Passeggiando per quella malridotta città, Remiem osservava i Seed. Erano diverse persone, ma uno in particolare lo aveva colpito. Tutti assieme avevano consumato un pasto frugale, conseguenza della scarisità di viveri da entrambi i fronti, ed avevano passato i momenti precedenti a salutarsi e ringraziare le entità divine per non essere ancora là, in mezzo al deserto, come poveri dispersi. Cosa non molto onorevole, per dirla tutta.
Il mago si mise sull'attenti, quando udì il Seed chiedere rinforzi per una battuta di caccia. Aveva dei capelli bianchi, ma era giovanissimo, e la pelle molto scura.
Remiem:
Allora non sono l'unico con la pelle diversa dal coro...
Prima aveva parlato con un altro Seed, un ragazzo alto dai capelli neri lunghi pressappoco fino alla nuca, imbacuccato in una divisa che Remiem capì essere quella di un Seed (e per questo si diede del Capitan Ovvio), non fosse altro che...
Remiem:
Io quello l'ho già visto...
Aspettò che finisse di parlare, poi Remiem si scosse e si avvicinò a lui.
Remiem: Immagino che tu sia Pip, non è così?
Pip: Esatto, ma chi...ehi, un attimo...Remiem!
R: Ti ricordi? Quella volta al torneo?
P: Mi ricordo, mi ricordo. Complimenti, mi ero proprio divertito. Ma non divaghiamo. Come ti senti?
R: Beh, così cosà...ascolta, posso farti una confidenza?
P: Cosa? Dimmi.
Remiem sentiva sulla pelle di potersi fidare di lui. Aveva voglia di parlare di quel fattaccio, di farlo uscire dai suoi pensieri, di impedire che lo facesse impazzire. Doveva liberarsene, e il modo migliore era parlarne con una persona affidabile come Pip.
Remiem: Quando siamo arrivati qui...è stato perchè i cristalli della Guenda non sono riusciti a sostenerla...
Pip: Mi pareva di sospettarlo...ma cosa c'è che non va? Perchè tieni la testa bassa?
R: É colpa mia.
P:
R: Durante una battaglia contro una piccola astronave piena di soldati, ho dato fondo la mio potere. Ho lanciato un Firaja, scaricando tutta la mia potenza contro i nemici, finendo svenuto. Abbiamo vinto, ma...
P:
R: La Guenda non ha retto i danni che le ho causato involontariamente. É stato deciso che io dovessi finire in galera per una settimana, per insegnarmi l'autocontrollo, almeno così voleva Otta.
P:
Ma che diamine ti è saltato in mente????
R: Lo so. Tutta colpa del mio accidenti di carattere avventato. Volevo dirti che sono pronto a subire la conseguenza, siccome la mia punizione è stata prorogata per non lasciarmi lì a cuocere dentro la Guenda. E tra l'altro Sarachan ha deciso di rinchiudersi in galera assieme a me.
Remiem indicò un edificio poco distante, dove riposava la ragazza Angel.
Pip: Pazzesco
Remiem: Io mi prenderò le mie colpe, ma voglio che voi non pensiate male di me. Voglio che sappiate che non sono un criminale, ho sbagliato e pagherò.
P: Vai tranquillo. Se ti prendi le tue colpe, le tue responsabilità, beh, avrai fatto la cosa giusta. Mi pareva di averti detto, al torneo, che sapersi accollare le proprie responsabilità è essenziale per diventare Seed.
R: Hai pienamente ragione, rammento.
P: Ok, allora tutto a posto.
Pip mise una mano sulla spalla di Remiem. Finalmente si era definitivamente liberato di quel peso. Aveva avuto la prova che i suoi amici non lo avevano abbandonato, ma adesso aveva bisogno di sapere che non avrebbe fatto brutte figure con i Seed, che non lo avessero considerato un avanzo di galera.
Pip: Io non ne parlerò. Se Otta lo farà, non so. Credo che adesso avremo altre cose a cui pensare.
Remiem: Temo che tu abbia ragione.
P: Adesso rilassati. Drizzt ha bisogno di cacciatori. Vuoi andare?
R: No, grazie. So a malapena maneggiare un bastone. Senza la mia magia sono inerme, purtroppo.
P: Mai disperare, ricorda.
Indi il mago, sollevato, tornò nell'edificio destinato ad alloggio per i Cadetti, si ridistese e dormì. Finalmente senza incubi.