galla? Si trattava pur sempre di vite innocenti che erano state stroncate dalla mano della violenza incontrollata. La questione non sarebbe finita lì, di questo ne era abbastanza certa. Fu solo dopo l'incontro con Raiden e Leon che la sua mente si distolse da quelle congetture, offrendole un attimo di calma da trascorrere coi compagni. Nonostante avesse optato per qualcosa di semplice come l'acqua -elemento fondamentale di quel suo nuovo corpo, a quanto pareva- non poteva fare a meno di essere incuriosita dagli aromi che provenivano dalle tazze e dai bicchieri degli altri. Quel liquido scuro che Raiden stava bevendo, dall'odore intenso, la incuriosiva particolarmente.

Improvvisamente il nuovo addestratore, il tenente Lange, fece la sua apparizione rompendo la quiete che si era creata; Shareen gli rivolse solamente un cenno del capo in saluto, essendo lui un suo superiore, e non disse nulla visto che non erano affari suoi. L'incontro fu breve ma la Fae'n ebbe modo di osservare due reazioni nei compagni rimasti: il Seed sembrava esser stato colto dal "disappunto", mentre Silphiel sembrava "intimidita". Quelle furono le parole che lesse nelle loro menti. Stava iniziando ad immagazzinare informazioni su quante più cose possibili, e fortunatamente essendo in possesso della cosiddetta "memoria eidetica" non le era affatto difficile.
"Scusate... Meglio che torni in infermeria. Magari c'è bisogno di qualcosa." disse ad un certo punto Silphiel prendendo congedo dai due, lasciandoli soli. Salutata la ragazza, l'attenzione di Shareen fu nuovamente attratta da quello che chiamavano "caffè". "Di cosa sa?" chiese al Seed vicino a lei. "E' amaro ma può essere addolcito con dello zucchero o del latte. Perchè non lo provi?" fu la risposta che lei prese troppo alla lettera: infatti prese la tazza del compagno e se la avvicinò alle labbra, inclinandola in modo che il caffè le bagnasse le labbra. Sì, era abbastanza amaro, e il gusto si accompagnava alle sensazioni olfattive. "Interessante." sussurrò poggiando la tazza sul tavolo davanti a Raiden, che la stava guardando in maniera strana. "Non era proprio ciò che intendevo..." disse con un tono che lei non riuscì a decifrare. "Mmmh? Ah, ha a che vedere con la diffusione dei germi? Chiedo scusa in quel caso, non era mia intenzione."
"No, non era per quello, ma lascia stare. Non importa." replicò lui con lo sguardo fisso nel vuoto. Quel comportamento inusuale la fece accigliare.

"L'arrivo del tenente mi ha fatto ricordare di una cosa che volevo chiederti." disse Shareen in un modo che lo lasciò sorpreso a dir poco. Aveva parlato ma non aveva mosso le labbra, ne era sicuro. Confuso, la sua attenzione si spostò su di lei.
"So che ciò che sto per chiederti andrebbe contro la politica di Montgomery, per cui preferisco chiedertelo... Come si dice... Per vie traverse. Basterà che pensi una eventuale risposta. E non fissarmi, si insospettiranno." Raiden a quell'ammonimento distolse lo sguardo e senza pensarci prese la tazza e tirò giù l'ultimo sorso di caffè.
"Dimmi."
"Volevo chiederti se potresti aiutarmi... Vorrei imparare a muovermi meglio, e possibilmente a combattere."
La richiesta della Fae'n gli parve ragionevole, ma lo stato attuale delle cose complicava non poco la situazione. "Io sono stato sollevato dal mio incarico, dovresti chiedere a Lange." la risposta le arrivò con una note di acido disappunto: il tenente doveva davvero stargli poco simpatico.
"Lo so, ma mi fido più di te. Abbiamo lavorato assieme in fondo, ci siamo capiti bene, e non vedo perchè dovrei andare a cercare qualcuno che lo farebbe per dovere piuttosto che perchè ci crede. Non c'è nulla di male ad aiutare una propria sottoposta, no?"
Le sue parole erano ragionevoli, ma alla fine poco pratiche. Se li avessero scoperti sarebbero stati guai. Shareen lasciò andare un breve sospiro dopo che ebbe finito di bere quel che rimaneva dell'acqua.
"Non devi rispondermi subito, e non sei di certo obbligato ad accettare. Sappi solo che voglio rendermi quanto più utile qui, e capire. Voglio capire perchè tutto questo risentimento nei confronti di Montgomery... E credo che tu, più di molti altri, possa chiarire questi miei dubbi." fece una pausa durante la quale osservò Raiden attraverso una ciocca di capelli argentei; quando lui avvertì lo sguardo di lei si girò a ricambiarlo, ma non durò molto. La ragazza si alzò e sistemò la sedia spingendola in avanti per sistemarla mentre intorno a loro tutto sembrava scorrere normalmente. Il dialogo -meglio dire monologo- mentale doveva aver lasciato il Seed senza parole.
"Grazie per la compagnia." disse gentilmente ad alta voce mentre i loro sguardi si incrociarono di nuovo.
"A te la scelta, Raiden." furono le ultime parole che toccarono la mente del Seed prima che lei si incamminasse fuori dalla caffetteria, diretta verso l'infermeria.
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And you will pay.
Bloccato

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