Determinismo e coscienza

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WaLzEr_123
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Determinismo e coscienza

Messaggio da WaLzEr_123 »

Assumiamo che la concezione determinista sia corretta. Assumiamo quindi che ogni cosa, dalla foglia che cade al ricordo di "quello dai, simpatico, alto, che abbiamo conosciuto in vacanza", sia effetto di una causa e sia causa di un effetto, così da sempre e per sempre. Accantoniamo quindi libero arbitrio e divinità.

In questo meccanismo faccio una gran fatica a immaginarmi il ruolo e l'utilità della coscienza. La mia, la vostra, quella di ognuno: l'accorgersi di qualcosa, di essere un'attività pensante. Perché se ogni singola cosa è determinata da una serie di fattori, così dev'essere anche per la coscienza.
Ci saranno dei fattori materiali che ne hanno causato, e ne causano costantemente, l'esistenza e il funzionamento; ci saranno cause dietro ogni nostro più minimo pensiero, conscio o inconscio che sia. E a loro volta ogni pensiero causerà altri movimenti, altri meccanismi.

Bene, ma il dubbio sorge proprio in questo passaggio. Ciò di cui noi abbiamo coscienza non avviene contemporaneamente alla presa di coscienza, ma ne è l'esito. Quindi la coscienza è una rappresentazione di qualcosa che ci sovviene da una catena di cause/effetti.
A sua volta, verrebbe da dire, essa è la condizione di un successivo effetto.
Ma è proprio così? Forse no.
Il fatto è che quando noi prendiamo coscienza e poi "decidiamo" di fare qualcosa, in verità la decisione è il frutto di cause anteriori, e sono queste cause ha dare frutti, non l'accorgersi di stare decidendo.

Esempio: Voglio andare al cinema, sto per andare, poi mi ricordo che devo dare una mano ad un mio amico con le stagioni astronomiche.

Che è successo? La presa di coscienza dell'aiutare l'amico mi ha fatto causare il fatto di non andare al cinema?
Se vogliamo rimanere coerenti con quanto detto, no. Infatti, a prescindere dalla coscienza, le cause biologiche che hanno prodotto il pensiero di andare dall'amico sono avvenute; hanno causato poi la "scelta" biologica di andare e in seguito l'azione pratica di andare.

E' una resa molto semplicistica, e quindi rischiosa, di quanto potrebbe essere avvenuto, ma mette in risalto la questione a cui volevo arrivare: la coscienza è superflua.

Il fatto che qualcosa sia superfluo in natura non per far forza comporta che sia anche impossibile, ma abbassa drasticamente la probabilità che sia effettivamente descritta correttamente.
Infatti, nella storia dell'evoluzione, che "motivo" può aver avuto la natura a sviluppare una struttura complessa come la coscienza, quando questa non reca alcun vantaggio alla sopravvivenza, in quanto assume solo il compito di supervisionare passivamente parte della realtà?
Perché la selezione naturale non ha premiato gli esseri con una logica più evoluta, ma dandogli anche uno strumento di per sé inutile come la coscienza?

Gli esseri umani sarebbero potuti benissimo essere come sono ora, quindi capaci di soddisfare più efficacemente i propri bisogni di altri esseri viventi (questo intendevo con logica più evoluta), ma incoscientemente.
Anzi, questa questione la rimando a voi: l'uomo potrebbe essere esattamente com'è (scienze, arte anche, perché no?, compreso), senza la coscienza? Essere esattamente com'è in base ad una più precisa attenzione ai bisogni fisici e psicologici.

Insomma: perché la coscienza esiste (in una concezione determinista)?
Ubi Maior, Minor Cessat
Perseo
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Re: Determinismo e coscienza

Messaggio da Perseo »

ho fretta e sono in coda alle poste, ho un sacco di appuntamenti ai quali non posso tardare e davanti a me i soliti vecchi a prelevare la pensione!!!!

la logica vuole che essendo lì per ritirare la pensione sti vecchi non è che abbiano poi molto da fare poi, al contrario io sono oberato da impegni! a furia di sgomitate con uan certa arroganza arrivo prima allo sportello, sbrigo le mie faccende e torno ai miei impegni.

insomma, ho il carattere per farlo, la forza per respingerli e buone motivazioni! cosa mi impedisce di passare loro davanti?



di certo il vivere civile, ma questo non è forse dato da una presa di coscienza dell'uomo su ciò che è giusto e ciò che non lo è?

in fondo non tutto ciò che è giusto per me è giusto per tutti, per logica non lo faccio solo per non arrecarmi danni, tipo denunce, o rivolta dei vecchi alle poste, ecc. ecc., ma nel caso non rischiassi nulla?



è solo un'esempio, buttato giù anche alla veloce, ma senza coscienza e seguendo solo ciò che è logico non credo proprio che l'uomo possa vantarsi di essere uomo.
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WaLzEr_123
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Messaggio da WaLzEr_123 »

Buoni motivi: Anziani, fretta, forza fisica.
Ma
Motivi per fare la fila: sanzione giuridica, valori morali personali, giudizio degli altri.

Nel bilancio di vantaggi e svantaggi, questa logica raffinata porta tendenzialmente a farsi la fila senza tante storie.
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Teoskaven
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Re: Determinismo e coscienza

Messaggio da Teoskaven »

Il concetto di coscienza è puramente relativo per chiunque.
Zodiark93
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Re: Determinismo e coscienza

Messaggio da Zodiark93 »

Secondo me la coscienza umana è quell'elemento che fa cambiare il corso causa effetto. Mi spiego: un fatto ne genera un altro, che a sua volta ne genera un altro e così via. Secondo me la coscienza ci fa prendere delle decisioni che "deviano" il corso di questa causa effetto. Quindi se con la decisione che mi fa prendere la mia coscienza cambio l'effetto di una causa, di conseguenza saranno modificati tutti gli effetti successivi. Se prendiamo in considerazione tutte le decisioni delle persone che "interferiscono" in questo corso di causa effetto, in pratica il corso stesso è influenzato quasi unicamente dalle decisioni delle persone. Per riportare l'esempio del cinema: io non vado al cinema e aiuto il mio amico, di conseguenza il mio amico andrà bene in una verifica, magari quella è una verifica determinante e sarà promosso, il mio amico deciderà magari di venire in vacanza con me, magari questo rafforzerà la nostra amicizia...e così via.
Spero di essermi spiegato bene :D
Allora quale via sceglierai? Quella della luce o dell'oscurità?
Nessuna delle due camminerò nel mezzo...
Dunque scegli il sentiero del crepuscolo?
No, quello dell'alba...
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Pip :>
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Re: Determinismo e coscienza

Messaggio da Pip :> »

Zodiark93 ha scritto:Secondo me la coscienza umana è quell'elemento che fa cambiare il corso causa effetto. Mi spiego: un fatto ne genera un altro, che a sua volta ne genera un altro e così via. Secondo me la coscienza ci fa prendere delle decisioni che "deviano" il corso di questa causa effetto. Quindi se con la decisione che mi fa prendere la mia coscienza cambio l'effetto di una causa, di conseguenza saranno modificati tutti gli effetti successivi. Se prendiamo in considerazione tutte le decisioni delle persone che "interferiscono" in questo corso di causa effetto, in pratica il corso stesso è influenzato quasi unicamente dalle decisioni delle persone. Per riportare l'esempio del cinema: io non vado al cinema e aiuto il mio amico, di conseguenza il mio amico andrà bene in una verifica, magari quella è una verifica determinante e sarà promosso, il mio amico deciderà magari di venire in vacanza con me, magari questo rafforzerà la nostra amicizia...e così via.
Spero di essermi spiegato bene :D
In questo modo noi sleghiamo la coscienza dal corso naturale della realtà, la investiamo con un ruolo che va nel verso opposto: in pratica, se la realtà è l'effetto di cause determinate che ne generano altre, la coscienza avrebbe la possibilità di andare contro queste cause. Per me è una teoria estremamente fallace, perchè si dovrebbe presupporre che la coscienza avesse un modus operandi che si discosta da ciò che è. Questa è solo una presunzione dell'uomo, che pensa di poter manipolare la natura come meglio crede, mentre invece egli stesso ne fa parte. La coscienza non può essere diversa dalla realtà, perchè anch'essa ne è una manifestazione e deve per forza di cose seguire le sue leggi.

Ora, qual è il suo ruolo? Io credo che anche la coscienza agisca in base a leggi e cause antecedenti. Come ha detto Walzer, anche il fruscio di una foglia mentre noi attraversiamo la strada influenza il nostro comportamento, che sarà il risultato dell'unione di un numero incommensurabile di variabili. Il nostro concetto di bene e di male? Forse è innato nell'uomo e le nostre esperienze possono averlo cambiato, ma anche qui possiamo risalire a cause note (non nel senso di conosciute, note nel senso che anch'esse sono le famose variabili). Se non è innato, si è forgiato dalle nostre esperienze e come le nostre azioni sono solo una conseguenza di tanti altri fattori, così sarà anche il concetto di bene o male. Aver coscienza di quello che sta accadendo e della libertà delle nostre scelte è solo un'illusione, perchè anche i nostri pensieri avvengono come fine ed inizio di una catena di cause.

Il perchè la natura abbia creato la coscienza...non saprei sinceramente. Ma se la nostra coscienza è un prodotto del nostro cervello come in una concezione deterministica dovrebbe essere, forse è proprio a causa che questo è così sviluppato che ci fa essere razionali e coscienti di quello che sta accadendo, non ha uno scopo o un fine escatologico preciso, semplicemente dato che il nostro cervello è potente riusciamo a renderci conto di ciò che accade. Ma la scelta come ho detto per me è un'illusione. Anche i nostri pensieri, anche quello che sto scrivendo, anche l'istante che sto vivendo in questo modo, non potrebbe avvenire altrimenti e se avvenisse sarebbe a causa di qualcos'altro che ci ha fatto cambiare idea.

Complesso, ma io la penso così, sempre se ammettiamo la concezione deterministica. :sisi:
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