Avventure Accademia+Garden

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Lonelywolf
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Lonelywolf »

Recks ha scritto: Lonelywolf:tronchi... non saranno mica le palizzate?
Nathan:sono l'unico che pensa che i guerrieri sconfitti in quel dipinto abbiano avuto una piccola rivincita? Probabilmente questo villaggio aveva delle faide con altre tribù.
Lonelywolf:strano però. Il villaggio al quale ci siamo avvicinati non sembrava agguerrito.
Recks:non è detto che tutti i villaggi siano uguali, d'altronde.
- Motivo in più per ricostruire la palizzata del villaggio - osservò Nathan
- Sono d'accordo, non vorrei finire come i guerrieri nel dipinto :hihi: - continuò Lon
Recks annuì, e prese il dipinto sotto il braccio. I tre uscirono dalla capanna, e videro Ruben e Morgana intenti a lavorare dei tronchi e posizionarli.
- Toh, della manodopera :smt007 - fece Ruben.
- Ruben! Ne è passato di tempo :-D - rispose Lon - Serve una mano? -
Dopo una breve fase di presentazioni tra Ruben e Nathan, Recks e Morgana rispettivamente, Nathan si unì a Ruben e Morgana nella lavorazione dei tronchi, velocizzando il processo, mentre Recks e Lon si occupavano di piantare i tronchi lavorati ed issarli con cura. Ovviamente si sarebbero alternati per non affaticare troppo nessuno. Mentre sistemavano il secondo tronco, Lon confidò a Recks:
- Sai, quando ero SeeD ero vice-bibliotecario... -
Recks si rabbuiò.
- La mia biblioteca :smt089 -
- La tua biblioteca? Sei il nuovo bibliotecario, quindi? -
- Lo ero :smt010 La biblioteca è stata distrutta -
- Oh, capisco - rispose Lon, diventando scuro in volto.
I due si scambiarono un'occhiata
- La nostra biblioteca! :smt089 -
- Si batte la fiacca, eh? - osservò Ruben da lontano - Qui c'è un altro tronco pronto, sistematelo e poi prendete il posto mio e di Morgana -
I due annuirono ed obbedirono, scambiandosi un'occhiata da funerale.
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wolf moon
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da wolf moon »

Nir passò davanti a quella che era stata adibita ad infermeria, voleva sincerarsi delle condizioni dei suoi compagni ma quando era sull'uscio venne bloccato da un SeeD "È meglio se aspetti un po' ad entrare, stanno svolgendo un interventio sun un nostro compagno a quanto so" "Mi scuso, non lo sapevo. È grave?" tagliò corto "Abbstanza, ma sono sicuro se la caverà, Leon è una roccia" "Ne sono certo" rispose di rimando "Comunque piacere, mi chiamo Drizzt" disse tendendo la mano "Nir, piacere mio" rispose il cadetto stringendogli la mano con un certo distacco, non era abituato a intrattenere molti rapporti umani anche se in quel frangente gli faceva molto piacere incontrare qualcuno che li capisse, con cui poter parlare... Nonostante fossero un gruppo nutrito, nelle ore precedenti si erano sentiti al perso ed il pensiero di morire lì... in mezzo al nulla sabbioso, aveva assalito fortemente anche lui.
"Vedo che hai una balestra, te la senti di unirti alla caccia per procurarsi viveri?" "certamente, solo ho pochi dardi ed alcuni mal ridotti, purtroppo non ho avuto tempo e modo di fabbricarne nuovi. Ho anche due pugnali comunque e sono abile in attacchi furtivi e un discreto cecchino" rispose il cadetto cercando di fare una specie di presentazione, Il SeeD accennò un sorriso come a lasciar intendere che aveva la soluzione "Per le frecce te ne procuro qualcuna io, non ne abbiamo molte nemmeno noi ma qualcosa dovremmo rimediare" andarono così a recuperare qualche freccia per poi unirsi al resto del gruppo.
La stanchezza aveva lasciato posto ad un timido entusiasmo per aver trovato altri compagni in quel mondo sconosciuto, inoltre cacciando avrebbe tenuto la mente impegnata, incapace così di formulare inutili supposizioni sulle loro chanche di sopravvivenza.

Drizzt presentò Nir ad Aura, insieme a loro c'era anche sirius, con un po' di fortuna avrebbero portato a casa qualche preda di medie dimensioni, i quattro sotto permesso di Ruben che si raccomandò di non allontanarsi troppo dal villaggio e di rimanere allerta, si avviarono. Durante il tragitto Drizzt iniziò a spiegare due, tre schemi che avrebbero usato per la caccia e diede qualche utile consiglio, specie ai due cadetti. Aveva assunto un po' la funzione di capogruppo senza che nessuno decretasse ufficialmente quella funzione ma trovando comunque tutti d'accordo, questo particolare fece pensare a Nir come in casi estremi i gradi si formassero automaticamente, senza bisogno di particolari rituali, stemmi o altro a sottolinearli. La necessità se da un lato era un fardello di difficile sopportazione, dall'altro univa facilmente persone anche sconosciute.


---EDIT---
Come suggerito da Teoskaven ho editato, specificando Sirius al posto di Teoskaven nella squadra di caccia, perdonate l'errore nello scrivere ho confuso i due nomi
Ultima modifica di wolf moon il 17 giu 2010, 21:25, modificato 1 volta in totale.
SCHEDA CADETTO RINOA'S GARDEN
Wolf's Moon
Quest your light in your darkness
citazione: Capitan Harlock le parole del suo avo Phantom Harlock I:
"Se tu continuerai a credere ai tuoi sogni niente nella tua vita sarà mai stato fatto invano"
citazione:
"sia morire che privare della vita non sono cose innaturali, è più innaturale vivere senza avere uno scopo" (kiba, wolf's rain)
Nir - by Aeli - (grazie ^^),wolf in accademia by Kary (grazieee*__*),miglior cadetto alla 4a sagra di caccia di Lindblum
Teoskaven
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Teoskaven »

Tsk: "I Seed... che splendide persone: si vede che hanno molta più esperienza e conoscenza rispetto a noi."

Quella ragazza, Aura... gli aveva subito una strana impressione positiva, come se avesse chissà quali capacità...

Tsk: "Tz, Teo, torna nel mondo attuale: qui siamo tutti dannatamente uguali"

Ad ogni modo l'incontro con i Seed aveva riservato parecchie sorprese: alcuni amici di vecchia data si reincontravano, altri venivano presentati... Teoskaven però sembrava l'unico ad aver notato la sua assenza: non aveva visto la sua puccio-regina Asten.

Tsk: "Probabilmente è partita o avrà affari da sbrigare per conto suo come è giusto che sia... -sospiro- prego solo Rh'llor che un giorno ritorni: sono certo che macherà anche a Sara, a Remiem e agli altri."

Era stato abbastanza lieto di rivedere Ruben: l'ex-comandante si ricordava a malapena di lui, essendo l'arivo di Teoskaven poco prima della partenza del Seed. Ora aveva trovato Aura; chissà come erano gli altri...
Qualcosa accanto a lui si mosse: la ragazzina svenuta. Teoskaven non ci aveva fatto molto caso, ma da quel che aveva capito poteva essere feroce e aggresiva: ora come ora però sembrava un tenero angioletto...
Non si sa se per sonnambulismo o se per altro, la ragazzina allungò una mano nel sonno e trovata la coda dell'alchimista la prese stringendola forte, anche se non da causare dolore.

Tsk: "Fantastico: ora sono diventato il suo sonaglio personale <__< "
Otta: Teo, che stai facendo?

Si sa, le disgrazie non arrivano mai da sole.

Tsk: Ehm... sembra che questa ragazzina abbia trovato un peluche per il sonno... e a quanto pare mi tocca rivestirne il ruolo."

Otta ridacchiò cercando di non farsi sentire invano. Ma a Teoskaven non seccava troppo la cosa: in fondo ora era meno utile di un paio di branchie applicate a un gorilla.

Tsk: Hm-hm, Com... Otta, scusa: volevo solo dire che mi dispiace per la mia ostinazione nei confronti di Omega.
Otta: Non ti crucciare troppo: credo che chiunque nella tua situazione avrebbe reagito allo stesso modo.
Tak: Non saprei... e poi ho lasciato dietro di me affetti anche più grandi: un robot semi senziante forse non valeva tutto questo attaccamento emotivo.
Otta: Perlomeno non stare a rimuginarci troppo: ormai è andata così. Buona fortuna con il tuo lavoro da Peluche XD
Tsk: -_____-

Ok, perlomeno provo a vedere se riesco a inserirmi (anche se postare alle due di notte non è forse un buon segno :sgamato: ): come al solito siate rapidi con i PM per errate corrige e quant'altro.
@wolf moon: la "squadra da caccia" è già formata da Aura, Drizzt e Sirius: credo che dovresti editare :smt102
Oushi
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Oushi »

Disidratata, febbricitante e distrutta dai dolori addominali, aveva perso conoscenza non appena essere stata deposta sul lettino della designata infermeria. Riaprì gli occhi solo qualche ora più tardi.
Vicino a lei due figure voltate di spalle sembravano indaffarate con qualcosa – non capì immediatamente cosa – ma il suo sguardo annebbiato scorse del rosso. Uno dei camici dei due sconosciuti era macchiato di sangue vermiglio e alcune gocce di liquido denso colavano sul pavimento. Ai piedi del paziente erano ammucchiate altre pezze imbrattate di sangue, teli che forse una volta erano stati bianchi.
Le due donne – man mano che il torpore causato dal sonno e dalla stanchezza diminuiva riusciva a cogliere sempre più particolari nell’ambiente che la circondava – affrontavano la situazione con la dovuta calma, armeggiando con bisturi e tamponi in modo capace.
Oushi distolse lo sguardo. Non era il caso di distrarle in quel momento.

Dall’altra parte invece era distesa Aeli, ancora addormentata. La caviglia si era gonfiata ulteriormente, in mancanza del dovuto riposo. Voler guidare il jumper in quelle condizioni non le era risultato molto proficuo; ma in realtà Oushi non si sentiva in diritto di giudicarla: era perfettamente consapevole che trovandosi nei suoi panni non si sarebbe comportata diversamente.
Chissà poi da dove veniva? Aveva vagamente accennato al suo desiderio di arruolarsi in Accademia, ma non aveva raccontato nient’altro su di lei. D’altra parte da quando erano giunti in quel luogo non c’era stato molto tempo per presentazioni e convenevoli. Lei in particolare non aveva avuto grandi possibilità di intavolare gaie e svagate conversazioni.
Bah, non che le importasse.
Richiuse gli occhi, ma all’improvviso un’immagine le balenò davanti. Infilò una mano in tasca e la chiuse attorno al piccolo sasso che vi trovò. Dio, era rimasti lì tutto quel tempo. Lo strinse forte, tanto forte da farsi male alle dita.

“È stabile.” La voce di uno dei due medici, presumibilmente Seed, le arrivò come da un’altra dimensione.
“Non ci resta che richiudere, e sperare che non sorgano complicazioni a operazione conclusa. Sarebbe critico se si infettasse.”
Trascorse qualche altro minuto di assoluto silenzio e concentrazione, in cui Oushi trattenne il fiato tanta era la tensione di cui era carica l’aria. Una volta terminato di applicare i punti, entrambe tirarono un sospiro di sollievo.
Una delle Seed sfilò subito i guanti insanguinati e la mascherina e si precipitò all’uscita. Oushi fece appena in tempo a scorgere i corti capelli castani e la cicatrice su di un occhio prima che scomparisse alla sua vista. Voci indistinte e concitate le giunsero dall’esterno dell’edificio.

Approfittò del momento di pausa per attirare l’attenzione dell’altra Seed. Le chiese dell’acqua con voce roca. Lei annuì e ritornò qualche istante dopo con una ciotola d’acqua. L’aiutò a bere sorreggendole la testa con una mano, con grande irritazione da parte della cadetta; tuttavia si lasciò sostenere, conscia di non conservare abbastanza energie nemmeno per muoversi con autonomia. Era da anni che non si sentiva tanto debole e impotente, forse dai primi decorsi della malattia, quand’era bambina. Non sopportava di trovarsi in quello stato.
Quand’ebbe finito, Paine la ripose delicatamente nella posizione precedente, per poi dedicarsi alla pulizia del sangue e a disinfettare gli strumenti. Oushi continuò a fissare con odio il soffitto, serrando saldamente il palmo attorno al ciondolo.
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Nataa
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Nataa »

Lo trovò in riva al fiume, guardava le stelle ed era immerso in pensieri che non avrebbe mai rivelato a nessuno. Mi avvicinai di soppiatto, cercando di fare meno rumore possibile..

"Cosa diamine ci fai qui?!?"
"Contemplo la magnificenza della natura"
"...Ti sei addormentato vero? :roll: "
"Innegabile :asd: "
"E la bambina?"
"E' andata verso lidi più felici"
"Te la sei persa?? :smt011 "
"Diciamo solo.. smarrita lungo la via del sonno :hihi: "
"Tu! Con me a cercarla!"
"Non ci penso neanche!"

Afferrai Night per la collottola, prima che potesse sfuggire, e lo trascinai alla ricerca della piccola superstite.

"..quindi siete finiti qui per un gatto? :asd: "
"Non UN gatto, ma GATTO!"
"Ma che razza di nome è?? Non può esistere uno con un nome tanto ridicolo!"
"Senti chi parla Night/eccecc "
"Il mio nome fa figura!"
"Si di m..."

Mi bloccai prima di finire l'insulto, avevo appena intravisto una persona che credevo ormai dispersa e lontana.
Stava lavorando alla palizzata assieme a Ruben, Recks ed un paio di volti nuovi dell'accademia.
Stentai a riconoscerlo, non perchè fosse cambiato, ma perchè la sorpresa fu tanta da lasciarmi stordita (perchè di solito non lo sei?? NdNight Zitto tu! NdNataa).
Mi avvicinai al ragazzo con la delicatezza di un branco di zebre in corsa e lo sotterrai nell'abbraccio

"Lonny!!!!!"
"Nafffumphtphhaa"
"Che hai detto? :smt104 "
"Phophoco"
"Phophoco?!?"
"Credo che ti stia dicendo che lo stai soffocando.. ed il colore bluastro che sta avanzando sul suo viso ne è la conferma" disse il Gaio con l'aria di chi la sa lunga
"Oddio! Scusa!!" Mollai la presa dal collo ed il ragazzo ricominciò a prendere un colore normale
"Nataa, vuoi per caso uccidermi la mano d'opera?" Ruben sembrava divertito da quella scenetta, un pò di humor non poteva certo far male a nessuno
"Beh, se non li uccido io, li ucciderai tu a forza di lavoro u.u"
"Come stai Nataa?"
"Si può dire che non va così male e tu?"
"Sto bene, ma avremo tempo più tardi a cena per parlare, no?"
"Ho capito.. Ruben ti sta schiavizzando?"
"Non più del solito"
"Sfruttatore!"

Lasciai il "gruppo palizzata" alle sue faccende, non senza aver conosciuto Nathan e Morgana, e continuai a girovagare assieme a Night per il villaggio in cerca della dispersa bambina. Fu Otta a tranquillizzarmi dicendomi che la bimba era con il suo nuovo Peluche/babysitter Teoskaven.

***
Mi appoggiai accanto alla porta.
Sapevo che non era molto utile stare lì, ma non riuscivo a fare altro, stanca con i morsi della fame sempre più presenti e una fitta al cuore che faticavo a contrastare. Un brutto presagio, o forse, solo paura.
La porta si spalancò all'improvviso e ne uscì una ragazza dai corti capelli castani ed una cicatrice sul volto.
La fermai "Come sta?"
La ragazza si bloccò e mi fissò per qualche secondo, ignorai il suo silenzio ed insistetti
"Avete terminato l'operazione?"
"Si è stata completata in questi minuti.." anticipò la mia prossima domanda "..Sta bene, bisogna solo sperare che non sorgano infezioni postoperatorie"
"Capisco.. E nel caso, probabilità di sopravvivere all'infezione?"
Mi guardò un momento negli occhi, poi decise di dirmi la verità "Poche, troppo poche"
"Un numero, Lenne!"
"In percentuale il 3% delle possibilità. Non abbiamo antibiotici o altro per aiutare il suo sistema immunitario, dovrebbe cavarsela da solo"
"Che situazione schifosa"
"Tu non hai altro da fare che stare qui?" la fulminai con uno sguardo, non che le fece effetto "Dovresti riposare, non dormi dall'incidente"
"Da quando controlli quanto dormo?" la guardai sospettosa
"Controllo tutti, è prassi"
Non le risposi, non mi andava di cominciare uno di quegli eterni battibecchi che si concludevano sempre con una marea di stupidaggini, la sorpassai ed entrai in "infermeria".
Salutai una ragazza dalla lunga chioma rossa e le chiesi il permesso per restare accanto a Leon, che giaceva tra due ragazze.

Chissà quanto gli gira non poterci provare..


-----
Solo per chiarezza, perchè ho fatto fatica a collocarvi

Ruben, Morgana, Nathan, Recks, Lon --> A costruire la palizzata
Macha (Era in infermeria nel post di Leon e l'ho ricollocata li)- Paine --> Infermeria
Drizzt - Aura - Sirius - Nir --> Squadra di caccia
Sarachan - Lord Remiem --> Nel rifugio
Teo --> Baysitter/Peluche della bambina
Nataa - Leon88 -Aeli - Oushi --> "Ospiti" dell'infermeria
Lenne(fuori dall'infermeria) - Night - Tid - Cek - Pip --> Dispersi per il villaggio
Otta - Holden --> Dispersi a confabulare
Perseo --> Fuori dal villaggio


Se qualcosa è sbagliato comunicatemelo, che edito XD
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Tidusisback
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Tidusisback »

Il resto del villaggio sembrava cadere a pezzi e, se di solito si dice "non giudicare dalle apparenze", questa volta non si poteva dare adito ad altra interpretazione.
Balthier estrasse la -molto abbozzata e approssimativa- mappa del villaggio sulla quale erano segnate le costruzioni già visitate e indicò una piccola capanna in lontananza
«Quella è ancora rimasta inesplorata»
«Come i tre quarti di questo mondo» puntualizzò Cek
«Grazie per l'appunto piccolo fiammiferaio» rincarai io «Almeno con una squadra di caccia avremo la cena assicurata»
«Basta pesce...»implorò Pip «Potrebbero spuntarmi le branchie»
«Guardalo come un lato positivo»
«Sempre che questo non sia stato un villaggio di pescatori. Sai com'è....vicino ad un fiume :asd: »
«Cek, controlla la valvola» osservò Balthy
«Quale valvola?»
«Quella del gas che ti accende il lume della ragione :sisi: »
«Dementi :tots: »

Quasi speravamo di trovare una dispensa ma quella fu una vana speranza: l'edificio era più che fatiscente, le poche travi portanti erano malridotte, rose dai tarli e dall'umidità, il terriccio della capanna sconnesso e smosso ed il tetto (per quello che ne rimaneva) aveva fatto filtrare litri e litri d'acqua dall'ultima pioggia.
Tuttavia qualcosa attirò l'attenzione di Pip
«E questi?» disse indicando qualcosa di indistinto tra i ruderi
Ci avvicinammo per osservare meglio che cosa il ragazzo ci stesse indicando: qualche foglio di carta bagnato, qualcuno stropicciato o bruciacchiato, dei mozziconi di candela.
Raccolsi i brandelli di carta e, assieme a Pip e Balthy, cercai di capirci qualcosa.
«Sembrano delle istruzioni per un rituale o qualcosa del genere. Lungi dall'essere qualcosa di magico. Qualcosa per....»
«...propiziarsi qualche divinità?» tentò Pip
«...evitare il malocchio?» inventò Balthy
«...ucciderci tutti?»
«Cek, finiscila coi presagi di morte e piantala di vivere nel mondo di Lost»
«Nerding mode on :hihi: Semplicemente stempera la tensione» rispose Fiammella Joe
«Non hai nemmeno tutti i torti» osservai divertito «Però non so. Per quanto abbia conoscenza di alchimia questi simboli non mi dicono nulla. Per voi?» chiesi agli sciamani del gruppo
«Niente. O è qualcosa di completamente sconosciuto o qualcosa di tremendamente arcaico» disse Pip alzando le spalle in segno di resa
«Non viene in mente nulla nemmeno a me» concluse Balthy
«Beh c'è ancora qualcuno a cui si potrebbe chiedere. Anzi tre» pensò Cek «So che c'è un altro ragazzo dell'Accademia che ha conoscenza d'alchimia, un ragazzo con una coda con una mano bionica all'estremità stile Auto-Mail di FullMetalAlchemist :smt007 («Torna in te per favore :smt091» nd. gli altre tre). L'altra è una ragazza che, a quanto ho capito dovrebbe essere una maga. Morgana credo. E la terza...»
Uno sguardo tanto perplesso quanto speranzoso ci portò alla stessa conclusione
«La bimba»
Era l'unica che effettivamente avrebbe potuto dirci qualcosa di più ma, prima di tutto era una bambina, sola e finita praticamente in pasto a venti persone completamente sconosciute e, in secondo luogo, se quelle fossero state indicazioni per qualche strano rituale, avrebbe potuto spaventarsi riconoscendole...
«Andiamoci coi piedi di piombo. Magari non è niente di che...» osservò cercando di placare gli animi e le assurde supposizioni
«L'importante è non aprire la botola 8=) » disse Cek con voce sepolcrale
«?????»
«?????»
«?????»
«Ma davvero nessuno di voi ha visto Lost? :smt112 »
«No»
«No»
«No»
«Ma che passatempi avete voi tre? :smt104 » chiese scoraggiato
«Blitzball» dissi
«Carte collezionabili e invocazioni» aggiunse Pip
«Stare dietro a mia sorella che è un danno vivente» concluse Balthy
«Torniamo indietro vah... :dry »
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Lenne
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Lenne »

Osservai Nataa entrare in infermeria e mi diressi verso l’edificio adibito ad alloggio: dentro vi trovai quello che per me era un completo sconosciuto, sicuramente un Cadetto.
Una coda con tanto di mano bionica all’estremità era il dettaglio che lo rendeva particolare e interessante agli occhi della piccola sopravvissuta che, immersa ancora in un sonno profondo, aveva stretto forte la mano fra la sua.
Probabilmente le dava un senso di sicurezza.
«Ciao» salutò il ragazzo non appena mi vide entrare. «Sei un SeeD vero? Piacere, il mio nome è Teoskaven von Strongfist, Teo per gli amici». Si mosse un attimo a disagio nella sua posizione. «Scusami, come vedi mi ha scambiato per il suo Peluche personale» aggiunse con un mezzo sorriso.
L’osservai qualche istante in silenzio, percependo il disagio che si venne a creare, poi mi avvicinai e gli tesi la mano, che lui strinse con vigore. «Piacere, Lenne Silveross. Ero giusto venuta a controllare lei».
Indicai la ragazzina la quale, notai, aveva aperto gli occhi e li stava facendo saettare da me al Cadetto con una certa tensione; non pareva tuttavia intenzionata a mollare la presa sul suo “giocattolo”.
Mi sedetti sulla branda accanto a lei, osservandola rannicchiarsi.
Allungai una mano passandogliela lenta fra i capelli in un gesto rassicurante: dapprima tesa, la piccola si rilassò lentamente finché non si sollevò a sedere guardando entrambi con quieta curiosità.
Posò gli occhi cenerini sul Cadetto, prima di sussurrare un flebile e incerto: «T…eo».
«Ehi, allora sa parlare!» si rallegrò lui sorridendo in direzione della bimba, che lo ricambiò.
Si volse verso di me. «L…e…». Si fermò poi tentò ancora una volta. «Le…n…e».
«Ed è anche molto attenta: ha sentito i nostri nomi una sola volta e già se li ricorda. Spero potrà aiutarci a capire cos’è successo a questo posto».
Dall’incomprensione che balenò nel suo sguardo mentre seguiva la nostra conversazione, capii che non sarebbe stato affatto semplice intenderci l’una con gli altri.
Improvvisamente, una bionda testa sbucò dall’ingresso.
«Mi hanno detto che sei un alchimista» esordì Tidus in direzione di Teoskaven. «Avrei bisogno del tuo aiuto, mi seguiresti?».
Piuttosto perplesso, lui annuì e dopo aver sciolto la presa sulla coda, con evidente disappunto della ragazzina, si alzò e seguì il Commander all’esterno.
Rimasta sola con lei, incrociai le braccia al petto cercando di pensare a qualcosa da farle fare.
Fu la bimba a decidere per me: si rannicchiò ancora una volta su se stessa con l’intenzione di riposare.
La vista di così tante persone e ciò che probabilmente aveva passato dovevano averla spossata molto.
La guardai respirare sempre più regolarmente sino a che le palpebre non si abbassarono e il sonno prese di nuovo il sopravvento; d’istinto le sfiorai il viso con le dita, poi mi alzai e tornai verso l’infermeria. Leon era da tenere costantemente sotto controllo.
* * * * *
La prima volta che tornò in sé, non fu che per un intervallo di lucidità brevissimo. Non sapeva quanto fosse passato dal momento in cui aveva perso i sensi: potevano essere ore o anni, indifferentemente. Nel limbo in cui era sprofondato fino a poco prima, il tempo non aveva nessun significato.
Non aveva nemmeno la forza per muovere un dito.
Il luogo dove si trovava era immerso nella penombra. Era disteso su un morbido materasso, che aveva un vago odore di fieno misto a qualcosa di più dolce.
Il suo cervello non riuscì a registrare altro al di fuori di questo.
Sono vivo, pensò.
Dopo quest’ultima considerazione scivolò nell’incoscienza.
Il secondo risveglio avvenne in modo più traumatico.
Furono il dolore e la febbre a strapparlo dal coma: una serie di fitte lancinanti, dovute alla ferita, attraversavano il suo corpo come ondate che gli toglievano il respiro.
Gemette e s’inarcò, ansimando e rabbrividendo violentemente.
Non riuscì nemmeno a sfogarsi nelle grida. Il modo in cui respirava, poi, sarebbe stato in grado di dare gli incubi anche al più duro dei SeeD abituato a morte, battaglie e ferite.
Sentì su di sé delle mani che gli impedirono ulteriori movimenti, poi una voce: «Stai fermo, Leon. Ti salteranno i punti se ti agiti in questo modo».
Lui smise di lottare, si tese come una corda di violino sotto la persona che col suo peso lo teneva immobile; infine tossì, sputando qualcosa di viscoso e dal sapore metallico.
Aprì gli occhi ma vide solamente bagliori indistinti e vaghe sagome scure. Il dolore lo accecava.
«È cosciente?» chiese una seconda voce, leggermente più ansiosa.
«Non del tutto, credo» rispose la persona che lo stava trattenendo. «Se ci sei, Leon, aiutaci: bevi».
Il pilota sentì un liquido fresco bagnargli le labbra e lo ingurgitò più per istinto che per spirito di collaborazione; il sapore era amarissimo, anche se in parte coperto da aromi a lui sconosciuti e gli parve che stesse incendiando l’esofago. L’effetto fu tuttavia quasi immediato.
Gli spasmi si calmarono fino a cessare del tutto e fu come se ogni fibra del suo corpo di rilassasse nel modo più totale e completo. Pian piano gli occhi passarono dall’essere vacui al loro colore normale.
La presa sui polsi si allentò, percepì la presenza di qualcuno chino su di lui che gli sussurrava parole alle quali annuì meccanicamente, esausto; all’improvviso avvertì addosso la stanchezza di quei giorni di tensione e lotte impari.
«Dormire…» disse senza voce, ancora dolorante per gli spasmi che gli avevano strappato a forza urla silenziose dalla gola. «Ho… bisogno… di dormire…».
Il silenzio che accolse quelle poche parole fu la conferma che avrebbero ascoltato la sua richiesta; sentì la sua testa sollevarsi e poggiarsi subito dopo su qualcosa di più morbido, mentre dita sottili s’insinuavano fra i suoi capelli in una leggera e regolare carezza.
Sprofondò un’altra volta nelle tenebre.
* * * * *
«Come ti senti?» domandai poco dopo a Oushi. Leon si era finalmente riassopito, gli spasmi di dolore erano cessati e Nataa non si era ancora decisa a lasciarlo per riposarsi un po’.
«Come pensi che stia?» fu la risposta piuttosto stizzita. Rimasi in silenzio, finché non la sentii sospirare seccata. «Di merda, ma preferirei… rimandare le spiegazioni a un altro momento».
Annuii e le passai una mano sulla fronte. «La febbre si è abbassata ma potrebbe essere un intervallo di apiressia. Rimettiti a dormire».
Non era contenta di quella forzata immobilità ma non aveva molte altre scelte: serrò con forza le dita attorno a qualcosa che non potei vedere e chiuse gli occhi, rassegnandosi all’idea.
Immagine

Ti ricordi? È proprio lì che siamo diventati amici.
Perché noi siamo amici, vero?

Quando talor frattanto / forse sebben così / Giammai piuttosto
alquanto / come perché bensì; / Ecco repente altronde / Quasi
eziando perciò / anzi altresì laonde / purtroppo invan però /
Ma se per fin mediante / quantunque attesoché / Ahi! Sempre
nonostante / Conciossiacosacché!


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Drizzt Do Urden
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Caccia

Messaggio da Drizzt Do Urden »

I quattro, di comune accordo, si diressero verso il fiume.

Aura : Se siete tutti d’accordo io inizierei a pescare. Il fiume è ricco di pesci, non ci dovrebbero essere problemi.
Drizzt : Perfetto. Io direi di dividerci in due squadre per ottimizzare i tempi. Aura si occuperà del pesce, io inizierò a raccogliere un po’ d’acqua, ho portato queste.

Drizzt mostrò dei sacchi ricavati dalla pelle di lupo fatta seccare.

Drizzt : Siamo più di venti al villaggio, e dovremmo consumare circa un paio di litri d’acqua al giorno, andando al risparmio : fa molto caldo. C’è ancora un po’ d’acqua al villaggio, per oggi possono bastare una cinquantina di litri, se uno di voi, Sirius e Nir, mi da una mano basterà un solo viaggio al villaggio, poi ci concentreremo sulla caccia. Nir, mi hai detto che sei bravo negli attacchi furtivi, te la senti di rimanere qui a cacciare mentre io e Sirius riforniamo i nostri compagni d’acqua? Tu sei d’accordo Sirius?

Sirius dette il suo assenso, così come Nir.

Nir : Certo, nessun problema. Cercherò di mantenere il contatto visivo con Aura, rimarremo comunque a portata di voce.
Drizzt : Perfetto, in caso di pericolo riunitevi, ma non credo che i lupi abbiano intenzione di attaccare di giorno.

Il drow ed il suo compagno iniziarono a riempire le sacche d’acqua, per poi trasportarle al villaggio.
Dalle poche battute che scambiarono, Drizzt notò che Sirius era estremamente educato e rispettoso. Voleva chiedergli di dargli del “tu”, ma ebbe la sensazione che il compagno preferisse utilizzare il “voi”.

Al loro ritorno, Aura e Nir avevano già accumulato un discreto bottino.

Drizzt : Bene, tocca a noi metterci all’opera.

I due si rivolsero un cenno d’intesa, Drizzt notò che comunque l’atteggiamento mantenuto da Sirius era professionale più che amichevole. Nir pareva invece un po' più aperto, anche se non assolutamente esuberante.

Drizzt : Se non ti dispiace faccio strada io.
Sirius : Perfetto, signore. Vi guarderò le spalle ed i fianchi.
Drizzt : Ti prego, non chiamarmi signore :-D
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Drizzt&Pip / Vincitore della 5° Sagra di Lindblum!

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Alexandra Schwarzlight ha scritto:tu sei un caso a parte, sei la trollface scesa in terra.
Lord Remiem
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Lord Remiem »

Scusa, Fede, ma cambio posizione a Sara e Remiem =P

Dopo un pisolino ristoratore, Remiem e Sara decisero di uscire a prendere una boccata d'aria. E lo fecero, nonostante lo spettacolo di quel villaggio non fosse dei migliori. ormai cie rano avvezzi, ma vedere un mucchio di case sgangherate non era poi tutta questa bellezza...per di più a Remiem era parso di capire che Leon88 stava male.
Sia lui che Sara lo conscevano, ci avevano combattuto contro una volta. Però Remiem decise di non fargli visita. Forse era meglio che si riposasse, sotto le amorevoli cure di Macha e di un'altra ragazza dai capelli corti e castani.

Passeggia e passeggia, decisero di esplorare una casa, scelta a caso, per conoscere un po' di più quel villaggio. E una cosa colse l'attenzione dei due cadetti. Una brandina con su una...bambina?
Remiem non l'aveva mai vista. Stava riposando placidamente. Avrà avuto dieci anni circa, pensò Remiem, e non poteva negare che gli ispirasse una certa tenerezza.
Poi rammentò: alcuni ne parlavano come una superstite del cataclisma che evidentemente si era abbattuto su questo villaggio, altri ne parlavano come una bambina alla quale stava molto a cuore la coda di Teoskaven.
Il mago si chinò silenziosamente per osservarla più da vicino...dovette asciugarsi con la mano una lacrimuccia di commozione.
Poi, però, la videro sbadigliare e stiracchiarsi. Aveva finito il pisolino? Sara, non pensando alla reazione che poteva avere quella bambina davanti a due sconosciuti, le fece un pat pat tenerissimo.

Sara: Ciau, piccolina *w*

Subito dopo, la bambina spalancò gli occhi, si rialzò in fretta, scese dalla branda e rimase come paralizzata. Remiem fu rapido a pensare: ecco, non ci conosce e ha paura. Abbiamo fatto la cazzata. E ora che si fa?
La ragazza angelo non intendeva arrendersi, però, e decise di intavolare un discorso.

Sara: Ehi? Non avere paura *w*
Remiem: Inutile. temo che non capisca la nostra lingua...
???: E voi che state facendo?

La ragazza castana era uscita dall'edificio adibito a infermeria e si stava dirigendo a passi rapidi verso i due cadetti.

???: Ehi, che ci fate voi qui?
Sara: O.O ma che diamine...
Remiem: Io sono Remiem e lei è Sarachan. Siamo cadetti, tanto piacere. Volevamo farci un giro e ci siamo ritrovati qui questa bambina...
???: Lenne Silveross, Seed. piacere.

Lenne guardò Remiem con un occhio un po' storto. Il mago sapeva di non avere un caspetto normale, però la Seed non fece domande sulla sua pelle. Con gioia del mago.
Una serie di sguardi portò i tre a sogghignare sotto i baffi, anche se Lenne si ricompose subito e indicò la bimba, che si stava divertendo con Sarachan, a sua insaputa.

Sara: Ahi! non darmi i pizzicotti ç_ç
Lenne: Si vuole solo divertire un po' :asd:
Remiem: L'avete lasciata qui?
Lenne: Sì, io devo badare a Leon88, messo ancora maluccio, e il suo baby sitter, Teoskaven mi pare si chiamasse, è dovuto andare. Tid aveva bisogno di lui.
Sara: Eh, ma ora si è svegliata =P
Remiem: Vuoi che badiamo noi a lei, Lenne?
Lenne: Come volete. Ora scusate, devo tenere sotto controllo i malati.

Così, dopo una stretta di mano, la Seed tornò nell' "infermeria". Remiem e Sara guardarono la piccola bambina, seduta ad osservare la Seed allontanarsi.

Bambina: Le...ne...
Sara: É proprio puccia *w*
Remiem: Tocca a noi.

Remiem, così si inginocchiò fino a raggiungere l'altezza della bambina, in piedi, e le parlò con tono quasi paterno, scandendo le parole come si deve. Voleva farsi almeno capire un pochiettino.

Remiem: Non devi avere paura di noi, capito? Io mi chiamo Remiem. e lei è Sara.
Bambina: E-mi-em...sa-ra...
Sara: Wiii! Ha già imparato!
Remiem: Beh, ora ci toccherà accudirla. Potrebbe essere divertente.

Intanto, lo stupore della bimba venne sostituito dall'incredulità che provava osservando la pelle di Remiem.
Ultima modifica di Lord Remiem il 17 giu 2010, 13:51, modificato 1 volta in totale.
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Aura
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La ciapà tri legur e un fasan

Messaggio da Aura »

Il sole filtrava a ritmo regolare fra le fronde degli alberi. I passi sul terreno risuonavano silenziosi, uno dietro l'altro continuavano a marciare saltando le varie radici che spuntavano. Pian piano si avvicinavano ad una piccola zona erbosa, completamente esposta alla luce. Un cervo mangiava senza troppe preoccupazioni, le orecchie tese a cogliere il minimo rumore.
Tranquillo, non avere fretta.
Il flebile stridio della corda tesa, pronta a scoccare, fece quasi scappare l'animale. Lui alzò il muso guardandosi intorno aspettandosi qualunque cosa, mentre quel semplice suono si affievolì in men che non si dica.
Piano, aspetta il momento giusto.
A poco a poco il cervo tornò al suo pasto. Mosse un paio di volte le zampe sull'erba, girando intorno alla zona dove prima mangiava beato. Infine si abbandonò all'imprudenza, proprio mentre una freccia sibilò silenziosa verso di lui.
Preso!

Nel frattempo un'altro cacciatore stava seguendo un coniglio fino alla sua tana. Nonostante il pelo bianco come la neve era stato difficile individuarlo in mezzo alla boscaglia. Saltando di qua e di là, la preda era tornata nel suo nascondiglio, venendo accolto dalla sua compagna che sostava sulla soglia.
Aura preparò la sua trappola. Intrecciò qualche rametto caduto dal suo albero, poi lo incastrò a bloccare il buco della tana, posta sotto le radici di una robusta conifera. Di lì a poco i conigli si sarebbero accorti della barriera e, sicuramente, sarebbero usciti dall'altra via. Proprio tra le fauci del lupo.
Con un sacco trovato in paese, imprigionò i conigli ed uno alla volta li uccise senza farli soffrire.
So che è una cosa crudele, ma questa è la legge della sopravvivenza. Uccidi per mangiare.
Alla fine la giovane raccolse il suo bottino e tornò dal suo compagno. Dopo la pesca e la raccolta dell'acqua, Drizzt e Sirius avevano optato per la divisione in due gruppi riguardo la cacciagione. I due avrebbero occupato la zona Ovest, mentre Aura e Nir quella Est, per poi decidere all'unanimità di ritrovarsi al confine del bosco dopo poche ore.

Aura: Tu cos'hai preso?
Nir: Un cervo. Basterà si e no per una decina di persone.
Aura: Io tre conigli, ma di certo non bastano per un giorno intero. Conviene continuare la caccia.
Nir: Perfetto, perchè ho visto un'altro paio di animali dirigersi in quella direzione. Se li blocchiamo a forbice possiamo riuscire a prenderli entrambi.
Aura: Ottima idea! La tua balestra farà il resto.

Il ragazzo infilò nel proprio sacco il cervo appena catturato. Nonostante fosse bello grosso, lì dentro di sarebbero stati un altro paio di fagiani, se li avessero trovati. Durante la marcia verso l'obiettivo, Aura potè osservare meglio il Cadetto: una massa di capelli neri arruffati gli incorniciava il viso dalla bianca pelle. Due pozzi scuri erano gli occhi che guardavano avanti con sguardo sognante, mentre il fisico asciutto annunciava la sua agilità superiore alla media.
La Seed rimase estasiata dall'aspetto del giovane, il quale rimase un po' imbarazzato dal suo sguardo.

Nir: Ehm... Qualcosa non va?
Aura: No, no, no. Va tutto bene! :smt005 Il fatto è che sono rimasta colpita dai tuoi occhi. Sono molto belli!
Nir: G-Grazie.
Aura: Lo so, sono una frana ad attaccare bottone... Quanti anni hai?
Nir: Una ventina, ma mi sembra che tu sia più piccola di me, giusto?
Aura: Già, io ne ho diciotto.

Fine della discussione.
Sono proprio una frana :tots: , pensò Aura mentre spostava gli occhi lontano dal ragazzo vicino a lei. Ad un tratto Nir indicò una coppia di animali brucare l'erba davanti a loro. Velocemente i due si nascosero dietro ad un cespuglio, le armi pronte alla mano per attaccare. Aura fece un cenno al suo compagno, dicendogli che lei avrebbe aggirato le prede per attaccarle alle spalle. Lui annuì, le ciocche azzurre dei capelli svolazzarono per un attimo sulla fronte. Lei gli mise una mano sulla spalla per incoraggiarlo, poi furtivamente circumnavigò i due cervi e mise in atto lo schema.

------------------------------

Drizzt: Com'è andata?
Nir: Abbastanza bene. Tre cervi, qualche coniglio e una coppia di fagiani. Voi?
Drizzt: Non siamo da meno. Sirius ha avuto un ottima idea ad aspettare vicino al fiume.
Sirius: Dato il calar del giorno, di solito gli animali di abbeverano prima di coricarsi. Ad ogni modo tutto ciò che abbiamo raccolto basterà per tre giorni al massimo. Poi dovremo cacciare di nuovo.
Aura: Allora domattina presto tornerò qui al fiume. Verso le sei, sette del mattino i pesci sono più facili prede, basterà solo procurarsi le esce giuste.
Sirius: E che esche avete intenzione di usare?
Aura: Vermi :-D
Nir: E dove vuoi procurarteli?
Aura: Ho notato che vicino al villaggio c'è una sorta di campo ortaggi. Quasi un orto. Quello è il posto adatto dove cercare :sisi:
Drizzt: Mi fai ribrezzo :tots:
Teoskaven
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Teoskaven »

TUNF

Tsk: "Hrm, di nuovo..."
Tid: Che c'è?
Tsk: La mia mano bionica: quando siamo approdati su questo mondo ha smesso di funzionare, poi si è riattivata per poco e ora si è di nuovo spenta... non capisco...
Tid: Ma come funziona? È qualcosa di elettrico?
Tsk: Più o meno: è collegata al mio sistema nervoso, quindi usa l'elettricità del mio corpo per funzionare: probabilmente è l'influenza di questo mondo.
Tid: Vedrai che quando ce la caveremo tornerà come prima: ecco, siamo arrivati.

Era fuori da una capanna fatiscente: altri due Seed avevano in mano dei fogli di carta con scritto qualcosa. Uno dei due guardava in modo estasiato la coda di Teoskaven.

Tsk: "Gee, le vecchie abitudini non muoiono mai..."
???: Oddio, è vera, esiste :smt007
Tid: Avrete tempo dopo per parlare di questo: io adesso cerco Morgana, voi intanto vedete se riuscite a ricavare qualcosa.
???: Va bene: a dopo Tid.

I due Seed si presentarono: uno si chiamava Balthier e l'altro (quello invasato) Ceck.
Dopo che Tid si fu allontanato a Teoskaven vennero fatti vedere un paio di quei fogli: a quanto pare c'era qualche simbolo alchemico, e in effetti...
L'alchimista si bloccò un attimo: forse aveva letto male... nono, era proprio riportato.

Ceck: Che c'è?
Tsk: Ci sono alcuni simboli che non conosco, ma gli altri... sembrano tutti indicare a una trasmutazione proibita.
Ceck: Che?
Tsk: Quando qualcosa di organico viene trasmutato succede una trasmutazione proibita, come nel caso di resuscitare i morti: tecnicamente possibile ma inapplicabile nella pratica. Questi fogli sono pieni di simboli alchemici per applicare trasmutazioni del genere, e credo che quelli magici possano servire per aggirare l'ostacolo della proibitura.
Balthier: Ma perchè tentare una cosa tanto rischiosa? E poi come avrebbero potuto fare? E soprattutto come facevano ad avere queste conoscenze?
Tsk: Da quel che so io se una trasmutazione proibita non uccide l'alchimista apre una sorta di buco spazio-temporale...
Ceck: Quindi qualcuno qui può aver tentato un gesto così estremo per tentare di scappare?
Tsk: O magari qualcuno in un altro mondo ha fatto una trasmutazione proibita ed è piombato qui.

L'attenzione di Teoskaven venne catturata da due piccole sporgenze che fuoriuscivano dal terreno.
L'odore... era lo stesso che aveva sentito più volte nei suoi viaggi, non c'era dubbio.

Tsk: Qui una volta c'era un portale.
Balthier: Che?
Tsk: Un portale, un passaggio di collegamento tra un mondo e un altro. Mio nonno mi istruì parecchio su questi affari, e posso dire che questi sono i resti di uno che esisteva qui.
Ceck: Peccato che anche ricostruendolo non funzionerebbe a causa della natura di Eden :roll:
Balthier: Ma se c'era qui vuol dire che una volta funzionava, no?
Tsk: È inutile soffermarci troppo su questo punto: devo analizzare il resto dei fogli.

Niente di speciale comunque, solo una conferma delle sue supposizioni: qualcuno probabilmente aveva attraversato il portale ed era finito su Eden, poi quando le arti mistiche avevano smesso di funzionare aveva provato ad andarsene con un gesto estremo... invano? Chi poteva dirlo? Forse i segni magici che Teoskaven non comprendeva potevano essere la chiave di volta.
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Tidusisback
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Tidusisback »

Facendo qualche domanda qua e là, riuscii a trovare la giovane maga intenta nel riparare la palizzata assieme ad altri baldi giovani.
Ovviamente non persi l'occasione

«Dì un po' capomastro» gridai appellando così il Vice Ruben «Ti pare il caso di lasciar lavorare delle giovani donzelle ad una palizzata?»
«C'è sempre spazio per chi ha energie da buttare facendo sarcasmo» rispose ghignando lui
«Davvero? Beh, allora magari ti mando qualcuno appena lo incontro. Nel frattempo ho bisogno di questa signorina, te la rubo un attimo»
Il mio sguardo si posò su Morgana: aveva un che di peculiare, specialmente nello sguardo sempre attento su ciò che stava compiendo, senza lasciarsi sfuggire né un particolare né l'attenzione all'oggetto su cui lavorava. Aveva una precisione quasi maniacale e, sebbene non fosse un lavoro propriamente leggero per una ragazza giovane -avrà avuto sui diciotto-vent'anni- sistemare travi di legno e martellare senza sosta, lei non sembrava risentirne.
Le feci cenno di avvicinarsi.
Lei posò il mazzuolo e mi raggiunse.
«Se ci fosse stato Leon non oso immaginare che cosa avrebbe detto a Ruben nel vederlo schiavizzare una ragazza...» le dissi
«Non riesco a vedere il problema in una ragazza che compie lavori pesanti» disse lei tranquilla, asciugandosi il sudore dalla fronte «Dopo tutto è un lavoro come un altro»
«Assolutamente d'accordo e lungi dalle mie idee quelle di essere uno sfruttatore o un idealista del 'attenzione, sono il sesso debole' ma tu non conosci lui e la sua passione smodata per tutto ciò che è femminile» aggiunsi sorridendo «Comunque scusami, non mi sono presentato: mi chiamo Tidus Estheim. Tu devi essere...»
«Morgana Ygraine Cornwall»
«Immaginavo. Sei arrivata da poco in Accademia?»
Lei annuì.
«Mi hanno detto che sei una maga nera con una cultura decisamente vasta»
«Ho cercato di colmare le mie lacune leggendo qua e là dove serviva»
Vidi che non accennava ad altro discorso quindi le spiegai rapidamente la situazione: i fogli, le rune o simboli, Teoskaven, le nostre supposizioni e la consulenza che ci sarebbe servita
«Rovistando tra le varie conoscenze accumulate» dissi grattandomi la testa «Non ricordo alcun simbolo del genere»
«Alchimia?» chiese
«Precisamente»

Giungemmo di nuovo alla capanna dove Teoskaven stava cercando di spiegare qualcosa
«Novità?» chiesi
Cek mi riassunse le teorie dell'altro alchimista riguardo ad un possibile varco e alla trasmutazione proibita.
Rimasi scettico: come poteva funzionare tutto ciò in un mondo dove non correva nemmeno un briciolo di magia magica? Non era da escludere che qualcuno l'avesse tentata altrove e si fosse ritrovata, come noi su Eden.
Eppure c'era qualcosa in più che non convinceva.
«Ah Morgana! Eccoti qui...» esclamò Teoskaven passandole i fogli «Tu che ne pensi?»
La giovane maga prese dalle mani dell'altro giovane i brandelli di carta e cominciò ad osservarli con la stessa minuzia e attenzione con cui stava mettendo a posto la palizzata poco prima.
Con calma poi ci espose le sue teorie
«Per quanto mi riguarda, sì, ci sono alcuni dei segni assimilabili ai nostri ma per quanto riguarda portali o simili la vedo come possibilità molto remota. Vero che come siamo finiti noi qui ci sarà un modo anche per tornare indietro ma mi sembra una soluzione un po' troppo astratta. Non vorrei smontare alcuna teoria ma a me sembrano simboli senza senso»
Teoskaven intervenne
«Che dici riguardo a trasmutazioni o simili? Qualcuno che magari ha tentato un esperimento proibito e che è finito qui»
«Sinceramente non ci capisco molto di alchimia. Almeno, credo non quanto voi due»
Mi ripassò il foglio stropicciato.
«Sicché se posso dare un mio parere anzichenò» disse una voce conosciuta alle mie spalle «direi che c'è ben altro a cui lavorare»
Il Gaio Night era entrato nel rudere, mangiando una mela
«Due domande: dove l'hai trovata quella?» chiese Balthier
«Ne ho sempre una di scorta» disse in tono disarmante
«Passa alla seconda» commentò Cek
«Che possano esserci portali trasmigranti e passaggi di proprietà di arti e ciò rappresenterebbe solo la dappocaggine di chi...»
«Taglia per favore :tots: »
«Direi che questo è un dato un po' più concreto da cui far partire la ricerca rispetto a qualche scarabocchio»
Ed estrasse un oggetto metallico e un sacchetto di minerali
«Frammenti di catene?» osservò Morgana
«E...zolfo» constatammo io e Teo annusando il minerale dopo averlo in parte sbriciolato.
Il Gaio riprese la parola
«Con questo e le vostre dissertazioni sulla vuotezza di quei simboli, mi viene da presupporre che ci sia ben altro che qualche alchimista o magochicchessia. Direi che le parole sacerdote e ciarlatano siano più che indicate....»
Ultima modifica di Tidusisback il 17 giu 2010, 22:06, modificato 3 volte in totale.
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Sirius
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Sirius »

Dopo la caccia, Sirius, Drizzt, Aura e Nir si apprestarono a far ritorno al villaggio con il loro bottino quando Sirius intravide un luccichio provenire da una zona imprecisata del fiume.
Sirius: “Avete notato anche voi?” domandò ai compagni.
Aura: “Che cosa?”
Sirius non rispose e si avviò nella direzione da cui proveniva il luccichio.
Drizzt: “Dove stai andando?”
Sirius: “Voglio controllare una cosa, non ci metterò molto.”
Nir: “Sarebbe meglio non separarsi.”
Sirius: “Seguitemi se lo desiderate.”

Anche se piuttosto riluttanti, i tre decisero di seguirlo ugualmente; dopo alcune centinaia di metri giunsero presso una cascata e sotto di essa vi era incagliata un'enorme imbarcazione: si trattava di un'immensa nave a tre alberi con con ammainate delle vele nere; in cima all'albero maestro sventolava una bandiera dello stesso colore con disegnato in rosso la testa di un drago. La nave stessa era di colore scuro a causa del rivestimento in metallo che la ricopriva completamente; osservandola attentamente si poteva che la punta, anch'essa in metallo, era frastagliata ed aguzza, ottima per speronare gli scafi di altre navi.
Drizzt: “E questa come diavolo è arrivata qui?” domandò stupefatto.
Nir: “Probabilmente ha risalito il fiume sino dal mare durante un periodo di piena.” ipotizzò il cadetto.
Aura: “Chissà da dove proviene?”
Sirius: “Questa è un nave Drakoniana.”
Drizzt: “Drakoniana?”
Sirius: “Drakonia è una delle due nazioni che governano il mondo di Albioth ma è una cosa lunga da spiegare.”
Aura: “Hai detto mondo di Albioth? Vuoi dire che proviene da un altro mondo?” chiese confusa.
Sirius: “Mi pare ovvio che intendessi ciò.”
Nir: “E coma ha fatto a giungere qui?”
Sirius gli lanciò uno sguardo come a dire: che vuoi che ne sappia io? E di rimando, Nir gli rispose con un'occhiata del genere: ovvio, domanda stupida!
Drizzt: “Esploriamola!” propose subito il Drow ai compagni ed essi risposero con un cenno d'assenso.

Da un'esame più approfondito, i quattro scoprirono che la nave era veramente enorme, quasi quanto una moderna aeronave; aveva il fondo piatto, il che le permetteva di navigare anche in fondali bassi e ciò rafforzava la teoria sul come fosse giunta lì; la corazza, spessa due centimetri, era in robusto acciaio drakoniano e nascondeva due file di cannoni su ciascuna fiancata da cinque unità per la fila inferiore e quattro quella superiore per un totale di 18 cannoni complessivi più un paio di cannoni tripli sulla prua.
Drizzt: “Ha tutta l'aria di essere una specie di corazzata.”
Aura: “Credo sia meglio dividerci.”
Seguendo il consiglio della Seed, i quattro si divisero per perlustrare la nave per poi riunirsi sul ponte dopo circa dieci minuti per fare rapporto su quanto trovato; la prima a parlare fu Aura.
Aura: “Ho raggiunto una specie di sala macchine dove ho trovato alcuni scheletri di Chocobo. Da quanto mi è parso di comprendere venivano usati per azionare delle pale, forse utilizzate in assenza di vento o per battere in velocità le altre navi.”
Drizzt: “Io ho perlustrato gli alloggi dell'equipaggio e le cucine ma di loro non vi era alcuna traccia, stesso dicasi per le cibarie.”
Nir: “Io ho raggiunto la stiva dove ho trovato, altre a molte provviste ormai inutilizzabili, anche delle celle e delle grosse gabbie, probabilmente per qualche mostro.”
Sirius: “Quelle gabbie servivano probabilmente per contenere i loro draghi. I Drakoniani sono draghieri, ovvero cavalieri di draghi, pertanto non era insolito che trasportassero i draghi e i loro padroni a bordo di navi prima di schierarli in battaglia; consideratela come una sorta di porta-draghi. Comunque io ho esaminato i ponti di tiro e l'armeria e debbo ammettere che le ho trovate in ottimo stato, sono ragionevolmente certo che questi cannoni potrebbero ancora sparare, inoltre ho trovato parecchi di questi.” e mostrò loro un vecchio moschetto a colpo singolo.
Drizzt: “Interessante. Dunque l'unica stanza inesplorata è la cabina del capitano.”
Dopo essersi scambiati un sguardo d'intesa, il gruppetto raggiunse gli alloggi del capitano e, costatando che la porta era chiusa dall'interno, decisero di forzarla.

Appena la porta si spalancò, Nir richiamò l'attenzione dei compagni su di un cerchio tracciato sul pavimento.
Drizzt: “Sembrerebbe un cerchio alchemico.”
Sirius: “Difatti lo è. Per inciso si tratta di una trappola dirompente in grado di far deflagrare qualunque cosa entri in contatto con essa.” detto ciò egli gli passò sopra come se nulla fosse ed aggiunse: “Fortunatamente in questo mondo la magia non esiste.”
Inoltrandosi oltre nella cabina del capitano, comparve difronte ai loro occhi la figura di un uomo in uniforme, ad un esame più attento si resero conto di aver trovato lo scheletro del capitano della nave.
Aura: “Accidenti, chissà qual'è stata la causa della morte?”
Sirius: “Potremmo leggere il diario del capitano per scoprirlo.”
Detto fatto, Drizzt prese il libro che era sulla scrivania ed iniziò a leggere l'ultima pagina.
Dal diario del capitano: “Dopo aver respinto l'infima flotta Aureliana il morale dell'equipaggio era alle stelle al solo immaginare gli onori e la gloria che ci attendevano in patria, purtroppo il fato ci giocò un brutto scherzo. A pochi giorni dal nostro arrivo in porto si levò una densa nebbia dall'innaturale colore verde, completamente differente rispetto a quella tipica della nostra patria; quando questa si dissolse ci trovammo d'innanzi ad un'isola sconosciuta, cosparsa di misteriosi cristalli fosforescenti. Come se non bastasse i nostri draghi erano svaniti nel nulla e gli alchimisti a bordo si resero conto di non poter più utilizzare alcun tipo di magia. Non volendo mostrare segni d'incertezza, presi dunque la decisione di continuare nella rotta prestabilita; al sopraggiungere della notte, però, i marinai si accorsero di navigare sotto un cielo differente e ciò fece scoppiare il caos. Per ristabilire l'ordine decisi a malincuore d'impiccare alcuni sottufficiali che stavano facendo serpeggiare la malsana idea di un ammutinamento; questo riportò l'ordine e la disciplina ma non so fino a quando riuscirò a mantenerla. Amedeo Guillet, Capitano dell'Eccelsior.”
Dopo un attimo di riflessione Aura prese la parola.
Aura: “Non c'è altro?”
Drizzt: “Il diario s'interrompe qui.”
Nir: “Forse l'equipaggio si ammutinati infine ed ha abbandonato la nave.”
Sirius: “Credo vi sfugga la parte più importante.” disse in tono riflessivo “Questa nave è troppo vecchia per utilizzare un qualsiasi tipo di marchingegno basato sulla magilite eppure essi sono giunti sino a questo mondo.”
Drizzt: “L'isola con i cristalli! Ritieni che possa trattarsi di cristalli di magilite?”
Sirius: “Esattamente. Ritengo sia possibile che, da qualche parte, possa esistere una zona franca dove la magia funziona. Una sorta di Jagd alla rovescia; magari lì potremmo trovare dei cristalli con cui riparare i motori del Garden.”
Nir: “Non abbiamo prove a sostegno di questa tesi.”
Aura: “Non abbiamo nemmeno la certezza che non possa essere così.”
Drizzt: “La cosa migliore è tornare al campo e fare rapporto.”

Questo è un modo per proporvi un'avventura in stile Pirati dei Caraibi introducendo anche un mezzo di trasporto per l'asciare eventualmente questo continente per esplorarne uno nuovo in maniera più rapida che procedendo a piedi. Ovviamente spetta a voi decidere se approfondire questa possibile deviazione o scartarla.
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Cek »

Offtopic: Nella felicità di aver ritrovato qualche volto famigliare in un mondo sconosciuto, ci si è dimenticati che ci accompagnano anche due persone attualmente esterne al Garden e all'Accademia, ossia l'archeologo Dorian e l'Anziana De Garde :sisi:
@Tid: Fiammella Joe :smt082

-Mmm...in effetti qui c'è qualcosa di strano-
Cek girovagò per il villaggio in cerca di tutto e di nulla.
Le parole del Gaio gli avevano messo la pulce nell'orecchio, e i commenti dei vari alchimisti, sebbene propendessero per differenti teorie, davano comunque da pensare.
Osservava con piacere la collaborazione tra i seed e i cadetti, anche se in quel momento la differenza non sembrava essere poi importante: erano tutti sulla stessa barca, e il loro obiettivo era di non farla affondare.
I piedi lo portarono al lato nord del villaggio, dove molte di quelle che un tempo si chiamavano case erano ora ruderi semidistrutti e possibilità di riutilizzo; Cek iniziò quindi a smuovere quanto possibile, nella speranza di trovare qualcosa.
-Che stai facendo?-
-Cerco qualsiasi cosa ci possa servire, Lady de Garde- rispose lui, senza voltarsi.
La donna non rispose, e rimase in silenzio a guardarlo mentre svolgeva il suo lavoro, continuo e deciso.
-E quella cosa sarebbe?-chiese poi, quando Cek estrasse una maschera di dubbio gusto da sotto una trave.
-Qualcosa che andrebbe bene sulla faccia di un certo allevatore di mudkip- rispose lui, con un mezzo ghigno; l'anziana parve non capire a chi si riferisse, così lui, messa da parte la maschera, proseguì la sua ricerca.
Venti minuti dopo, proprio mentre arrivavano Otta e il cadetto che riconobbe essere Holden, Cek iniziò a fare il (magro) riepilogo di cosa aveva trovato. Aldilà degli oggetti in legno spezzati che avrebbero svolto il lavoro di legna da ardere per la sera, era riuscito a recuperare un paio di vasi integri ("questi andranno bene per l'acqua" disse), qualche metro di corda e un paio di torce in buono stato.
-Non molto, direi- osservò Otta, -ma sempre meglio che niente-.
-Qualcosa di strano però l'ho trovato-.
Cek mostrò ai tre presenti un fazzoletto, rinvenuto tra le macerie, che portava raffigurato tramite una tecnica raffinata un paesaggio rupestre.
-Cosa ci fa un oggetto del genere qui?-
- :mmh: Forse apparteneva agli abitanti- ipotizzò Otta.
-Non penso- obiettò Holden -sembrerebbe un po' troppo ricco per un posto come questo-
Cek fece un cenno di assenso verso il cadetto. -È di seta. Ora, ammesso e non concesso che ci si possa procurare questo materiale in un altro villaggio qui vicino, la realizzazione di questo oggetto è decisamente al di fuori delle possibilità di un villaggio in mezzo a una foresta-
-Pensi che possa appartenere a qualcuno di esterno al villaggio?- osservò Otta -Magari a chi lo ha devastato in questo modo?-
-Oppure uno dei membri del villaggio non apparteneva a questo villaggio. Forse questo villaggio ospitava una qualche persona non propriamente "natia" di questo posto, non so, le mie sono soltanto ipotesi-.
-Ehi!- Ruben chiamò da lontano, interrompendo la discussione. - Serve una mano per finire la palizzata, potete venire?-
-Arriviamo, arriviamo-
Holden fu il primo ad allontanarsi, lasciando indietro gli altri tre.
Prima che iniziasse ad avviarsi, l'anziana de Garde si lasciò sfuggire una risatina, che le costò uno sguardo interrogativo da parte di Cek e della ex-preside.
-Niente, solo mi è tornato in mente il discorsetto di Giano sulla tua adattabilità, quando ti abbiamo fatto diventare Custode-.
-Quando mi hanno- precisò Cek, con un tono di voce che fece sobbalzare Otta dalla sorpresa. -Mi ricordo bene che all'epoca lei preferì astenersi. E comunque al momento non c'è nessun Garden da tenere sotto controllo, quindi la prego di non tirare in ballo l'argomento almeno fino alla fine della nostra permanenza qui-.
Ruben chiamò ancora, segno che la palizzata fosse più lunga da finire del previsto; approfittando della chiamata del seed, Cek si congedò senza attendere la risposta dell'Anziana, portando via con sè gli oggetti trovati.

Offtopic: Entro 24 ore metterò una pseudoscheda/linee guida su Cek nel topic apposito, giusto per non creare problemi :sisi:
Immagine
Hanno detto di me
Lilin:In verità Cek viene dal futuro :asd: ci puoi dire i numeri del lotto vincenti per domani?? XD
Nataa:Sei riuscito a spiazzare anche lo zio Perseo con la tua apparizione ( :twisted: )
leonida88:orca pupazza sei l'uomo fumetto!!! :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: sei stupefacente!!!
Sabin_mn:Cek, quando fa lo sborone, almeno lo fa con stile
Pip:Tanti auguri, per oggi niente manga e fuori ad ubriacarti :asd:
Master Roxas:Tu mi fai spaventare...Tanto per la cronaca,l'essere immondo(quello che ho quotato sopra XD) ha ragione
Final Night:Dopo Honey & Clover non riuscivo a trovare un anime simile e sono caduto in depressione. QUesto però è quello che cerco.. mi salverà la vita :smt112 Cek, Tu Curi le malattie con gli anime :asd: ?
Hyam:A parte che sei un provocatore comunista e alla peggio anarchico (lol)
Master Roxas:Ma voi ancora a farvi domande su chi è Cek,state? :asd: :asd:
ChocoboMan:Tu, cosa diavolo sei, una specie di manga-postino a domicilio ? :smt104
Nataa:Ci chiedevamo se il Re dei manga sarà presente a questo fumettopoli :-D
Macha
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Macha »

Durante l'operazione per rappezzare il SeeD ferito, Leon, Macha non aveva potuto fare molto altro dal passare le garze e gli strumenti richiesti e controllare, per quel che poteva, i segnali vitali del paziente (il respiro). Fortunatamente, il cloroformio era bastato a tenerlo KO, ma tutto il sangue perso, buona parte del quale era finito sul pavimento, aveva lasciato Macha con una spiacevole sensazione allo stomaco. Guardò Paine e Lenne mentre si adoperavano a ricucire le ferite; una mano afferrava i lembi di pelle, e l'altra infilava l'ago e tirava il filo. Piccole stille di sangue si formavano laddove l'ago aveva lasciato traccia del proprio passaggio.
La sensazione si acuì: sembrava che un omino invisibile le avesse dato un pugno allo stomaco.
Si guardò le braccia, sporche fino ai gomiti di sangue non suo, e i vestiti, che non erano messi meglio. Sembrava fosse appena uscita da una carneficina. Capì che quella sensazione era nausea: non aveva mai visto tanto sangue tutto assieme, e soprattutto assistere ad un'operazione chirurgica di quel tipo senza un'adeguata preparazione mentale era stato il colpo di grazia. Uscì velocemente dalla baracca, ormai sommersa dalle ondate di nausea, e rigettò dietro l'angolo. Il sapore acre della colazione, ridotta ad una poltiglia di colore giallognolo, la colpì alla bocca e le procurò una nuova ondata, che trattenne con un grande sforzo di volontà. Si sentiva debole e malferma e tanto stanca, e non era sicura di voler tornare dentro l'improvvisata infermeria; l'odore metallico del sangue che aveva addosso bastava a farla sentire ancora peggio. Alla fine rientrò, il più piano possibile per non disturbare i pazienti dormienti, e cercò di adattare l'olfatto al puzzo di sangue che permeava l'ambiente. Leon, avvolto in quella che sembrava una coperta raccattata chissà dove e chissà come, sembrava tranquillo. L'unica cosa che tradiva il suo stato era il pallore estremo della sua pelle, un pallore malsano. Avrebbe dovuto contare sulla sua capacità di ripresa e sulla speranza, flebile per la verità, che non ci fossero batteri pericolosi in giro. Il rischio di setticemia era alto, e come Macha poté constatare frugando qua e là, non c'erano antisettici nei kit. Macha maledisse mentalmente il deficiente che li aveva composti.
Non guardò il ferito una seconda volta: non se la sentiva, non col ricordo dei fiotti di sangue che uscivano dalle vene recise e i momenti concitati vissuti dalle due dottoresse nel tentativo di arrestare l'emorragia. Si girò piuttosto verso Aeli, con la caviglia gonfia come un pallone, e si annotò mentalmente di farle un discorsetto in merito alla necessità di riposo e al non dover strafare a tutti i costi.
La sua attenzione fu attirata da Paine, che stava dando dell'acqua a Oushi. La ragazza non sembrava messa benissimo, ma del resto come darle torto? Il morbo di Crohn, da quel che sapeva, era alquanto debilitante per il fisico e tra i suoi sintomi aveva il malassorbimento dei nutrienti contenuti nei cibi, portando quindi a malnutrizione il paziente che ne soffriva. Nessuna meraviglia, quindi, che Oushi non riuscisse nemmeno a tenersi in piedi; doveva essere una forma particolarmente violenta.
Paine, accortasi del pallore di Macha, le portò una ciotola d'acqua.

Paine - Tieni, ne hai bisogno. È la prima volta che assisti ad un'operazione chirurgica?
Macha - ...Sì.
Paine - Non preoccuparti, capita così a tutti. Vieni, andiamo un attimo fuori, ho bisogno di respirare aria fresca.

Macha seguì la senpai fuori dalla capanna, grata del fatto di non dover più sentire quell'odore.

Paine - Cosa sai di medicina?
Macha - Ben poco, per la verità: non ho una licenza, sono stata addestrata più come supporter per le battaglie che come medico di campo. So come maneggiare un laccio emostatico e come disinfettare e bendare una ferita, ma le mie conoscenze teoriche e pratiche sono molto scarse. Mi rendo conto di essere una pessima infermiera.
Paine - Se lo desideri posso insegnarti tutto ciò che so, ma è necessario che tu prenda una licenza, è chiaro?
Macha - Sempre che riusciamo a tornare a casa...
Paine - Non ne dubito. Ora rientriamo, Leon ha bisogno di assistenza costante.
Macha - Resto ancora un po' fuori, non mi sento molto bene.
Paine - D'accordo, rientra quando puoi.

Mentre Paine tornava dentro la capanna, Macha si incollò ancora di più alla parete e respirò a pieni polmoni l'aria pulita di quel posto. Non era fresca, ma riusciva ugualmente a rinfrancare lo spirito, e comunque era meglio del puzzo stagnante di sangue che permeava la baracca. Vide Lenne rientrare a sua volta, e la salutò con un cenno; non aveva più nemmeno la forza né la voglia di aprire bocca. L'acqua aveva sciacquato via parte del sapore del vomito, ma Macha sperava ardentemente che la cena lo facesse passare del tutto. Cominciava ad avere una certa fame.
Quando rientrò, trovò Paine e Lenne che somministravano qualcosa a Leon, che si era risvegliato ed era in preda agli spasmi. La vista la immobilizzò un istante: senza la sua magia né antidolorifici adeguati non sapeva come reagire a quella dimostrazione di estrema sofferenza. Il respiro raschiante di Leon la ferì quasi dolorosamente alle orecchie.
Gli spasmi cessarono quasi subito, ma Macha si rese nuovamente conto, e la consapevolezza la colpì con la forza di uno schiaffo, di essere totalmente inutile. Indietreggiò fino alla parete, e cadde a terra.
Mentre si portava le mani sul viso, si domandò se sarebbe mai riuscita ad uscire da quell'incubo.
Bloccato

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