Cos'è Episode Zero? Lasciamo che a spiegarcelo sia la stessa Square-Enix, che così lo presenta sul suo sito ufficiale. "Final Fantasy XIII Episode Zero - Promise" è un romanzo web costituito da una serie di episodi collegati alla trama principale proposta nel gioco, una potenziale aggiunta che dona profondità al filone narrativo generale. I racconti sono curati da Jun Eishima, scrittore di numerosi altri romanzi targati Square-Enix. Gli eventi raccontati da Episode Zero hanno luogo prima delle vicende di Final Fantasy XIII e contribuiscono ad arricchire il background ed il carattere dei suoi personaggi. Il romanzo è stato diffuso online, gratuitamente, dalla casa produttrice, ma esclusivamente in lingua giapponese; in queste pagine vi offro una traduzione in lingua italiana da me realizzata (da non pubblicare altrove senza aver prima chiesto).



Episode Zero - Encounter - Capitolo 1

Final Fantasy XIIISapeva di essere circondata, ma non provava panico o nervosismo. Pensava soltanto a come avrebbe potuto recuperare il tempo che si era reso necessario per cercarli. "Esattamente come avevamo sentito", mormorò Lightning preparando la sua spada. C'erano diversi Bloodbaths, mostri dalle sembianze simili a pesci, con braccia e zampe da anfibi, che vivono sotto il bordo dell'acqua. Nelle periferie della città costiera di Bodhum, questo tipo di mostri acquatici appaiono piuttosto spesso. Non sono solo gli umani ad amare questo posto, viste le calde temperature, l'acqua, e l'atmosfera piacevole.. sembra che anche i mostri amino farne la propria casa.
Riuscì ad individuare quattro corpi grigio-rossastri nell'area. Ne percepiva due alle sue spalle. Uno iniziava ad avvicinarsi, strisciando. Si preparava ad attaccare. Lanciò un fendente sulla destra. Resistenza. Adesso sulla sinistra. La sua spada lampeggiò, diventando il suo nome, Lightning, attraverso le viscere dei Bloodbaths. Due a terra. Sentì qualcosa saltarle alle spalle, ma a quella velocità non ci sarebbero stati problemi. Espirò flebilmente, quindi si girò velocemente e lo affettò in due. Adesso ne rimaneva soltanto uno alle sue spalle.
Fu allora. Saltò indietro. Sentì il rumore delle armi da fuoco, e vide il petto del Bloodbath aprirsi. Uno in più giaceva al suolo adesso, ricoperto dal suo stesso verdognolo fluido vitale.

"Ti aiutiamo noi!"

Udì la voce di una donna insieme al motore di un airbike. "Non mi state aiutando, mi state solo tra i piedi", pensò, irritata, ed abbassò la sua arma. Lo sguardo del Bloodbath si era già allontanato da Lightning. Non ebbe bisogno di accertarsi che quella voce provenisse da una donna di classe inferiore, sebbene alterata dal suono dell'airbike. Non si trattava di un modello messo in sicurezza e destinato ad essere immesso sul mercato, né di un silenzioso modello militare. Era un suono differente. La donna che la montava non era sicuramente né una cittadina né un soldato.
Ed in effetti, non era una donna quella che impugnava una pistola con una mano, mentre controllava l'airbike con l'altra. Era un uomo dai capelli bluastri, molto giovane. Era ricoperto di piume e gioielli, e persino da lontano si notava chiaramente quanto fosse appariscente. Alle sue spalle stava una donna dai capelli scuri, con in mano una grossa pistola pronta all'uso. L'airbike scese velocemente, e la donna si erse e sparò. I restanti due Bloodbath saltarono indietro, uno dopo l'altro. Non era una cattiva tiratrice. Ma, certo, questo fu dopo aver sprecato metà delle sue munizioni. L'airbike si abbassò lentamente in volo attorno a Lightning, e finalmente atterrò. Era guidato da qualcuno che sapeva quel che faceva.

"Ehilà soldato, eri in una brutta situazione o sbaglio?"

La donna dai capelli scuri ripose la sua arma e sorrise. La scollatura della sua maglietta era piuttosto pronunciata, e Lightning riuscì a vedere un tatuaggio a forma di farfalla nella parte superiore delle sue scapole. Se dell'uomo poteva dirsi che faceva mostra di un sacco di decorazioni, della ragazza poteva dirsi che faceva decisamente mostra di pelle nuda. Nessuno dei due indossava abiti che chiunque maneggi armi da fuoco normalmente indosserebbe. Tutte quelle decorazioni penzolanti sarebbero solo d'intralcio durante uno scontro a fuoco. E una pistola grossa come quella si surriscalda facilmente. Con tutta quella pelle in bella mostra non sarebbe stata al riparo dalle ustioni. "Dilettanti", realizzò, quindi chiese:

"Chi siete?"
"Siamo i NORA".

Sebbene Lightning volesse apparire rude e fredda, l'altra donna sembrava non farci caso. I suoi occhi ambrati si spostavano da una parte all'altra, come se fosse divertita.

"Se sei un soldato di Bodhum avrai almeno sentito parlare di noi, giusto?"

Baldanzosa. Lightning era curiosa di sapere cosa la rendesse così sicura di sé, ma non c'era tempo per fare simili domande.

"Spiacente, mai", disse bruscamente, e si girò sui tacchi. Riuscì a sentire le loro voci alle sue spalle.
"Ma..."
"Strano, avrei giurato che fossimo più famosi di così".

Accelerò il passo in modo da non dover più sentire quelle voci. Così irritanti. Avevano interferito con la sua missione, ed erano addirittura convinti di averla aiutata. Non riusciva a sopportare che si sentissero così orgogliosi, quindi mentì, e si odiò per averlo fatto. Sì, aveva mentito dicendo di non aver mai sentito parlare dei NORA. Li conosceva. Aveva sentito di un gruppo che usava un piccolo negozio sulla spiaggia come quartier generale. Il negozio era in realtà un Café, progettato per i turisti ma principalmente utilizzato da habitué locali. Tuttavia, non era certo il classico posto che sarebbe stato popolare tra ragazze liceali. "Siamo come gatti randagi, da qui viene il nostro nome" ("Nora" significa "randagio" in giapponese -ndr). Ancora più irritante, ricordarlo adesso. Lightning estrasse la sua ricetrasmittente. "Non pensare a cose non necessarie", si disse, "Chiama il sergente maggiore e comunicagli che il lavoro è completato. Questa è la cosa più importante da fare adesso".

Final Fantasy XIIIC'erano già diversi soldati al punto di ritrovo. I Bloodbaths non erano molto distanti dal luogo in cui erano stati avvistati. Quando si ha a che fare con mostri rapidi non è così facile. I mostri odiano gli esseri umani, quindi non si troveranno mai nei quartieri commerciali o residenziali, ma con le periferie è tutta un'altra storia. Per le persone che vivono nei tranquilli quartieri costruiti all'esterno della città, i mostri sono un grosso problema. E sebbene persino un dilettante possa tenerne a bada uno di piccole dimensioni, solitamente essi si muovono in larghi gruppi. A vivere isolati sono soltanto i mostri più grossi e forti. In altre parole, quei mostri che, se ne dovessi avvistare uno, la cosa più intelligente da fare sarebbe chiamare immediatamente l'esercito. Questo è il compito assegnato solitamente alle forze di sicurezza, l'unità di Lightning.
Altri soldati la raggiunsero, congratulandosi con lei per il bel lavoro svolto. Lightning si mise alla ricerca del suo ufficiale superiore. No, non ebbe bisogno di cercarlo. Il Sergente Maggiore Amoda poteva essere udito da qualunque posto. Si diresse semplicemente verso la sua calda risata.
Lightning aggrotto la fronte. Amoda stava parlando con un gruppo che non aveva mai visto finora. E vicino a loro stava un airbike modificata. Somigliava tantissimo a quella vista prima, guidata dall'uomo dai capelli azzurri. Chi era quell'uomo che stava parlando così amichevolmente con il sergente maggiore? Sembrava sicuro di sé, ma anche piuttosto accaldato. Non riusciva a capire se era per via dei suoi abiti, o del modo con cui si muoveva. Ma capì alla prima occhiata che si trattava del leader del gruppo. I loro occhi si incontrarono. Lightning lo fissò a sua volta. Si rese conto della poca delicatezza di questa mossa, ma l'uomo aveva uno sguardo sospetto sul volto. Rendendosi conto che stava accadendo qualcosa, il Sergente Maggiore Amoda guardò dietro di sé.

"Hey, Comandante, ben tornata".
"Eccolo di nuovo", pensò Lightning, scrollando le spalle. "Ama questo tipo di scherzi".
"Comandante? Che scherzo è questo, Sergente Maggiore?" Mise enfasi sulle parole "Sergente Maggiore". A differenza di quando era appena entrata nell'esercito, ormai aveva imparato ad ignorare i suoi scherzi. Ovviamente, a volte era necessario rispondere.
"Beh, sei la nostra leader d'assalto, non è così?" Di fronte ad una battuta del genere non c'era nulla che lei potesse rispondere, quindi sospirò, e decise di ignorarlo.
"Chi è questo?" Guardò oltre l'uomo al suo fianco. Non faceva molta differenza osservarlo da lontano o da vicino, dava la stessa impressione. Dava l'impressione di portare con sé brutte notizie.
"Loro sono i NORA, Sergente". Un giovane soldato irruppe nella conversazione.
"Non ne ha sentito parlare?" "Non i NORA, un'altra volta...", pensò, vicina a palesare la propria irritazione. "Ero appena riuscita a togliermeli dalla testa, ed eccoli di nuovo..."
"Un gruppo di vigilantes composto da giovani abitanti della città". Aveva ovviamente preso il silenzio di Lightning come una sua non conoscenza a riguardo. Amoda aggiunse, "Lui è il loro leader, Snow". Lightning provò un miscuglio di esaltazione e delusione nel realizzare che la sua deduzione era stata esatta.
"Hey". Il suo saluto decisamente poco formale la rese ancora più irritata. "Non potrebbe essere un po' più educato?", pensò.
"Lei è il nostro comandante delle truppe d'assalto. Potrà essere giovane, ma è davvero in gamba". A mo' di conferma, Amoda toccò l'impugnatura della spada di Lightning con le sue dita.
"Questa è una spada che ha ottenuto di recente. Una Blaze Edge... sebbene voi ragazzi non riusciate a capire, vi assicuro che se qualunque soldato la vedesse, saprebbe cosa significa".
"Sergente Maggiore, non parliamo di...". Lightning sapeva cosa avrebbe detto dopo, e volle fermarlo, ma Amoda la ignorò e proseguì.
"Questa è una spada consegnata soltanto ai soldati migliori. Quel che sto dicendo è che chiunque impugni questa spada acquista abilità straordinarie. Non è notevole?" "Adesso sta un po' esagerando con i complimenti", pensò Lightning. Voleva fermarlo prima che proseguisse ancora su questa scia, ma non riuscì a cogliere il momento giusto per farlo.
"E la sua Blaze Edge è speciale. Ha una iscrizione che dice, com'era? "Lampo bianco... prendi il mio nome", giusto?" Mentalmente lei lo corresse "Invoca il mio nome", ma non poteva permettersi di dirlo ad alta voce, era troppo imbarazzante.
"Per piacere, chiudiamo qui il discorso, ok?" Anche se sapeva che stava in parte scherzando, era felice di udire queste parole dal suo ufficiale superiore. Ma c'era un limite a quanto oltre ci si dovrebbe spingere. Specialmente visto che Snow stava di fronte a lei ripetendo "Davvero?" e "Wow, è incredibile" continuando a fissarla. Era semplicemente insopportabile.
"D'accordo, d'accordo". Amoda sembrò deluso all'inizio, ma poi rise fragorosamente.
"Ah, bene. Quindi questo è il motivo per cui la nostra Sergente è riuscita a finire il proprio compito così velocemente. Voi ragazzi siete rimasti delusi dal fatto che non ci fosse molto da acciuffare questa volta?"
"Nah, qui attorno non ci sono soltanto i mostri che sono stati segnalati, sa?"
"Davvero?"
"Già, se li staniamo vengono fuori uno dopo l'altro".
"Hey, adesso, sono d'accordo sul volerli stanare, ma non create troppa confusione". L'altro rispose "Certamente, certamente", ed annuì con convinzione. "Forze di vigilanza?", pensò Lightning, "Non fatemi ridere. Solo un gruppo di principianti che impugna pistole e si comporta come se fossero dei giustizieri...". Lightning voleva dire loro cosa realmente pensasse, ma non sarebbe cambiato nulla. Vale la pena esporre una critica soltanto quando è ragionevole aspettarsi un miglioramento. In caso contrario, è solo fiato sprecato.

"Voi ragazzi avete un sacco di energia. perché non vi unite all'esercito?"
"Regole ed uniformi non si confanno alla nostra personalità, sa?"
"Perché questo ragazzo continua a dire cose che fanno sicuramente saltare i nervi?", penso Lightning, "Mi rende più che arrabbiata". Ma il Sergente Maggiore Amoda si limitò a ridere e rispondere: "Sta attento a quel che dici", dando una pacca alle spalle di Snow, come se fossero buoni amici.
"Bene, adesso che tutti i mostri sono stati eliminati, noi andiamo". Alle parole di Snow, montarono tutti a bordo dell'airbike.
"Voi ragazzi fareste meglio a non allontanarvi per conto vostro, sareste catturati", urlò loro il giovane soldato di prima. Era della loro stessa età, e sembravano in rapporti amichevoli.
"Gli PSICOM non sono come noi, non vi lascerebbero mai andare".

PSICOM. Sicurezza Pubblica ed Informazione. Servizio segreto all'interno dell'esercito, ingaggia soltanto soldati d'èlite. Le forze di sicurezza lavorano a contatto con le persone, per cui si potrebbe dire che possiedono "calore umano". Lo PSICOM non lo ha. No, PSICOM non avrebbe permesso al gruppo NORA di esistere. Ma un gruppo di semplici cittadini non poteva saperlo. E tutti i membri del NORA si fecero beffe delle parole del giovane soldato.

"Staremo benone. Siamo più forti di qualunque esercito". Il leader sarà anche il leader, ed i membri del gruppo soltanto dei membri, ma il giovane soldato sembrò non curarsene, e si limitò a rispondere, ridendo: "Un po' troppo sicuro di te, non credi?"

Lightning pensò che non soltanto peccavano di buon senso, ma non avevano neanche capito cose che qualsiasi persona normale avrebbe capito. Quindi pensò che ignorarli e dimenticarsi della loro esistenza sarebbe stata la cosa migliore da fare. Ma...

"Aspetta". Quando si rese conto di quel che stava facendo, li aveva già raggiunti, e lo fermò. Aveva solo una cosa da dire, soltanto una.
"Il tuo nome è Snow, esatto?"
"Sì?", Snow stava già preparandosi a decollare, si voltò.
"Tu sei quello che sta ronzando attorno a mia sorella minore".
"Sorella minore?"
"Serah Farron". Non aveva neanche finito di pronunciare il nome Serah che Snow disse "Ah!" e balzò fuori dall'airbike, correndo verso di lei.
"Così tu sei la sorella di Serah, eh? I vostri volti si somigliano, ma sembrate così diverse". Sembrava così felice che Lightning ne fu disorientata. Era come un bambino che aveva appena trovato delle caramelle. "Serah mi ha detto che sua sorella era un soldato. Quando ci siamo incontrati ho pensato che forse potevi essere tu, ma tu *sei* davvero sua sorella". Pronunciò il suo nome in modo così familiare che la precedente irritazione riemerse. Stava preparandosi ad urlargli contro, quando lui porse la sua mano destra.
"Piacere di conoscerti! Sono Snow Villiers". La sua mano era molto grande. Pensò che forse era resa più grande dai guanti che indossava. "No, chiedere una stretta di mano indossando i guanti? Quest'uomo davvero non ha idea di cosa sia l'educazione".
"Lascia perdere mia sorella". Ignorò la sua stretta di mano, non voleva risultargli amichevole.
"Perché?". Gli occhi di Snow si spostarono dalle sue dita al volto di Lightning, e poi ancora indietro. Doveva non aver capito quel che lei aveva detto.
"Ho detto: lascia perdere mia sorella". Snow ritrasse la mano. Aveva finalmente capito di essere stato rifiutato. Tuttavia, non si arrese, e disse esitante:
"E se non lo faccio?"
"Non ho bisogno di rispondergli, ho già detto quel che volevo dire", pensò lei. Provò a dargli le spalle, ma qualcosa urtò le sua dita dei piedi.

Una noce di cocco. Era un tipo di cocco proveniente dalle palme di Bodhum, e se dici "palme" in questa zona la gente pensa automaticamente a quel tipo di pianta. Cresce velocemente, e le foglie sono grandi e larghe, molto apprezzate dalla gente che cammina sulla spiaggia. Ma differiscono dalle ordinarie palme perché le noci di cocco che producono non sono commestibili. Sono di grandi dimensioni, e non importava in che modo le si cucinasse: non potevano essere mangiate. Come quest'uomo, pensò Lightning.

"Quindi, se non lo faccio? Cosa accade?". Lightning mise il piede sulla noce di cocco.
"Fallo e basta". Lentamente unì le dita e fece scrocchiare le articolazioni. Non era così che aveva progettato di liberarsi dell'uomo che andava dietro sua sorella, ma non poteva farci niente. Tuttavia, il piede che aveva sulla noce di cocco scivolò. Snow aveva calciato il cocco in aria, che compì così una parabola, ed atterrò sulla sua mano. Era come un bambino bravo a calciare la palla.
"Mi dispiace, ma anche se mi colpisci, non funzionerà". Voleva forse dire che il colpo di una donna non sarebbe stato forte abbastanza, o che non avrebbe semplicemente dato retta alle sue parole? Probabilmente entrambe.
"Perché ho la testa parecchio dura". Sorrise dicendolo, rendendola ancora più furiosa. Lei gli voltò le spalle, e si allontanò. "Non mi piace", pensò. "Raccattare ragazzini e comportarsi come se fosse il loro generale, incoraggiando i deboli... un uomo orribile. Perché Serah lo trova interessante? Certo, lei lo trova soltanto interessante. In realtà non le piace davvero. Naturalmente".

"Sergente Farron, lo conosce?"
Non potevano aver sentito quello di cui stavano parlando, ma probabilmente li avevano visti discutere. Il giovane soldato sembrava piuttosto preoccupato quando lo chiese.
"No, non esattamente". Lei non lo conosceva. E non aveva in mente di avere ancora a che fare con lui. Non solo lei, ma anche Serah.
"Vado via". Lightning si scostò i capelli indietro, e si allontanò.



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