Cos'è Episode Zero? Lasciamo che a spiegarcelo sia la stessa Square-Enix, che così lo presenta sul suo sito ufficiale. "Final Fantasy XIII Episode Zero - Promise" è un romanzo web costituito da una serie di episodi collegati alla trama principale proposta nel gioco, una potenziale aggiunta che dona profondità al filone narrativo generale. I racconti sono curati da Jun Eishima, scrittore di numerosi altri romanzi targati Square-Enix. Gli eventi raccontati da Episode Zero hanno luogo prima delle vicende di Final Fantasy XIII e contribuiscono ad arricchire il background ed il carattere dei suoi personaggi. Il romanzo è stato diffuso online, gratuitamente, dalla casa produttrice, ma esclusivamente in lingua giapponese; in queste pagine vi offro una traduzione in lingua italiana da me realizzata (da non pubblicare altrove senza aver prima chiesto).



Episode Zero - Treasure (Family) - Capitolo 2

Hanno finto che fossimo pazienti in condizioni di emergenza, per portarci via ed imbarcarci su un'aeronave della PSICOM. Di tanto in tanto si avvicinava uno dei superiori, dicendo loro di "tenerci d'occhio". La donna, Nabaat, continuava a ripetere che era stato "un caso fortunato", o qualcosa del genere. La specialità della PSICOM è... beh, loro la chiamano la "Minaccia di Pulse". Mi domandai che cosa ci fosse di così fortunato nel fatto che la PSICOM fosse all'impianto.
No, non mi importava, finché Dajh stava bene. Fino a quando era al sicuro. Ma non mi spiegarono nulla, ci hanno semplicemente trascinati su Eden, e posti nella struttura medico militare. La donna aveva detto che ci avrebbe dato i dettagli più tardi, ma con lo staff medico a sorvegliarci sulla nave, non ci fu tempo per questo.
Visto che avevano detto "La sicurezza di suo figlio è della massima importanza", io non dissi nulla. Papà era tutto scosso, per questo ho dimenticato completamente di lasciarti incontrare Dajh. Ma non ne eri esattamente in grado in quel momento, non è vero? Ti nascondevi nei capelli di papà, così sconvolto da non poterti neanche muovere, giusto?
Quando sei finalmente volato fuori era già notte, ed io ero a letto. Mi avevano messo in una stanza diversa da quella di Dajh. Ero completamente solo, ed ebbi come un sussulto.
Ovviamente non riuscivo a dormire. Non riuscivo a smettere di pensare alle parole che il Luogotenente Nabaat aveva pronunciato: "Il Marchio degli l'Cie".


Il giorno dopo, nulla era cambiato. Sazh non sapeva ancora cosa stesse succedendo. Aveva messo alle strette un membro dello staff medico, ma questi gli aveva semplicemente risposto che stavano ancora indagando. Oppure gli dicevano che il Luogotenente Nabaat gli avrebbe spiegato tutto più avanti. E se chiedeva loro dove lei fosse, questi gli rispondevano soltanto che non lo sapevano. Pensò che stessero probabilmente nascondendo qualcosa, ma sembrava davvero che lo staff non sapesse nulla. Non erano incaricati di indagare le condizioni di Dajh: lo era uno dei superiori, uno specialista.
Forse si dispiacquero per Sazh, che era fuori di testa dalla preoccupazione. Lo staff medico tentò di rintracciare il Luogotenente Nabaat, ma non fece molti più progressi dello stesso Sazh. Il Luogotenente era in servizio, quindi non poteva essere contattata.
"Il Luogotenente Nabaat è una persona molto importante. E' una di quelli su cui il Sanctum fa affidamento. Non c'è nulla che possiamo fare".
La giovane donna, che aveva fatto tutto il possibile per aiutarlo, sembrava rammaricata. Stando alle sue parole, Nabaat si era laureata con il massimo dei voti nella sua classe. Dopo, aveva raggiunto rapidamente la posizione di Luogotenente, e non ci sarebbe voluto molto tempo prima che arrivasse a posizioni persino più elevate. Se qualcuno del genere era coinvolto, allora quello che era accaduto ad Euride non doveva essre un semplice incidente. Sembrava proprio che lui e Dajh fossero incappati in affari molto seri. Di questo era certo.
"Ci metteremo in contatto con lei, in modo che possa avere una spiegazione il prima possibile. So che è preoccupato, ma la prego di aspettare un altro po'".
"Capisco, è solo che... prima che può, la prego". Sazh la ringraziò, e fece ritorno alla sua stanza. Non era un'infermeria, ma una stanza a parte predisposta per la famiglia dei pazienti. Era arredata come un hotel. Aveva persino un macchinario che consentiva di accedere ai negozi, tra le altre cose.
Quando si fermò di fronte al macchinario, il baby Chocobo volò fuori dai suoi capelli. Era probabilmente rimasto a guardare per assicurarsi che fosse sicuro, per questo non era venuto fuori prima.
"Gioca pure quanto vuoi, io proverò ad ottenere qualche informazione". Accese la macchina, ed accedette alla biblioteca. Voleva saperne di più su questo "Marchio degli l'Cie" di cui Nabaat stava parlando prima.
Chiaramente aveva già sentito parlare degli l'Cie. Era qualcosa di cui era a conoscenza sin da quando era un bambino. Chiunque fosse nato a Cocoon aveva sentito parlare di loro, in vecchi racconti e fiabe. Ma in che modo quelle fiabe si riferivano alla realtà? Non riusciva ad immaginare alcun modo in cui queste potessero avere a che fare con Dajh e con l'incidente di Euride. Aveva probabilmente sentito male, ed in realtà si trattava di una parola diversa. Non l'Cie. Se fosse stato così, allora cosa sarebbe potuto essere? Voleva sapere quel che Nabaat stava tentando di dire.
Immaginò che la sua ricerca l'avrebbe condotto soltanto a titoli di libri per bambini. Ma si sbagliava. L'elenco conteneva molti più libri di storia di quanti avesse potuto immaginare. C'erano copie di antichi manoscritti, ed altrettanti video delle biblioteche di riferimento. Sazh era intento a pensare con quale di essi avrebbe dovuto provare per primo, quando il pulcino di Chocobo volò giù sino al pannello di controllo. L'immagine su schermo cambiò.
"Hey, adesso, non toccare il macchinario! Se devi giocherellare, va laggiù". Si allungò verso il pulsante "Annulla", ma poi guardò più da vicino quel che era apparso sullo schermo.
Era l'immagine di un testo antico, strani simboli e scritture incise nella roccia.
"E questo che cos'è??"
Riconobbe quel simbolo. In effetti, l'aveva visto appena mezza giornata fa. Era il marchio che aveva visto sul retro della mano di Dajh. Sazh lesse la didascalia che accompagnava la figura, ed impallidì.
"Il Marchio degli l'Cie" di cui Nabaat stava parlando... non aveva affatto sentito male.



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