Spoiler
Non sono stati messi vincoli riguardo la lunghezza dei post. Vorremmo però chiarire che la lunghezza OTTIMALE E CONSIGLIATA dei post è di circa una schermata e mezza (60-65 righe circa). Che significa? Dico prima cosa NON significa. NON significa che conteremo le righe dei vostri post. NON significa che vi richiameremo al primo post notevolmente più corto o lungo di quello consigliato. SIGNIFICA invece che non vorremmo si prendesse l'abitudine di scrivere post piccoli e insignificanti o, peggio, papiri con descrizioni superficiali e inutili che in genere rendono la lettura un macigno. Se noteremo in qualche utente questa abitudine, lo contatteremo per farglielo notare.
Prima di postare, riflettiamo su tre questioni:
1 - Quello che sto per scrivere, aggiunge profondità alla mia personalità?
2 - Rivela qualcosa del mio passato?
3 - Si integra nella trama del Garden?
Se la risposta alle tre domande è "no" allora non postiamo.
Nuovo topic, mai momento fu più adatto per aprirne uno
Il rumore delle nocche che andavano a sbattere contro il muro giunse nitido alle orecche del drow, a differenza del dolore, che iniziò a propagarsi in maniera lenta, quasi soffusa, fino a raggiungere il polso.
Ruben era morto. E lui cosa aveva provato, in quel momento? Niente. O meglio, un profondo senso di nostalgia. Il dolore era durato solo un attimo, poi era svanito, così come la vita che aveva un tempo animato gli occhi dell’amico.
Un uomo era morto, ed era morto da folle e traditore. Ma Ruben, per Drizzt, se n’era andato molto tempo prima. Di lui rimanevano un ricordo confuso di una giornata al Garden, l’ultima in cui l’aveva visto, e quel barlume di lucidità negli occhi di Sagramor, sull’Isola più vicina al Paradiso. Nome ironico, visto che da lì Ruben era piombato dritto dritto all’inferno.
Certo, ripensando all’amico, a quello che era stato uno dei suoi migliori amici, a una delle tre persone a cui Drizzt teneva di più in assoluto e per cui sarebbe morto, provava un profondo senso di nostalgia e sconforto. Ma il distacco era stato lento, graduale. Prima era scomparso, poi tornato, poi ogni speranza di rinsavimento era andata perduta. Quando Pip aveva posto la parola fine alla storia, Ruben era già morto da tempo nel cuore di Drizzt. E, in quell’attimo, il drow non aveva provato alcun dolore. Solo nostalgia…e in parte sollievo. Si maledisse per questo. Fece per colpire nuovamente il muro, ma si fermò. Si guardò allo specchio, odiando il proprio riflesso con ogni fibra del suo essere. Avrebbe voluto distruggerlo.
No, non l’avrebbe fatto. Avrebbe significato scappare. E Drizzt aveva imparato da tempo ad accettarsi per ciò che era, con la sua apatia ed il suo cinismo. Avrebbe superato anche quel momento. Aveva solo bisogno di un po’ di tempo.
* * * * * * *
Un idiota. Era stato un idiota. Ruben era ancora lì, con loro, mentre tre pallottole decretavano la fine della sua vita. E Drizzt non se n’era accorto. Non era riuscito a dirgli addio, e non ne avrebbe mai più avuto occasione. Non l’aveva pianto, e non ne avrebbe mai più avuto occasione. Se ne era andato così, ingannando tutti, addossandosi terribili colpe. Una fine ingiusta per un uomo grande come il mondo.
Se solo avesse saputo…forse, la morte di Ruben sarebbe stata lo shock che aveva bisogno di provare. Invece, era accaduto tutto progressivamente. Troppo lentamente per tirare fuori qualcosa dal suo cuore arido.
Da lì in avanti, ogni volta che avesse pensato all’amico, un forte senso di nostalgia l’avrebbe invaso. Non dolore, quello non era capace di provarlo. Lo sapeva e l’aveva accettato, seppur, stavolta, con grande difficoltà.
Nostalgia. Ma nemmeno una lacrima.
Addio, amico mio, mi mancherai. Perdonami. Forse non ti ho voluto bene quanto meritassi. E mi odio per questo.
Era vero. Al momento, Drizzt si detestava. Se ne vergognava. Ma, nel giro di poco tempo, quella si sarebbe tramutata in un’altra delle sue innumerevoli cicatrici. Le cicatrici di un uomo perfettamente consapevole della propria natura.
* * * * * * *
Sirius: Allora, Commander Do’Urden, di che cosa desideravate parlarmi?
Drizzt: Credo che sia giunto il momento di passare alle parole ai fatti.
Un inquietante sorriso increspò il volto del vampiro.
Sirius: Sono perfettamente d’accordo. Avete proposte?
Drizzt: Sì. Ma prima, un avvertimento, probabilmente superfluo. Fai molta attenzione a ciò che prometti ai tuoi alleati. Una volta scoperta la verità, potrebbero rivelarsi pericolosi nemici.
Sirius: Vi riferite al SeeD Raiden, vero?
Drizzt: Precisamente.
Tempo prima si era trovato a parlare con lui della situazione, e l’aveva trovato determinato a potare i rami secchi dell’Ordine. Quello che non sapeva, è che a Sirius quello di certo non bastava. Aveva ascoltato quasi divertito. “E’ così che l’ha convinto?”. Il vampiro sapeva il fatto suo, non c’era dubbio.
Sirius: I potenziali vantaggi ed i possibili rischi sono stati valutati accuratamente.
Drizzt: Non avevo dubbi. Ma dovevo dirtelo.
Il vampiro annuì.
Drizzt: Quanto appena discusso ci porta direttamente al piano d’azione che ho ideato.
Sirius: Andate avanti.
Drizzt: Al momento, siamo ancora in pochi, ed ovviamente dovremo mantenere un basso profilo. Oggi verrà comunicata ufficialmente l’indipendenza del Garden di Rinoa dall’Ordine. Sei uno dei primi a saperlo.
Per una volta, Drizzt vide Sirius leggermente sorpreso, sebbene fosse rimasto estremamente composto.
Drizzt: Questo ci allontanerà dal cuore del nostro obiettivo, ma anche dai suoi occhi. Questo ci permetterà di metterci finalmente all’opera. L’Ordine al completo deve cadere, e per fare questo dovremo far leva sul marcio delle sue fondamenta.
Sirius: Credo di aver capito dove volete arrivare.
Drizzt: Da questo momento, tutti i nostri sforzi dovranno concentrarsi sulla raccolta di informazioni sugli Anziani corrotti. Questo ci darà un notevole potere. Quando sarà il momento, faremo esplodere la bomba. E magari ci sarà spazio anche per qualcosa di più…fisico.
Il vampiro parve compiaciuto.
Sirius: E’ esattamente la linea d’azione che avevo ideato. Immagino che abbiate dei contatti che ci saranno utili.
Drizzt: Ho rapporti di stima con un paio di Anziani, sicuramente puliti. Carpirò loro quante più informazioni potrò. Poi, probabilmente saranno travolti dallo tsunami, ma…sono cose che succedono. Quanto a te e agli altri, sono certo che troverete il modo di reperire preziose informazioni.
Sirius: Perfetto. Direi che abbiamo finito.
Drizzt esibì un sorriso sghembo, malevolo. Estrasse qualcosa dalla divisa.
Drizzt: Un’ultima cosa.
Sirius identificò l’oggetto come un cristallo dimensionale. Il cristallo che conduceva al castello dell’Organizzazione.
Drizzt: Pensi che potrebbe farci comodo una base operativa?
* * * * * * *
Indipendenza.
Quella era stata la parola chiave della discussione di Pip e Drizzt, durata tutta la notte, tra caffè, dubbi e speranza.
I tempi stavano cambiando.
Pip era apparso distrutto dopo la morte di Ruben, e l’elfo aveva evitato di forzarlo sull’argomento. Era stato felice quando l’amico gli aveva comunicato che intendeva prendersi qualche giorno di permesso. Stare un po’ da solo l’avrebbe aiutato. Dopo la conversazione con King e Rinoa, era parso decisamente sollevato: la figura dell’amico era stata riabilitata ai loro occhi. Ma non a quelli del mondo. E tutto ciò appariva terribilmente ingiusto.
Il giorno dopo, avrebbero comunicato ufficialmente la notizia a tutto il Garden.
E il giorno dopo arrivò.
Pip si trovava nella hall, con di fronte a sé tutto l’organico del Rinoa’s. Il passaggio di consegne era stato ultimato: il Garden aveva un nuovo Preside, come da volontà di Ruben. Drizzt si sarebbe defilato, fungendo da vice e consigliere, oltre che da Capo della Sicurezza. La SeeD Schwarzlight sarebbe stata il suo vice.
Philip Phoenix inspirò profondamente, poi parlò. Le sue parole avrebbero segnato un punto di svolta epocale per il Garden di Rinoa.
Pip: SeeD del Garden di Rinoa. Le acque attorno a noi stanno crescendo, impetuose. Possiamo rimanere ciechi o accettare che presto ci ritroveremo sommersi. Possiamo iniziare a nuotare, o affondare come pietre. I tempi stanno cambiando.
Continuò a parlare, mentre Drizzt scrutava le espressioni dei presenti, che stavano man mano prendendo coscienza dell’enormità del cambiamento in corso. Sarebbero rimasti fedeli al Rinoa’s, o si sarebbero uniti all’Ordine?
Sì, i tempi stavano cambiando.