Vincent ha scritto:@ rikku:
ti do garanzie nel senso che la filosofia che sostiene l'assolutezza di Dio fila perfettamente sul piano logico;poi ci possono essere altri pensatori che la mettono in dubbio,ma se è per questo ci sono filosofi che dubitano di cose ben più evidenti e valide anche sul piano empirico.
Voglio solo dire che non si può negare l'assolutezza di Dio senza cadere non dico in un errore logico,ma quasi.Comunque lasciamo stare,altrimenti finiremo per aprire miriadi di finestre senza chiuderne nessuna![]()
Non penso che nella filosofia si possa fare un discorso del tipo "la filosofia sostiene", dubito che sia possibile dare una quadro univoco e generale di una cosa come la filosofia.
E, in ogni caso, non penso che tu abbia una cultura adatta a tracciare un quadro generale e complessivo de "LA FILOSOFIA" (io studio filosofia e una cosa del genere non lo farei mai, per nessuna posizione filosofica, nemmeno per quella che mi sembra al momento la più logica o la più diffusa), quindi "darmi delle garanzie" mi pare abbastanza esagerato.
Vabbeh, non importa
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Comunque a me il discorso pare abbastanza semplice:è naturale che la volontà di compiere un'azione rimanda ad un desiderio,ma questo desiderio semplicemente non va inteso come lo intendi tu,visto che stiamo parlando di Dio;è un desiderio che non comporta alcuna necessità o esigenza,proprio perchè Dio essendo assoluto non ne può avere.Allora desidera sì la creazione,ma per puro amore,per pura gratuità:magari a noi risulta incomprensibile perchè nessun essere umano sarebbe capace di un'azione TOTALMENTE gratuita,ma questo non inficia minimamente la logicità del ragionamento per cui un Soggetto assoluto è in grado di compiere un gesto del genere.Spero di essermi spiegato.
E comunque in qualche modo anche l'uomo è capace di un'azione completamente gratuita,che non derivi da nessun egoismo e da nessuna esigenza personale:dare la propria vita per salvarne un'altra,ad esempio.Più gratuità di così!...
Ripeto che si dovrebbe vedere cosa si intende per assoluto e in che modo questa assolutezza implica l' assenza di desiderio.
Tra l' altro preciso che c'è una bella differenza tra necessità e desiderio, la necessità è qualcosa di automatico che viene imposto da rigidi fattori costrittivi, il desiderio non è per forza necessità, la scelta può essere comunque liberissima. Uno non ha nessuna necessità di fare beneficenza, però può averne il desiderio. Io per "esigenza" nei miei discorsi ho inteso più "desiderio" che "necessità", è chiaro che di necessità un essere intelligente e onnipotente non ne può avere).
Comunque io ritengo inconcepibile qualsiasi azione gratuita da parte dell' uomo, anche solo "in parte". Se ritenessi che ciò sia "possibile, ma in modo imperefetto", allora ti darei ragione (sarebbe logicamente concepibile un essere che fa qualcosa che noi conosciamo già, ma in modo "perfezionato"). Penso che qualsiasi libera scelta sia esclusivamente dettata dal desiderio (ripeto che intendo questo termine in senso molto ampio), penso che questo sia la chiave di tutto. Per me è proprio logicamente impossibile raffigurarsi qualcosa di diverso. I gesti che noi di solito definiamo "gratuiti" per me in realtà sono "pseudogratuiti", nel senso che sotto-sotto non sono gratuiti nemmeno quelli, anzi di veramente gratuito non c'è nulla. Una persona può dare la vita per salvare qualcun altro perchè questo corrisponde ad una sua personale (e rara) visione della "felicità". Evidentemente in quel momento ritiene quel sacrificio molto importante per dare un senso alla propria esistenza. In quel momento ritiene preferibile (piuttosto che continuare una lunga esistenza grigia, ordinaria, piena di rimpianti per la persona perduta e per il gesto eroico incompiuto, da uomo "mediocremente egoista") vivere ancora per breve tempo ma raggiungere al culmine della propria vita una grande soddisfazione (che più essere derivata dal pensiero che una cara persona continua a vivere, dal pensiero del paradiso, da un certo autocompiacimento, dal riscatto da un senso di grave colpa per qualche azione precedente, dal pensiero di aver aderito perfettamente ad una particolare idea in cui credeva...). E' qualcosa di relativamente molto raro, la maggior parte delle persone sono attaccate alla loro normale vita, ai loro comfort e vogliono goderli il più a lungo possibile, questa per loro è la primaria fonte di felicità. Eppure talvolta una tale predisposizione psicologica si può sviluppare. Delle volte si può arrivare a rinunciare a qualcosa a cui tutti in genere sono attaccatissimi, perchè si ritiene più importante per la propria soddisfazione qualcos'altro. Ovviamente per questo bisogna aver fatto un determinato percorso interiore. Anche qui si tratta di un desiderio personale, non si farebbe mai una cosa del genere se non ci fosse dietro una soddisfazione. Ad esempio, una persona misantropa che odia gli uomini e che ama solo la propria comoda vita non lo farebbe mai, non avrebbe motivo di desiderarlo, si sentirebbe solo uno stupido a farlo. Ovviamente ci sono casi in cui il sacrificio è un gesto totalmente avventato, istantaneo e irrazionale, in cui non ci si rende nemmeno conto che ci si sta suicidando, ma qui parliamo di scelte "libere".
Insomma, anche l' azione che "in superficie" consideriamo incredibilmente altruistica, in realtà nasconde il naturale egoismo umano. Non vi è nulla di male in questo, è così e basta, non riesco ad immaginare qualcosa di diverso.