Avventure Accademia+Garden

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Teoskaven
SeeD
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Teoskaven »

Nemici, nemici ovunque.
Combatti, combatti, uccidi o sarai ucciso. Prevali per sopravvivere ma difendi anche chi ti sta intorno. Stoccata, affondo, taglio trasversale! Ora passa alle tue arti, ma lascia che Omega faccia il resto. Ricorda che i tuoi compagni possono aiutarti, non fare l'eroe. Incanala il potere che hai appreso e liberalo per trasformare la materia attorno a te. Dilania, stritola, taglia, colpisci. Attento ai proiettili! Ora usa l'arma segreta.

Piccoli pensieri e comandi che vorticavano nella mente di Teoskaven mentre era impegnato nell'hangar assieme ai 3 compagni: Remiem era al suo fianco, sebbene stesse cavandosela bene; Sara e Aeli combattevano insieme per aumentare la forza combattiva in un punto.
Remiem non sembrava curarsi troppo delle condizioni di Sara. Forse aveva fiducia in lei e nelle sue capacità, o almeno si sperava.
FIIIIII
Un proiettile gli passò vicino al collo incenerendogli leggermente per l'attrito aerodinamico qualche punta del pizzetto.
Basta pensare. Concentrati sui nemici.

Tra i tanti nemici che stavano arrivando in continuazione notò e scelse quello più grosso.

Tsk: Remiem! Trasforma quello in uno zombie!

Non senza una punta di dubbio il mago lanciò ripetutamente l'incantesimo, il quale funzionò solo al quinto tentativo. Appena in tempo, Teoskaven piantò le lame nel torace senza curarsi di quali ossa toccasse. Sebbene il neo-nonmorto avesse preso fuoco si rifiutava di morire; probabilmente non sentiva il dolore delle ustioni e non gli era stato reciso nessun organo interno. Colpo di sfiga, ma non importava.
Con tutta la sua forza l'alchimista scagliò il nemico in fiamme verso gli altri, centrandone 3 nel processo e infiammandoli per contatto. I soldati si agitarono ancora per un po', finendo convulsamente a terra nelle fiamme del loro dolore. Quello grosso invece si limitò a dissolversi; una morte insensibile per una vita (divenuta nonvita) insensibile.
Appea dietro però arrivarono immediatamente altri soldati, però in una formazione appetitosa... Teoskaven si voltò verso Remiem.

Tsk: My friend, proviamo un attacco combinato contro questi.
Remiem: E come?
Tsk: Quando faccio partire la mia alchimia avvolgi un tuo incantesimo attorno ad essa, ok?
Remiem: Va-va bene, proviamo.
Tsk: Alche-magic juice: elemental fist!

Il pugno formatosi dal pavimento venne intrecciato da una magia di ghiaccio: l'attacco si infranse sui soldati lanciandoli a terra e bloccandoli in una morsa ghiacciata; Teoskaven e Remiem si sbrigarono a ucciderli finchè non potevano muoversi.
I due non poterono esultare presto però in quanto un piccolo oggetto sferico stava scintillando verso di loro: Teoskaven non voleva crederci.

Tsk: No... Una granata!
Remiem: Granata?

Avrebbe dovuto capirlo dal minor flusso di nemici che stava arrivando, ma ora era forse troppo tardi. Corse in fretta per ripararsi, ma non abbastanza.
La conflagrazione non distrusse nulla, nè procurò esplosioni di qualche tipo, ma in compenso il boato fu terribile. Un strafottutissimo esplosivo sonoro.
Rialzandosi, Teoskaven capì che ci avrebbe messo molto a riacquistare l'udito; la testa gli girava, ma la vista andava ancora discretamente bene, nonostante quel fastidioso PIII nelle orecchie.
Cercò Remiem e gli altri con lo sguardo ma non potè localizzarli in quanto i nemici iniziarono subito ad arrivare.
Merda, come possono aver fatto a non restare assordati?
Sentì un influsso positivo e capì che Sara stava tentando di curarlo. Purtroppo nemmeno la magia poteva far accelerare il processo di riacuisizione del senso uditivo. Capendo che l'angelo era dietro di lui si voltò per riangraziarla con il pollice: era sempre comodo comunque una rinfrescata di energia.
Con le orecchie doloranti si lanciò verso i soldati che stavano nuovamente arrivando cercando di parare i proiettili in arrivo: la battaglia doveva continuare, e anche lui avrebbe fatto la sua parte.
Lord Remiem
SeeD
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Lord Remiem »

Stando a quanto Remiem aveva capito, la strega stava dirigendosi da loro, in infermeria. Stavano subendo un attacco ravvicinato. E contro il boss in persona.
Ma la preoccupazione principale di Remiem, Teoskaven, Aeli e Sarachan era difendere l'hangar principale dall'attacco dei soldati nemici uniti a mostri vari. Caos. Caos totale. Magie che volavano, rumore di spade, persone che bestemmiavano perchè colpite da una delle mani evocate da Teo...e Remiem, giustamente, si divertiva. Lanciava magie a coppie, come ghiaccio dal bastone e fuoco dalla mano libera, e non si preoccupava di essere in un gruppo di quattro membri contro decine di avversari.
L'unica cosa che poteva distrarlo era il pensiero di Sarachan: si era premunito convincendosi che la ragazza angelo sapeva il fatto suo, e quindi cavarsela in situazioni del genere. Remiem sorrideva.

Aveva combinato una delle sue magie con una tecnica di Teo, creando una specie di mano ghiacciata, e poco prima aveva anche zombificato un avversario. Se non è divertimento questo, pensava.
Ma, come si dice, il bel gioco dura poco. Una granata esplose in mezzo a loro, preannunciata da un minore afflusso di soldati, ed esplose emettendo il suono più fastidioso della storia: un fischio incessante che pareva non sfiorare minimamente i soldati nemici. Nonostante l'uomo topo sembrasse un po' confuso, cercava di duellare alla meglio così come Aeli, che si affidava alle sue fruste, e Sara, che tentava di attaccare in volo per essere colpita più difficilmente.
Remiem, dal canto suo, tentava di andare avanti ignorando quel fischio che lo confondeva. Lo faceva innervosire. E, peggio che mai, gli avversari non parevano minimamente disturbati dall'effetto della granata.

Remiem: Ma che ca...voglio vederci chiaro.

Unì le mani come fosse in preghiera, per poi aprirle rivelando una sfera luminescente e bianchissima. Essa si sollevò fino a circa due metri di altezza, per poi iniziare a tremare come se stesse per esplodere.

Remiem: NEURALYZER!

E la sfera esplose veramente, ma anzichè emettere fischi sparò un bagliore accecante tutto attorno, come di una gigantesca macchina fotografica, che durò qualche secondo. Giusto il tempo di ricomporsi e lanciare un Esna sui suoi tre compagni. I soldati avversari erano ormai anche più confusi dei cadetti: alcuni si erano fermati barcollando, altri combattevano alla cieca. Non era difficile per Aeli e Sara attaccarli, mentre Teo si avvicinò a Remiem continuando ad agitare le sue spade.

Teo: Carina quella tecnica.
Remiem: Ah, ne conosco di meglio...

La battaglia proseguì per un po', assumendo toni più frenetici. I quattro cadetti si battevano come eroi contro un bel gruppo di soldati che sembrava non finire mai. Di sfuggita, però, Remiem notò nelle orecchie di un cadavere nemico una specie di batuffolo di cotone pressato.

Remiem: Hai capito 'sti furboni...

Un soldato dalle retrovie gettò un altro piccolo oggetto sferico molto simile a quello che li aveva colpiti prima: un'altra granata. Dannazione, un'altra granata, pensò il mago dalla pelle grigia. Fortunatamente, Remiem fu rapido a lanciarle Levita bloccandola per aria, sospesa nel vuoto.

Teo: Adesso mi sono proprio stufato...

L'alchimista, quindi, evitò con un saltello all'indietro i fendenti di due soldati armati di spade diretti contro di lui, per poi allungare le mani verso le loro armi.

Teo: Tu, Homo Sapiens, e le tue armi... (Offtopic: cit. Magneto in "X-Men conflitto finale")

D'improvviso le armi dei due i nemici si trasformarono in un mucchietto indistinto di rottami di ferro. Ormai ripresi dal flash di Remiem, i soldati guardavano le loro mani ormai disarmate con stupore.

Teo: Anche io conosce qualche trucchetto...

E la battaglia riprese. Nuovi soldati si aggiunsero ai due disarmati, che cercarono di combattere a mani nude cadendo però miseramente dopo qualche colpo di cutlass.

Remiem: Ma quanto ci mettono gli altri ad uccidere quella strega? Scommetto che è tutta colpa sua.
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Ruben -.-
SeeD
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Ruben -.- »

Il rumore di passi dietro l'angolo fece sussultare Drizzt. Lavitz, che era rimasto in guardia fino a quel momento, si concesse un attimo di riposo dopo aver scorto il volto amico del vicepreside spuntare da un corridoio adiacente.

"Aura!" fu la prima e più naturale esclamazione. Non c'era modo di impedire a Ruben di preoccuparsi ogni volta che scorgeva Aura in difficoltà, più di qualsiasi altro SeeD probabilmente.
"Sto bene." fu l'immediata risposta che permise alla morsa di panico che cingeva Ruben allo stomaco di allentarsi. Eppure quelle due parole erano state dette in un modo che a Ruben non piacque. Scorgeva in esse qualcosa come rimorso, shock, senso di urgenza. "Hanno rapito Paine." aggiunse Aura spiegando in parte le strane sensazioni di Ruben. Si aspettava che lui si mostrasse ansioso, innervosito, perfino adirato ... e invece quest'ultimo si limito a ridacchiare indistintamente.
"Bè...poveri loro."

Solo Drizzt sembrò comprendere la battuta e apprezzarla.

Xed, il quale sembrava essere presente in quel corridoio soltanto col corpo, si scosse dal suo torpore avvicinandosi al vice con la mano tesa e una lettera al suo interno. Ruben lo guardò in tralice, prese la lettera e la aprì.
Ruben probabilmente quando riceverai questa lettera non mi troverai.
Ci hanno attaccato per prelevare il sangue di Cek per far qualcosa di cui non conosco motivo.
Secondo i dati raccolti da Xed tutto ciò era programmato, poi ti spiegherà meglio, stanno per attaccarci quindi non ho molto tempo.
Aura non è ufficialmente, fortunatamente, membro del team medico, ma dotala di una scorta che possa proteggerla o almeno non lasciarla mai andare in giro da sola.
Se non dovessi sopravvivere dì a quell'idiota del Custode che avrei tanto voluto spaccargli la faccia! Alcune dannatissime cose almeno a me doveva dirle!
Non ho più tempo, sento che stanno arrivando.

SeeD Paine
"Dov'è la strega adesso?" si limitò a chiedere senza staccare gli occhi dal figlio di carta.
"E' ancora in infermeria" rispose la voce di Lonely.

Ruben lo guardò. Era possibile percepire qualcosa di insolito nel tono del cadetto. Poi il suo pensiero fu rivolto all'infermeria. Non aveva compiuto che qualche passo, quando, col medesimo tono insolito, le parole di Leonely lo colpirono con la furia di un uragano. "Ha detto di essere mia madre..."
Ruben proseguì senza dar l'impressione di voler rispondere. Cosa avrebbe dovuto dirgli?
"Ha mentito."? Sapeva benissimo che invece era la verità. Un altro pezzo del puzzle era andato improvvisamente al proprio posto, non c'erano errori.
"Non le farò del male."? Non poteva. Sapeva fin troppo bene che avendo l'opportunità di porre fine alla vita di Xavia, non avrebbe avuto tentennamenti.



Schiacciato dal peso della verità appena udita, Ruben giunse nei pressi dell'infermeria. Un dialogo spiccio poteva udirsi chiaramente anche a quella distanza.
- Calmati, mio prode cavaliere. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo per eliminarli.
- Io voglio ucciderli ora. Quello che ti hanno fatto, meritano di bruciare tra le fiamme più calde dell'inferno!-
Non si nascose. Non ce n'era motivo.
"Vuoi cominciare con me?"
Il tono di sfida giunse a Gabriel prima della vista del vicepreside. Ma la voglia di battersi non tardò troppo a comparire nelle iridi del cavaliere che sguainò la spada. La strega gli poggiò una mano sulla spalla e dopo aver sussurrato "Torna vittorioso" svanì in una nuvola oscura.

Ruben fece comparire Sunrise, la divise e fece mulinare le lame in un gesto elegante. Non servivano parole ne introduzione alcuna. Metallo cozzò contro metallo provocando un suono rotondo e amplificato dal vuoto della stanza. Sotto i piedi dei due ballerini che si fronteggiavano in un valzer di morte, scricchiolavano schegge di vetro infrante.

Parata e affondo. Non sembrava possibile che un pazzo (e non c'era altro modo di definirlo) potesse essere in grado di combattere così bene. Ma in fondo era stato pur sempre un SeeD.

Parata e affondo. La lama saettava in un sapiente movimento circolare. Nonostante Ruben combattesse con due spade, Gabriel sembrava non risentirne affatto. Duplicava la sua velocità di esecuzione per consentire alla sua arma di trovarsi al posto giusto nel momento giusto per parare, deviare, portare l'offensiva. Una magia di fuoco si intromise nel concerto di metallo tra una mossa e l'altra, come il suono di gong separa i round di un un incontro di boxe. La lotta era stata senza tregua e i due ora ansimavano guardandosi malevoli.

"Morirai insieme a tutti i parassiti che popolano questo fetido posto."
"Questo -fetido posto-, io lo chiamo casa. Tu, quale posto chiami casa? Forse la prigione che ti ha accolto negli ultimi anni? La sede di un'organizzazione che sta usando te e la tua padrona? Puoi chiamare -casa- il grembo di quella strega?"
"Tu non puoi capire! Non immagini neanche l'intensità del suo amore per me! A cosa mi serve una casa quando ho un sentimento del genere a darmi forza?!"

Una risata insana si levò per la stanza. Ruben capì che c'era ben poco da ragionare con un individuo del genere. Reso cieco a qualsiasi senso morale da un sentimento senza fondamenta, quell'uomo era privo di qualsiasi opportunità di ritrovare l'intelletto.

Quando ancora l'ultimo accenno di risa stava per spegnersi sulla bocca dell'uomo, Ruben riprese fulmineo la lotta. Colpi laterali e affondi improvvisi non riuscivano a ledere la difesa possente che l'uomo aveva innalzato. Il vicepreside comprese che attendere che si sfiancasse, poteva essere una mossa azzardata e controproducente. Decise di ricorrere ad un'astuzia, sfruttare l'ambiente, approfittare del suo ego reso smisurato dalla pazzia.

E' feccia. E' una nullità. E' un nemico. Xavia mi riavrà trionfante.
Sei uno sciocco se pensi di avere la meglio facilmente. Lo vedi no? Sarà feccia...ma è abile.
Ti mostra il fianco! Infilzalo, adesso!

L'affondo fu decisivo. Invece che parare, Ruben deviò il colpo. Gabriel si sbilanciò per un secondo soltanto ma sufficiente a fargli perdere l'equilibrio sui resti vitrei di un'anta dell'armadio a muro e cadere di sasso sul pavimento ingombro. Ruben fu lesto a completare l'opera mostrando la lama di Shadow al collo nudo del cavaliere. Ma il gesto, per quanto fulmineo ed elegante, fu inutile. L'espressione sorpresa sul volto di Gabriel non era dovuta ne alla mossa di Ruben, ne al passo falso che aveva appena commesso, ma al dolore lancinante apparso improvvisamente dietro la sua schiena; dolore spiegato da un lungo pezzo di vetro che ora gli spuntava dal petto.

La consapevolezza della morte imminente mutò ancora l'espressione sul volto del cavaliere. Rideva... rideva follemente mentre con lo sguardo misurava Ruben da capo a piedi.

"La sua ira...ora..divamperà... ..."

Un rumore dietro di lui costrinse Ruben a voltarsi. Era Lenne. Quando tornò a guardare Gabriel, la vita lo aveva ormai abbandonato.
Chiedere scusa è un gesto che rafforza l'amicizia, chiarisce i dubbi,
è un rimedio contro l'odio, non è mai un segno di debolezza.
-
Romano Battaglia
Lenne
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Lenne »

«Devi tornare subito indietro» la voce di Bahamut, carica di urgenza come mai mi era capitato di sentire, riecheggiò fra i miei stanchi pensieri mentre aiutavo Lilith ad appogiare la schiena contro il muro.
«Che cosa succede?» domandai preoccupata, alzandomi di scatto in piedi e guardandomi attorno, in un primo momento, per poi volgere lo sguardo alle mie spalle, distratta da un improvviso brivido che corse lungo la spina dorsale.
Il vuoto accecante a circondarmi. L'odio di una persona sola, l'amaro e inebriante sapore della vendetta a scandire il battito forsennato del cuore, avvelenandolo subdolamente con la medesima potenza di un dolce sogno ingannatore: il ricordo di un sorriso gelido sorse a colmare un'improvvisa vertigine finché, come ali di cera al sole, l'odio e la vendetta si sciolsero in un istante, frantumandosi come specchi che riflettono una luce morente e incendiano un intero universo.
Sul fuoco cadde fitto il dolore; lacrime come pioggia.
Scivolò l'eclissi su un silenzio soffocato, riportandomi con violenza a una realtà costituita da fragori e grida; scossi la testa, portandomi una mano alla fronte per scacciare le sensazioni che quell'illusione - perché altro non poteva essere - mi aveva lasciato. «La Strega...».
«Non avverto più la sua presenza ma l'odio nei vostri confronti sembra essersi moltiplicato da quando ha messo piede nella struttura; non è strano che tu ne abbia risentito le conseguenze».
«Cos'è successo laggiù?» ripetei, sguainando d'istinto la spada; mia sorella mi osservava perplessa, non potendo sentire quel muto dialogo e, di conseguenza, non comprendendo il perché di tale concitazione.
«Vai e vedi di persona, di più non riesco a dirti; troppe emozioni contrastanti, è difficile anche per me costruire un quadro generale della situazione».
«Maledizione» mormorai a mezza voce, facendo per correre in direzione del cortile; arrivata sulla soglia, mi fermai e voltai brevemente lo sguardo verso la ragazza ancora immobile poco distante. «Puoi fare quello che ti pare, andartene o rimanere qui: ciò che sentivo di dover fare l'ho fatto, non esiterò a fermarti una terza volta - se si rivelerà necessario in futuro - ma ricordati che non avrò tutti questi riguardi».
Dopo quelle parole, sparii lungo le scale.
- - - - - - - - - -
«Stanno retrocedendo!» esultò Sara nel vedere gli assalitori ripiegare verso il punto da cui erano giunti; gli unici a rimanere sul campo di battaglia, non possedendo più alcun freno inibitore, erano i Caulli che, pur nel loro esiguo numero, rimanevano comunque degli avversari degni di qualsiasi timore.
«Qualcosa non quadra...» intervenne Aeli, privando dell'equilibrio una di quelle bestie dopo avergli avvolto la frusta attorno alle zampe posteriori. «Non sembrano in ritirata, piuttosto ho come l'impressione che stiano abbandonando un compito al quale ormai hanno adempiuto».
«Di sicuro preferiscono scappare con la coda tra le gambe, che subire altre perdite!» esclamò il mago accanto alla Rioshi, che evidentemente aveva sentito soltanto la prima di quelle due battute.
Teo, poco distante, rimase un attimo perplesso anch'egli di fronte all'ipotesi espressa dalla Cadetta ma, alla fine, si trovò concorde con il ragazzo dalla pelle cenerina. «Probabilmente sono diventati più cauti» azzardò, pur non essendo lui stesso convinto della propria affermazione.
Aeli scosse la testa. «No, la risposta è un'altra, collegata sicuramente al fatto che la Strega abbia deciso di rivelare la sua presenza in infermeria e non, logicamente, dove sarebbero potuti esserci più SeeD da eliminare».
«L'infermeria?!» ripetei, arrivando trafelata all'ingresso dell'hangar. «Lei era in infermeria?».
«Lenne!».
«Importa qualcosa?» sbottò Remiem, che sembrava trovarci gusto in quell'assurda schermaglia senza capo né coda. «Non mi pare che l'hangar sia quello meno preso di mira, in ogni caso; quindi perché non finiamo di spargere sale sulle ferite di quei codardi?».
«Dilettarsi con loro è inutile!» lo fermai, o almeno ci provai, afferrandolo per l'avambraccio. «La situazione è scritta a chiare lettere, perché non ti togli quei paraocchi da eroe e cerchi di vedere a trecentosessanta gradi?».
«Io vedo solo un esercito che sta in tutti i modi cercando di offrirci una rapida dipartita da questo mondo» replicò lui, incenerendo un soldato a caso con una vera e propria deflagrazione.
«Un esercito!» esclamai con una punta di sarcasmo e disgusto, lasciando la presa. «Credi davvero che, se avessero voluto eliminare quattro Cadetti, ci avrebbero impiegato tanto tempo? Questo non ti suggerisce nulla?».
«Era proprio come pensavo» annuì la giovane armata di fruste, lasciandole ricadere inerti al suolo e fissando a labbra serrate il manipolo di avversari che indietreggiava in ranghi troppo ordinati. «Un diversivo; abbiamo fatto il loro gioco mentre la Strega o chi per lei recuperava ciò di cui aveva bisogno. Hanno calcolato che, pochi come siamo, non saremmo riusciti a coprire ogni zona e hanno scelto quelle logicamente più strategiche per spingerci ad asserragliarci lì. Senza contare, inoltre, che con quegli esseri a quattro zampe in totale libertà, sarebbe stato impossibile seguire un preciso piano d'azione».
Ineccepibile, avrebbe detto Calien in una situazione come quella.
Il mago cominciò, forse, in quel momento a comprendere la logica dietro gli eventi, lasciandosi poi andare a una colorita imprecazione che accentuò il mio istinto di mettergli le mani addosso; imponendomi la calma, guardai verso gli altri tre Cadetti. «Qualcuno di voi sa cos'è successo in infermeria o chi ci sia lì in questo momento?».
«L'ultima cosa che abbiamo sentito, è stato l'avvertimento di Paine via Codec poi, come hai potuto costatare, anche noi siamo stati isolati dal resto» rispose Sara, rinfoderando l'arma ormai inutile. «Ci sono alte probabilità che qualcuno sia rimasto ferito oppure, peggio ancora, che la Strega si trovi ancora lì».
«Della sua assenza sono quasi certa» la rassicurai, sebbene l'espressione del viso trasmettesse ben altro. «Mi preoccupa invece questo prolungato silenzio, soprattutto da parte di Paine; vado a controllare, voi cercate di contattare o intercettare Ruben in qualche modo».
«Il vicepreside è gia in infermeria!» mi gridò dietro Teo, probabilmente a seguito di un avviso da parte dello stesso, ma ormai ero troppo distante per poterlo sentire.

«E perché attaccare te e Lon?» la domanda del Commander Lavitz, insoddisfatta dal silenzio della SeeD di fronte a lui, fu la prima cosa che captai non appena passai in una zona ancora piuttosto distante dall'infermeria; mi spostai in direzione della voce sino a scorgere sei persone.
Aura si reggeva in piedi a fatica, escoriazioni varie le graffiavano la pelle e un ferita ben più profonda delle altre sanguinava fino a tingere di un cupo scarlatto il tessuto della sua divisa, Amila era riversa a terra apparentemente priva di conoscenza, Lon fissava il vuoto con un'epressione a metà fra il vacuo e lo stranito come fosse lontano mille miglia da quel mondo, Xed non era messo diversamente, Drizzt stava controllando la propria pistola - pronto a qualsiasi evenienza - e Lavitz prestava attenzione a eventuali pericoli.
Mi accostai in pochi secondi alla ragazza, inginocchiandomi per osservare meglio la gravità del danno. «Fortunatamente è un taglio piuttosto pulito» la informai, passando delicatamente le dita su tutta la sua lunghezza il più leggermente possibile «ma dev'essere disinfettato e bendato il più presto possibile». Appoggiai entrambi i palmi delle mani sul suo fianco, respirando a fondo per far confluire quanta più energia possibile e cominciare ad approntare le prime cure con un Rigene circoscritto, concentrandomi al massimo per impedire che si disperdesse a sanare le ferite lievi. «Così smetterà di sanguinare a breve e i tessuti cominceranno lentamente a ricostruirsi; come ben sai, per lesioni profonde la magia più di questo non può fare. Al resto penserà la vecchia e sana arte medica» mormorai con un sorriso rinfrancato, scostandomi da lei e dando giusto una rapida occhiata agli altri graffi per accertarmi non vi fosse nient'altro di potenzialmente rischioso.
«Ti ringrazio» annuì la giovane, raddrizzando la propria posizione senza smorfie a dipingerle il viso; avevo parzialmente inibito i suoi recettori del dolore, non era lo stesso effetto che poteva avere un antidolorifico ma sempre meglio di niente.
«Perché Paine non è intervenuta?» chiesi, ponendo alla fine quella domanda che picchiava incessantemente nella mia testa già da quando avevo incontrato Aeli e gli altri all'hangar; l'ennesimo silenzio e lo sguardo basso di Aura mi portarono a insistere con più veemenza di quanta me ne sarei aspettata io stessa, prendendola delicatamente per le spalle e scuotendola appena ripetendo la richiesta.
Si decise infine a esternare una risposta, riassumendomi in poche parole ciò che era successo in presenza della Strega e di come un membro dell'Organizzazione Omega, tale Uriel, avesse colto di sorpresa la dottoressa e avesse avuto ragione su di lei, portandola con sé in un portale dal quale nessuno dei due era ancora uscito; per la seconda volta in quell'infernale giornata, le mie nocche incontrarono il freddo muro di una parete manifestando quella rabbia che a stento avevo trattenuto dopo il comportamento decisamente fuori luogo del mago Cadetto.
Allontanandomi a grandi passi, annunciai che sarei tornata in infermeria a recuperare quanto sarebbe servito per medicare le ferite di Aura - ignorando le sue accorate proteste - e ne avrei approfittato per dare un occhio alla situazione generale, sperando magari di ritrovare anche la SeeD scomparsa.
Fu tuttavia il vuoto assoluto che accolse il mio ingresso nella stanza, oltre che una devastazione totale: camminando su vetri infranti e mensole rovesciate, riuscii a recuperare quanto mi ero prefissata lanciando nel contempo sguardi attenti ai dintorni e tendendo le orecchie per captare anche il minimo rumore.
Un gesto spontaneo e istintivo, quello di portare Celebros in mia difesa quando uno scricchiolio leggero alle mie spalle mi avvisò della presenza di qualcuno, amico o nemico non potevo saperlo: le lame s'incrociarono con un secco stridio e bastò un incontro di sguardi perché venissero subito abbassate.
«Ruben...» esordii, riconoscendo nell'uomo il vicepreside. «Hanno avvisato anche te di quanto successo a Paine?».
«Aura e gli altri me l'hanno detto, sì... la conosci, puoi soltanto biasimare chiunque l'abbia presa per il suo insano gesto. Ad ogni modo, ho avuto il tempo di ricevere il comitato di benvenuto».
Alla mia espressione interrogativa, egli rispose indicando lo studio della dottoressa con un cenno del capo.
Riverso sul pavimento, lo sguardo vitreo rivolto al soffitto, giaceva il Cavaliere della Strega a braccia spalancate, un ghigno distorto a increspargli le labbra e rendere - se possibile - la sua figura ancora più inquietante di quanto già non si mostrasse in precedenza.
«Così la Strega ha perso il suo Cavaliere... mi chiedo cosa succederà d'ora in avanti...» sussurrò il Guardiano nella mia mente, anticipando di poco ciò che stavo per dire ad alta voce.
«Di Xavia nessuna traccia» proseguì il moro, avvicinandosi e lanciando un'occhiata indecifrabile al fu Gabriel. «Immagino abbia ottenuto ciò che stava cercando».
«Già...» mi limitai a replicare, troppo distratta dalle sorti di Paine per fornirgli spiegazioni dettagliate in merito a chiave e attivatore; gliene avrei parlato il prima possibile. «Sono venuta a recuperare alcune cose per medicare Aura, incredibile sia riuscita a trovare qualcosa d'intero qui dentro» conclusi, ricacciando conclusioni affrettate e stanchezza dove sarebbero dovuti rimanere.
Non ti azzardare a non tornare! Abbiamo ancora qualcosa in sospeso e sono certa che una bella lezione non disdegneresti di darmela... quindi, vedi di tornare tutta d'un pezzo!
Immagine

Ti ricordi? È proprio lì che siamo diventati amici.
Perché noi siamo amici, vero?

Quando talor frattanto / forse sebben così / Giammai piuttosto
alquanto / come perché bensì; / Ecco repente altronde / Quasi
eziando perciò / anzi altresì laonde / purtroppo invan però /
Ma se per fin mediante / quantunque attesoché / Ahi! Sempre
nonostante / Conciossiacosacché!


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*Paine*
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da *Paine* »

Cosa c’è dopo il buio?
Forse la luce, o forse altro buio.
Quel giorno ad aspettarmi c’era soltanto un’immensa oscurità.


Odore di terra bruciata. Sudore. Sangue. Quando ripresi i sensi mi ritrovai distesa a terra in modo scomposto. Probabilmente ero stata scagliata contro il terreno con violenza. I muscoli doloranti, la testa che poteva esplodere da un momento all’altro. Mi eressi a fatica facendo leva sulle braccia.
Mai in vita mia avevo trovato una difficoltà tale ad alzarmi in piedi. Esclusi i momenti su Eden ovviamente. Scossi la testa per schiarirmi le idee e per togliere il terriccio secco impigliatosi nella folta capigliatura. Mi guardai attorno. Terriccio secco, sangue, gradinate, spalti con soppalco. Mi trovavo in un’arena. Oltre quella però c’era il nulla, il nulla assoluto. Fuori dallo spazio e fuori dal tempo. Barcollai per un attimo prima di erigermi completamente. Respirai profondamente e distesi i nervi. Un rumore secco dietro di me mi portò a voltarmi di scatto. Portai la mano alla nuca dolorante. Il fot*utissimo stron*o che mi aveva colpita me l’avrebbe pagata cara. Non dovetti maledirlo tanto per farlo comparire. Lui era già lì. Una montagna di muscoli che mi fissava deliziato, come un gatto che fissa il povero topino appena catturato. Ci volle qualche secondo prima la vista da offuscata tornasse nitida. Lo riconobbi all’istante. Dopo anni, l’incubo peggiore che potessi avere si era ripresentato al mio cospetto. Uriel, capo della Seconda armata dei mercenari Neri (nome random xD). Fin dalla tenera età, esposto a guerre e lotte di potere di ogni tipo. Addestrato ad uccidere brutalmente chiunque gli si parasse davanti. Uomini, donne, vecchi e bambini, nessuno sfuggiva alla sua ferocia. Più uccideva e più cresceva la sua bramosia di uccidere. Grande almeno due volte me, ma nettamente più debole e lento. Ora sembrava diverso… Sicuramente almeno tre volte me e, per cogliermi alla sprovvista ed atterrarmi così facilmente molto più agile e forte di un tempo. Prese parola all’istante, impedendo al flusso di ricordi di annebbiarmi la mente. Brandiva un’ascia portentosa che sicuramente non avrebbe esitato ad utilizzare.

Uriel: Tra tutti i miseri scarafaggi che potevo incontrare, proprio tu! Hanno ragione a dire che il mondo è piccolo cara la mia Lady Paine-k32. Non ti vedo da quel giorno in cui sei scappata con la coda tra le gambe. Ora fai la crocerossina?

Lo fissai gelida. Rivederlo dopo così tanto tempo… La rabbia cominciò a salire. Meglio così, le cellule d’Angelo nero presenti nel mio organismo avrebbero ripristinato molto più in fretta le lievi lesioni esterne. Per quelle interne, purtroppo per lui, sarebbe servita soltanto la spada. E’ vero. Quella volta scappai, ma non per paura. Scappai per il troppo dolore. E’ difficile curare le ferite poste all’interno delle persone. Lo squarcio nel mio cuore stava per riaprirsi. Cercai di non pensare.

Paine: Ho abbandonato da tempo il grado di mercenario k32. Ora sono Paine SeeD del Garden di Rinoa una Dottoressa che espia le colpe del passato e niente più. Cos’altro volete da me? Ho regolato i miei conti con Noah tempo fa. Non vi devo più nulla (per info vedi Garden 5 mi pare °_°). Tantomeno spiegazioni.

Il tizio nerboruto rise di gusto. I denti perlacei risplendevano al contrasto col colore scuro della sua pelle. La giacca aperta senza maniche svelava pettorali ed addominali scolpiti. Sulla spalla destra un tatuaggio dal significato a me sconosciuto. Probabilmente era ciò che lo identificava come membro dell’Organizzazione Omega. I jeans sporchi e lacerati dalle molte battaglie infilati a forza dentro anfibi paradossalmente piccoli per un uomo di tale taglia e misura.

Uriel: Lui non c’entra niente, come non c’entra niente la banda di mercenari a cui tu hai voltato le spalle. Io voglio il tuo sangue. Voglio prendermi il merito di aver eliminato una lurida traditrice. Ucciderti da svenuta non avrebbe appagato la mia sete di vendetta. Sai come sono fatto…

In pochi secondi mi si scagliò contro. La grandissima ascia cozzò pesantemente contro il piatto della lama della Masamune. Il rumore metallico lo esaltò. Ca*zo se era veloce! Purtroppo anche potente. Tenevo testa alla sua forza immensa contrastandolo a mia volta. I piedi scavarono solchi profondi nel terriccio secco. Utilizzai gran parte della mia forza per respingerlo indietro. Uriel perse l’equilibrio indietreggiando di qualche metro. Lo svantaggio di essere enorme. Più grande sei e più grande sarà il tonfo quando cadrai a terra. Ansimai. Quella forza, quella velocità. Non lo ricordavo così potente.

Uriel: Tutta qui la famosissima forza di cui ti vantavi sempre? Non ci sarà gusto ad eliminarti.
Paine: Stai zitto e combatti. Non me ne andrò da qui finché non ti avrò visto a terra schiacciato sotto ai miei piedi.
Uriel: Lo credo bene, anche perché sarà l’unico modo per uscire di qui. Uno dei due deve morire e di certo non sarò io! Nell’Organizzazione Omega sono riunite soltanto persone “speciali”. Non sono l’uomo che ricordavi Paine, ora sono “diverso”.
Paine: Non sottovalutarmi, sono diversa anche io!

Mi fiondai all’attacco puntando direttamente alle gambe. Un bell’affondo era quel che ci voleva per cominciare quella danza di sangue. Uriel scartò di lato molto prima che potessi accorgermene. Qualche secondo dopo mi ritrovai a terra disarmata e dolorante. Il calcio portentoso con cui mi colpì alla schiena non l’avevo neanche notato. Mi rotolai sul fianco rantolando. Uriel non perse tempo e mi schiacciò al suolo affondando il piede sul ventre. Mi tolse il fiato. Alzò la grande ascia sopra la mia testa. In quei pochi secondi ricordai il terrore della morte provato su Eden.

*********************************
In altro luogo

Ruben guardò Lenne. Poche volte aveva visto nella SeeD quell’espressione di smarrimento mista a rabbia, odio e dolore per la perdita di qualcuno per lei importante. Sapeva come si stava sentendo, anche se confidava in Paine, sapeva che sarebbe tornata.
Purtroppo però il dubbio è sempre presente nella mente dell’uomo. Il vicepreside soppesò per un attimo la situazione. Un portale. Alla fine non era stato un modo tanto diverso da quello in cui Pip era scomparso. Prese il Codec assalito dal dubbio. E se Paine fosse stata l’ennesima pedina dell’Organizzazione Omega? Si congedò momentaneamente da Lenne allontanandosi di qualche lunghezza. Compose un numero che non avrebbe mai voluto comporre, più per stizza nei confronti del SeeD che per altro, ma voleva sapere. Doveva sapere. Il Codec suonò più volte, fu quando Ruben stava per perdere la pazienza che il destinatario della chiamata rispose.

Codec:
Ruben: Alla buon’ora. Dove ti sei cacciato? Qua sta succedendo il finimondo!
Cek: Sono occupato al momento.
Ruben: Sarò franco, hanno preso Paine. La faccenda si è svolta nello stesso modo in cui abbiamo perso Pip.

Il Custode sospirò. Poco prima aveva notato le innumerevoli chiamate della SeeD, ma non le aveva risposto. Pensava non fosse importante, pensava che potesse cavarsela da sola in qualsiasi situazione si trovasse e invece… Invece era successo un macello.

Codec:
Cek: Conosci Paine, se la caverà. E’ forte e sa badare a se stessa.
Ruben: Solo questo? E se avesse fatto la stessa fine di Pip? Uccideresti anche lei?

Cek chiuse gli occhi per poi riaprirli qualche attimo dopo.

Codec:
Cek: Se non mi lasciasse altra scelta dovrei ucciderla personalmente.
Ruben: … Speriamo non debba accadere allora.

Ruben chiuse seccamente il Codec in faccia all’interlocutore. Era furibondo per la risposta. Non gli era mai andato giù neanche il discorso riguardante le sorti di Pip, per quelle di Paine poi…
Se ciò fosse capitato a Fei, probabilmente il Commander avrebbe disertato piuttosto che ucciderla.
D’altra parte Ruben però non aveva potuto vedere l’espressione sofferente del SeeD mentre pronunciava quelle dolorose parole.

******************************

L’ascia atterrò pesantemente sfiorando di poco il mio viso. Il sudore scese lento dalla fronte fino a percorrere il collo per poi cadere a terra. Il piede che premeva sullo stomaco, mi impediva di muovermi. Neanche il disperato colpo di reni che tentai facendo leva più sulla grande volontà che sulla forza, mi permise di contrastarlo. Potevo soltanto guardarlo dal basso. Uriel rideva di gusto schernendomi e scimmiottando la me di un tempo molto più che reale, ma molto diversa da ora.
Mi rivolse uno sguardo da cui traspariva compiacimento per se stesso. Prima di parlare ancora, sferrò l’ennesima pestata. Dalla bocca colavano rivoli di sangue.

Uriel: Fine dei giochi. Quanto sei durata? Un paio di minuti? Sinceramente non so se ucciderti direttamente o farti soffrire a poco a poco dilaniandoti dal dolore. Quale preferisci?

La domanda non prevedeva una risposta. Cominciai a non capir più niente mentre l’uomo erculeo mi prendeva a calci. Vomitai sangue. Il gusto ferroso di quel liquido rossastro mi diede la nausea causandomi altri conati di vomito. Eccitato dalla scena, ma intenzionato a non finirmi subito, piantò l’anfibio sul mio petto. Un urlo di dolore trattenuto più per orgoglio che per altro, stavolta uscì come l’ultimo ruggito del leone, mentre il Gladiatore infilzava il suo gladio nel cuore della bestia.

Uriel: Perdente. Non c’è gusto ad eliminarti, anche se sentirti urlare di dolore mi ha estasiato. Ti prego fallo ancora.

Mi pestò ancora un paio di volte con violenza.
La risposta alla provocazione però, seppur con voce flebile, uscì istintivamente.

Paine: Mai… Chi ca*zo sei in realtà?
Uriel: Vuoi proprio saperlo? Effettivamente potrei anche spiegarti molte cose dato che, tu morirai qui oggi e ciò che ti dirò morirà con te.

Premette ancor più forte lo stivale sul petto. Mi lasciai sfuggire dei gemiti di dolore. Sentivo ogni muscolo esplodere sotto la sua potenza, neanche il fatto di esser Angelo nero mi avrebbe salvato il culo quella volta. Rise sguaiatamente, mentre smorfie di dolore si impressero sul mio viso.

Uriel: Non sono più l’uomo che conosci. Quell’Uriel è morto quel giorno, il giorno in cui tu te ne andasti, anzi per la precisione scappasti. Nessuno ti aveva accettato come capo della nostra banda di mercenari, né io né Noah. Qualche sera dopo “l’incidente” in molti progettarono di ucciderti visto che eri allo stremo delle forze, proprio come adesso, ma tu sei stata più furba. La mattina dopo eri già fuggita con la coda tra le gambe. A quel punto chi doveva prendere il tuo posto? Nessuno osò mettersi contro Noah, nessuno tranne me. Mi duole ammetterlo, quell’uomo era un portento, mi ridusse in fin di vita lasciandomi là in balia del mio destino. Rimasi per giorni col petto squarciato in due. Più morto che vivo. Fin quando arrivò lui. Dragunov, uno scienziato dalle capacità incredibili. Persi i sensi molto prima di ringraziarlo per avermi soccorso.

Le palpebre cominciarono a farsi pesanti, la vista annebbiata. Tutto ciò che Uriel stava cianciando mi confondeva. Il cervello ormai stava per sconnettersi del tutto. Una pestata poderosa mi fece sputare altro sangue. Riaprii gli occhi guardandolo fisso in volto. Era furente.

Uriel: NON PERMETTERTI DI IGNORARMI MENTRE PARLO!

Un’altra serie di calci mi fece rotolare più in là. Ormai non si sprecava neanche più ad inchiodarmi a terra, non sarei riuscita ad alzarmi neanche volendolo con tutta me stessa. Si chinò su di me con sguardo severo. Poi sorrise divertito.

Uriel: Si deve prestare attenzione alle persone quando parlano, o ti serve un’altra lezioncina prima di lasciarmi finire? Come ti dicevo, Dragunov era ed è tutt’ora una gran persona. Lui è intervenuto sul mio corpo morente rimettendolo a nuovo sono stato uno dei suoi primi esperimenti portati a buon fine. Essendo uno scienziato eccelso e di grande fama, riusciva a trafugare illegalmente organi in ospedali o laboratori di ricerca corrompendo facilmente alte cariche. Lui puntava all’essere perfetto. Mi dotò di una forza sovrumana intervenendo chimicamente sul mio corpo. I primi periodi furono terribili. Il mio corpo rigettava gli agenti chimici che, di conseguenza, intaccavano gli organi facendoli marcire. Ci fu un continuo cambio di quest’ultimi, ma alla fine ci riuscì perfezionando il composto. Geniale, non trovi?

Non risposi. La cosa mi shockò profondamente. Un pazzo del genere se ne andava in giro a creare mostri invincibili, gente non umana. Per la loro creazione molte persone erano morte in un’inutile graduatoria per ottenere organi che non sarebbero mai giunti alla casa base. Il solo pensiero mi rivoltò lo stomaco. Tossì violentemente per impedire che l’ennesimo conato di vomito fuoriuscisse dalla bocca. Uriel rise selvaggiamente. Uno sguardo di fuoco in volto. Da lì a quel momento aspettai per qualche minuto la fine, ma non giunse. Continuò a parlare. Molto meglio. Più parlava e più permetteva al mio corpo di ristabilizzarsi, anche se non potevo scappare in eterno. Mi prese per il bavero della giacca sussurrandomi all’orecchio.

Uriel: Non sono stato l’ultimo dei suoi esperimenti ovviamente. Ne ha provati e falliti centinaia, ma comunque non fui il primo. Prototipo 002. Anche là mi ritrovai ad essere secondo, ma non per questo perdente come puoi ben notare. Ora lavora in un posto chiamato Dharma, a quanto ne so dovresti conoscerlo vero?

Sgranai gli occhi. Finalmente avevo capito qual era lo scopo reale della Dharma e perché bramava il possesso di alcuni noi SeeD del Garden di Rinoa. Probabilmente non era ancora soddisfatto dei suoi esperimenti, probabilmente non aveva ancora creato l’essere, a suo giudizio, perfetto. Voleva l’immortalità dei Drow, la velocità e la rigenerazione cellulare portentose degli Angeli neri e perché no, ora anche il fattore naturale di Nathan, per non parlare del curioso enzima a spirale presente nel DNA di Cek.
Istintivamente strinsi i pugni. Avrei voluto mollargli un cazzotto nella mascella, ma non avevo più forze. La curiosa reazione che aveva scaturito in me dicendomi tutte quelle cose, lo eccitò. Decise di continuare, aveva lasciato il pezzo forte per il gran finale.

Uriel: Dovresti conoscere anche altri prototipi del signor Dragunov. Uno lo ritrovò nell’accampamento dove morì tuo marito o per la precisione dove tu l’hai ucciso assieme al tuo caro amichetto Zach. Per essere ancora più precisi lo trovò quasi morto in una sacca di placenta ricoperta di sangue. Gli era parso strano vedere un feto di cinque mesi strappato dal ventre della madre, ancora non del tutto formato, sopravvivere ancora senza nutrimento. Lo fece crescere in un utero artificiale e sperimentò così la manipolazione di un feto. L’esperimento riuscì permettendo al bambino di crescere sano ed in modo “speciale”. Avrai capito chi è il Prototipo 001 no?

Il sangue mi gelò nelle vene. Non volevo sentire oltre. Avrei preferito essere uccisa a sangue freddo piuttosto che martoriata in quella maniera. Il tempo si fermò permettendo ai ricordi di risalire in superficie. Mi ricordavo perfettamente il giorno in cui il mio maestro mi abbandonò al mio destino lasciandomi come pegno la Masamune. Avevo 13 anni. Occhi rosso sangue, forza portentosa e capelli argentei, nessun villaggio mi permise di far parte del loro organico. Vagai per giorni senza cibo né acqua, fin quando incontrai i mercenari Neri. Vedere una mocciosa così piccola con una Katana così grande li fece morir dal ridere. Fu quando misi a tappeto alcuni di loro che capirono. Non ero una bambina normale, ero stata addestrata a combattere per vivere. Addestrata per diventare un Soldato. Nelle loro fila non era permesso alle donne di entrare, se non diventando moglie del comandante. E così fu. Beh quarant’anni di differenza. Mi sentivo usata, umiliata, privata della mia infanzia e della mia dignità di donna, ma che altro potevo fare? Furono anni d’inferno dove uccisi a sangue freddo migliaia di persone. Era il mio lavoro, il mio dovere. Fu comunque lì che trovai l’amore. Noah. Nel corso degli anni avevamo nascosto bene la nostra relazione, o meglio il mio adulterio, purtroppo però non così bene quando scoprirono che ero incinta. Ovviamente non di mio marito. Celai il segreto per cinque mesi finché fui scoperta. Le soluzioni erano due morire o sfidare l’attuale capo. Se volevo sopravvivere dovevo uccidere mio marito. Quindici anni non erano sufficienti per capire molte cose. Noah ovviamente se ne lavò le mani. Fu solo un mercenario che aveva più o meno la mia età a prendere le mie difese mentre mi stavano strappando dal ventre il figlio che avrei voluto mettere al mondo. Zach. Si parò tra me ed il mio sfidante e morì. La mia colpa più grande. Il peso più grande che portavo dentro. Lo squarcio che avevo faticato a risanare e che non avrei mai tappato del tutto. Essendo dotata di un potere che ancora non conoscevo, riuscii a sconfiggere l’uomo che mi aveva causato fin troppo dolore approfittandosi di me, una bambina innocente e priva di famiglia, privandomi di una delle poche persone che mi aveva voluto veramente bene e di quel piccolo feto che avrebbe potuto darmene ancora di più. Diventai così capo dei mercenari Neri. Fui ricucita alla bell’e meglio e lasciata a riposare per qualche giorno. Il dolore esterno non mi dava fastidio, era quello interno che mi stava corrodendo. Due poveri angeli erano morti quel giorno per le mie cazzate. Qualche giorno dopo sentii Noah e Uriel discutere animatamente. Captai il loro progetto di ammutinamento e fuggii nel cuore della notte. Nei quattro anni successivi fui accolta in una comunità Albhed fino ad approdare poi nel Garden di Rinoa, portando con me la mia cicatrice e le mie colpe. Fu la mia salvezza.
La rabbia cominciò a montare. Non sentivo più il mio corpo, non ne ero più padrona. Tutta la sofferenza accumulata fino a quel momento stava per esplodere. Uriel mi sentì tremare sotto la sua morsa d’acciaio, convinto che la mia fosse paura. Con una risata di scherno concluse il suo pessimo discorso, convinto di avermi finito, di aver vinto.
Avrei voluto non sentire altro. Avrei voluto non sentire altro…

Uriel: Hai capito no chi è il Prototipo 001? E’ tuo figlio Paine.

Fu l’ultima cosa che ricordai prima che la rabbia lasciando il posto all’oscurità.

Offtopic: Per qualsiasi cosa PM! :wink:
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Pip :>
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Pip :> »

Strega. Strega. STREGA.

Il salvataggio era riuscito. Drizzt e Lavitz, alle prese come tutti i loro compagni con i nemici che avevano attaccato il Garden Supremo, erano riusciti a farsi strada verso l'Infermeria, non appena sentito l'annuncio. La situazione era delle peggiori; Lavitz dovette fare ricorso a tutta la sua forza di volontà per non fregarsene di salvare i suoi compagni, abbandonare la missione e cercare, finalmente, vendetta uccidendo la Strega.

Aura: Grazie, grazie mille. Non so come avremmo fatto senza di voi.
Lon: Intervento provvidenziale..
Drizzt: Abbiamo fatto il più in fretta possibile.

Il Cadetto era ancora profondamente scosso per le rivelazioni, sconosciute ai due Commander, che la Strega aveva fatto poco prima. Parlava in modo atono e con lo sguardo evidentemente perso nei pensieri. L'aveva chiamato Figlio.. Lon non riusciva ad immaginare niente di più sconvolgente di quella parola.
Lavitz non rispose e non partecipò al discorso, la sua mente era ancora proiettata verso la Strega. Il suo sguardo non lasciava trasparire rabbia o furia; un osservatore esterno gli avrebbe fatto i complimenti per la concentrazione che stava dimostrando non perdendosi in chiacchiere, ma pensando a come fronteggiare la minaccia. Niente di più sbagliato: la Strega era lì. Era così vicina. Così vicina da poterne sentire le vibrazioni, il respiro, il suo profumo suadente. Lavitz strinse i pugni. E i suoi occhi si fecero di fuoco.

Drizzt: La teoria di Xed può avere qualche fondamento, ed effettivamente è la semplice logica a suggerirlo. Ma fidatevi; al limite, con Lavitz ci abbiamo guadagnato qualcosa rispetto a Pip.
Aura: Ma non è un tuo grande amico?
Drizzt: Scherzo, scherzo, su.
Aura: Lo spero! E ora che facciamo, ragazzi?

La domanda di Aura aleggiò nel vuoto. Nel frattempo, arrivarano Tidus e Nathan. Ma Paine era scomparsa.

Lon: Forse è meglio se cerchiamo Ruben.
Lavitz: Non ce n'è bisogno. Eccolo.

Il vice scambiò qualche parola con il gruppetto, poi entrò in Infermeria. Da lì a poco, arrivo Lenne, che lo raggiunse all'interno. Nel frattempo, il combattimento era terminato.

*********

Ruben: Maledizione, Paine.

Ruben strinse i pugni. Come con Pip, anche con la dottoressa vi era un rapporto d'affetto e d'amicizia che, seppur talvolta burrascoso, era forte e granitico come la roccia. Ma comprese ben presto come non ci fosse altro da fare che aspettare. Aspettare e sperare. Sperare, e vederla ritornare.

Con Pip non era ancora successo.

Ruben: Dobbiamo trovare la Strega.
Lenne: Con ogni probabilità, non è più fra noi.
Ruben: E qualcosa mi dice che non è morta..
Lenne: Vieni, ti spiego tutto insieme agli altri.

I due uscirono dalla stanza. Lenne teneva in mano alcuni strumenti e medicazioni; o almeno, quello che si era salvato dal susseguirsi degli attacchi all'Infermeria. Avrebbe il prima possibile iniziato a prestare le cure necessarie ad Aura: senza Paine, tutto si faceva più complicato.

Drizzt: Ruben!
Ruben: La minaccia di Gabriel è stata sventata.

Tutti si lasciarono andare ad un sospiro, tranne Lavitz. Era ansioso.

Lavitz: E la Strega?
Lenne: Proprio di questo volevo parlarvi. Durante il combattimento contro Lilith, ho scoperto che era entrata in possesso della seconda chiave e dell'attivatore. Sono riuscita a sconfiggerla; ma in quel momento, alcuni membri dell'Organizzazione sono entrati in scena. Hanno preso i due artefatti.
Ruben: E..?
Lenne: Sono scappati, e la Strega probabilmente è con loro.
Ruben: NO!!!

Si levò un forte brusio. Tutti iniziarono a confabulare. Lavitz era sparito.

******

Strega, Strega, Strega! Fa che sia ancora qui! Fa che sia ancora qui!

Lavitz correva per i corridoi deserti. La cercava, la bramava. Voleva ucciderla, e finalmente ne aveva la possibilità. Ma non la trovava. Se n'era già andata..? Impossibile! Doveva essere ancora lì!

Poi, la vide.

Le corse incontro, era di spalle. Lavitz impugnò la lancia: tutto il suo corpo, insieme all'arma, venne ricoperto da fulmini saettanti. La sua velocità aumentò esponenzialmente. Ormai le era vicinissimo.. La trafisse, ed il suo sangue iniziò a riversarsi sul pavimento freddo, morto, come sarebbe stata la donna in pochi secondi. Finalmente, la sua vendetta era compiuta.

Poi, la Strega scomparve, e assunse la forma di lei, Alis. Lavitz inorridì.

Un piccolo regalo per te, mio caro, piccolo Lavitz. Credi che non ti conosca? Che non conosca tutti voi? Io so perfettamente chi siete, cosa fate, come vi muovete e cosa pensate. Puoi continuare a cercarmi, ma io non sono più qui. Fra poco inizierà il finimondo. Fra poco, il Mondo degli opposti sarà aperto. Fra poco, i SeeD saranno solo un orribile ricordo.

Lavitz soffocò un urlo, quando riaprì gli occhi. Si trovava poco distante dall'Infermeria, in un corridoio comunque isolato. Con tutta probabilità, una volta allontanatosi, la Strega aveva deciso di giocare ad uno dei SeeD del Garden di Rinoa l'ultimo scherzo.

Sorrise amaramente e tornò dagli altri, che stavano ancora confabulando.

Drizzt: Ehi, eccoti. Dov'eri?
Lavitz: ...la Strega non è più qui. E, fra poco, verrà aperto il Mondo degli opposti. Prepariamoci.
Otta
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Otta »

Otta sorrise trionfante - Sarachan, Remiem, Kary, assistete me e la nostra nuova alleata...
- Ho un nome, sensei io-sono-una-guerriera-cazziuta - la voce della ragazza-salamandra arrivò come uno stridore in confronto alla marmaglia che si stava scontando nella grande sala. Otta passò oltre.
- Me ed Eri e far fuori quelli che sono rimasti qui all'ingresso. Non lasciamo che passino oltre, ho ho ho!
Skulmelke e Jaguari, nient'altro?
Controllare l'ingresso si rivelava più ostico del previsto. Anche perchè le illusioni, una volta fatte scomparire delle illusioni, ne riapparivano altre dopo pochi minuti. Purtroppo il gruppo non riuscì a contenere tutti gli Iaguaro che capitavano a tiro, protessero il luogo meglio che poterono. Otta non combatteva concentrata come al solito: non riusciva a togliere dallo sguardo il modo di combattere di Eri, molto ma molto simile a quello del nonno. Colpiva, saltava all'indietro, evitava colpi, lanciava un kunai, si spostava sul fianco del nemico, attaccava con colpi precisi e indietreggiava ancora. Nonostante la sua corporatura era più agile di un gatto. E poi però toccava alla preside cercare di difendersi meglio che poteva. Con tutti i graffi che si era rimediata pareva si fosse vestita con abiti a righe.
D'altro canto Sara e Remiem erano molto determinati a combattere, persino l'Angelo stava combattendo contro le proprie paure per cercare di proteggere il proprio Garden. E Kary stava dando fondo a tutte le sue riserve di esplosivi. Quanto sarebbero durati?
Quando la stanchezza stava facendo sentire il proprio peso, quando il numero dei mostri sembrava aumentare a causa della lentezza, da parte di SeeD e Cadetti, di eliminarli nel minor tempo possibile, uno strano rumore in lontananza attirò l'attenzione di tutti bloccando anche, per pochi sencondi le bestie in attacco.
Un gruppo di Uomini Salamandra, capeggiati da Rawhna, 'cavalcava' moto vagamente truzze con però un design particolare: ai lati delle ruote dei piccoli ingranaggi, tenuti insieme da catene, permetteva ad esse di muoversi. Uno strano parallelepipedo d'acciaio, con due tubi lucidi all'estremità, doveva per forza contenere il motore. Come ciliegina sulla torta, i 'salamander riders' portavano tutti, nessuno escluso, dei mega occhialoni calati sugli occhi.

Otta: 'C'era d'aspettarselo, steampunkosamente truzzi :sgamato: '

I guerrieri tenevano una mano su una sorta di manubri dai quali pendevano altre catene, con l'altra mano colpivano gli avversari cercando di centrare la nuca.

Otta: 'Mi correggo, schifosamente steampunkosamente truzzi :sgamato: '

Rawhna: 'Maledettissimi, stanno violando il nostro luogo sacro!'

Otta: 'Stiamo cercando di ripulire!'

Rawhna: 'Belli gli esplosivi della tua amica'

Disse il Grande Sacerdote indicando Kary.

Otta: 'Noi del Rinoa's pretendiamo il meglio :supercool: '

Eri, ovviamente infastidita da quella specie di 'chiacchiere da salotto' che stavano facendo Nonno e NeoSensei. Con un calcio a gamba tesa finì di atterrare uno Skumelke e, esibendosi in una piroetta perfetta, atterrò sulla moto del parente, precisamente dietro a lui.

Eri: 'Vogliami darci un taglio? Quei due maghi la si stanno prosciugando mentre voi spettegolate'

Sara si girò un attimo, distratta dalle parole di Eri, e avrebbe rischiato di essere presa a morsi da uno Iaguaro se Remiem, con una palla di fuoco, non avesse deviato la traiettoria del felino.

Rawhna: 'Otta, mi devi dare una mano. Ci sono mostri anche nella periferia della città. In cambio lascerò qua una dozzina dei miei guerrieri per tenere a bada la situazione'

Otta: 'Perfetto. Remiem, Sara, retrocedete verso l'angar a dare supporto ad altri dei nostri. Kari, Eri, con me'

La ragazza salamandra era già seduta sul veicolo del nonno. Kari salì insieme al guerriero più vicino a lei. La partenza venne leggermente ritardata a causa di Otta che, mettendosi ad osservare tutti i figliuoli del luogo riuniti per proteggere la propria terra, perse tempo nello scegliere come 'accompagnatore' quello che le sembrava il più affascinante e cazziuto del gruppo.

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Ci siamo confusi su chi stava in un luogo e chi in un altro.
Diciamo che ho provato a rimettere un minimo di ordine: diciamo che questo post è da considerarsi antecedente a quello di Lenne e contemporaneo a quello di Lonelywolf. Se ho toppato io, dico la verità, ho avuto molte difficoltà nella lettura. Non si era detto che dovevamo cercare di contenerci? Non è un 'blocco alla fantasia', è solo un'esigenza di aiuto verso tutti (credo :sgamato: )

PS: per risollevare la trama 'seria' che si sta facendo largo nel topic, ho dato il via ad un siparietto truzzo-powa. Quindi non storcete il naso, è solo un cambio di tono U_U
Looooool XD -> [x]

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Aura
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Dall'altra parte del fiume

Messaggio da Aura »

Nessun dolore. Nemmeno a tastare energicamente la ferita Aura non sentiva alcun male. Lenne aveva fatto davvero un ottimo lavoro: non per nulla lavora in infermeria insieme a Paine.
Già, Paine.
Da quando quell'energumeno calvo era scomparso portandosi dietro la donna, la Seed non aveva smesso di pensarci un secondo. Sapeva perfettamente che lei era una delle persone più forti che conosceva all'interno del Garden, tuttavia Aura non riusciva a non preoccuparsi. Già a prima vista Uriel sembra un uomo difficile da gestire: ancor più arduo sarà il metterlo a tappeto.
Speriamo solo che non torni in fin di vita... Bah, ma che vado a pensare! Paine è forte, tornerà più in forze che mai!
Sì. Lei tornerà.

- ... La strega non è più qui. E, fra poco, verrà aperto il Mondo degli Opposti. Prepariamoci.
Con uno sguardo indagatore, Lavitz osservò l'espressioni dei presenti in sala. Xed rileggeva i propri appunti per cercare di carpire informazioni in più sulla situazione, la mano accarezzava il pizzetto bianco ritmando i suoi pensieri. In quel momento Amila tornò finalmente cosciente e nel mentre che realizzava ciò che le era capitato, si soffermò sulla figura di Lon china a terra.
Una mano del ragazzo tremava leggermente, quasi fosse fuori controllo. Le labbra erano serrate in un pesante silenzio: forse il reagire al pensiero di avere una strega per madre lo avrebbe soltanto privato di utili energie. Lentamente Aura gli si appropinquò, scostandogli i lunghi capelli che gli nascondevano gli occhi.
- Come ti senti? - gli domandò senza girare troppo intorno all'argomento.
Lui ebbe un attimo di stasi. Poi sospirò - Non so come reagire. Xavia è mia madre, non posso farci nulla.
- Non ho mica detto che devi fare per forza qualcosa. è più che comprensibile il tuo silenzio.
Un sorriso forzato gli si disegnò sul volto - Non lo capisci, vero? Lei sta attaccando i Seed per...
- Te? Non sono ingenua fino a questo punto. Non voglio giustificare ciò che lei ha fatto, tuttavia non posso sapere quanto dolore abbia patito nella sua vita.
Brevi secondi di tranquillità passarono prima che la ragazza potesse riprendere il discorso.
- Vedrai che le cose si aggiusteranno. Succede sempre, altrimenti non si chiamerebbe "quiete dopo la tempesta".
- Ma non sempre la tempesta porta positivismo.
- Non lo saprai mai finchè non l'attraversi.
Aura rivolse un dolce sorriso al Cadetto, il quale preferì concentrarsi sul drow di fronte a sè. Drizzt sembrava molto contemplativo, forse più preoccupato delle sorti del suo amico e compagno Pip che di ciò stava accadendo intorno a lui. Nei suoi occhi per un istante si potè leggere una fiera determinazione, subito mascherata da un velo che lo fece tornare alla realtà.
Ruben osservava con interesse il segno lasciato dal pugno di Lenne, segno che probabilmente indicava un riassunto della giornata della ragazza. Con una mano prese in mano il Codec, ma non fece in tempo nemmeno a digitare il primo numero che una densa nebbia scura si spanse per il corridoio.
Successivamente tutto divenne opaco.


Una. Due. E tre!
Perfetto, c'è tutto.
Sollevando lo sguardo potei vedere Dart registrare il tutto con occhi affamati. I suoi capelli neri gli ricadevano sulla fronte chiara in quella luce artificiale che illuminava la stanza, il che dava una nota sobria e cupa al suo viso. Di fianco a lui Xavia picchiettava nervosamente un dito sulla scrivania, un'espressione di ansietà e rancore le imbruttiva il volto.
- Hanno ucciso Gabriel - mi informò - Lo hanno ucciso senza problemi. Evidentemente non era all'altezza del suo compito di cavaliere.
- La colpa non è mia - risposi senza tono.
La donna prese a battere anche le altre dita della mano contro il metallo - Ora che non ho più un Cavaliere, dovrò difendermi da sola. Maledetti Seed... me la pagheranno.
- Fai come vuoi.
- Oh, eccome se me la pagheranno! Farò vomitare loro sangue ad ogni passo che compierò sui loro corpi stremati. Dovranno soffrire ogni pena immaginabile per ciò che mi hanno fatto.
- Come vuoi.
La donna mi squadrò con occhi satanici - Non darmi così poco peso! Non mi piace questa tua indifferenza.
Silenzio.
Xavia sospirò sonoramente prima di calmarsi definitivamente - Come procede con le chiavi e l'attivatore, Kain?
Alzai un braccio in direzione di una teca a cilindro che custodiva gli oggetti. Due frammenti dalla forma singolare vibravano a circa mezzo metro d'altezza dalla base, poggiata su di un grande cerchio di metallo da cui fuoriuscivano svariati cavi. Il tappo era collegato ad una scatola grande pressapoco come un bambino di otto anni tramite un tubo d'acciaio che trasportava l'energia necessaria per attivare le chiavi: lì la Materiaoscura stava già facendo il suo dovere.
La strega parlò ancora - Quanto ci vorrà?
- Pressapoco 6 minuti, 39 secondi e 14 decimi.
Dart alzò un sopracciglio - Alla faccia del pressapoco - bisbigliò fra sè e sè.
Un alone viola cominciò a diffondersi all'interno della teca, mentre le due chiavi man mano si avvicinavano l'un l'altra. Già si riusciva a sentire un'atmosfera diversa che stava intaccando la stanza. Le pareti parvero curvarsi verso l'esterno, come se la pressione fosse aumentata di colpo. Le luci saltarono qualche secondo dopo, lasciando solo quella luce colorata ad illuminare lo sguardo della strega, due occhi scarlatti ed ansiosi per quell'avvenimento più unico che raro.
Una crepa si disegnò sul vetro della teca, mentre dall'interno uno squarcio a cerchio si espanse dai due oggetti quasi del tutto fusi. Poi un rombo, tutto si fece opaco, come nascosto da un velo nero.
Poi lo squarcio abbracciò tutto il mondo, chiudendolo ed illuminandolo di una strana luce olivastra.
Dart si guardò intorno e per un attimo trasalì quando vide davanti a sè la sua immagine riflessa.


Tutto era tornato chiaro, tranne per quella sfumatura che sbiadiva il tutto. Il luogo dove poco prima si stava svolgendo una battaglia sembrava essere tornato come nuovo. Il sangue dei decaduti era scomparso, sia sulle pareti, sia sul pavimento. I resti dei vetri infranti e delle porte abbattute erano stati risucchiati da quel viaggio inatteso, mentre le colonne del corridoio risplendevano ancora con il loro marmo bianco.
Che poi tanto bianco non è.
Aura si alzò in piedi forse un po' troppo velocemente, perchè il fiato le si spezzò in gola non appena la schiena fu diritta. Guardò le facce dei presenti chiedendosi cosa fosse successo, soffermandosi soprattutto su quella di Nathan che pareva la più incredula. Durante il "trasporto" - se così si poteva chiamare - tutti i Seed e Cadetti del Rinoa's Garden si erano ritrovati, il che era piuttosto strano dato che si trovavano in aree differenti del Garden Supremo fino a pochi attimi prima.
Sarachan si appoggiò alla parete più vicina, riprendendo fiato. Evidentemente stava ancora combattendo mentre si attraversava la dimensione parallela. O almeno così credeva fosse accaduto Aura.
Ruben prese in disparte Cek, facedogli alcune domande che nessuno riuscì a sentire.
- Che è successo? - la domanda di Teoskaven rimase senza risposta per un po'. Fu Calien a rispondere.
- Suppongo che gli atomi circolanti nell'aria siano stati stimolati, generando un onda d'urto che ha creato uno squarciò della dimensione. Questo poi si è allargato, inglobando il mondo e fondendolo con uno parallelo.
- In poche parole? - chiese Amila con aria perplessa.
Kary si aggiustò gli occhiali prima di smantellare ogni dubbio - In parole povere, le chiavi sono state riunite ed il nostro mondo si è fuso con il Mondo degli Opposti.
- Quindi dubito fortemente che quell'uomo provenga da nostro stesso mondo.
La mano di Sirius indicò con un gesto composto ai suoi compagni un uomo che si stava avvicinando loro a grandi passi. Aura rimase spiazzata non appena lo riconobbe.
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Eri_Wotto
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Eri_Wotto »

Eri si aggiustò sulla testa gli occhialoni, facendo poi scivolare la mano all'altezza del collo, per assicurare il respiratore davanti alla bocca: la voce usciva quindi attutita e più aspra del normale. Il combattimento era stato davvero duro e non era ancora finita.
Diede un calcetto allo stinco del nonno, seduto davanti a lei sulla moto. "Chi ti ha detto che avevo bisogno di una mano?" Sbottò, mentre il potente mezzo sfrecciava sui binari di collegamento tra il garden e la città, improvvisata pista per quei centauri rettiliformi.

"Neanche da mezza giornata stai fuori dal tempio e di nuovo mi parli così, razza di..." e Rawhna tirò fuori un paio di imprecazioni sibilanti, in una lingua sconosciuta; dovevano però essere abbastanza offensive, perchè questa volta il calcio che arrivò al nonno fu decisamente forte, abbastanza da farlo sobbalzare.

"Allora, questo teatrino deve continuare ancora per molto? E anche te, Otta!" Sbottò verso la preside, che a tutto sembrava pensare in quel momento, meno che a un imminente combattimento, viste le occhiate ammirate che lanciava al suo accompagnatore, con particolare attenzione per tutto ciò che spuntava fuori dai vestiti attillati, dai giubbotti pieni di catene e tra le pieghe dei capelli legati in complicate treccine.

"Ci siamo!" Sbottò il nonno salamandra; erano ormai vicini alle mura della città, dove un copioso assembramento di mostri premeva: un discreto numero di guerrieri salamandra erano impegnati a tenere a bada quei mostri. Come un sol uomo, tutte le moto svoltarono, uscendo dai binari e lanciandosi in un pauroso salto nel vuoto.

Eri si alzò in piedi, tenendosi con le mani alle spalle del nonno,e spiccò un salto, per buttarsi più velocemente nella mischia...O più semplicemente per mettersi in mostra: buttò la testa in avanti, compiendo in aria un giro completo con il corpo, di modo da attutire l'atterraggio e si ritrovò di fronte due iaguari, assolutamente poco felici nel vederla.
Medesimo risultato, con più o meno differenti modalità, fu raggiunto dagli altri membri del gruppo.
Kary, non appena raggiunto il suolo, scartò all'indietro con un movimento veloce, ponendosi alle spalle di Otta, che aveva già sfoderato il suo spadone, e degli altri guerrieri salamandra.
Eri battè le mani, facendo scattare il meccanismo di estrazione delle sue lame dai pugni: si concentrò per un attimo, indietreggiando di qualche passo, attendendo la prima mossa delle due bestie che si muovevano in cerchio, pregustando la propria preda.
Uno dei due felini balzò contro di lei; Eri lo evitò con movimento fluido, portando il piede destro all'indietro, facendo poi perno sulla punta per uscire lateralmente dalla zona di minaccia della bestia, ritrovandosi così con il suo addome a portata di unghiata. Gli piantò gli artigli nella carne e numerose volte riuscì ad evitare gli assalti e a colpire a sua volta, con movimenti precisi, volteggiando quasi tra capriole e balzi...Il problema è che qualunque nemico le si parasse davanti, per quanto ferito, si rialzava. E anche per gli altri non andava molto meglio.

"Ma che cavolo sono queste bestie?" Sbottò la ragazza salamandra, indietreggiando con un paio di balzi, per mettersi al fianco di Otta; dal canto suo la preside, con quell'enorme spadone, colpiva tutti i nemici, ma solo quando riusciva letteralmente a tagliarli in due si fermavano.
"Lascia perdere e abbassati!" Urlò la guerriera cazziuta, buttandosi in basso, seguita dagli altri guerrieri: Kary, finalmente a cielo aperto, poteva ricorrere alle invocazioni.
Nubi dal cielo si addensarono sotto di lei, mentre cupi tuoni si facevano sentire; apparve un vecchietto da queste, dal cui scettro partirono delle scariche elettriche, veri e propri fulmini che si abbatterono sul nemico.

"Uao!" Sbottò Eri, decisamente ammirata. "Perchè non mi può fare quella da maestra?" Fece verso Otta, che non si affannò nemmeno a risponderle.
Altre invocazioni si susseguirono, ma i mostri si riducevano di numero troppo lentamente; Kary guardò le due colleghe con aria di urgenza.
Finalmente le cellule grigie di Eri si misero in moto; approfittando della mischia in cui stavano gli altri guerrieri, tentò di concentrarsi un poco, quel tanto che bastava a imprimere il suo ki nella punta delle dita e, di conseguenza, nelle lame. Ricominciò poi ad attaccare, facendo bene attenzione a colpire solo i punti che presentavano già ferite: imprimendo il ki nella carne fresca si mescolava all'energia vitale di quelle creature e, in qualche modo, si indebolivano, come se la magia al loro interno venisse inquinata da quella forza diversa, semplicemente più "viva".
Tutti gli uomini salamandra in grado di padroneggiare quell'arte copiarono l'idea, in maniera tale che finalmente i devastanti attacchi di Kary e Otta avessero l'effetto sperato: in poco tempo, le due donne sgominarono tutti i nemici.
"Ce l'abbiamo fatta!" sbottò uno dei guerrieri, in preda all'euforia.
"E senza ricorrere alla barriera mistica di Suttvara...Un miracolo." Aggiunse Rawhna, battendo una mano sulla spalla di Otta, che ricambiò il sorriso. Eri invece stava in silenzio, presa dai suoi pensieri...Solo dopo poco, si voltò verso il nonno.
"Ora che ci faccio caso...LA moto con cui sei venuto è la mia!!!" Sbottò, tentando di tirargli un pugno, che questi evitò facilmente.
"E te ne sei accorta solo ora?"
Eri corse verso il mezzo senza neanche proferire parola e vi montò sopra, seguita dai due guerrieri che avevano portato Otta e Kary, pronti a scortarle di nuovo verso il Garden Supremo.
Il nonno raggiunse Eri velocemente, prima che partisse. "Ricorda...Stai attenta. Esistono vari tipi di potere...E chi ne detiene un tipo, non vuol dire che non ne bramerebbe un altro. Specie se incomprensibile per i più, come il Varma Ati. Mi hai capito?"
"Ho capito che la vecchiaia ti fa male." E sfrecciò via, seguita dagli altri due.
.............................................................................................................................................................................
Arrivate a destinazione, si diressero verso l'infermieria, dove stavano gli altri seed e cadetti, per fortuna non più impegnati in nessun combattimento.
"Bene." Mormorò Eri, con calma, rivolta alle due donne. "Vi conosco da nemmeno un'ora....E vi siete fatti sorprendere, attaccare, avete avuto bisogno dell'aiuto del mio villaggio, attaccato a sua volta, dopo che si erano fidati di voi....Qualcuno avrebbe la cortesia di spiegarmi che sta succedendo e chi ce l'ha con voi?" Chiese, con un sorrisetto.

//Da collocare subito dopo il post di Otta, spero di essere stata capace di controllare pg diversi dai miei! Se ho scritto corbellerie, segnalatemelo per favore e scusate, ma è davvero intricata la trama^^
Eri Coral, Salamandra Cyberpunk attaccabrighe del Rinoa's Garden!
http://khemir.altervista.org/Schedaeri1.jpg Scheda con aspetto, impronta caratteriale e traccia di storia

http://khemir.altervista.org/ericomb.jpg Scheda con capacità di combattimento

La Fla, intellettualoide e profetessa del Fancazzismo
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Kary
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Kary »

Successivamente tutto divenne opaco.
Kary intuì quel che stava per succedere, e sentì l’urgenza di regolare la questione con il cadetto ormai in perenne stato di trance. Con particolare verve nonostante la stanchezza lo prese per la mano e gli fece intendere che non avrebbe ascoltato nessuna obiezione, poi lo costrinse a seguirlo nel magazzino dei medicinali lì a fianco e chiuse la porta alle spalle.
Lon: Ma che diavolo ti è preso? :smt104
Kary: Tranquillo, voglio solo parlare. Un’amica non può venire a informarsi del tuo stato di salute?
Lon: Un’amica generica sì, ma non rientra certo nel tuo stile. :nono:
In un’altra situazione la ragazza avrebbe risposto per le rime, ma comprendeva che il suo amico doveva essere proprio depresso per lasciarsi andare al cinismo, così optò per una domanda.
Kary: insomma, che è successo in infermeria?
Lon: eri presente anche tu quando Lavitz ha redatto il rapporto…
Kary: voglio sentirlo raccontare da te, se non ti dispiace.
Ci fu qualche secondo di sospensione Kary temette davvero che il mago avesse chiuso il discorso, invece con un sospiro passò a raccontare di come lui e Aura si fossero trovati faccia a faccia con la strega e di quale terribile verità fosse venuto a conoscenza: in realtà il resoconto fu scarno quasi quanto quello del commander, ma la compagna avvertì dalla cadenza delle parole il suo vero stato d’animo.
Kary: Tutto qua? Non mi pare abbia presentato delle prove certe del legame filiale…
Lon: era convinta di quel che diceva. Dovevi vedere l’espressione che ha fatto quando mi ha riconosciuto…con che amore ha posato i suoi occhi con i miei…è mia madre, la madre che pensavo di aver perduto per sempre, e mi vuole bene davvero.
Kary restò in piedi ad osservare l’amico che si portava le mani al viso per occultare una crisi di pianto; non accorciò la loro distanza, non fece o disse nulla per consolarlo, aspettò solo che si calmasse, fingendo di non accorgersi dei singulti e delle lacrime che filtravano dalle dita. Chissà per quanto si era trattenuto, e chissà perché aveva scelto proprio lei come testimone. Quando le sembrò che si fosse calmato si sistemò gli occhiali e si schiarì la voce.
Kary: E allora? Questo fatto cambia solo la percezione che hai di lei, ma resta sempre una donna malvagia, una creatura dai poteri sovrannaturali. Ti vorrà pure bene, ma pensa a quanti Seed sono caduti per mano sua! Pensa a quante altre famiglie ha spezzato in questi anni! Pensa al commander De la croix, come pensi reagirebbe a questi discorsi?
Lon: è sempre mia madre, è un legame che non posso spezzare. Guardami.
La ragazza si fece persuadere e lo guardò in viso, infrangendo per una volta la sua soglia del dolore. Si concentrò sui particolari del viso, quegli occhi così strani, quel volto dai lineamenti così regolari incorniciati dalla lunga chioma corvina. Capì al volo cosa intendeva: col senno di poi si doveva riconoscere che madre e figlio erano dannatamente simili.
Kary: Lei è un nostro nemico, non smetterà di perseguitarci per un riaffiorare dei sentimenti materni. Non mi dire che intendi seguirla per un semplice dato biologico!
Si accorse di aver alzato la voce, e infatti il mago scattò in piedi stizzito. Quanto meno era riuscita a scuoterlo dall’apatia.
Lon: Tu credi che abbia davvero una scelta? La prossima volta che verrà sarà per me, per portarmi via con sé! Chi lo sa, potrebbe fare di me il suo nuovo cavaliere, dopo aver perso Gabriel! E allora cosa succederà?
La ragazza perse definitivamente la pazienza e afferrò d’impulso la casacca di Lon, portandola alla distanza di un respiro.
Kary: Oh, andiamo, hai così poca stima nei tuoi colleghi? Siamo la più potente organizzazione militare dei mondi conosciuti, pensi che non sapremmo impedirlo?
Lon: Con Pip non ci siamo riusciti.
Kary: Non ancora. Ma tornerà, come succederà con Paine. Dobbiamo solo avere fiducia e combattere fin quanto rientra nelle nostre possibilità. Hai sempre fatto il possibile per proteggere il prossimo con le tue barriere. Per una volta, fa che siano gli altri a guardarti le spalle.
Sorrise. Fra loro ormai c’era la stessa distanza necessaria per baciarsi o per prendersi a schiaffi, ma nessuno dei due aveva voglia di fare una delle due cose. Lo lasciò.
Kary: Pensa a Lenne, che ha dovuto affrontare sua sorella. Un soldato non può far offuscare da simili sentimenti quando è in guerra.
Lon: Ma davvero pensi che sia facile, che tutti siano in grado di farsi scivolare le cose addosso come sai fare te, che riesca a mettere sul piattino di una bilancia delle vite umane? Non sono ancora così forte, maledizione!
Forte, io? Ma se mi sono illusa fino ad ora di non aver più bisogno di nessuno…se sto lottando disperatamente per conservare il tuo candore e la tua gentilezza in questo periodo ottenebrato dal male…se neanche adesso che la situazione è disperata non trovo le parole per dirti quello che sento.
Non disse niente di tutto questo. Ormai la luce era tornata nella stanza, segno che qualunque cosa fosse accaduta, si era compiuta. La breve pausa che era stata concessa dal conflitto si era esaurita, e presto sarebbero tornati a combattere.
Kary: Sappi che non sei l’unico ad avere paura del futuro.
Fu l’ultima cosa che sussurrò prima di uscire dal magazzino e ricongiungersi ai colleghi nell’altra stanza.

Offtopic: perdonate i ritardo nel posting causa problemi di connessione.
questo post si svolge durante il black-out e, per mancanza di idee sul primo opposto, si chiude qui. So che non è molto rilevante ai fini di trama ma ci tenevo troppo, non vi compatirò se vorrete saltarlo in blocco.
Dovrei ripostare a breve, intanto utilizzate pure il mio pg per i combattimenti, ma per timore di Eoni Oscuri (e per non ridurlo allo sfinimento) evitate il ricorso alle evocazioni per favore, grazie per l'attenzione :hihi:
Sirius
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Sirius »

Sirius, coadiuvato da Calien, Sando e da pochi altri Seed, stava difendendo il Centro di Comando Tattico del Garden Supremo; obbiettivo di primaria importanza non solo per lo svolgimento delle operazioni ma anche per la presenza degli Anziani. Dopo aver respinto a fatica l'ennesimo assalto da parte dei soldati dell'Organizzazione Omega, i quali intendevano approfittare della carenza di personale dovuto ad un insolito assembramento di Seed nei pressi dell'infermeria, egli percepì lo spazio intorno a sé deformarsi e, prima che potesse tentare qualsiasi cosa, si ritrovò insieme agli altri suoi compagni. Guardandosi attorno, si rese quasi subito conto che le colonne di marmo bianco del Garden Supremo stavano lasciando il posto a colonne di marmo nero e, cosa ancora più importante, vide sul pavimento delinearsi un grande cerchio alchemico. Quand'egli volse poi l'attenzione verso i propri compagni, si sorprese nel constatare che alcuni di essi non s'erano resi ancora conto pienamente di dove si trovassero; forse era dovuto al fatto che il cambio dimensionale operasse in maniera differente a seconda delle caratteristiche degli individui coinvolto, pensò, ma in fondo non era quello il quesito più impellente a cui rispondere. La sontuosa stanza in cui si trovavano era circolare e con un unica via d'uscita che, attualmente, era serrata; stando a quel poco che aveva visto, Sirius era ragionevolmente certo che essi si trovassero lì perché qualcuno ce li aveva portati.

Operatore: “Traslazione dimensionale perfettamente riuscita, signore.”
???: “Esattamente come Xavia aveva previsto.” disse ridendo.
Operatore: “Qualcosa la diverte, signore?”
???: “Ho personalmente ucciso alcuni individui presenti ora in quella stanza, traendone una certa soddisfazione aggiungo, ed ora mi vien offerta la possibilità di ripetere l'esperienza. Alzate il livello della barriera al massimo ed aprite le porte; come padrone di casa è d'uopo che onori i nostri nuovi ospiti con la mia presenza.”
Operatore: “Eseguo, signore.”

Teoskaven: “Che cos'è successo?” domandò ancora confuso.
Calien: “Suppongo che gli atomi circolanti nell'aria siano stati stimolati, generando un onda d'urto che ha creato uno squarciò della dimensione. Questo poi si è allargato, inglobando il mondo e fondendolo con uno parallelo.” ipotizzò.
Amila: “In poche parole?” chiese, perplessa.
Kary: “In parole povere, le chiavi sono state riunite ed il nostro mondo si è fuso con il Mondo degli Opposti.” chiarì, mentre si risistemava gli occhiali.
Sirius: “Quindi dubito fortemente che quell'uomo provenga dal nostro stesso mondo.” aggiunse, indicando la figura che avanzava verso di loro.
???: “Buon dì, Seed del Rinoa.” disse educatamente l'individuo. Egli indossava un elegante doppiopetto di colore bianco con varie decorazioni dorate, evidentemente una divisa da alti ufficiali, ed al fianco portava una spada; ciononostante il suo volto era inconfondibile.
Otta: “Perseo...” esclamò con un filo di voce.
Perseo: “Esatto, signorina Otta, tuttavia non v'ingannate; io non sono lo stesso patetico uomo che avete avuto modo di conoscere.” precisò, non nascondendo il disprezzo che provava verso il suo opposto.

Ruben: “Dove ci troviamo?” chiese, rompendo ogni indugio.
Perseo: “Se avrete un attimo di pazienza vedrò d'illuminarvi. Voi vi trovate ora in quello che potremmo considerare l'equivalente del vostro Garden Supremo, il Pandeamonium; più precisamente siete nella Camera di Traslazione Dimensionale, ideata appositamente per permettere a voi altri di ricongiungervi qui.”
Otta: “Come potevate essere al corrente del nostro arrivo se persino noi ne eravamo all'oscuro?” domandò sospettosa.
Perseo: “Le nostre rispettive realtà sono molto simili, tuttavia il passaggio dall'una all'altra non è affatto semplice e ciò può tradursi in sbalzi temporali; ella ha attraversato il varco appena due minuti prima di voi, tuttavia siete giunti da noi con 730 giorni di differenza.”
Ruben: “Ella?” domandò preoccupato della risposta.
Perseo: “La nostra Somma Signora, Xavia.” disse soavemente, consapevole dello shock che avrebbe causato quel nome.
Otta: “Voi siete al servizio della strega?”
Perseo: “Noi siamo i Seed Neri, il nostro compito è sempre stato servire le streghe in qualità di soldati ed io in particolare sono il suo Cavaliere. Come tale, trovo imperdonabile che voi osiate anche solo arrecarle offesa, immaginerete dunque il mio odio nei vostri riguardi quando ho appreso che avevate come intento quello di eliminarla.” udite queste parole ogni Seed e Cadetto si mise in guardia, in attesa della mossa di Perseo. Sirius, però, volendo ottenere maggiori informazioni, lasciò inguainata la spada e si avvicinò al Seed Nero.

Sirius: “Se avete indirizzato la nostra comparsa in questo punto è perché volete qualcosa da noi, dico bene?”
Perseo: “La stessa arguzia del Sirius che conoscevo; mi domando se anche voi supplicherete pietà prima che la mia spada ponga termine alla vostra vita.” disse, provocatorio.
Sirius: “Sono spiacente di deludervi ma io non sono l'individuo che millantate d'aver ucciso.” rispose, senza espressione.
Perseo: “Comunque vi debbo dar ragione, siete stati portati qui per un motivo ben preciso. Il volere della mia signora era prelevare uno solo di voi; tuttavia ci era preclusa la possibilità d'individuare con chiarezza il soggetto in questione, pertanto abbiamo preferito trasportare qui tutto l'organico del Garden di Rinoa.”
Ruben: “E chi sarebbe il soggetto che volevate prelevare?”
Perseo: “Sua Eccellenza, Lonelywolf.” rispose, volgendo l'attenzione verso il Cadetto, il quale era divenuto il centro degli sguardi di tutti.
Lonelywolf: “Io... non capisco...” balbettò, tra l'imbarazzo ed il senso di colpa per essere la causa dei loro attuali problemi.
Perseo: “Vostra madre era molto in pensiero per voi, Eccellenza; essersi dovuta separare da voi dopo avervi appena ritrovato le ha spezzato il cuore.” queste parole non fecero che aumentare il fardello del Cadetto, il quale si sentiva sempre più confuso.

Kary: “Non osare avvicinarti a lui!” ringhiò l'Evocatrice, sguainando la spada e volgendola verso il neo Cavaliere della strega.
Sirius: “Nonostante mi senta in dovere di complimentarvi con voi per un così rimarchevole, per quanto anche riprovevole, impegno nel costruire una siffatta apparecchiatura d'ancoraggio dimensionale, mi vedo costretto a dar ragione alla mia esimia collega; cedervi un Cadetto del Garden di Rinoa senza opporre una strenua resistenza sarebbe contrario ai nostri principi, spero comprendiate.” aggiunse, sguainando anch'egli la spada.
Perseo: “Invero mi aspettavo un'obbiezione da parte vostra.” ciò detto, estrasse rapidamente la spada e la mandò a cozzare contro quella di Sirius con una rapidità sovrumana.
Sirius: “Notevole, ma non abbastanza.” in risposta, egli richiamò l'Ombra di Tenebras, la cui comparsa causò una forte onda d'urto che allontanò Perseo e molti dei Seed e Cadetti intorno.
Perseo: “Siete davvero molto diverso dal Sirius che conoscevo ma come già detto, anch'io sono differente dal vostro Perseo.” alzò la spada al cielo ed intorno a lui comparve un'aura azzurra; un istante dopo, alle spalle dell'uomo comparve quella che appariva a tutti gli effetti come l'opposto dell'Ombra di Tenebras.
Perseo: “Ammirate lo splendore della mia Aurora: Armonius.” esso appariva come un angelo in armatura dorata, nella cui mano sinistra stringeva la spada Lux Lucis, il cui potere sacro era tangibile anche solo osservandola. Sirius portò la Sargatanas al fianco sinistro, impugnandola con ambedue le mani, mentre la sua Ombra portò la Lacrima di Sangue al fianco destro; contemporaneamente anche Perseo e la sua Aurora fecero altrettanto. Quando il Cadetto ed il Cavaliere si scontrarono una forte onda d'urto si propagò per la stanza, ma quando Tenebras ed Armonius fecero altrettanto l'onda d'uro fu talmente forte da infrangere la barriera di contenimento.
Sirius: “Andate, presto!” si limitò a dire, volgendo fugacemente lo sguardo verso il Vicepreside. Egli non aggiunse nulla ma si limitò ad un cenno di assenso; benché non gradisse ne l'idea di dover fuggire ne tanto meno lasciare indietro un membro del Garden, sapeva che la soluzione migliore era tentare la fuga.

Visto che Perseo non partecipa più al Garden Club ho scelto lui come Opposto di Sirius; se per qualche ragione la cosa non dovesse andar bene vi prego di farmelo sapere.
Sarachan89
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Sarachan89 »

Neanche il tempo di riposare un'attimo e dei mostri attaccarono il Garden...Come sempre, più o meno, fui pronta a diffendere il garden...
Ce la stavo mettendo tutta, poichè gli spari delle armi da fuoco non mi permettevano di combattere al meglio.. delle volte mi paralizzavo, delle volte attaccavo a furia.. e gli altri sempre pronti a proteggermi.. Tutto per colpa della mia stramaledetta fobia!
Appena sentì che in infermeria occorreva aiuto, volevo dare una mano, ma i mostri me lo impedivano e in più ci era già andato qualcuno.. e poi Gabriel.. sapevo che non era lo stesso Gabriel che ha sterminato il mio villaggio, e che era morto,ma ogni volta che sentivo pronunciare il suo nome, feci una specie di scatto, per poi calmarmi subito dopo...

---

Neanche ora potevo riposare, perchè eravamo finiti nel mondo degli opposti.. e il primo Opposto che incontrammo fu Perseo...Scoprimmo che i nostri opposti, I SeeD neri erano al servizio di quella Xavia.. Un casino dopo l'altro insomma!
Volevo dare una mano a Sirius, ma ci ordinò di fuggire.
Fuggire?? No.. non potevo assolutamente! Indi, presi la spada e feci per raggiungere Sirius, ma Aura, mi prese per il braccio

Aura: Sirius ha detto di fuggire, e quindi fuggiamo!
Sarachan: Ma...
Aura: lo so, ma non abbiamo alternative! Neppure io vorrei lasciarlo qui, ma...

Capì.. nessuno di noi voleva lasciarlo li... ma non avevamo alternative!
Fuggimmo dalla stanza e voltai un'attimo lo sguardo verso Sirius, sperando che ne sarebbe uscito vivo. Rivoltai lo sguardo e seguì gli altri per la Hall, ma ero qualche passo indietro, ma potevo raggiungerli in volo.
Cosa che setti per fare, ma all'improvviso uno sparo mi bloccò all'improvviso..
Tirai un urlo di paura e mi accucciai mettendomi le mani sulla testa.. tremavo tutta.. ma di chi era lo sparo???
Remiem e gli altri stavano per raggiungermi, ma qualcosa si porse tra me e gli altri puntando la pistola a loro... io da cretina non riuscivo a muovermi.. ero accucciata li... terrorizzata

????: Fate un'altro passo e sparo! Chiaro??
Remiem: Ma cos..
Ruben: Era prevedibile che il suo opposto fosse così...
Remiem: Una pistola? Bah, sai che paura! Ho già avuto a che fare con un cecchino in passato.. non mi tiro di certo indietro!

L'opposto di chi? Mi feci coraggio e riaprì gli occhi e davanti a me c'era una figura familiare, anche se di spalle.
Indossava una strana divisa, aveva i capelli castani, delle ali d'angelo nere..
Improvvisamente si girò e mi prese un colpo.. dovevo immaginarlo che... Quella fosse il mio opposto!
Si avvicinò a me e mi sollevò per il colletto della maglietta. Teneva puntata la pistola contro gli altri per non lasciarli avvicinare..
I suoi occhi erano lcome dei miei, ma lo sguardo era del tutto differente... mi incuteva timore, sia per la pistola, sia perchè non sapevo cosa avrebbe fatto

Dark Sarachan(la chiamo così per non confonderla con quella vera): uhm... è così sei la mia opposta?? Mi basta un solo sguardo per capire quanto mi fai schifo!
Sarachan: ....ragazzi... voi andate! Ci penso io a lei
Ruben: Sei sicura di volerla affrontare da sola??
Sarachan: Si.. andate!
Remiem: Ma neanche per idea!
Sarachan: Rem! per favore!

E così gli altri decisero di proseguire... una volta svoltati l'angolo, la mia opposta abbassò la pistola e mi buttò per terra..
Si mise a roteare la pistola e mi guardò con disprezzo

D.Sarachan: Aiutare i compagni.. che cosa patetica e inutile!
Sarachan: dovresti farlo... non sono i tuoi amici?
D.Sarachan: Ah! Sinceramente non me ne frega tanto di loro! possono anche morire..

Credevo che avesse un minimo di cuore e buon senso.. invece..

Sarachan: E il tuo Remiem?? Se io amo il remiem "originale... allora tu..
D.Sarachan: Esatto.. non mi metterei mai e poi mai assieme a quel buono a nulla!

Shiori: Ha una pistola come arma.. vuoi vedere che le vostre fobie e le robe che vi piacciono sono opposte? molto probabile.. a lei piacciono le armi da fuoco e ha paura e odia le spade. Tu hai paura delle armi da fuoco e adori le spade...

Capì: sarebbe stato uno strano scontro.. fobia contro fobia...
Volevo raggiungere al più presto i miei compagni, ma non sarebbe stato facile affrontare me stessa... chissà quale delle due era la più forte?
Tirai fuori la spada. Subito la mia opposta, alla vista della spada, fece qualche passo indietro spaventata.. la stessa mia reazione alla vista di un'arma da fuoco.

D.Sarachan: Dovevo immaginarmelo che avevi quell'arma schifosa! Muori!

Stette per spararmi, ma un Fira la colpì sulla schiena. Un Fira?? Di chi era??
Guardai nella direzione della magia e notai qualcuno arrivare.
Quasi non credetti ai miei occhi....era Remiem! ma quale di preciso??


Se c'è qualcosa che non va, mandatemi un pm e aggiusto =)
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Cek
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Cek »

Due ore.
Avevano ancora due ore di tempo, nulla di più.

A questo pensava Ruben, mentre il gruppo di seed svoltava l'angolo del corridoio del Pandeamonium; le parole di Cek gli avevano dato speranza, ma era una speranza sottile come la corda di un violino, e poteva rompersi da un momento all'altro.
Loro avevano solo una cosa da fare e, per farla, avevano solo due ore di tempo.

Il gruppo si rifugiò momentaneamente in un'aula vuota ad anfiteatro, chiudendo la porta dietro di sè; la situazione era in un equilibrio estremamente precario, bastava un niente per farli precipitare tutti in un abisso senza ritorno.
-Adesso ascoltatemi- disse Ruben, prendendo l'attenzione di tutti i presenti.
-Come avrete già capito, l'Organizzazione Omega è riuscita nel suo intento: i due mondi si sono congiunti. In questo senso, abbiamo fallito. Però- continuò dopo una pausa, smorzando le imprecazioni che serpeggiavano tra i suoi compagni, - c'è un modo per tornare indietro: la congiunzione non ha ancora raggiunto il punto di non ritorno. Se in questo lasso di tempo noi riusciamo a trovare e distruggere l'Attivatore, la congiunzione verrà interrotta, e sarà possibile ritornare alla scissione dei due mondi-.
-E quanto tempo abbiamo?-
-Due ore-.
La speranza che era nata all'interno dei loro animi vacillò: per quanto ne sapevano, l'Attivatore era nelle mani dell'Organizzazione Omega, e le possibilità di recuperarlo sarebbero state minime.
-E una volta distrutto, tutto tornerà come prima? Ce lo assicuri?-
Ruben colse con la coda dell'occhio un impercettibile cenno d'assenso da parte di Cek, che nessun'altro notò.
-Esattamente. Quindi, la nostra priorità ora è di trovarlo e distruggerlo-.
-Allora propongo di dividerci-
Cek si intromise nel discorso del vicepreside, alzando la mano come a prendere parola.
-Se ci dividiamo, possiamo perlustrare più posti contemporaneamente, e aumentare così le possibilità di trovare l'attivatore-
Otta non pareva per nulla d'accordo.
-Se l'Attivatore è nelle mani dell'organizzazione Omega, andare da soli contro di loro equivale a un biglietto di sola andata per l'Oltremondo!-
-Lo so benissimo- ribattè Cek, -ma vagare per questo posto in un gruppo così grande è la stessa cosa che andare in giro con un cartello con scritto "Siamo qui, sparateci"!-
-Sono d'accordo- osservò Nathan -il tempo a nostra disposizione è pure poco; se è sufficiente distruggere l'attivatore, basta fare estrema attenzione ed evitare scontri inutili-.
Otta non demorse.
-E allora ci divideremo, ma ci divideremo in coppie- annunciò, con tono di chi non ammetteva repliche.
-Abbiamo già lasciato indietro Sirius e Sara, senza contare quella testa calda di Remiem che non so più dove sia finito, non voglio altri rischi. Da questo momento, vi do un ordine: non morite-.
I seed risposero tutti con il saluto militare alle parole della Preside, che si morse il labbro: non le piaceva la situazione, ma purtroppo non c'era altro da fare.

Nell'aria risuonò uno sparo, seguito da un'imprecazione di sorpresa: una pallottola aveva colpito di striscio Cek sul volto, mancandogli l'occhio di pochissimo. Se non si fosse spostato all'ultimo momento, avrebbe dovuto aggiungere una'altra decorazione medica al suo corpo.
Tutti i presenti si girarono, verso la minaccia che era apparsa dalla porta sopra le gradinate; di tutte le persone, Cek non si sarebbe mai immaginato di poterlo vedere qui.
Aveva i capelli neri, corti, e un pizzetto sul mento; aveva una cicatrice da taglio sull'occhio sinistro, di colore celeste, e sul volto un'espressione di disappunto per aver mancato il bersaglio.
-Non è possibile-
Anche Ruben, come il Custode, sgranò gli occhi dalla sorpresa: sebbene un paio di minuscole differenze, il suo aspetto era identico.
-Sabin...-
-Il mio nome è Xsabin- disse il cecchino, puntando un dito del braccio bionico verso di loro - e, cavolo, mi avevano detto che esistevano davvero gli opposti ma da qui a vederli da vicino è tutta un'altra cosa...-
Sparò un'altra volta, ma il proiettile esplose a mezz'aria, colpito da un fascio di fuoco: Cek balzò davanti agli altri seed tenendo la mano dritta di fronte a sè, mentre le fiamme iniziavano a formarsi sulla punta delle sue dita.
Xsabin fece un fischio di sorpresa.
-Ecco un volto che non conosco- disse. -Sembri un fiammifero vivente, penso che mi divertirò a crivellarti-.
-Andate!- urlò Cek agli altri seed, senza voltarsi. -A lui ci penso io-.
-Hai manie di protagonismo, ultimamente- disse Ruben, deviando una pallottola incrociando le lame. -L'ordine di Otta vale anche per te-
-Se ti sta così cara la mia vita- disse Cek mentre intercettava un altro proiettile, -trova in fretta quell'Attivatore e fallo a pezzi-.
I proiettili iniziarono ad aumentare, costringendolo a generare una barriera ardente per proteggere chi era dietro di lui; i Seed ne approfittarono per uscire rapidamente, incitati dallo stesso Cek.
-I codec qui dentro funzionano- disse Ruben. -Resisti fin che puoi, e se ti liberi prima chiama-.
Cek fece un cenno di assenso, mentre aumentava l'intensità delle fiamme per bloccare il fuoco rapido del Seed nero.
-Fai attenzione- aggiunse poi, mentre Ruben usciva per ultimo dall'aula, chiudendo la porta.
-Non è divertente con un bersaglio singolo- osservò Xsabin, scimmiottando Cek -mi hai tolto tutto il gusto della sparatoria...-
"Se non mi riconosce" pensò Cek, "vuol dire che non conosce il mio opposto, che quindi non è stato seed. Vuol dire che non sa cosa lo attende..."
Ancora una volta, i proiettili di ambo le parti si scontrarono a mezz'aria.
---------------------------------------------------------------------------------------------
-Quindi l'Organizzazione è ormai entrata in possesso di ciò che voleva?-
-È così- osservò Cek.
L'Anziano Raistlin sorrise.
-Allora è tutto andato come previsto-
Cek non potè non commentare con un "prego?" di fronte alla reazione dell'Anziano.
-Poichè l'Organizzazione è venuta a conoscenza della Chiave e dell'Attivatore, abbiamo bisogno di cambiare la Serratura che divide i due mondi, per evitare nuovamente una situazione del genere- disse lui.
-Ma per poterlo fare- continuò l'Anziana Sauskin, -prima dobbiamo lasciare che l'Organizzazione li congiunga-.
-Ma perchè?-
-Perchè così rendiamo inutile quanto loro possiedono- disse l'Anziana Ingrid. -Una chiave apre solo una serratura, se questa cambia la chiave non serve più a nulla-.
-Quindi- Cek cercò di fare mente locale, -cosa avreste intenzione di fare?-
Raistlin schioccò le dita, e l'intera stanza e tutti i suoi presenti, ad eccezione di Cek, brillarono di una luce dorata.
-Io e l'Anziana Sauskin lavoreremo su un incantesimo per generare nuovamente la divisione tra i mondi, creando questa volta un sigillo differente. L'incantesimo si attiverà nell'istante stesso in cui verrà aperta la Serratura, quindi inizierà nel momento in cui i due mondi diventeranno una cosa sola; tuttavia, i suoi effetti non potranno aver luogo fino a che esiste ciò che dà potere alle chiavi-.
-Cioè l'Attivatore?-
-Esatto- rispose l'Anziana Sauskin. -Come sai, senza di esso la Chiave non funziona, inoltre la sua presenza serve a rafforzare la coesione tra i due mondi. Distruggendolo, la congiunzione subirà un arresto immediato, consentendo così al nostro incantesimo di agire immediatamente, rispedendo così ogni individuo al proprio mondo di appartenenza.-
-Quindi nell'istante in cui noi distruggeremo l'Attivatore verremo teletrasportati all'istante qui?-
-Se tutto va bene, sì- rispose Raistlin.
- :smt104 Come se tutto va bene?-
-Perchè la congiunzione sia completa, sono necessarie due ore- rispose l'Anziana Sauskin. -Se in questo lasso di tempo non riuscirete a trovare e distruggere l'Attivatore, allora l'incantesimo che prepareremo sarà inutile, e la congiunzione sarà definitiva. Quindi, Custode, vedi di muoverti-
Questo fu quello che gli Anziani dissero a Cek, durante l'attacco dell'Organizzazione Omega, e fu anche quello che Cek disse a Ruben subito dopo la congiunzione.

Sarebbero bastate, due ore?
Ultima modifica di Cek il 26 nov 2010, 17:36, modificato 1 volta in totale.
Immagine
Hanno detto di me
Lilin:In verità Cek viene dal futuro :asd: ci puoi dire i numeri del lotto vincenti per domani?? XD
Nataa:Sei riuscito a spiazzare anche lo zio Perseo con la tua apparizione ( :twisted: )
leonida88:orca pupazza sei l'uomo fumetto!!! :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: sei stupefacente!!!
Sabin_mn:Cek, quando fa lo sborone, almeno lo fa con stile
Pip:Tanti auguri, per oggi niente manga e fuori ad ubriacarti :asd:
Master Roxas:Tu mi fai spaventare...Tanto per la cronaca,l'essere immondo(quello che ho quotato sopra XD) ha ragione
Final Night:Dopo Honey & Clover non riuscivo a trovare un anime simile e sono caduto in depressione. QUesto però è quello che cerco.. mi salverà la vita :smt112 Cek, Tu Curi le malattie con gli anime :asd: ?
Hyam:A parte che sei un provocatore comunista e alla peggio anarchico (lol)
Master Roxas:Ma voi ancora a farvi domande su chi è Cek,state? :asd: :asd:
ChocoboMan:Tu, cosa diavolo sei, una specie di manga-postino a domicilio ? :smt104
Nataa:Ci chiedevamo se il Re dei manga sarà presente a questo fumettopoli :-D
Lord Remiem
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Lord Remiem »

ecco presentato l'ALTRO Remiem :asd:

Alla fine erano scappati dalla battaglia, con grande rammarico di Remiem che voleva continuare a duellare ancora un pochino. Ricordava benissimo quel portale dimensionale che alla fine aveva fatto arrivare il gruppo nel tanto famigerato Mondo degli Opposti.
Aveva capito che i Seed ivi presenti si chiamavano Seed neri e che quasi sicuramente erano l'opposto dei corrispettivi Seed suoi amici, come si evinceva da Perseo: fra l'altro lui e Sirius avevano già iniziato ad attaccar briga.
Ma quello che lasciò Remiem di stucco era l'opposta di Sarachan: usava le armi da fuoco ed aveva un caratteraccio. E aveva anche nominato il Remiem dei Seed neri, chiamandolo...idiota?
Per questa cosa aveva lanciato un Fira, un piccolo sfogo nervoso. Quando sentì una voce alle sue spalle...

???: Ma no! Ma non lanciare una magia così! Ma non è chic!!!!

Remiem si voltò di scatto, dopo aver tristemente constatato che anche Sara stava combattendo contro la sua opposta, e quasi gli venne un infarto.
Stava guardando...sè stesso. Solo che portava una spada gigantesca, aveva l'aspetto sicuro di uno che la usava anche molto bene, ma ciò che stupiva di più era la sua voce...

OppositeRemiem: Ma tesoro, ma usi la magia? Non sei per niente trendy!
Remiem: Ma come ?/@&# parli?
OppositeRemiem: E mi somigli! Ma tesoro, tu non mi somigli per niente! Maddaaaai, guardati!
Remiem: Ma che diamine...
OppositeRemiem: Ma sei la cosa meno trendy che abbia mai visto!

E mosse qualche colpo di spadone. Remiem, originale, notò che ad essere sinceri lo usava davvero bene. Solo che, senza offesa, ma quella voce da effeminato lo mandava in bestia...forse perchè la sentiva dire da sè stesso. O quasi.
Senza pensarci lanciò una magia di tuono contro la spadona, facendo rimanere quasi basito il suo contrario vivente.

OppositeRemiem: Ma sei un buzzurro maleducato!
Remiem: Piantala...e anche di parlare in quel modo, mi dai sui nervi.
OppositeRemiem: Uh, ma come sei cattivo! Te la prendi per così poco!
Remiem: *si incendia le mani* Vuoi attaccar briga?
OppositeRemiem: No, non voglio, mi sono appena profumato, tu mi intaccheresti il tuo odore di sudore!
Remiem: Ma porc...*facepalm* ma proprio a me doveva capitare?
OppositeRemiem: Beh, io ti saluto, dolcezza, ciaoooo!!!

E salutò con la manina. Remiem pensò che in effetti, nonostante l'ovvio orientamento sessuale del suo opposto, poteva essere pericoloso affrontare uno che usava così bene una spada così grossa.
Rimase un po' in giro per il luogo, osservando il combattimento di Sirius vs Perseo e Sarachan vs DarkSarachan, sperando che la sua amichetta non ci lasciasse le penne. Faceva impressione pure a lui quella specie di Sara cattiva, anche se non gli faceva paura. Impressione solamente.
Teoskaven
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Teoskaven »

La testa gli faceva ancora male in parte dai postumi della granata sonora e in parte dallo switch dimensionale.
Chiavi, manufatti... non era meglio se costruivano un portale più semplice? Gee, per essere una Strega e un'organizzazione uberpotente non hanno nessuna nozione di architettura e geografia interdimensionale...

???: Bene bene bene, abbiamo qua anche te. Speravo proprio di trovarti, sai? Tutte queste giornate passate a combattere quegli odiosi di O.Rem e D.Sara... erano stancanti capisci?

Qualcuno alle sue spalle: girandosi lentamente immaginava già chi potesse essere, e lo capì quando finì di voltarsi. La figura che stava di fronte a lui portava una bandana e un bastone alle cui estremità erano fissate due palle chiodate; c'erano anche alcuni simboli blu elettrico, ma la cosa più strana era la coda e la mano collegata ad essa formate interamente da energia oscura e le scintille nerastre rilasciate dal minimo attrito.

???: Ammiri la mia arma? È un po' presto per essere uccisi dalla mia Spacca-acume, non trovi?
Tsk: Chi sei? -tono serioso/arrabbiato-
???: Fufu, usa quella testolina da ratto che ti ritrovi: una volta avevo un altro nome, ma adesso... adesso io sono l'unico e il solo Teovasken, orgoglioso membro dei Seed Oscuri.
Tsk: :eh?:
Tvsk: Ti trovo male, mio doppio: allora, cosa succede dalle tue parti? Già ucciso Theodore e la tua rediviva amata?
Tsk: Chi?
Tvsk: Oh, santo Estraneo, non sai ancora nulla? Almeno hai sconfitto il Ratto Cornuto?
Tsk: Ascoltami bene: non ho idea di come tu sappia cose del genere, ma non ti permetto di farmi lavaggi del cervello con stronzate simili, e...

Non aveva neanche finito la frase: il suo opposto era strisciato fino a lui e con la mano oscura lo aveva attraversato, inondandogli lo spirito di una strana sensazione, come... di freddo, e di tristezza.
L'alchimista cadde mentre l'essere davanti a lui rideva come un idiota. Dentro di se Teoskaven sentiva come cristalli di ghiaccio e fango duro formarsi nella sua anima, quasi ad annichilirlo lì invece che nel corpo; tutto pareva congelato... e inutile: la vita, il tempo, tutto... Lentamente cadde in ginocchio: aveva voglia di addormentarsi, non c'era niente che potesse fare.

Tvsk: E ti consideri un vero discepolo di Rh'llor? Ci credo se non hai ancora ricevuto la sua benedizione...

Improvvisamente Teovasken rimosse la coda nerastra, stizzito; qualcuno doveva aver rivelato la sua presenza.
Stizzito, l'opposto schioccò le dita per far sì che una lastra del pavimento si alzasse per essere usata come piattaforma, dopodichè applicò un bottoncino magnetico sotto di essa e si lanciò fuori da una finestra.

Tvsk: Addio, bello! È stato un piacere; spero che la nostra prossima sfida sia più interessante.

Ancora in ginocchio, lentamente Teoskaven sentì i cristalli di ghiaccio sciogliersi e sparire; ancora scosso, venne strattonato da qualcuno. Girando piano la testa capì chi era.

Tsk: A-Aura... non sai come sono felice di vederti.
Aura: Le smancerie dopo: si può sapere chi era quello?

Mentre si rialzava per riordinare le idee, l'alchimista sentiva la testa scoppiare, ma per fortuna il tutto si stava attenuando.

Tsk: il mio opposto... credo; non ero minimamente alla sua altezza.
Aura: Ci penserai più tardi: vieni, sembra che Ruben e gli altri vogliano dare il punto della situazione.

Dopo il discorso

Due ore?
Il tempo che rimaneva loro era così poco? Teoskaven pensava questo mentre correva all'impazzata assieme agli altri: avrebbe dovuto dividersi con un compagno, cercare quel dannato aggeggio controllato dall'Organizzazione Omega e dalla Strega e distruggerlo.
Una fitta alla testa; quel bastardo del suo opposto l'avrebbe pagata se si fosse presentata l'occasione, ma la missione era più importante, per tutti. Se però gli altri opposti erano come quello o peggio...
Preferiva non pensarci, o la testa avrebbe ripreso a dolergli: Omega gli inviò un pensiero di rassicuramento che Teoskaven apprezzò.
Speriamo solo che Sirius, Remiem e Sara stiano bene...
Bloccato

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