Siete felici?
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Re: Siete felici?
bè se vuoi ti dico cos'è, è quando ti piace vivere, essenzialmente è questo, porta all'ottimismo, dai non credo sia un qualcosa di così soggettivo per carità può esserlo, ma, cioè stiamo discutendo su un termine italiano, e poi dite che ognuno ha una concezione soggettiva della felicità, che senso ha parlarne allora. Va bè cmq la chiudo qua non mi interessa andare oltre. Non produce nulla di buono a mio parere questo tipo di discussione.
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Re: Siete felici?
A parere mio, per definizione la felicità dovrebbe essere uno dei tanti sentimenti provati dal nostro cervello in certe situazioni, che coinvolge anche il nostro corpo. Forse ho dimenticato qualche particolare, ma anche no
Penso che l' essenziale sia questo.
Comunque calma con i toni! Sembra una discussione da Osteria
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Re: Siete felici?
Per me la felicità è una delle tante "false sensazioni"date dal nostro cuore,la felicità poi è un qualcosa di passeggero,non è quindi permanente,ed è per questo motivo che io da un po di tempo la odio
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Re: Siete felici?
Oddio arrivare ad odiarla mi sembra un pò eccessivo, io la definirei come un..."break" .Karonte ha scritto:Per me la felicità è una delle tante "false sensazioni"date dal nostro cuore,la felicità poi è un qualcosa di passeggero,non è quindi permanente,ed è per questo motivo che io da un po di tempo la odio
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Selv om du var så sint på meg, jeg fortsatt elsker deg så mye ... jeg trenger å se deg så snart jeg kan ...
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Re: Siete felici?
Oh mamma, la felicità è una cosa così poco duratura e sfuggevole che non si può affermare di 'essere veramente felici' o meno...
Io personalmente non sono felice. Ma non sono nemmeno infelice...
Diciamo che l'essere umano in generale vive abbastanza in 'equilibrio'...
Non credo che si possa affermare certamente se abbiamo raggiunto la felicità o meno...
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Re: Siete felici?
Io invece credo che l' essere umano in generale viva nella semi-eterna tristezza e in pochi momenti di felicità. E c'è anche chi non sa di essere triste. Magari uno che è ricco, ha tutto, ma poi alla fine è viziato, se fosse intelligente non vorrebbe mai diventare felice, rinunciando alla sua intelligenza/sapienza, e questo è un pensiero vero e molto triste.
Semplificato la frase di prima, spesso si valutano i propri bonus e molto poco raramente i propri malus. Il dolore è un insegnante che in cambio della tua felicità ti fa vedere la realtà, e oltre alla realtà ti fa sapere molte più cose rispetto agli altri. Questo l' ho imparato per quanto mi riguarda.
A tutti manca qualcosa, non esiste nessuno che ha veramente tutto. Se vi considerate davvero felici, provate a pensare a cosa vi manca e poi valutate. Certo, alcuni direbbero "ma io sto bene così, non m' importa di ciò che non ho", però è sempre qualcosa che manca e che rattrista.
Sorvolando, chi dice che il mondo è un bel posto chiedo che venga Pacificamente bannato dal Forum e marchiato come Truzzo. Ovviamente scherzo per la prima, però non siamo comunque abituati ad avere una visione generale, di vedere tutto sia da felici che da infelici.
Penso che la mia freddezza e introversismo siano dati anche dal fatto dell' infelicità. Certamente se avessi tante persone a me pari non sarei altro che felice.
Mah, buona continuazione.
Messaggio numero 2999
Semplificato la frase di prima, spesso si valutano i propri bonus e molto poco raramente i propri malus. Il dolore è un insegnante che in cambio della tua felicità ti fa vedere la realtà, e oltre alla realtà ti fa sapere molte più cose rispetto agli altri. Questo l' ho imparato per quanto mi riguarda.
A tutti manca qualcosa, non esiste nessuno che ha veramente tutto. Se vi considerate davvero felici, provate a pensare a cosa vi manca e poi valutate. Certo, alcuni direbbero "ma io sto bene così, non m' importa di ciò che non ho", però è sempre qualcosa che manca e che rattrista.
Sorvolando, chi dice che il mondo è un bel posto chiedo che venga Pacificamente bannato dal Forum e marchiato come Truzzo. Ovviamente scherzo per la prima, però non siamo comunque abituati ad avere una visione generale, di vedere tutto sia da felici che da infelici.
Penso che la mia freddezza e introversismo siano dati anche dal fatto dell' infelicità. Certamente se avessi tante persone a me pari non sarei altro che felice.
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Messaggio numero 2999
Ultima modifica di TeraFlare93 il 06 ott 2008, 21:52, modificato 1 volta in totale.
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Re: Siete felici?
Confuso mi rendo conto di quanto la realtà sia austera e ambigua
- Anders Jacobsson
Così dice il poeta svedese ( anche cantante dei Draconian), penso che c'entri qualcosa con il topic.
- Anders Jacobsson
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Re: Siete felici?
E' qualcosa ke manca, ma non è detto che rattrista. Io posso vivere benissimo senza quella cosa, senza sentirne la mancanza, e quindi senza soffrirne. Non esiste nessuno che ha veramente tutto, ma non bisogna avere necessariamente tutto per sentirsi felice. Bisogna sapersi rapportare alla realtà. La felicità va trovata nell'individuo stesso, non per forza all'esterno di esso, xkè quella felicità sì ke tende a svanire, essendo le cose stesse del mondo mutabili per natura.TeraFlare93 ha scritto:A tutti manca qualcosa, non esiste nessuno che ha veramente tutto. Se vi considerate davvero felici, provate a pensare a cosa vi manca e poi valutate. Certo, alcuni direbbero "ma io sto bene così, non m' importa di ciò che non ho", però è sempre qualcosa che manca e che rattrista.
Questo lo capisco, io non vorrei mai essere diverso da me stesso (si noti come do per scontato che sono intelligente ), però posso essere felice senza rinunciare alla mia intelligenza; anzi, sperimenterei una felicità maggiore di chi nemmeno si pone problemi del tipo "sono felice o no?"TeraFlare93 ha scritto:Io invece credo che l' essere umano in generale viva nella semi-eterna tristezza e in pochi momenti di felicità. E c'è anche chi non sa di essere triste. Magari uno che è ricco, ha tutto, ma poi alla fine è viziato, se fosse intelligente non vorrebbe mai diventare felice, rinunciando alla sua intelligenza/sapienza, e questo è un pensiero vero e molto triste.
E io invece sono a 100!! per la seconda volta... mi avevano cancellato qualche messaggioTeraFlare93 ha scritto:Messaggio numero 2999
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Re: Siete felici?
il dolore non chiede affatto in cambio la tua felicità, si soffre così come si gioisce, l'uno fa semplicemente capire meglio l'altro.TeraFlare93 ha scritto:Il dolore è un insegnante che in cambio della tua felicità ti fa vedere la realtà, e oltre alla realtà ti fa sapere molte più cose rispetto agli altri.
se non esistesse il dolore non potresti mai capire appieno cosa vuol dire essere felici, tra l'altro l'essere felici non è la mancanza di dolore, è sì uno stato passeggero, ma questo non preclude che anche chi soffre può avere momenti felici, dopotutto anche il dolore così come la tristezza è uno stato passeggero.
l'uomo non vive nella ricerca della felicità, sarebbe pura utopia, l'uomo vive per godere appieno dei momenti felici e cerca di renderli numerosi.
che il dolore possa metterti a dura prova e per questo farti crescere più in fretta è possibilissimo, ma se cresci è solo perchè hai affrontato il dolore ed hai vinto, se il dolore ti calpesta non c'è nessuna crescita.
anche i momenti felici sono momenti di crescita, sono momenti di speranza e la speranza aiuta ad essere più forti, perchè senza possibilità nessuno si mette a lottare.
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Re: Siete felici?
eheheh quoto, date un'occhiata anche a "DEPRESSIONE" essere tristi è un diritto naturale fisiologico almeno quanto essere felici..
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Re: Siete felici?
Perseo ha scritto: il dolore non chiede affatto in cambio la tua felicità, si soffre così come si gioisce, l'uno fa semplicemente capire meglio l'altro.
Non credo, o almeno per quanto mi riguarda, mi accontento di cose stupide che mi rendono un pò felice, per il resto sempre triste e deluso.
Ovvio, è come il fatto dell' ombra senza la luce.se non esistesse il dolore non potresti mai capire appieno cosa vuol dire essere felici, tra l'altro l'essere felici non è la mancanza di dolore, è sì uno stato passeggero, ma questo non preclude che anche chi soffre può avere momenti felici, dopotutto anche il dolore così come la tristezza è uno stato passeggero.
Soffrire non è uno stato passeggero. Come ho già detto, spesso non si sa di stare soffrendo (il che ha molti lati positivi, ma anche negativi). Quindi si soffre più che essere felici. E' la felicità passeggera, non la devastazione o la tristezza.
[/quote]
L' uomo vive facendo ciò che vuole, o ciò che può. Ciò che vuole è ciò che lo rende felice, ciò che può è cio che può e ciò che vuole, e dipende dai casi. L' uomo vive alla ricerca della felicità e del bel vivere, nessuno vorrebbe soffrire, questa sarebbe idiozia.l'uomo non vive nella ricerca della felicità, sarebbe pura utopia, l'uomo vive per godere appieno dei momenti felici e cerca di renderli numerosi.
Dipende dal tipo di dolore, spesso è così durevole, così continuo e così forte che certe volte veramente non ce la fai più. Ma dipende dai casi, ovvio...che il dolore possa metterti a dura prova e per questo farti crescere più in fretta è possibilissimo, ma se cresci è solo perchè hai affrontato il dolore ed hai vinto, se il dolore ti calpesta non c'è nessuna crescita.
Se la tristezza ti consuma e ti scarica a poco a poco, la felicità è come una batteria che ti ricarica, destinata però ad esaurirsi di nuovo. E spesso non c'è neanche quel poco di felicità necessaria.anche i momenti felici sono momenti di crescita, sono momenti di speranza e la speranza aiuta ad essere più forti, perchè senza possibilità nessuno si mette a lottare.
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Re: Siete felici?
e questo chi lo dice????TeraFlare93 ha scritto:Soffrire non è uno stato passeggero.
io non vivo certo nella sofferenza, e sarei uno sciocco se non me ne accorgessi, ho di certo momenti tristi, momenti di vero dolore, ma a questi si contrappongono altrettanti momenti felici e se devo fare un bilancio tra i due noto che i momenti felici sono decisamente quelli con le emozioni più forti, quelli che riempiono maggiormente la mia giornata.
nel mezzo delle due condizioni c'è nè una terza, quella più costante, l'assenza di piena tristezza o piena felicità, questa condizione non la posso considerare nè l'una nè l'altra, è una situazione di stallo che non crea nè dispiacere nè gioia.
rileggo ora la mia frase e mi accorgo di non aver scritto correttamente cosa volevo dire, correggo:l'uomo non vive nella ricerca della felicità, sarebbe pura utopia, l'uomo vive per godere appieno dei momenti felici e cerca di renderli numerosi.
l'uomo è alla costante ricerca della felicità, ma credere di poter vivere in un limbo di costante felicità è pura utopia, si vive dunque alla ricerca di momenti felici, di situazioni piacevoli.
non per nulla in molte religioni la felità perenne viene considerata solo dopo la morte.
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Re: Siete felici?
Se consideriamo le statistiche si ha più dolore che felicità. Pensare al fatto che in media passiamo il 60% della nostra vita media a studiare e a lavorare, per poi goderci la vita da vecchi (che soddisfazione! -.-) è una cosa molto triste. Ma se da una parte lavorare è necessario perchè abbiamo voluto avere questa società complessa, dall' altra senza il lavoro non potremmo avere tante cose (ma solo perchè noi abbiamo voluto che fosse così).
Oddio, scusate per queste frasi semi-insensate, però l' autoschiavitù sotto cui vive l' uomo mi irrita assai...mah, sarò io :O
Buona continuation in the discussation
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Re: Siete felici?
Parti però dal presupposto un pò troppo generico che lavorare o studiare siano sempre e comunque schiavitù e motivi di infelicità. Non sono certo uno stacanovista, e la penso più o meno come il pseudo-artista Cattelan, e cioè che "lavorare è un brutto mestiere", ma ciò non toglie che per fortuna ci sono moltissime persone che adorano il loro lavoro, e questo costituisce per loro fonte di gioia, serenità, felicità... E' evidente che vi siano moltissimi lavoratori oppressi dalla loro professione, frustrati, depressi, ma ci sono anche quelli a cui piace veramente ciò che fanno, e questo loro lavoro è un ingrediente essenziale della loro felicità. La stessa cosa si potrebbe dire per lo studio.TeraFlare93 ha scritto:Se consideriamo le statistiche si ha più dolore che felicità. Pensare al fatto che in media passiamo il 60% della nostra vita media a studiare e a lavorare, per poi goderci la vita da vecchi (che soddisfazione! -.-) è una cosa molto triste.
Quindi non la chiamerei auto-schiavitù dell'uomo, ma semplicemente uno dei molteplici aspetti che fanno si che l'uomo possa essere felice o meno. Proprio per questa ragione non condivide l'assunto che l'infelicità sia di per sè "maggioritaria" nella vita dell'uomo (sorvoliamo sull'assurdità di voler quantificare statisticamente infelicità e felicità), anche perchè spesso noi scambiamo per infelicità quello stato di cui parla Perseo e che in realtà è semplicemente assenza di felicità, ma che non vuol dire che si viva nella disperazione, tutt'altro.
Come diceva Primo Levi in "Se questo è un uomo", sia la felicità totale sia l'infelicità totale sono stati d'animo che difficilmente l'uomo prova, perchè a ciò si oppone la sua natura stessa, oltre che l'incertezza del domani che se da un lato getta un ombra sulla nostra felicità presente, fà anche baluginare la speranza che la disperazione sia anch'essa destinata a finire prima o poi. E se lo dice qualcuno che è stato ad Auschwitz...
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Re: Siete felici?
E come al solito Epsy ha ragione!Epsilon ha scritto:Parti però dal presupposto un pò troppo generico che lavorare o studiare siano sempre e comunque schiavitù e motivi di infelicità. Non sono certo uno stacanovista, e la penso più o meno come il pseudo-artista Cattelan, e cioè che "lavorare è un brutto mestiere", ma ciò non toglie che per fortuna ci sono moltissime persone che adorano il loro lavoro, e questo costituisce per loro fonte di gioia, serenità, felicità... E' evidente che vi siano moltissimi lavoratori oppressi dalla loro professione, frustrati, depressi, ma ci sono anche quelli a cui piace veramente ciò che fanno, e questo loro lavoro è un ingrediente essenziale della loro felicità. La stessa cosa si potrebbe dire per lo studio.
Lo so che sembra un po' paranormale (ma nemmeno troppo) ma a me piace studiare. Non sempre perchè spesso lo vedo come un obbligo ma ho la materia che adoro e che farei sempre.
Idem per il lavoro.
La nostra professoressa (ti parlo di quell'ambiente perchè è quello che frequento per più tempo) ha affermato che le piace il suo lavoro, sta bene e se gli studenti si comportano come si deve lei riesce a stare serena e calma.
E in tutti i lavori è così. Il compagno di mia mamma ha dei casini sul lavoro, ma gli piace e gli da soddisfazione.