Garden 1

Un Gioco di Ruolo Narrativo a più mani, tra SeeD e Cadetti, Garden ed Accademia, Tornei, Missioni, Sagre, e molto altro: questo è il Garden Club! Leggi i topic "Bacheca" e "Spiegazione Topic" prima di postare

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Sam92
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Re: Garden

Messaggio da Sam92 »

"Andiamo Ifrid, vediamo cosa si dice in giro"

Il Garden era stracolmo di gente. Cadetti e SeeD ovunque. L'atmosfera era abbastanza armoniosa, seppur con un pò di tensione. Samos si diresse fuori dal dormitorio e iniziò a guardarsi in giro per cercare di incrociare lo sguardo con qualche cadetto. Mentre usciva vide un cadetto con una sigaretta in bocca, aveva uno sguardo abbastanza serio. Ma lui non volse lo sguardo a Samos.

"Mmmh...Ci vorrebbe una sigaretta"

Piuttosto incrociò lo sguardo con un ragazzo dall'indole apparentemente tranquilla. Aveva occhi verdi e lunghi capelli neri e portava con sè uno scudo posto sulla schiena. Il ragazzo ricambiò lo sguardo e Samos ne approfittò rispodendo con un sorriso.

Samos: Ehi ciao! Sei nuovo?
???: Ciao. Beh si...Comunque piacere, il mio nome è Deimos.
Samos: Oh! Perdonami! Piacere il mio nome è Samos.
Deimos: Anche tu sei nuovo?
Samos: Si. Un novellino...Più o meno...
Deimos: Io non sono un novellino. O meglio, ho già un pò d'esperienza...Tu perchè più o meno?
Samos: Ho trascorso due anni nel Garden di Balamb. Anche io ho un pò d'esperienza.
Deimos: Ah si? Da dove vieni?

I due iniziarono a raccontarsi la loro vita. Senza interruzioni. Si ascoltavano reciprocamente con aria interessata. Samos pensava che Deimos aveva una storia molto interessante e curiosa. Sapeva poco riguardo la storia e la mitologia.

Samos: Mi sa che io posso imparare molto da te! :D
Deimos: Ahahaha mi fa molto piacere. Finora sono poche le persone che ho incontrato a cui piace la mitologia o la storia.
Samos: Beh se hai qualcosa da raccontarmi io sono tutt'orecchie!
Deimos: Bene. Me ne ricorderò :wink:

I due continuarono a parlare. Stavolta il discorso era rivolto sulle loro abilità e sul loro stile di combattimento. Deimos sembrava abbastanza colpito dal fatto che Samos possedeva il potere di un GF. Gli fece parecchie domande al riguardo e Samos era felice di rispondergli.

Deimos: Sei un tipo interessante! Speravo di non incontrare tipi noiosi.
Samos: Ahahaha anche io ho i miei difetti però.
Deimos: Tutti c'è li hanno :wink:
Samos: Beh è anche vero ehehe :asd:

Samos era un pò stanco, il viaggio l'aveva sfinito. Ma era contento che almeno aveva conosciuto qualcuno.

Samos: Senti Deimos, io vorrei andare un pò a riposare, dopodichè girerò il Garden per farmi un'idea.
Deimos: Certo, figurati. Allora a presto Samos, è stato un piacere.
Samos: Grazie Deimos, anche per me. A presto! :D

I due si salutarono e Samos si ridiresse nella sua camera. Era passata circa un'ora. La stanchezza si faceva sentire. Fece una doccia veloce e prima di mettersi a dormire, come di consueto, pulisce il suo gunblade. Prima di chiudere gli occhi Samos si concentra per entrare in contatto con il suo GF. Si sente quasi in simbiosi con Ifrid.

"Ifrid...Dammi la forza..."

Dopodichè, una volta che Ifrid si mise in contatto con la sua anima, quasi ad essere una cosa sola, Samos chiuse gli occhi rilassato sussurrando l'ultima parola quotidiana prima di dormire...

"Grazie Papà..."
<<"Samos">>


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Logan
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Re: Garden

Messaggio da Logan »

E qua iniziano le mie nuove avventure...
La prospettiva di viaggiare, scoprire, vedere nuovi posti era quanto di più allettante potessero propormi quelli del Garden supremo. Io vivo per queste cose! Spero solo di incontrare gente simpatica che...


-Scusa...-

I miei pensieri furono interrotti da una vocetta sottile e una piccola pressione sulla mia spalla.

-Sono piuttosto ingombra e ... e tu ...bhè... stai occupando tutto il passaggio!- mi disse la ragazza mostrandomi le valigie con un sorrisetto.
-Oh, scusa- mormorai rendendomi conto che stavo facendo le mie riflessioni proprio nel bel mezzo dei corridoio e balzando da un lato per permetterle di passare.
-Comunque guarda che le camerate maschili...sono dall'altra parte.- continuò quella mentre faticava per far passare le sue valigie in quello spazio angusto.
Sgranai gli occhi e mi guardai in giro orripilato.
-Accidenti! Mica me ne ero accorto...- dissi voltando i tacchi e tornando indietro a passi spediti. Poi mi fermai di botto e tornai indietro verso la ragazza che avanzava faticosamente.
-Posso darti una mano?-
-Si, grazie- mi disse ansimando e scaricandomi addosso un paio di pesanti valigiotti.

Giungemmo finalmente alla porta della camera che la ragazza aveva scelto. Depositai il mio carico davanti la porta e feci per andarmene salutando con un gesto della mano.

-Chi devo ringraziare per tanta gentilezza?- mi chiese la ragazza.
-Logan. Logan Carter.-
-Piacere di conoscerti e ... ci vediamo in giro!-

Ok. Il mio primo incontro al Garden non era stato dei più allegri. Generalmente ero molto estroverso e non avevo problemi a socializzare. Presto comunque avrei avuto modo di rimediare.

Infilato il corridoio che mi avrebbe portato alla camerate corrette non potei fare a meno di pensare che, a parte quella piccola gaffe, il mio arrivo al Garden non era stato poi così male. Sembravano tutti piuttosto allegri ed euforici. Anche il vicepreside, nonostante sembrasse parecchio più grande di quello che mi avevano detto, aveva un tono di conversazione piuttosto amichevole.
Il mio vero nome era rimasto accuratamente nascosto durante il colloquio. Evidentemente quelli del Garden supremo avevano fatto un buon lavoro con le mie carte di reclutamento. L'unica cosa che mi aveva lasciato deluso era che nonostante le mie ottime referenze in relazione alle mia capacità con la tecnologia più avanzata, alla mia richiesta di lavorare al centro di supporto informatico delle missioni, il vice mi aveva risposto che avrebbe dovuto pensarci su.
Che fosse presente al Garden qualcuno più qualificato e bravo di me? Certo, poteva anche essere. Decisi di non pensarci al momento.

Mi infilai nella prima stanza libera che trovai. Sembrava accogliente. Depositai il mio zaino e cominciai a sistemare la mia roba nell'armadio. I miei pochi vestiti, le mie armi, i farmaci e gli attrezzi per la terapia. Avrei dovuto immediatamente contattare lo staff medico del posto per spiegare la mia situazione di salute e stabilire il programma di riabilitazione. Così sistemata la mia roba, uscì dalla stanza in direzione dell'infermeria sperando di trovare qualcuno.
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Grazie!!!
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.Zero.
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Re: Garden

Messaggio da .Zero. »

Le porte si aprirono, la navetta proveniente da Galbadia Junon era finalmente arrivata, e con essa pure il "carico", arrivato giusto diciotto mesi prima e "rispedito" momentaneamente al mittente. Stavolta tuttavia l'uomo non era a petto nudo a mostrare il suo tatuaggio a tutta schiena a chiunque passasse nelle vicinanze (ed in quel momento, il via vai era notevole), stavolta l'uomo dai capelli bianchi indossava la divisa d'ordinanza, i gradi in bella vista sul colletto ad indicare il suo essere ancora un cadetto. Nella città costiera si era fatto le ossa certo, ed era stato addestrato alle "regole" dell'Ordine, ma la sua reale assegnazione era a quel Garden, bloccandolo di fatto anche nella possibile eventuale "carriera" per tutto quel tempo; per lui non c'era comunque problema, bastava che gli dicessero chi doveva combattere o cosa doveva fare che eseguiva. Bisognava dire che in più di un'occasione aveva dato del vigliacco o dell'idiota al suo ufficiale in comando prima di eseguire alla lettera quanto richiesto, ma a parte la disciplina il fascicolo su di lui era esemplare nelle operazioni sul campo.
Perlomeno, la documentazione pervenuta al Vicepreside Shinra riferiva tutto questo. Ren Highwind, il soggetto in questione, sedeva proprio di fronte a lui, gli agenti incaricati di scortarlo si ergevano silenziosi dietro di lui, continuando a passare burocrazia su burocrazia a Ruben. Solo una cosa comunque era cambiata: se non fosse stata possibile l'assegnazione alla manutenzione, richiedeva di poter essere assegnato a qualche incarico in cui si agisse con niente scartoffie da ufficio.

- "Signor" Shinra, sapete già chi sono e "cosa" sono, quindi perché rimanere ancora qui a discuterne? Dovrei ribadire quanto già sapete su di me e sul perché sia qui nonostante tutto? - [quarto dall'inizio]

Il tiefling sembrava esasperato, sopportava troppo poco la rigidezza delle regole, soprattutto quelle della burocrazia.

- E soprattutto, dovrebbe prendersi una vacanza, mi sembra veramente invecchiato Vicepreside. -

Questo, invece, era volutamente un tono preoccupato ironico. E lo sguardo decisamente esasperato del Vicepreside lasciava intendere che pure lui voleva ridurre al minimo il loro incontro.

- Mi concederò tale lusso quando lo riterrò più opportuno io signor Highwind, per il resto ...è tutto in ordine. Signori, potete lasciarlo qui, non credo si azzarderà a venir meno all'accordo. -

Sempre senza dir niente, i due inviati dall'Ordine fecero dietrofront per andarsene, ritornando al Garden Supremo. In quanto a Ren, si "ricordò" che aveva un avviso ed una domanda da porre.

- Prima di dimenticarmene, un'altra cadetta sta arrivando da Junon, posso garantire io per lei, se la caverà sicuramente meglio di molti novellini qui dentro. E mi domandavo, se "lei" è il Vice e si sta occupando di tutta quanta la burocrazia (ribadisco, si prenda una vacanza, sembra mio nonno!), il o la Preside dove sono? -

Non attese tuttavia la risposta, uscì ridendo quasi in maniera psicopatica con la falce in spalla, dirigendosi a sistemarsi in quella che sarebbe dovuta essere la sua nuova casa.

- In fondo si tratta pur sempre di combattere qualcuno, buono o malvagio che sia ...e mi pagano pure! Sì, ho decisamente fatto un affare! -
Ultima modifica di .Zero. il 25 mar 2011, 22:25, modificato 1 volta in totale.
.Behold the Great Red Dragon.
Zero scrive (21:44): Hanno definito più volte Ren tamarro =O ma perché? T_T
S e p h i r a h scrive (21:45): Perchè è un Tamarrosaurus Ren! =D
Zero scrive (21:46): Oddio stupenda questa, me la segno xD
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Sam92
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Re: Garden

Messaggio da Sam92 »

"Penso che sia ora di darmi da fare"

Samos è un ragazzo che non riesce a stare fermo. Aperti gli occhi fissava il soffitto in silenzio, intanto da fuori la sua stanza si sentiva il vociare nei corridoi del dormitorio. Oggi è stata una giornata splendida, l'ammissione al Garden...I nuovi incontri...Samos era felice. Ma qualcosa lo turbava.

"Mi sento inutile..."

Nuovamente aveva quella sensazione di quando aveva visto suo padre. Un senso di nullità. Si alzò dal letto, fulmineo, si diede una sciacquata, si vestì e si diresse fuori dalla camera. I cadetti stavano ancora sistemando le loro valigie e si stavano collocando nelle varie camere, nonostante la folla di gente la confusione era poca. Non voleva stare con le mani in mano, per una questione di principio lui non voleva. Velocemente si stava dirigendo verso l'ufficio del vicepreside. La gente che arriva aumentava, quest'anno, dalla riapertura dei battenti del Garden, i nuovi iscritti parevano essere di più. Quando era nel Garden di Balamb aveva un'amica che risiedeva qui al Garden di Rinoa, era sempre in contatto con lei ma dopo le problematiche avute in famiglia perse le sue traccie e non sa se potrà reincontrarla.
Arrivato al secondo piano vide uscire dall'ufficio di Ruben un ragazzo alto dai capelli lunghi bianchi con in faccia stampato un sorrisetto di soddisfazione. Gli incuteva quasi timore.

"Che tizio strano..."

Bussò alla porta dell'ufficio.

Ruben: Avanti.
Samos: Salve, signore.

Samos notò che Ruben aveva l'aria seria. Quasi come se l'incontro con il tizio di prima l'avesse un pò scosso.

Ruben: Cadetto Samos, giusto?
Samos: Si signore.
Ruben: Ti serve qualcosa?
Samos: Si...Una piccola informazione. Era possibile avere qualche impiego qui nel Garden?
Ruben: Certo che si.

Samos si sentiva un pò in disagio. Al primo incontro Ruben pareva essere più allegro e Samos si sentiva più a suo agio, ma adesso era nettamente diverso.

Ruben: Hai qualche idea in mente?
Samos: Precisamente no. Ma non amo stare fermo con le mani in mano. Avevo pensato a qualcosa nella mensa magari...
Ruben: Nella mensa? Beh penso che serva una mano nell'impresa di pulizie...però è un lavoro abbastanza stancante per un cadetto.
Samos: Essere cadetti non significa "essere limitati" signore...Un cadetto è prossimo a diventare un SeeD, e pulire la mensa, corridoi o quant'altro non ostacolerà certo la strada. Tutti devono avere delle mansioni e sicuramente qualcuno dovrà anche avere un impiego nell'impresa di pulizie prima o poi. Signore.
Ruben: Stimo la tua determinazione. Ben detto cadetto Samos. Beh allora un posto è tuo. Qualcun'altro verrà a farti compagnia stanne certo.
Samos: La ringrazio singore. Sono contento di essere utile.
Ruben: Figurati.
Samos: Bene allora tolgo il disturbo. Sarà impegnato.
Ruben: Un pochetto a dir la verità.
Samos: D'accordo. Ancora grazie, signore!
Ruben: Ahahaha Non c'è bisogno di essere così formali Samos.
Samos: Mi perdoni, è l'abitudine...Signore...A presto! :byebye:

Samos si sentiva più sollevato. Finalmente quel senso di nullità era svanito. Certo, lavorare nell'impresa di pulizie non era uno dei suoi obbiettivi principali ma era contento lo stesso.

"Se dovrò lavorare con una scopa nelle mani...Beh ne approfitterò anche per fare più pratica con il gunblade!"

Samos si diresse nella mensa, aveva un pò fame e oltre a riempire il suo stomaco, voleva annunciare che sarebbe stato il nuovo "uomo delle pulizie". Dirigendosi verso il corridoio del bar si fermò e si guardò un attimo intorno.

"Con chi potrei parlare prima di tutto?"
Ultima modifica di Sam92 il 20 mar 2011, 02:52, modificato 1 volta in totale.
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Ruben -.-
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Re: Garden

Messaggio da Ruben -.- »

L'idea di Samos che sgobbava in mensa con scopa e paletta fece sorridere Ruben per un attimo. Aveva accettato senza riserve anche il compito più umile, quando invece Logan aveva espressamente richiesto un lavoro di responsabilità decisamente superiore. Ruben si era preso un attimo il tempo di pensarci e visto che Pip stava entrando nel suo ufficio decise di chiedergli un parere.

"Indaffarato con le scartoffie?" s'introdusse il Commander.
"Già" gli rispose Ruben cupo. "Quell' Highwind sarà antipatico ma non ha toppato quando mi ha fatto notare la mancanza di un Preside. Sai qualcosa di Perseo?"
Pip scosse la testa.
"Già che sei qui, volevo parlarti di Logan Carter."
"Chi?"
"Forse non l'hai ancora incontrato. Mi ha fatto richiesta per lavorare al centro tattico-informatico per le missioni. Se non sbaglio ricade sotto la direttiva del settore sicurezza e volevo sapere che ne pensavi." concluse Ruben mentre gli porgeva la scheda del Cadetto.
Pip si prese qualche minuto per analizzare le capacità di Logan.
"Bè, sembra idoneo. Ha studiato informatica a Esthar. Studio meglio la sua scheda e ti faccio sapere." disse Pip mentre veniva interrotto dall'arrivo di Aura in ufficio.

Ruben si alzò come se qualcuno lo avesse punto al sedere con un ago. Si girò bruscamente e prese ad armeggiare febbrilmente tra gli scaffali vicino la scrivania. Aura, che aveva notato tutto, salutò fissando il pavimento delusa.

"Bentornata anche a te Aura" saluto Ruben senza girarsi. "Fa piacere averti di nuovo con noi. Ehm...hai già preso visione dell'infermeria?"
"Non ancora...veramente volevo passare a salutarti prima." fece lei cercando di scorgere una reazione del vice.
"Oh...è...molto gentile da parte tua." disse Ruben mentre spostava un fascicolo dal lato destro a quello sinistro dello scaffale per la terza volta.

Pip, che era rimasto in silenzio a parte il saluto iniziale, cominciò a sentirsi terribilmente fuori posto. Fece viaggiare lo sguardo da uno all'altra un paio di volte e poi decise che era meglio defilarsi.
"Io...ho...ecco..dimenticato di disfare le valigie!" menti spudoratamente, ma non gli veniva in mente altra scusa. "Ci vediamo dopo ok?" concluse uscendo dalla stanza più velocemente possibile.

Ci fu un minuto di assordante silenzio.

"Qualcosa non va?"
Aura proprio non capiva. Dopo un anno e mezzo senza vedersi, si aspettava almeno un saluto più caloroso.
"No, va tutto bene grazie."
A quella risposta chiaramente falsa, Aura si avvicinò cercando di osservarlo negli occhi ma Ruben si voltava dandole ostinatamente le spalle.
"E' per ... la tua malattia? Per questo non vuoi mostrarmi il viso?" chiese infine.
Ruben finalmente smise di spostare fascicoli a casaccio.
"Me lo ha accennato Drizzt." specificò lei.
"Le notizie volano..." osservò irritato Ruben.
"Non prendertela con Drizzt adesso. Pensavi davvero di potermi nascondere il tuo stato? Insomma...non ti pare che me ne sarei accorta prima o poi?"

Ruben si sentì improvvisamente stupido. Non si vergognava del suo stato ma, una cosa era mostrarsi a coloro che già sapevano o che non lo avevano mai visto prima, le battutacce di Ren gli scivolavano addosso... ma Aura...
Per lei era diverso. Aveva accuratamente evitato di informarla di quello che gli stava accadendo nelle occasioni in cui si erano sentiti per telefono durante i mesi di lontananza e adesso si sentiva in colpa.

"Scusa. " borbottò lui voltandosi lentamente. "Avrei dovuto dirtelo."
"Si, avresti dovuto." rispose lei con tono di rimprovero, ma il suo viso si era addolcito con un sorriso. "Pensi di potermi salutare come si deve adesso?"

Ruben fece qualche passo avanti abbracciandola fraternamente. Aura lo osservò bene in viso.

"Io non ti trovo molto cambiato."

Lo disse sinceramente e, certo, non si riferiva al suo aspetto esteriore.

"Credo farei meglio ad andare in infermeria in caso qualcuno mi volesse parlare. Mi han detto che l'hanno ingrandita."
"Fin troppo!" sbuffò Ruben ridendo. "Ci vediamo dopo." la salutò mentre lei si allontanava.
Chiedere scusa è un gesto che rafforza l'amicizia, chiarisce i dubbi,
è un rimedio contro l'odio, non è mai un segno di debolezza.
-
Romano Battaglia
Sirius
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Re: Garden

Messaggio da Sirius »

Sirius, giunto al bar del Garden da almeno una decina di minuti, era intento ad osservare i suoi nuovi compagni cercando di sondarne il carattere; sono infatti molti i segnali che inconsciamente un individuo trasmette col suo comportamento e la parte più complessa consiste nel saperli interpretare correttamente. Senz'alcun dubbio poteva però dire che quel posto sembrava proprio uno zoo, vista la diversità e l'unicità dei personaggi che lo popolavano: la maggior parte di loro erano umani ma, origliando i discorsi, apprese che vi erano profonde differenze fra loro; non solo esteticamente o caratterialmente ma anche per l'estrazione sociale ed il mondo d'appartenenza. Pensò tra sé che il Garden di Rinoa potesse rappresentare una sorta di miniera d'Oricalco per tutti gli antropologi. Osservare come potessero convivere individui così diversi fra loro era di per sé un valido motivo per restare; non che avesse molti altri luoghi in cui cercare asilo. Improvvisamente venne sopraffatto da una fitta alla bocca dello stomaco e sentì le proprie forze venir meno; per sua fortuna si trattò solo di un fugace istante ed egli non diede alcun segno che potesse tradire questo suo malessere. Istintivamente portò le dita ad accarezzare l'anello, riflettendo sul fatto che erano ormai trascorsi tre giorni dall'ultima volta che si era nutrito e, sebbene quell'artefatto attenuasse le sue necessità fisiologiche, la malattia stava ormai aggredendo il suo organismo. Il Cadetto decise quindi di avvicinarsi al bancone per ordinare da bere.

“Salve, mi chiamo Remiem; che cosa posso servirti?” domandò un ragazzo dalla pelle grigia.
“Io sono Sirius Vicente Dominus Valantine, piacere di far la vostra conoscenza. Gradirei del succo di pomodoro, grazie.” a questa richiesta il barman strabuzzò gli occhi, incredulo. Sirius ripeté quindi la sua ordinazione e questi, a seguito di un'alzata di spalle, portò quanto richiesto. Appena ne bevette un sorso, fu investito da un senso di disgusto: era come bere cenere mischiata all'acqua o, almeno, questa era la descrizione che più gli si avvicinava. Difatti uno dei primi effetti collaterali conseguenti alla trascuranza della propria condizione era la perdita del sapore; non che Sirius amasse granché molto il succo di pomodoro ma serviva alla sua copertura. Se avesse fatto credere agli altri che amava quel tipo di bevanda, non si sarebbero insospettiti se l'avessero visto bere un altro tipo di bevanda dal medesimo colore.
“Sei sicuro che non vuoi provare le Fiamme Infernali? Ti fa crescere i peli sul petto e poi te li brucia via!”
“Grazie... credo... ma non ne ho necessità al momento.” rispose educatamente, mentre si chiedeva se per caso quel ragazzo non fosse pazzo od avesse provato personalmente tutte le bevande che aveva a disposizione. Probabilmente erano vere entrambe le cose.
“Beh, se cambi idea sai dove trovarmi.” Valantine rispose con un cenno d'assenso e tornò a sorseggiare il suo amaro calice. Forse avrebbe fatto meglio ad andare in camera per rifocillarsi con la propria scorta ma non era una cosa di cui andasse matto e neppure era tanto debole d'averne urgenza.

In quel mentre, nel bar entrò un ragazzo che portava appesa alla schiena una grande falce. Quando il Seed Commander Pip gli fece notare che non era consentito girare armati, egli rispose che in quello, come in ogni altro Garden, vi erano maghi, le cui abilità magiche li rendevano costantemente in grado di nuocere e, ciononostante, nessuno di loro portava bracciali di costrizione, dunque non vedeva il motivo per cui egli avrebbe dovuto privarsi della propria arma.
“Scusate se mi intrometto.” disse a quel punto Sirius. “Non nego l'acume e la logica del vostro ragionamento, signore, ma vorrei farvi presente che nessun altro qui porta delle armi; e questo perché non v'è ne ragione alcuna di portarle.”
“Risparmiati scempiaggini sul fatto che qui 'sono tra amici' o robe del genere...”
“Non ne avevo intenzione.” disse, interrompendolo. “Non vi conosco, quindi non so se abbiate o meno amici qui dentro. Desidero semplicemente farvi considerare che portarsi appresso un'arma è un fastidio inutile; se anche qualcuno qui dentro avesse l'insensato impulso di attaccarvi per uccidervi, è probabile che finirebbe lui per andare in contro alla morte.”
“Credi che abbia scritto stolto in fronte?” domandò con tono di sfida.
“Invero, il vostro volto non mi trasmette nulla; forse perché è esattamente ciò che siete.” rispose provocatoriamente.

L'uomo afferrò velocemente la falce e la fece roteare; subito alcuni dei presenti scattarono in piedi ma, l'altro, si limitò ad appoggiare l'arma alla parete ed allargare le braccia, dicendo che la stava solo mettendo via. Con un piede avvicinò a sé una sedia e si sedette all'incontrario, incrociando le braccia sullo schienale e mantenendo un sinistro sorriso mentre guardava fisso Sirius. Valantine fu pervaso dalla netta sensazione di trovarsi d'innanzi ad un uomo capace di uccidere per il gusto di farlo, senza rimorsi od esitazioni; se non fosse stato certo del contrario, avrebbe detto di trovarsi al cospetto di un suo simile.
“Vi ringrazio per la collaborazione.” disse infine Sirius, accennando un brindisi col bicchiere. La tensione alla fine scemò ed i Cadetti e Seed tornarono a conversare fra loro; anche Sirius decise che avrebbe scambiato ancora quattro chiacchiere prima di ritirarsi nei propri alloggi. Quel posto era davvero uno zoo, e come ogni zoo vi sono anche le belve feroci.
DarkSquall89
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Re: Garden

Messaggio da DarkSquall89 »

«Potrebbe rivelarsi una prospettiva interessante.»
Il vicepreside Ruben alzò lentamente gli occhi dai documenti che avevo depositato sulla sua scrivania, accuratamente vergati da mio padre prima della mia dipartita dal villaggio.
Erano ormai passati diversi mesi, ma con l'occhio della mente mi risultava estremamente facile riportare alla memoria tutti i particolari e i dettagli della nostra separazione.

«Mai prima d'ora un Qu ha intrapreso un simile viaggio, è bene che tu lo sappia. Siamo un popolo autosufficiente, legato alle nostre tradizioni, viviamo esclusivamente per noi stessi. E tu vuoi avventurarti in un mondo che non ti appartiene. Sei conscio dei rischi che tutto ciò comporta, figlio mio?»
Avevo esitato un attimo, posando lo sguardo sul mio vecchio, il portamento dignitoso, il viso contratto in una leggera smorfia che io avevo imparato ad identificare come dettata da una tristezza interiore che lui cercava a tutti i costi di non lasciar trapelare: un capo non doveva mai mostrarsi insicuro.
«So che il mio cammino sarà costellato di pericoli, l'ho messo in conto fin da quando ho iniziato a maturare l'idea di andarmene» risposi, scegliendo con cautela le parole da impiegare, «ma sono pronto ad affrontarli, padre. Mi conosci: ho cercato quanto più a lungo possibile di rimandare questo momento, ma credo che sia giunta l'ora. Devo soddisfare la mia curiosità e la mia voglia di saggiare i miei limiti. La palude mi va stretta, ormai» avevo concluso, incurvando le labbra in un piccolo sorriso.
«Lo so» aveva ribattuto. «Tuttavia, sono ben altre le insidie a cui mi riferivo.»
Mi aveva squadrato con i suoi occhi penetranti, per poi proseguire: «Sei un diverso, Quentin. Guardati. I Qu hanno avuto pochissimi contatti con gli umani. In futuro, durante le tue peregrinazioni, potresti scontrarti con diffidenza, reticenza e sospetto: saranno questi i tuoi peggior nemici. Gli occhi faticano a vedere correttamente ciò che la mente non è bendisposta ad accettare, ricordatelo sempre. Toccherà a te far sì, nel caso in cui tale eventualità si verifichi, che le persone con cui avrai a che fare riescano a concepirti per ciò che sei, lasciando da parte le diversità apparenti. Ma ho fiducia in te, supererai questi ostacoli. Sei forte, lo sei sempre stato» aveva terminato, per poi alzarsi ed abbracciarmi.
Mi ero lasciato andare nella sua stretta, incapace di controbattere, pensando a quanto la sua presenza, o, per meglio dire, la sua mancanza, si sarebbe fatta sentire.


«E quale significato attribuisci alla parola “interessante”, vicepreside?»
Se l'uomo era rimasto contrariato dal mio rivolgersi a lui usando il “tu”, non lo diede a vedere. Parlare con schiettezza, senza tanti giri di parole, era una delle mie caratteristiche principali: i formalismi non mi si confacevano affatto.
Lo vidi rivolgermi un sorriso incoraggiante: «Credo che, ad oggi, tu costituisca un unicum. Non abbiamo mai annoverato, tra le nostre file, esponenti della razza Qu, a meno che la memoria non mi tradisca clamorosamente.»
Fece una breve pausa, per poi proseguire: «Sarà appunto interessante vederti all'opera: non nascondo di essere piuttosto curioso, di fronte alla novità che tu rappresenti.»
Lo squadrai, cogliendo il senso implicito di quanto mi stava dicendo, poi chiesi a bruciapelo, con assoluta tranquillità: «Bene, dov'è la mia camera?»
Una risata proruppe spontaneamente da lui. «Direi che la sfacciataggine non ti manca di certo, Quentin Quen. Ad ogni modo, ci sono ancora diverse cose delle quali vorrei discutere con te. Hai già pensato a quale ruolo ricoprire, all'interno di questa struttura?» mi domandò, congiungendo le mani in attesa di una mia risposta.
Spostai il peso da un piede all'altro, riflettendo. «Pensavo di propormi come fabbro, se non hai nulla in contrario. Lavoro i metalli fin dall'adolescenza, e mi ritengo abbastanza esperto nel settore. Sono in grado di modellare e riparare spade, lance, pugnali, in generale qualunque tipo di arma, ma anche fucili, gunblade o altri oggetti simili. Mettimi alla prova» conclusi.
«E sia» disse, rivolgendomi un cenno affermativo col capo. «Per quanto riguarda il tuo stile di combattimento, invece, cosa puoi dirmi?»
Per tutta risposta, sganciai Pandemonium dai supporti che lo fissavano alla mia schiena, e glielo feci vedere. «Negli attacchi in prima linea uso questo tridente. L'ho modificato personalmente in modo da poterla scindere in due entità più corte e maneggevoli. Impiego anche queste» continuai, mostrandogli Danja e Galadriel, le fruste gemelle fissate ai miei fianchi. «Inoltre, padroneggio anche diversi tipi di magia blu.»
«Immaginavo, ero a conoscenza del fatto che i Qu siano rinomati anche per questa loro peculiarità. Bene» disse alzandosi e porgendomi la mano, «credo che per ora sia tutto. Benvenuto ufficialmente al Garden di Rinoa, cadetto Quentin. I dormitori sono nella zona nord-est del primo piano, li ritroverai con facilità: puoi depositare lì i tuoi effetti personali, e poi iniziare a fare la conoscenza degli altri.»
Ricambiai la stretta ed abbandonai l'ufficio, mentre un caloroso e quantomai prorompente senso di soddisfazione si faceva lentamente strada in me.
Una volta scaricate nella mia stanza le poche cose che possedevo, iniziai ad esplorare la mastodontica struttura nella quale mi ero appena arruolato. Un brusio di voci concitate proveniva da una grande sala alla mia destra, che identificai come il bar e sala ristoro. Tratto un profondo respiro, ne varcai la soglia e feci il mio ingresso, trovandola stipata di gente, intenta a conversare.
"Diamo inizio alle danze."
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Danke Fraulin (Lenne xD) per l'avatar, il banner e per Mara. Deh! è.é



Kary's Artbook , ovvero la galleria di disegni e quant'altro della mia sorellina in spirito Diletta, date un'occhiata e lasciate un commento, ne vale la pena ;).




"Vivevano la lenta e invisibile compenetrazione dei loro universi, come due astri che gravitano intorno a un asse comune, in orbite sempre più strette, il cui destino chiaro è quello di coalescere in qualche punto dello spazio e del tempo".
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Nuovo lavoro

Messaggio da Aura »

Non era cambiato. Nonostante l'aspetto non ne sia la prova lampante, Aura aveva notato in Ruben lo stesso carattere di una volta. Le aveva fatto piacere sentirlo per telefono qualche volta durante quel periodo di stasi, ma il rivederlo di persona aveva dato tutt'altra sensazione. Non si aspettava di vederlo così invecchiato, anzi non aveva creduto molto alle parole di Drizzt quando aveva accennato alla malattia. I suoi capelli grigi erano stati per lei una rivelazione, smorzando quella quarantenne figura intravista quando arrivò al Garden.
"Avrei dovuto dirtelo". Di certo non poteva tenerglielo nascosto per molto tempo, se ne sarebbe accorta un giorno o l'altro. E semmai avesse continuato ad evitarla, lei sarebbe comunque andata a cercarlo in vicepresidenza. Lì non sarebbe riuscito a fuggire.
L'abbraccio era stato fin troppo caloroso, ma Aura lo preferiva alla non-reazione di qualche attimo prima. Con la promessa di incontrarsi più tardi in mensa, la ragazza si diresse verso l'infermeria, al pianterreno. Non appena vi mise piede rimase basita: ai lati dell'ingresso due banconi reception si affacciavano su di un piccolo corridoio, il quale portava ad una sala d'attesa di medie dimensioni. Sul soffitto una fila di luci coronava una zona circolare leggermente concava e decorata con tessere musive che ospitava una lampada più grande. Proseguendo per le stanze notò il numero superiore rispetto al vecchio Garden, oltre ad una sala operatoria completa di tutto ciò che è presente in un ospedale. Ripostigli, magazzini dove i medicinali venivano trattati adeguatamente, stanze asettiche ed un ufficio per il responsabile medico.
Aura non riuscì a contenere la sorpresa nel vedere come tutto fosse studiato nel dettaglio, anche il grande quadro che copriva una delle pareti della sala d'attesa. Non appena il suo sguardo si focalizzò sull'immagine di una barca sullo sfondo, il rumore della porta che si apriva inondò il silenzio dell'infermeria. Un ragazzo sui vent'anni portò lo sguardo ad ammirare il luogo in cui era appena entrato, soffermandosi poi sulla figura di Aura poco lontano.
Un po' imbarazzata dato il lavoro nuovo per la Seed, la giovane si affrettò a presentarsi ed a condurre il Cadetto alla reception. Non sapeva esattamente cosa fare, ma pian piano riuscì ad instaurare un piccolo dialogo, seppur con qualche pausa di silenzio.
- Qual è il tuo nome? - chiese lei prendendo mentalmente nota. A volte le risultava difficile ricordare i nomi.
Lui rispose con nota sicura - Logan Carter, Cadetto
- Piacere di conoscerti, io sono Aura Lundor, Seed.
- Sei tu il responsabile qui?
La mano di Aura viaggiò fino alla nuca - Per il momento. Io sono un semplice infermiere, il vero medico dovrebbe ancora arrivare e non so dirti quando.
Logan azzardò un'espressione rassegnata - Mi accontenterò. Sono qui per la mia riabilitazione.
- Riabilitazione?
Lui annuì, aspettandosi probabilmente che la nana di fronte tirasse fuori il suo fascicolo da chissà quale cassetto. Cosa che invece non successe.
- Se ti aspetti che abbia una cartella clinica su di te, mi spiace deluderti ma non è così. Come vedi il Garden ha appena riaperto i battenti, finchè il medico non si fa vedere non posso sapere se sono già arrivati dei fascicoli da altri Garden. Tu da dove arrivi?
- Dal Garden Supremo, e prima ancora da Esthar. Va beh, in parole povere riguarda la mia gamba.
- Che ti è capitato? - si intromise all'improvviso Aura. Logan sembrò recepire la cosa con un lieve cipiglio. Tuttavia continuò il suo racconto. Una volta concluso, la giovane prese nota di tutto su di un foglio in modo tale da presentarlo preventivamente ai suoi superiori.
- Questo è ciò che posso fare per il momento. Se hai bisogno di un controllo rivolgiti pure a me senza scrupoli. Non nego di essere nuova nel settore, ma sono l'unica attualmente con un minimo di esperienza medica.
Il ragazzo salutò la compagna con allegria, quasi come uno studente che ha appena superato una verifica importante. Non fece in tempo a varcare la soglia che il rumore di una caduta lo frenò. Voltandosi vide Aura distesa a terra, la quale si massaggiava un piede con la mano.
- Tutto a posto? - chiese lui visibilmente preoccupato.
Lei allargò un sorriso imbarazzato - Non è niente, semplicemente non ho visto il gradino! Che goffa che sono!
Logan si permise una ridicolizzarla con una risata, cosa che non irritò Aura. Una volta che il giovane fu uscito, la Seed si tolse la polvere dalla divisa sicchè una lampadina le si accese nella testa: Piuma e Rouge.
Da quando il Garden aveva riaperto i due draghi avevano fatto subito tappa al giardino, lasciandola libera di vagare per la struttura prima di tornare da loro. Non sapeva esattamente se il regolamento permettesse a loro due di gironzolare senza pericoli (anche se l'unico era trovare Rouge leccare la faccia a tutte le persone che conosceva).
Come se avesse il sale sulla coda, Aura corse velocemente verso il giardino. Una volta girato un angolo andò a sbattere contro una persona, la quale cadde a terra esattamente come la ragazza.
Portandosi una mano alla testa, stordita dalla botta appena ricevuta, si apprestò a chiedere scusa. Solo una volta alzato lo sguardo potè vedere chi aveva "investito".
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Recks
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Re: Garden

Messaggio da Recks »

Prima dell'arrivo di Quentin

"Questa è assolutamente la mia gallina dalle uova d'oro. Cioè, sono entrato nella mia camera e c'era persino la doccia! Poi scopro che c'è pure un bar! Questo posto è una reggia! E per uno come che ha passato parte del suo tempo come barbone, il detto " dalle stalle alle stelle" non può che venire in mente. Sta tutto girando per il verso giusto, che bello!

E' solo questione di tempo per diventare una star."


David stava tenendo tra le mani un bicchiere, esaminando il colore del liquido al suo interno. Whisky, piuttosto forte. Lui però ne aveva bevuti così tanti nelle sue notti all'addaccio che gli passavano per la gola quasi come fossero acqua. Rimaneva però da chiarire però perchè dopo parecchi drinks aveva come la sensazione che tutto, dal bancone a cui era poggiato ai clienti nel locale, fosse in uno stato di moto perpetuo.

La discussione tra Pip e con due tali di cui il cantante non sapeva nulla lo avevano portato a spostarsi e ad intavolare una discussione con tre persone: un barista ( con cui presto David avrebbe dovuto fare amicizia per entrare nelle sue grazie e, perchè no, anche nella credenza dei liquori), un cadetto proveniente dal Garden di Galbadia che aveva appena spiegato i motivi del suo trasloco e infine una ragazza, una certa Elyon, Dopo le solite presentazioni, il gruppo cominciò a parlare del Garden.

Gilbert:posso dire che trovo alcuni qui dentro un pochino bizzarri?
Elyon: ti riferisci al tizio di prima con la falce?
Gilbert:non solo...
Remiem:beh, ti dovresti abituare. Il Garden di Rinoa è sempre stato composto da elementi eterogenei. :smt005
David:non penso sia una cosa negativa. Anche in combattimento questo potrebbe aiutarci, non credete? A proposito, voi come combattete?
Remiem: io sono un mago. Me la cavicchio abbastanza. :-D
Gilbert:invece la pistola è la mia compagna fedele nei combattimenti.
Elyon: io preferirei sorprendervi. Dico solo che... canto, e suono! :smt110

*SBAM*

David picchiò sul tavolo, come infastidito da qualcosa. Elyon fu la prima a chiedergli se ci fosse qualcosa che non andava, ma lui disse solo che stava cercando di colpire una mosca che lo stava infastidendo.

"Lo sapevo. Lo sapevo, lo sapevo! La mia strada per il successo, che inizialmente pensavo fosse un semplice rettilineo, ora si rivela come una via tortuosa, irta di insidie. Tra queste c'era la mia prima rivale, Elyon. Anche lei certamente dev'essersi resa conto che fare carriera canora al Garden ha i suoi vantaggi. Che stupido io ad aver pensato di essere l'unico interessato a diventare cantante.
Lei canta e suona! Io non so usare bene la chitarra, infatti so fare solo qualche accordo. So suonare altri strumenti, ma sempre in modo piuttosto mediocre.
Ciò significa che lei ha più probabilità di me di raggiungere il successo.
Quindi io e lei siamo ufficialmente in competizione.
Perciò devo fare di tutto per ostacolarla nella sua carriera canora, sempre che sia più brava di me. Anche se lo trovo decisamente improbabile 8=)

E se fosse bravissima? Non oso pensarci. Tornerei di nuovo nella vecchia Arcadia, sotto il sole cocente!


David:no, non voglio! :goodbye:

Elyon:ma dove sta andando?
Gilbert:soprattutto, stava piangendo?

All'arrivo di Quentin, ma in una delle stanze del Garden

Daylen:ok, questa dovrebbe essere la stanza che Ruben ci ha assegnato.
Neylan:sembra essere piuttosto grande. Dai, apri!

*Clack*

Neylan:ma che...?

Di fronte a loro si trovava un ubriacone che, dopo diversi alcolici di troppo, aveva cominciato a vomitare, ripetendo, tra un conato e l'altro " Elyon, ti sei fatta un nemico .... hic!"

Poco dopo si accorsero che quel ragazzo un po' brillo non era altri che David.

Chiaramente, il fatto che tra David e Elyon nasca una rivalità un po' infantile e stato accordato tra il sottoscritto e Kary :sisi:
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Sam92
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Re: Garden

Messaggio da Sam92 »

"Da dove inizio?"

Samos si era armato si scopa e paletta pronto a darsi già da fare. E' il primo giorno ancora e di certo poteva benissimo aspettare ma non è da lui, quando decideva una cosa ed era ostinato a farla, nessuno poteva impedirglielo.

"Anzi tutto..." pensò.

Il boato delle voci nel Garden si faceva sempre più acuto.

"...Inizierò dal corridoio vicino al bar, se tutto va bene potrò incontrare anche gente nuova"

Samos voleva essere furbo, o per lo meno, sembrarlo. Era evidente che il Garden sarebbe stata la sua nuova vita, e lui non è un tipo che ama stare solo, o meglio, non sempre. Mentre si dirigeva verso il bar vide nuovamente il tizio con la falce sulla schiena. Sembrava essere avvolto da un alone di mistero, quasi da far paura. Sapeva benissimo riguardo l'eterogeneità del Garden ma finora tra tutte le persone presenti nel Garden che aveva visto, quello, era l'unico "bizzarro" che lo insospettiva. Il tizio camminava a passo lento, silenzioso mentre Samos avanzava rumorosamente con scopa e paletta.

"Carpe diem..."

Samos iniziava a diminuire il passo e si diresse verso il "bizzarro" individuo.

Samos: Ehi...
???: ...Dici a me?
Samos: Si a te.
???: Leva dalla faccia quel tuo stupido sorrisetto della serie: "Ti spacco la faccia". Non conosci chi hai davanti.
Samos: Veramente io volevo soltanto fare la tua conoscenza. Che cos'è, hai paura di conoscere gente nuova?

Il ragazzo dai capelli bianchi si avvicinò di scatto a Samos e con un gesto fulmineo gli mise un braccio intorno al collo.

???: Senti, sfigato, se non cambi tono con me finirai per raccogliere i tuoi denti da terra oltre che a spazzare.

Samos era sincero. In quel momento aveva provato paura. Pensava di aver di fronte qualcuno capace di fare qualsiasi cosa. Quasi come lui. Più o meno.

Samos: Stai calmo amico. Qui nessuno minaccia la tua vita o tantomeno la tua reputazione.

Samos levò il braccio dello sconosciuto da intorno al suo collo. Aveva avuto paura. Si...Aveva.

Samos: E per tua informazione, neanche tu sai chi hai davanti.

Il bizzarro individuo restò in silenzio ma rimase a fissare Samos mentre si allontanava con un ghigno infastidito. Samos era sicuro di averlo sentito quasi ringhiare. Il ragazzo, con la sua falce in spalla, si allontanò e Samos iniziò a spazzare il corrodoio. Sentiva da dentro un istinto di rabbia.

"Ifrid...Stai calmo..."

???: Dici a me?

Samos udì una voce provenire dalla porta del bar.

Samos: Eh? Come? No perdonami! :oops:

Un ragazzo dai capelli neri si era girato scettico verso Samos. L'aveva sentito mormorare qualcosa. Probabilmente lo prese per pazzo.

???: Ahahaha Tranquillo. Sono Pip piacere.
Samos: Cadetto Samos piacere. Lei è un SeeD?
Pip: Esattamente ma...Non è un pò presto per iniziare a lavorare? Già il primo giorno...
Samos: Beh anche lei vedo che si da già da fare, signore.
Pip: Cosa questi? No, è solo la scheda di un cadetto proveniente direttamente da Ruben.
Samos: Mi ricordo di lei. Mi pare di averla vista all'ingresso poche ore fa.
Pip: Probabile. Comunque dammi pure del tu. Tranquillo. :wink:

Samos era più tranquillo. L'incontro con lo strano energumeno l'aveva un pò scosso.

Pip: Stavo andando al bar. Posso offrirti qualcosa?
Samos: Ecco...
Pip: Non essere timido Samos. Avanti. Sarai stanco e affamato dal viaggio per arrivare qui suppongo.
Samos: Beh in effetti...
Pip: Avanti! Oggi offro io!
Samos: Ti ringrazio! :-D

Samos era più contento adesso. D'altronde scopa e paletta, almeno per un pò, potevano anche aspettare.
Ultima modifica di Sam92 il 20 mar 2011, 11:26, modificato 1 volta in totale.
<<"Samos">>


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Axies
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Re: Garden

Messaggio da Axies »

Indossò subito la divisa nuova, molto migliore del vecchio modello, e la testò piegando e distendendo braccia e gambe svariate volte in semplici esercizi; subitò si rivelò essere estremamente versatile e per nulla costrittiva.
Si voltò verso lo specchio e pensò che forse questa volta non avrebbe avuto problemi a vestire l' uniforme del Garden.

Ripose la spada nella sua custodia rigida e uscì dalla camera che aveva scelto, dirigendosi verso le scale che portavano al piano terra.
Dopo pochi passi si imbattè in una porta aperta, un' altra camera, da cui venivano delle voci.

Daylen: Dai cerca di stare su! Non così, mi cadi addosso!
Neylan: Bleah, che schifo, ti sta riempiendo di vomito!
David: Siete due lagne! Io faccio quello che voglio e non ho bisogno di voi! Hic!
Daylen: Sì, come no, guarda come sei ridotto!
Neylan: Fermo! Dove vai?!

Axies si vide precipitare contro un ragazzo sbrodolaticcio di succhi gastrici e alchol e si scansò giusto in tempo per evitare l' impatto di qualcosa di peggiore di un molboro sonnambulo.
Il cadetto ubriacò finì a terra ridendo e Axies lo osservò dall' alto in basso con sguardo freddo.

Neylan: Ehi amico, dacci una mano!
Daylen: Credevamo fosse camera nostra e abbiamo trovato questo tizio! Deve rimettersi in sesto!
Axies: Che si arrangi. Se al primo giorno di riapertura del Garden questo idiota è messo così è evidente che abbia sbagliato struttura, questa non è una distilleria.

David, riverso, fece un tentativo di sollevarsi e con un occhio mezzo chiuso e l' altro totalmente spalancato si piazzò di fronte al giovane che se ne stava andando, poi alzò la voce.
David: Chi ti credi di essere? Sei un cadetto e basta, se io voglio bere io bevo! Sono un cantante incredibile e nessuno di voi sarà mai meglio di me!
Axies in un movimento fulmineo lo prese per l' unico brandello pulito di colletto e lo avvicinò abbastanza da poterlo guardare negli occhi e sentire la puzza di vomito.
Axies: Ascoltami bene David Gnomo, il tuo comportamento è semplicemente vergognoso, ma poichè non mi interessa assolutamente avere a che fare con uno come te non mi importa nemmeno di informare chi di dovere.
Se questa è la tua linea d' azione qui dentro non durerai molto, c' è un limite minimo di serietà da rispettare.
Se hai intenzione di restare qui metti a posto la testa e cresci.

Poi lo lasciò andare e si allontanò a passi decisi senza nemmeno cercare di capire i rantoli che arrivavano dalle sue spalle; si sentivano già i passi di qualcuno che si avvicinava per controllare.
Si sentì solo esclamare distintamente: David! Che cavolo hai fatto??
Probabilmente Axies si era reso antipatico a qualche persona, ma non gliene importava nulla, aveva visto già fin troppa gente arrivare al garden con l' unico scopo di perder tempo e di fare i buffoni, per cui si sarebbe tenuto a distanza dalle nuove leve meno serie.

Scese le scale uscì dall' ingresso principale e si guardò intorno, fino ad addocchiare la struttura che gli interessava.
Non era ancora stato da Ruben, ma poichè non aveva ancora deciso quale impiego rivestire sarebbe andato a distendere un po' la mente, senza dover disturbare il vicepreside più d' una volta.
Così, curioso di vedere quella nuova ala, s' incamminò verso l' auditorium, in cui sembrava non esserci nessuno.
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Pip :>
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Re: Garden

Messaggio da Pip :> »

Pip e Samos si diressero verso il bar.

Pip: Ti vedo un pò scosso, è successo qualcosa?
Samos: No, niente, solo un incontro ravvicinato un pò ...traumatico...
Pip: Con chi, se posso chiedertelo?
Samos: Non so il suo nome, ma portava una grossa falce ed era prima al bar!
Pip: Ren, Ren Highwind. Soggetto particolare, bisogna prenderlo con le pinze o potrebbe darci dei problemi. Girare con quella gigantesca falce attaccata alla schiena -senza apparenti pericoli in vista, chissà quanto deve essere pesante- probabilmente fa di lui una persona più temibile di quanto non lo sia un Cadetto in una struttura militare, proprio per la sicurezza di questa, ma in ogni caso l'impressione che fornisce non è delle migliori.
Samos: Non dico che mi abbia spaventato, ma mi ha lasciato un senso di impotenza e rabbia notevole.
Pip: Vuoi un consiglio? Evitalo.

I due arrivarono finalmente al bar (luogo che sembrava essere diventato, a differenza dell'Infermieria come avveniva precedentemente, il ritrovo abituale per i membri del Garden) e si accostarono al bancone. La sera si stava avvicinando, così cenarono con un pasto senza troppe pretese e iniziarono a chiacchierare del più e del meno.

Ad un certo punto, notarono un individuo piuttosto particolare, che Pip riconobbe subito, dato la sua provenienza da Gaia, come un, seppure profondamente diverso nell'aspetto tipico.. Qu.

Pip: Questa è bella! :D
Quentin: Cosa è bella?
Pip: Un Qu al Garden. Benvenuto.
Quentin: Non sei il primo ad avere una reazione simile, in ogni caso ti ringrazio. Mi chiamo Quentin, voi? :-D
Samos: Cadetto Samos! :smt104
Pip: SeeD Commander Pip. Davvero piacere di conoscerti, e ti chiedo scusa per il mio stupore; ma sarai d'accordo nel considerare questo evento come piuttosto singolare! :lol:
Quentin: Ah ah ah! Questo senza dubbio amici miei!

Il giovane Qu sembrava a prima vista una persona naturale, estroversa e aperta come un libro. Riusciva a creare un'atmosfera incredibile; dopo pochi minuti, i tre parlavano e ridevano come se si conoscessero da sempre, mentre il Qu raccontava alcune storie della sua razza da morir dal ridere, specialmente su Quina che all'interno del villaggio era considerata come un'eroina, ma anche come una terribile avventata.

Quentin: Per i Qu, non è facile lasciare il proprio villaggio.
Samos: E tu? Come mai l'hai fatto? Non ti trovavi bene, avevi problemi in famiglia, cose così?
Quentin: No al contrario, stavo benissimo; fin troppo. Che volete che vi dica, volevo viaggiare. E' qualcosa di più forte di me, ad un certo punto non sono più riuscito a trattenerlo e me ne sono dovuto andare. E' stato il naturale proseguirsi della mia storia, la vita va così. :D
Pip: Se vuoi viaggiare, qui sei nel posto giusto. Ti troverai bene Quentin. :D

E per il momento, i timori del padre riguardo alle discriminazioni non si erano avverati. Quentin sorrise, poi iniziarono di nuovo a chiacchierare, finchè Pip voltò lo sguardo e vide quello che, dalla foto sul fascicolo, riconobbe come Logan.

Pip: Scusatemi un attimo, torno fra poco!

Il ragazzo stava ordinando da bere, così il Commander lo raggiunse al bancone.

Pip: Logan Carter, vero? Piacere, mi chiamo Pip e sono il Responsabile della Sicurezza del Garden.
Logan: Oh, saluti signore!
Pip: :-D ma non ci provare neanche! Non chiamarmi signore, davvero. Volevo parlarti a proposito del tuo ruolo qui al Garden. Ruben mi ha detto che ti piacerebbe lavorare al Centro di supporto informatico delle missioni.
Logan: Beh, sì, non lo nascondo; ho ottime conoscenze informatiche e credo di poter fare bene.
Pip: Ho letto il tuo fascicolo, e ti trovo decisamente adatto! Quindi, se per te va bene, puoi entrare nella Squadra di Sicurezza del Garden e occuparti proprio di quell'ambito. Eccezionalmente, in caso di assenza mia o di Drizzt e in occasioni particolari, potresti anche trovarti ad adempiere ai doveri di Membro della Sicurezza in senso stretto. Allora, la tua risposta? Ovviamente, sarai sotto il mio coordinamento e la mia giurisdizione.
Logan: ...beh, accetto con piacere, e grazie per la possibilità! :D
Pip: Allora benvenuto.

I due si strinsero la mano.

Pip: Abbiamo ricevuto un'altra richiesta di entrare a far parte della Squadra, ma vedremo più avanti. E ora, se ti va, puoi unirti a me e i miei amici! Ci stiamo conoscendo giusto adesso, quindi chiunque voglia aggiungersi è il benvenuto! :-D

La notte stava lentamente avvolgendo il Garden. Presto Cadetti e SeeD sarebbero andati a dormire, chiudendo il primo giorno di questa nuova avventura, che era stato costellato da incontri, scontri, nuove conoscenze e vecchie amicizie ritrovate. Per il giorno successivo era stato annunciato da Ruben stesso il discorso di apertura del nuovo ciclo del Garden di Rinoa. E, a giudicare dalle notizie pervenutegli, questo sarebbe stato incentrato molto probabilmente sui valori dell'unità e del lavoro di squadra..
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Re: Garden

Messaggio da Glenn »

Spoiler
Uso la terza persona, mi sento l'unico diverso D:
prima che si facesse buio

Gilbert si era diviso dal gruppo formatosi al bar da diverso tempo. Stava ritornando nella sua stanza, poteva sentire la voce di alcuni cadetti, intenti a discutere. Avanzando notò una delle tante stanze era aperta, al suo interno erano presenti alcuni cadetti, probabilmente erano loro che facevano tanto chiasso. Uno di loro era voltato di spalle, possedeva una folta chioma bionda, mentre i restanti erano coperti dalla sua sagoma. Il tono della discussione si fece più acceso e il biondo cominciò a rimproverare il comportamento di uno dei cadetti. Finita la discussione, il giovane uscì e con aria seria si allontanò.

GIlbert : "che sarà mai successo""

Incuriosito dalla situazione, andò a verificare cosa fosse successo. Sbirciando nella stanza, Gilbert vide David a terra, mentre farfugliava cose incomprensibili. Ai suoi lati invece due cadetti, di cui uno dalla possente muscolatura.

Gilbert: David! Che cavolo hai fatto??
David: Gil! non ti prrrrreoccuparrre sto na favola..*burp*

Disse il cadetto biascicando mentre era steso a terra.

Cadetto(Neylan): E' ubriaco, lo abbiamo trovato in questa stanza, mentre vaneggiava.
Cadetto2(Daylen): Deve aver bevuto diversi alcolici a giudicare dalle numerose bottiglie vuote...volevamo portarlo in infermeria.
Gilbert: Forse è meglio non spostarlo se no il poveretto delle pulizie avrà parecchio lavoro.. e poi non mi sembra una buona idea sballottarlo troppo, andrò io a cercare un medico, nel intanto prendetevi cura di lui.
David: Gil, già che sei di strrrada, prendi una bottiglia di whisky. :asd:

Gilbert sentendo quella frase andò a coprirsi gli occhi, come un segno di disperazione

Gilbert: Corro.

Uscì dalla stanza prendendo l'ascensore di tutta fretta, scendendo al primo piano. A gran velocità si diresse in infermeria, ma strada facendo andò ad urtare qualcosa....o meglio qualcuno. Gilbert cadde a terra proprio come l'altra persona, fece una leggera smorfia di dolore. Si rialzò in piedi, massaggiandosi il capo, mentre lentamente riapriva i suoi occhi. A terra vi era una giovane ragazza, intenta a fissare Gilbert.

Seed : S-scusami.

Gilbert un poì imbarazzato arrossì leggermente, mentre porse una sua mano, per poterla aiutare a rialzarsi

Gilbert: Niente, è stato solo un incidente non darti la colpa.

La ragazza sorrise leggermente, poi afferrò la sua mano e si rialzò.

Seed: Sei quello che ha chiesto a Pip le indicazioni...mi ricordo di te, molto piacere mi chiamo Aura benvenuto.
Gilbert: Gilbert...Piacere mio Aura.

Improvvisamente gli ritornò in mente il povero David, quasi se ne stava dimenticando, decise quindi di chiedere ad Aura informazioni a riguardo.

Gilbert: Scusami Aura, sono un po' di fretta, avrei bisogno di un medico.
Aura: Un medico? E' successo qualcosa.
Gilbert: Niente di grave, abbiamo un cadetto che si è sentito poco bene.
Aura: Io sono un medico, anche se alle prime armi....però..

Senza far finire la frase alla ragazza, Gilbert dopo aver sentito che fosse un medico, le afferrò la mano e la trascinò con se al secondo piano.

Aura: M-ma io dovrei cercare...
Gilbert: Ti aiuterò io dopo, qualsiasi cosa sia!

Disse questo interrompendola nuovamente.
Ultima modifica di Glenn il 20 mar 2011, 14:52, modificato 1 volta in totale.
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<<" Cheater's just a fancy word for winner ">>


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Grazie per il regalino Giuls *_*
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Re: Garden

Messaggio da Amila »

La struttura imponente del Garden luccicava nella notte, le forme eleganti lucide e nuove di zecca. Guardarlo era un piacere alla vista, ma per qualcuno, anche un piacere per il cuore. Come un ritorno a casa.
Le luci si spegnevano una ad una, annunciando l'ora del sonno per i Cadetti e i Seed...chissà quanti sogni e pensieri, quali speranze o ambizioni si agitavano in quelle stanze, eccitati dalla prospettiva di nuove avventure ed esperienze. Un'ultima luce indugiava a spegnersi, nonostante l'ora tarda...."Pensieri più ingombranti del solito, e già dal primo giorno...chi potrà essere?"
L'immagine del Vicepreside chino su una pila di scartoffie fece affiorare un sorriso. La luce finalmente si spense. Era il momento.
***
<<Buongiorno a tutti! :D >>
Il saluto di Pip raggiunse gli avventori del bar, dove Remiem si affannava a soddisfare le più disparate richieste sui millemila tipi di caffè.
<<Non sapevo ne esistessero così tanti! :smt095 >> singhiozzò il barista esasperato.
<<Suvvia, signor Remiem, non si abbatta. Sono sicuro che con le sue abilità è in grado di far fronte a ogni tipo di situazione.>> lo consolò Sirius <<Già che ci siamo, potrebbe essere così gentile da prepararmi un Earl Grey?>>
<<E un caffè doppio in tazza fredda!>>
<<Per me un cappuccino senza cacao!>>
<<Un macchiato caldo in tazza tiepida, mi raccomando senza schiuma!>>
<<Un ginseng medio bollente!>>
Una valanga di ordini raggiunsero il povero barista, che saltellava davanti alla macchina del caffè sudato e sull'orlo di una crisi isterica.
<<...un espresso corretto grappa!>>
La richiesta suscitò immediatamente la reazione indignata dei presenti, che voltandosi verso la fonte rivelarono un David piuttosto imbarazzato, nonchè corredato da notevoli borse sotto gli occhi.
<<Ma sono solo le otto del mattino! :sgamato: >> osservò Gilbert.
<<Bè io ho bisogno di stimoli per affrontare la mia giornata canora! u.u>> si giustificò il ragazzo.
<<E a proposito di stimoli, voi non avete fame?>> intervenne un'assonnata Elyon.
<<Remiem, non hai qualcosa da mettere sotto i den...>>
La frase di Drizzt si interruppe di colpo, mentre un silenzio estatico cadeva tra i presenti, incantati da una strana magia che aveva preso a fluire nell'aria...socchiusero gli occhi...
<<...mandorle!>> fece Neylan.
<<...miele!>> sussurrò Aura.
<<...crema pasticcera!>> sospirò Samos...

<<Buongiorno, miei affamati Seed e Cadetti! :wink: >>
L'entrata in scena di Amila non potè ricevere accoglienza migliore...o forse tutto quell'entusiasmo era per l'enorme vassoio di brioches calde che teneva in mano?
<<Amila! Bentornata! :D>> la salutò gioiosa Aura.
<<mi hai salvato... :smt005 >> disse Remiem, indicato l'orda affamata che stava facendo incetta di croissant dimenticando momentaneamente i caffè.
<<Grazie! Che bello rivedervi...noto molte facce nuove..>> osservò la cuoca.
<<Già, si sta formando un bel gruppo...ma quando sei arrivata? E soprattutto, come abbiamo fatto a non accorgercene?>> le chiese Drizzt.
<<Bè, diciamo che ho voluto farvi una sorpresa e sono stata aiutata da un amico... :wink: >> rispose Amila, facendo l'occhiolino a Pip.
<<Compare, allo stomaco non si comanda! :asd: >>

Era bello tornare, vedere di nuovo le loro facce sorridenti, respirare quell'atmosfera serena. Amila prese mentalmente nota dell'assenza di Ruben, e riuscì a salvare l'ultima brioches dalle fauci di David prima di fare visita al Vicepreside. Sicuramente avrebbe avuto bisogno di energia per il discorso che doveva tenersi in mattinata nell' Auditorium.

<<E' meglio che vada, ho un bel Banchetto di benvenuto da organizzare! :wink: >> si congedò la ragazza. Attraversando i corridoi le venne in mente di non aver visto Aeli...senza aiuto-cuoco in cucina sarebbe stata dura, le pance da riempire erano molte; decise quindi di cogliere l'occasione del Banchetto che si sarebbe tenuto dopo il discorso di Ruben per spargere la voce, e indagare se qualche volenteroso senza impiego fosse disponibile. Inoltre era una buona occasione per conoscere meglio le nuove leve. Rallegrata da quel pensiero, mise in moto le rotelle per concentrarsi sul menù...sarebbe stato un Banchetto coi fiocchi!
"Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai." Hattori Hanzo, Kill Bill Vol.1
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Cek
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Iscritto il: 20 apr 2006, 21:32
Località: Ore no kokoro no ryouiki... e dall'istituto Mahora bazzico nel topic Edicola

Re: Garden

Messaggio da Cek »

Finì svogliatamente l'articolo di giornale che stava leggendo. Pensava che ci fosse qualche informazione interessante o per lo meno utile, ma le sue speranze erano state deluse: il giornalista si era limitato a descrivere sommariamente la notizia, senza aggiungere nulla di nuovo.
Sospirò, per poi ripiegare il giornale in quattro e appoggiarlo sul sedile di fronte.
Guardò fuori dal finestrino, rimirando il paesaggio che si muoveva rapidamente, così diverso da quello di casa...
Una voce dall'altoparlante annunciò l'arrivo alla stazione entro cinque minuti. Il treno curvò, svoltando dietro la collina, così che attraverso il finestrino potè vedere i primi segni della sua meta: qualche area coltivata, le prime case, la stazione, e, in lontananza, l'imponente struttura militare nota col nome di...
-Garden di Rinoa- disse, tra sè e sè.
Si alzò, stiracchiandosi piacevolmente dopo il lungo viaggio, e iniziò a sistemare le proprie cose.
Il treno rallentò poco alla volta la corsa fino a fermarsi, mentre la voce metallica ripeteva due volte il nome della stazione; scese dal vagone, guardandosi attorno attentamente prima di compiere qualsiasi altro gesto. Ormai lo faceva quasi inconsciamente, era una caratteristica (o un vizio?) di famiglia...
Chiese qualche informazione a uno dei capostazioni, che accompagnò la risposta indicando la strada con un gesto della mano.
Lo ringraziò cortesemente, e seguì le indicazioni allontanandosi, sentendo tuttavia lo sguardo indagatore del capostazione alle sue spalle finchè non uscì dalla stazione.
"Come se importasse qualcosa" pensò, scrollando le spalle. Il padre lo aveva detto più e più volte: la gente guarderà sempre il tuo aspetto, è inevitabile, ma tu sii ciò che sei, è l'unica cosa che conta.
-Riuscirò a ritrovarti- disse, mentre proseguiva il cammino.
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Ruben lesse attentamente i moduli che gli erano stati consegnati, alzando a un certo punto gli occhi.
Poteva benissimo essere una coincidenza, ma le probabilità erano veramente infime.
E poi non ci aveva mai creduto, lui, alle coincidenze.
-Sei per caso parente di...-
-Sì- rispose, con voce orgogliosa.
Non gli aveva nemmeno fatto finire la domanda, sapeva già cosa stava chiedendo.
Era sempre stato così, da un anno e mezzo a questa parte. Ma aveva sempre risposto fieramente alla domanda, senza vergognarsi di nulla.
Ruben rimase in silenzio per qualche istante, pensieroso.
-Perchè sei qui?- chiese infine.
-Perchè voglio sapere che fine ha fatto mio padre, e credo che lavorare all'interno di un Garden, di questo Garden, mi aiuterà nel mio scopo. Ovviamente, seguirò tutte le regole e obbedirò agli ordini, come è giusto che sia-.
-E così è tuo padre?- osservò il vicepreside, sorpreso. -Perdonami, ma non gli assomigli molto-
-Mi ha adottato- rispose. -A lui non è mai importato molto dell'aspetto delle persone-.
-È vero, è vero anche questo-.
Rimase ancora in silenzio.
D'altronde, sebbene suo fratello fosse stato un criminale, lui era attualmente vicepreside del Garden: avere come padre un ricercato non era un motivo per impedire a qualcuno di diventare Seed. Certo, quello era un caso un po' particolare...
Sospirò.
-Va bene, sei dei nostri. Come forse saprai, qui dentro non si è solo soldati, ma si lavora anche all'interno della struttura; hai già in mente quacosa?-
-Ecco...Non sono esattamente abile con i lavori tecnici, però papà mi ha insegnato tutto quello che sapeva nell'ambito veterinario... se non l'ha già preso qualcuno, potrei lavorare all'interno dello Zoolab...-
"Tale padre..." pensò Ruben.
-Ti farò sapere allora. Vai pure a lasciare le tue cose nella tua stanza, e poi dirigiti nell'auditorium, ci sarà un discorso a breve-.
-Grazie mille- rispose, e uscì dall'ufficio.

Ruben guardò nuovamente i moduli sulla sua scrivania.
-Miriam van Aycol...La figlia di Cek...Spero proprio che non sia piantagrane come lui!-
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Hanno detto di me
Lilin:In verità Cek viene dal futuro :asd: ci puoi dire i numeri del lotto vincenti per domani?? XD
Nataa:Sei riuscito a spiazzare anche lo zio Perseo con la tua apparizione ( :twisted: )
leonida88:orca pupazza sei l'uomo fumetto!!! :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: sei stupefacente!!!
Sabin_mn:Cek, quando fa lo sborone, almeno lo fa con stile
Pip:Tanti auguri, per oggi niente manga e fuori ad ubriacarti :asd:
Master Roxas:Tu mi fai spaventare...Tanto per la cronaca,l'essere immondo(quello che ho quotato sopra XD) ha ragione
Final Night:Dopo Honey & Clover non riuscivo a trovare un anime simile e sono caduto in depressione. QUesto però è quello che cerco.. mi salverà la vita :smt112 Cek, Tu Curi le malattie con gli anime :asd: ?
Hyam:A parte che sei un provocatore comunista e alla peggio anarchico (lol)
Master Roxas:Ma voi ancora a farvi domande su chi è Cek,state? :asd: :asd:
ChocoboMan:Tu, cosa diavolo sei, una specie di manga-postino a domicilio ? :smt104
Nataa:Ci chiedevamo se il Re dei manga sarà presente a questo fumettopoli :-D
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