Signor G

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Perseo
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Signor G

Messaggio da Perseo »

ad essere sincero non è molto che ascolto quel genio di Gaber, o meglio, diciamo che l'unica canzone di Gaber che conoscevo era lo "shampo", stupenda anche per chi come me non ci aveva colto alcun riferimento politico, ma io di politica non mastico molto.

una sera per non so quale oscura ragione mi sono trovato sul tubo ad ascoltare alcuni spezzoni dello spettacolo teatrale di Giorgio Gaber, da allora non faccio altro che ascoltarlo, riascoltarlo ed ascoltarlo nuovamente affascinato dalla sua pungente,intelligente ironia, dai racconti di tutti i giorni, dalla piccolezza dell'uomo quotidiano cantata con sarcastico garbo.

insomma, sono ormai giorni che mi sono Gaberizzato!!!

tra molte, la mia preferita è "l'odore", non potete non vederla, essì, perchè le canzoni di Gaber si guardano, non basta solo ascoltarle, la sua mimica è parte integrante del pezzo e va assaporata interamente.

sfortunatamente non trovo i suoi cd nei mediastore, nemmeno gli ultimi lavori, ne ascoltati alcuni pezzi sempre sul tubo, ma la musica preferisco esca dalle casse dello stereo e non dal pc.


mah...per ora basta, non vi resta che ascoltare e restare incantati. :wink:
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Drizzt Do Urden
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Re: Signor G

Messaggio da Drizzt Do Urden »

"Ma che cosa è la destra? Che cos'è la sinistra?"

Un mito, non c'è che dire. Ho sentito poche canzoni (ed un divertentissimo monologo sulla democrazia), ma non posso che apprezzarlo per la sua, come ha detto Perseo, ironia che cela un grande fondo di verità.
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Drizzt&Pip / Vincitore della 5° Sagra di Lindblum!

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Alexandra Schwarzlight ha scritto:tu sei un caso a parte, sei la trollface scesa in terra.
Perseo
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Re: Signor G

Messaggio da Perseo »

"Io accuso, io accuso l’umanità, io accuso le grandi potenze che sfruttano i piccoli stati, io accuso l’autorità, il potere non democratico, accuso la democrazia, io accuso il governo, gli intrighi, gli imbrogli, la corruzione, io accuso la stampa, io accuso la televisione, io accuso il mondo della canzone, io accuso Sanremo… a proposito… se telefonano quelli del Festival digli che accetto comunque, che la canzone è già pronta!"

ogni suo testo se ascoltato e ponderato nasconde verità presenti agli occhi di tutti, ma che spesso ci si dimentica di osservare.

le sue canzoni di teatro, che siano datate o recenti sono comunque attuali, segno di un uomo che non cambia, che non vede i propri errori e punta il dito sempre e comunque lontano da se stesso.
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Holden
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Re: Signor G

Messaggio da Holden »

Ho scoperto Gaber con Destra-Sinistra e da allora è diventato il mio artista italiano, del passato e non, preferito. Ho ripercorso tutti i lavori da lui fatti con i suoi dischi, le sue canzoni, i suoi monologhi, i suoi spettacoli, e ogni volta rimango estasiato dall'assoluta contemporaneità di un genio che ha descritto nei minimi dettagli le mille contraddizioni di un paese e di un popolo profondamente schizofrenici.


Ciò che in particolare adoro di lui è l'eclettismo assoluto, purtroppo ignoto ai più. E questa ignoranza totale della sua opera vista nel suo complesso è il torto che gli viene fatto, etichettandolo nel ristretto recinto dello strimpellatore cantautore di sinistra. Esplorare l'opera del Signor G significa affrontare un percorso esistenziale e profondamente umano, dalle mille sfaccettature, che passa dagli esordi leggeri e scanzonati alla Barbera e Champagne. L'ironia agrodolce e demistificante di G accusa (citata da Perseo), I Borghesi, La Chiesa si rinnova. La satira a tratti crudele e fredda di Il Conformista o Il potere dei più buoni. La nostalgia intenerita ma mai auto-assolutoria di Qualcuno era comunista. Il dolore, il disgusto, la violenza, la rassegnazione di Io se fossi Dio, La razza in estinzione, Anni affollati, Quando è moda è moda. La derisione di La strana famiglia o Il filosofo overground. La poesia di Non insegnate ai bambini o Gildo.
E se ne potrebbero citare a decine se non centinaia, di titoli diversi e unici, ognuno con il suo carico di sentimenti e di pensiero. Gaber viviseziona, analizza, osserva l'Italia, gli italiani, se stesso, il mondo interno. E mai si abbandona alla faciloneria. Anche quando rischia di scivolare nel qualunquismo, lo salva la sua partecipazione, il suo mettere l'anima in ciò che dice e fa, mai demagogo.

E quasi 8 anni dopo la sua morte, testi da lui scritti riecheggiano ancora con la loro straordinaria attualità, specchio fedele di una realtà che non è mai mutata.

E' difficile, se non impossibile riassumere Gaber. E' inutile tentare di spiegare cosa abbia di talmente straordinario. L'unico modo è ascoltarlo, senza pregiudizi.
Personalmente, tra tutte le cose che potrei linkare mi limito a Noci di cocco, dal disco Dialogo tra un Impegnato e un Non So, del 1972. In 2 minuti e 10, qualcosa che è più di un trattato di sociologia e politica di mille pagine.


Anni affollati di idiomi, di idioti
di guerrieri e di pazzi, anni di esercizi.
Anni affollati di arroganza e di stucchevole bontà
di tentativi disperati
anni affollati di qualsiasi forma di incapacità.
.
Creep with me, as we take a little trip down Memory Lane.
Perseo
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Re: Signor G

Messaggio da Perseo »

in questi giorni sto ascoltando "la mia generazione ha perso", oltre ai testi ai quali si deve sempre prestare attenzione e magari più di un ascolto per coglierne ogni anfratto mi ritrovo ad ascoltare piacevolmente anche il solo binomio voce musica, sempre ben in sintonia ed in alcuni pezzi decisamente molto interessante.
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Teoskaven
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Re: Signor G

Messaggio da Teoskaven »

Alcune sue canzoni mi piacciono, ma i ciellini lo hanno cantato (e usato) così tanto da farmelo odiare (stesso dicasi per Guccini, e il prossimo temo che sraà Battiato, ecchepalle...).
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Saint Ajora Glabados
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Re: Signor G

Messaggio da Saint Ajora Glabados »

Chi è che parla del mio amore? *___* Il MIO Signor G, quello meravigliosamente e sonoramente sconfitto dalla storia, e per questo così geniale, umano ed attuale: da cui prendere spunto, perchè non è da tutti essere sconfitti così. Quello che, persa ogni fiducia nell'uomo come animale politico, si limitava a guardare l'autostrada all'aurora, preso da un'allegria sublime, nel senso romantico ottocentesco del termine.
E la sua voce! Così come per quella di De Andrè, io mi sono letteralmente innamorato di quella di Gaber. Provo un piacere quasi erotico nell'ascoltare la sua pronuncia. E i monologhi geniali? Potrei passare le giornate a riascoltarli. Peccato non abbia fatto in tempo ad andare ad uno dei suoi spettacoli, ma i suoi dischi, registrati in teatro, ti trasportano lì, ti costringono ad un tuffo in quegli anni. Ti senti presente. Li ho quasi tutti.

L'album che in assoluto preferisco è Anni Affollati, quello della resa rabbiosa e piena di sdegno. L'uomo politico ha fallito: non gli rimane che ergersi, romanticamente da solo, sul cumulo di rovine causate dal crollo tragico seguito a dieci anni di follia (in positivo e negativo), e ripartire dalla dimensione opposta a quella sociale: l'ambito dell'intimità. E' così moderno che sembra registrato ieri: l'unica cosa che l'uomo del 2000 può non cogliere a pieno -ma basta avere la fantasia di tornare mentalmente al 1980- è l'urlo rancoroso rivolto ad Aldo Moro, morto due anni prima dell'incisione. Credo che in nessuno spettacolo Gaber sia andato così vicino al cuore puro dell'umanità come in questo.
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Perseo
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Re: Signor G

Messaggio da Perseo »

io non credo che Gaber abbia perso, di sicuro non ha cambiato il mondo, ma non credo fosse questo che voleva fare, lo ritengo troppo intelligente per innalzarsi a tanto.

ha fatto ciò che voleva, come voleva, non tutti lo possono o lo vogliono fare.
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DarkSquall
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Re: Signor G

Messaggio da DarkSquall »

Holden, ti quoto in pieno.
L'artista che ha sempre saputo rispondere ai miei dubbi politici, a qualsiasi quesito sulla storia o sul mondo gli venisse posto, anche a distanza di anni. E anche se quello di cui gli si chiede, lui non l'ha mai vissuto.
Già, perché è stato uno dei pochi che ha compreso la realtà storica dell'italia, l'ha sviscerata e l'ha studiata, per poi spiegarla a sé stesso e al resto del mondo con quesi suoi monologhi così geniali e che fan venire i brividi.

Per adesso non ho molto tempo per rispondere perché devo scappare, quindi non mi dilungu sulla riflessione se il signor G. abbia o meno perso la sua battaglia, mi limito a consigliarvi molto rapidamente dei titoli non ancora nominati, in ordine sparso e come mi capita:

La sedia da spostare - riassunto dell'Italia dal secondo post-guerra ad oggi!
Le palline - una pallina bianca è DIVERSA da una pallina nera...
La democrazia
Il sogno di Gesù + Il sogno di Marx (da ascoltare rigorosamente di fila)
Secondo me gli italiani
Io mi chiamo G
Io non mi sento italiano
La masturbazione - divertentissimo monologo
La paura - da ascoltare in entrambe le versioni, con i finali diversi: uno più "serio", l'altro più ironico
Oh madonnina dei dolori

e poi il magnifico - sebbene già citato - capolavoro dell'immenso Gaber, l'opera che più in assoluto mi ha influenzato e che continuo non ad ascoltare, bensì a studiare, a rielaborare:

Io se fossi Dio
“La massa era formata da uomini deboli e pavidi, incapaci di reggere la libertà o la verità, che quindi dovevano essere ingannati in maniera sistematica da individui più forti; l’umanità poteva unicamente scegliere tra la libertà e la felicità; e la maggior parte degli uomini sceglieva la felicità.”
George Orwell, Nineteen Eighty-Four

"E probabilmente questo individuo era irritato che altri esseri avessero qualcosa per loro, appartenessero a qualcuno, fossero possessori di un oggetto tutto per loro. Ora Barbara era di uno. Questo sentimento era più grande e più importante dell’amore, nella sua condizione presente. Essere di uno solo, riservargli qualcosa di profondo e incomunicabile agli altri. Staccarsi dagli altri. Avere ripugnanza degli altri.
Essere uno. Ecco la colpa. Bisognava essere tutti.”

Corrado Alvaro, L'uomo è forte.

"I soviet più l'elettricità non fanno il Comunismo, anche se è un dato di fatto che a Stalingrado non passano."

CCCP Fedeli alla linea - Manifesto
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Saint Ajora Glabados
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Re: Signor G

Messaggio da Saint Ajora Glabados »

Perseo ha scritto:io non credo che Gaber abbia perso, di sicuro non ha cambiato il mondo, ma non credo fosse questo che voleva fare, lo ritengo troppo intelligente per innalzarsi a tanto.

ha fatto ciò che voleva, come voleva, non tutti lo possono o lo vogliono fare.
Che Gaber non volesse cambiare il mondo è poco ma sicuro, ma non c'è bisogno di volerlo fare per sentirsi sconfitti. Ce lo confessa lui stesso nel suo penultimo album -che ritengo il peggiore, con pochi picchi di qualità-. Gaber ha aderito anima e corpo (e non sono parole scelte a caso: basta ascoltare Un'idea per rendersene conto, o anche Il sogno di Gesù) ai moti del '68 e al lento declino degli anni '70. Il sentimento di sconfitta inizia ad aleggiare già alla fine degli stessi anni '70 nelle sue canzoni: bellissime, in particolare, I Reduci e Quando è moda è moda, quest'ultima provocatoriamente irosa, come del resto lo sarà Io se fossi Dio. Tutto si concretizza nei primi anni '80 con lo spettacolo che citavo prima, e cioè Anni affollati, di cui vi propongo la scaletta nel caso voleste cercare le canzoni, che sono tutte memorabili, nessuna esclusa:

PRIMO TEMPO
- Anni Affollati
- Il presente (prosa)
- Gildo
- L'ultimo uomo (prosa)
- Al termine del mondo
- L'illogica allegria
- La masturbazione (prosa)
- '1981'


SECONDO TEMPO
- Pressione bassa
- L'anarchico (prosa)
- Il sosia
- Il dilemma
- Il porcellino (prosa)
- Io se fossi Dio
- Il futuro (prosa)
- L'attesa


In questo album Gaber cerca nell'intimo dell'uomo, nella sua individualità e complessità irriducibile, non la soluzione alla crisi, ormai ritenuta irreversibile, del movimento politico-sociale degli anni passati, ma il seme di un nuovo inizio. In realtà negli album successivi, che sono molto meno continui nel tempo in quanto a coesione ideologica, non svilupperà più questa linea. E' da questo momento che il signor G "muore", esce dal mondo -e questo secondo me si sente, purtroppo in negativo, in molti brani del periodo '90-2003-, si limita sempre di più ad osservare, anche piuttosto banalmente, e non ad interpretare. Naturalmente ci sono bellissime eccezioni, ma il trend che osservo è questo. Fino a La mia generazione ha perso, il penultimo, che mi ha lasciato decisamente deluso.
E poi sorpresa. Esce l'ultimo album, ossia Io non mi sento italiano. Il disco è rilasciato postumo, e Gaber sapeva che così sarebbe stato. Non mette più in discussione la propria totale incapacità di risalire dalla disillusione che lo ha divorato, e che non è un sentimento di per sé negativo, ma lo diventa quando non offre stimoli alla costruzione o ricostruzione. Dicevo: non mette più in discussione la propria incapacità. Il signor G è morto e presto lo sarà anche lui. E allora, invece di crogiolarsi nel proprio sentimento di impotenza, decide di dare uno stimolo al futuro, di fare un regalo a chi gli sopravvivrà, perché continui là dove non è riuscito ad andare lui. Insomma, vuole lasciare un'ultima "goccia di splendore", per dirla con De Andrè. Ne esce un lavoro bello, di cui la scaletta è la seguente:


- Il tutto è falso
- Non insegnate ai bambini
- Io non mi sento italiano
- L'illogica allegria
- I mostri che abbiamo dentro
- Il dilemma
- Il corrotto
- La parola io
- C'è un'aria
- Se ci fosse un uomo


Alcune canzoni sono vecchie (Gaber era solito reinterpretare i propri pezzi, modificandoli anche). Volutamente sceglie i brani più densi di emozione e di sguardo al futuro -vedi L'illogica allegria e Il Dilemma-. Dipinge un mondo impossibile da vivere, e delinea vie d'uscita ancor più impossibili (ad esempio quel "non insegnate ai bambini la vostra morale..."), che però sono le uniche: in parole povere, un mondo è finito e ne va costruito un altro.

Qui, secondo me, sta la grandezza di Gaber: non è da tutti riuscire a risorgere. Però stento a non vederlo sconfitto.
Questa, almeno, è la mia interpretazione XD.
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Perseo
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Re: Signor G

Messaggio da Perseo »

io invece ho trovato molto bello "la mia generazione ha perso", almeno come album, senza soffermarsi troppo sui messaggi, dopotutto non conosco l'intera discografia di Gaber per poterla poi analizzare nel tempo, ma lo trovo un album piacevole all'ascolto ed intelligente, cosa che non sempre si riesce ad ottenere.

sconfitto non è chi smette di lottare, ma chi smette di credere nei propri ideali.
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