Cos'è Episode Zero? Lasciamo che a spiegarcelo sia la stessa Square-Enix, che così lo presenta sul suo sito ufficiale. "Final Fantasy XIII Episode Zero - Promise" è un romanzo web costituito da una serie di episodi collegati alla trama principale proposta nel gioco, una potenziale aggiunta che dona profondità al filone narrativo generale. I racconti sono curati da Jun Eishima, scrittore di numerosi altri romanzi targati Square-Enix. Gli eventi raccontati da Episode Zero hanno luogo prima delle vicende di Final Fantasy XIII e contribuiscono ad arricchire il background ed il carattere dei suoi personaggi. Il romanzo è stato diffuso online, gratuitamente, dalla casa produttrice, ma esclusivamente in lingua giapponese; in queste pagine vi offro una traduzione in lingua italiana da me realizzata (da non pubblicare altrove senza aver prima chiesto).



Episode Zero - Encounter - Capitolo 2

La brezza marina sulle sue guance era davvero piacevole. Serah camminava senza meta sul lungomare, e stiracchiò le braccia in tutta la loro lunghezza. Il tempo era magnifico. L'area attorno il lungomare era silenziosa. In questa stagione tutti i turisti si recano alla spiaggia per farsi una nuotata nell'oceano. Il Cafe del Team NORA era probabilmente stracolmo sin dal mattino. Anche se non è piena stagione, oggi è il turno di Lebreau. La sua cucina riesce sempre ad attirare clienti nel locale.
Probabilmente era quello il motivo per cui Snow stava tardando. Avrà di sicuro detto: "Lascio il resto a voi ragazzi", cercando poi di andarsene, ma uno dei clienti abituali lo avrà sicuramente trattenuto per una conversazione. Immaginare questa scena fece sorridere Serah.

"Hey!", la ragazza sentì una voce, e si voltò. Non era Snow. Era un membro del team NORA chiamato Gadot. Dato che guidava un airbike, probabilmente stava tornando al lavoro. O forse Lebreau gli aveva chiesto di andare a prendere alcuni ingredienti.
"Così, arriverà in ritardo... giusto?", disse guardandolo mentre l'airbike si fermava accanto a lei. Sebbene sia più basso di Snow, i suoi grossi muscoli fanno sì che la gente pensi a lui come ad un gigante. Quando Serah lo incontrò per la prima volta, pensò che fosse un tipo grosso e spaventoso. Ovviamente adesso ha cambiato idea. "E' stato trattenuto da un cliente?"
"Bingo. E probabilmente gli ci vorrà un po' di tempo".
"Mi chiedo se sia uno di quei clienti dalla lingua lunga", pensò Serah. Non sapeva dire con certezza se Gadot fosse stato mandato da Snow o da Lebreau come messaggero.
"Ok, ho capito. Grazie".
"Nah, ero di passaggio". E con un "Ci vediamo!", salì nuovamente sull'airbike. Serah lo salutò e lo guardò allontanarsi.

Ritornò la quiete, e Serah riprese a camminare. C'è un posto, presso la fine del lungomare, dove si riuniscono gli uccelli di mare. Decise che avrebbe aspettato Snow laggiù. Non si stancava mai di osservare gli uccelli giocare con le onde. Desiderò che avesse portato qualcosa con sé da dar loro in pasto.

"Amo questa città", mormorò. Gli uccelli che giocano in mare, il colore del cielo, il dolce fruscio delle foglie sugli alberi, ed anche il lungomare così splendido. Ma questo era l'ultimo anno di liceo per Serah. Era già stato deciso che avrebbe frequentato l'Università nella capitale di Eden. E' la strada che lei stessa ha scelto, ma il solo pensiero di lasciare la città la rattristava. Snow diceva sempre: "Eden non è lontana. Possiamo vederci quando vogliamo". E sorrideva. Serah diceva sempre a sè stessa, "Non è che non ci vedremo mai più". Serah sapeva bene che cosa significasse non rivedere mai più qualcuno.
Il primo era stato suo padre. Sebbene all'epoca non aveva l'età per comprendere cosa fosse la morte, Serah capì che non l'avrebbe mai più rivisto. Quando anche sua madre morì a causa di una malattia, sentì ancora più profondamente il dolore di perdere qualcuno per sempre. Perderlo proprio di fronte a te. Anche Snow, è stato cresciuto dallo stesso ente di Gadot, Lebreau e Yuj. Sapevano che cosa fosse quel tipo di dolore. Per questo si rapportano alle persone con così tanta gentilezza. Anche senza rendersene conto.

"Sono felice", Serah realizzò. "Sono felice, per questo anche una minima distanza tra noi fa male. Incontrarsi tutti i giorni, parlare di sciocchezze, essere circondata da persone gentili. E' stato così divertente, che perdere anche solo una piccola parte di tutto ciò fa male".

"Mocciosa viziata. Pretendi troppo". Si diede un leggero pugnetto in testa. "Eden non è così vicina come dice Snow, ma è vero che possiamo continuare a vederci se lo vogliamo. Quindi devo smetterla di sentirmi così dispiaciuta. Non voglio sprecare il poco tempo che mi rimane qui".

Aveva appena deciso, quando vide qualcuno che correva lungo il cammino. Era Snow. Era arrivato prima di quanto pensasse. Probabilmente aveva fatto del suo meglio per terminare la conversazione il prima possibile.

"Quaggiù!", balzò in piedi agitando le braccia.
"Hai visto mia sorella!?" Non poté fare a meno di urlare.
Snow era sfinito dopo aver corso con tutte le sue forze, ma non appena riprese fiato, disse: " Sì, ho visto Lightning. Ieri ci siamo incontrati".
"Ah, ecco perché", disse Serah tra sé e sé.
"Perché, ti ha detto qualcosa su di me?"
"Niente. Ma era davvero di pessimo umore, così ho pensato fosse strano".
Anche se di cattivo umore, si comporta come sempre. Lightning non tiene mai il broncio quando è arrabbiata. E' sempre stata troppo orgogliosa per mostrare il suo stato d'animo. Ma Serah riesce sempre, in qualche modo, ad interpretare l'umore della sorella. E' come se un campo invisibile attorno a lei cambiasse leggermente. Se dovesse fare un paragone, direbbe che è come l'energia statica. Non si riesce a vederla, ma se la tocchi riesci a sentire la scossa.

"Sembra che Snow cerchi di farsi del male", pensò Serah con un sorriso amaro. Lightning e Snow sono l'esatto opposto. Snow è fedele ai suoi sentimenti, mostra ciò che pensa attraverso il viso, le azioni e le parole. I suoi sentimenti e le sue parole sono strettamente legate. Non riuscirebbe mai a mentire o ingannare. Per questo Serah sentiva di potersi fidare di lui, ma la sorella la pensava diversamente. Non hanno nulla in comune, sono come acqua ed olio.

"Dannazione..." Snow si grattò la testa. "Cosa dobbiamo fare?"
Inizialmente Serah non capì cosa intendesse, poi comprese.
"E' tutto a posto, puoi ancora venire". La prossima settimana ci sarebbe stato il compleanno di Lightning. Serah riuscì a farle prendere una pausa, così che i tre potessero festeggiare insieme.
"Andiamo a dirle che stiamo insieme".
"Sì, è terribile doverlo nascondere".

Serah aveva previsto di presentarle Snow alla festa di compleanno. Non voleva approfittare della sua pausa solo per presentarle lui, ciò l'avrebbe solamente irritata, essendo sempre così occupata... Ma Serah non voleva aspettare troppo a lungo per andare fino in fondo alla questione.

"Se parliamo, lei capirà. In fondo lei è fantastica".
"Lightning non è dura solo con sé stessa, ma anche con gli altri. Quando prende una decisione non torna più indietro, così gli altri la considerano una testarda. Ma questo è il modo con cui è riuscita a proteggermi, e a prendersi cura di me", pensò Serah.
Anche se aveva ancora l'età in cui si ha bisogno che qualcuno si prenda cura di te, Lightning ha gettato via la propria infanzia ed è diventata forte per Serah. Al funerale del padre, e al funerale della madre, lei era lì, tenendo stretta la mano di Serah. Era il suo modo per dire: "Non importa cosa succederà, io per te ci sarò sempre". Serah non dimenticò mai il calore della mano di sua sorella...

Ah, finalmente aveva trovato qualcosa che Lightning e Snow hanno in comune. "Anche se sono completamente diversi, c'è una cosa che li accomuna. Li amo entrambi", sussurrò Serah, nel profondo del cuore. Ecco cos'hanno in comune.

"No, andrà tutto bene. Dobbiamo dirglielo. Dobbiamo farci accettare."
"Ma se si arrabbia, probabilmente mi ucciderà", disse scherzosamente Snow. Serah, cercando di non scoppiare a ridere, tornò seria.
"Se solo fosse l'unica cosa. Se si arrabbia distrugge l'intera Cocoon ".
"Lo farebbe davvero...", Snow aggrottò le sopracciglia. Forse era troppo. Serah si fece scappare involontariamente un risata, e Snow spinse la testa indietro e scoppiò a ridere. "Spero che un giorno tutti e tre potremo ridere insieme in questo modo", pensò Serah. "No, lo faremo. Al suo compleanno".

"Snow!" sentirono dietro di loro, dopo essere rimasti a ridere per un po'.
"Che succede Maqui?" urlò Snow quando l'airbike si avvicinò.
"Stanno uscendo. Abbiamo intercettato le comunicazioni wireless dell'esercito. Sembra che ci siano dei mostri nel bosco. E' l'ora del team NORA!"
"D'accordo " disse Snow, mentre l'Airbike atterrò a terra.
"Mi dispiace Serah, prendo in prestito il generale". "Va bene!" Serah si inchinò scherzosamente. Maqui è solo un anno più giovane di lei, perciò lo vedeva come un compagno di classe.
"Mi dispiace per l'intrusione" disse Maqui, ridendo. Snow disse "Maledetto" e fece finta di dargli un pugno. Erano come fratelli.
"Bene, bene, io torno a casa allora."
"Aspetta! Puoi aspettarmi? Voglio andare a fare compere con te".
"Per cosa?" Snow fece un occhiolino e salì in sella all'airbike.
"Il regalo per tua sorella".
"Oh, un regalo di compleanno!"
"Scegliamolo insieme. Se vuoi puoi iniziare ad andare al centro commerciale, dando un'occhiata intorno..."
"No, aspetterò qui. Passeggerò attorno alle Strange Ruins".
"Okay", disse Snow, mentre l'airbike decollava.
"Faremo pulizia il prima possibile!"
"State attenti!" disse Serah, salutando con la mano, anche se Snow e Maqui erano già alti nel cielo. Rise, "Sei davvero veloce".



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