Aura trasse un profondo respiro, toccandosi varie volte la spilla da Commander appuntata al petto. Da quando aveva ripreso un poco della sua lucidità mentale, spesso si chiedeva quanto sarebbe durata. La lettera di Pip le aveva dato un forte motivo per riprendesi, non poteva pensare di restarsene chiusa nella sua camera in infermeria quando un suo compagno rischiava la vita. Un amico, un fratello su qui lei contava molto e che spesso l'aveva aiutata a superare delle situazioni difficili. Ne avevano passate tante, lui e Drizzt erano i più vecchi conoscenti che avesse al Garden ed il sapere che il primo era in mano al nemico ed il secondo disperso chissà dove, le metteva una grande angoscia. In un istante aveva avvertito il peso pressante della responsabilità gravare sulle sue spalle, nonostante Raistlin fosse l'incaricato a dirigere la struttura. In fondo era pur sempre una Commander ed aveva già compiuto troppi errori.
In qualche modo doveva rimediare.
- Certo, signore - rispose infine con decisione - Non ho scuse per come mi sono comportata, ma ora c'è bisogno di me. Non posso più tirarmi indietro. Ho intenzione di prendere parte agli eventi ad Alexandria. Più di chiunque altro voglio salvare Pip. Lui è come un fratello per me, farò di tutto perchè lui torni qui al Garden.
L'Anziano fece un cenno con la testa, quindi le posò una mano sulla spalla - Sono consapevole delle sue perplessità. Già la prima volta che c'incontrammo la sua volontà di rimanere muta mi aveva portato a pensare alla vostra difficoltà emotiva.
Aura sostenne lo sguardo ferreo dell'uomo, sentendosi comunque criticata nel profondo. Non aveva mai avuto l'occasione di parlare a tu per tu con lui, ma nonostante ciò conosceva bene la gloria che lo seguiva ovunque. Lei per prima lo rispettava per le sue grandi doti magiche, anche se a vederlo dava più l'idea di un vecchio uomo di mondo. Egli le diede appena una pacca, portando poi entrambe le braccia dietro la schiena senza un accenno di emozione.
- Tuttavia - continuò - Non posso fare altro che affidarmi alle sue capacità. Siete l'unico Commander rimasto qui al Rinoa's, solo mi chiedo se siete davvero rinsavita dal vostro stato mentale.
La mano giocherellò ancora con la spilla dorata - Non ne sono sicura neanche io, signore. Ma forse so come ovviare al problema. Se lei me lo permette.
Raistlin inclinò appena il capo - Volete un mio aiuto?
Le dita artigliarono la spilla - L'aiuto che chiedo può arrivare sia da voi che da un'altra persona. E con tutto il rispetto, avrei un conto in sospeso con questa che forse potrei risolvere a priori.
- E codesta persona chi sarebbe?
Stavolta la mano tremò - Sirius Valantine.
Il sole era ancora lontano dal tramontare. Dalla finestra sembrava addirittura che le nuvole all'orizzonte rallentassero la sua discesa, ancora troppo bianche per essere sporcate. Matt sospirò vedendo all'orizzonte le alte torri del palazzo di Alexandria. Ancora poche ore ed i candidati alla missione sarebbero partiti per salvare Pip. Il piano doveva ancora essere elaborato e lì a poco una nuova riunione avrebbe messo tutti al corrente dell'idea di Raistlin. Egli sembrava che avesse già in mente come procedere in città, in fondo era un Anziano e sicuramente era il più preparato per queste cose. Il Seed strinse i pugni preoccupato per il suo amico Commander, digrignando i denti e trattenendo la rabbia che già gli scorreva nelle vene.
Una mano amica gli si posò sulla spalla. Per un attimo Matt trattenne il fiato per lo spacento, per poi tornare a respirare con un sorriso sulle labbra.
Aura gli restituì il sorriso.
- Come ti senti? - le chiese sentendo la collera scemare velocemente. La ragazza non riuscì a sostenere il suo sguardo a lungo, fissando in breve tempo la punta dei suoi stivali.
Il ragazzo le accarezzò i capelli - Ehi, su col morale! Lo sai che con me puoi parlare.
Lei annuì appena con la testa, cercando poi il calore dell'abbraccio di Matt che strinse forte a sè.
- Mi dispiace per come mi sono comportata con te - egli capì perfettamente che si riferiva al loro ultimo incontro in infermeria - Non avrei dovuto picchiarti in quel modo. Avevo davvero paura che sarebbe successo qualcosa di brutto anche a te. Ero spaventata e non ragionavo, perciò ti prego di scusarmi. Non... Non volevo far soffrire anche te.
Il Seed le passò una mano sulla guancia già umida di lacrime - Io non mi lascio sconfiggere così facilmente. E poi perchè mai dovrebbe accadermi qualcosa di brutto solo stando vicino a te?
Aura non rispose, limitandosi ad imprimere i suoi occhi in quelli del ragazzo che sorrisero insieme alla sua bocca.
- Grazie per essermi stato vicino.
- Oh, non devi ringraziarmi. Io ti starò sempre vicino quando ne avrai bisogno, così come tu sei rimasta al mio fianco quando avevo bisogno di una spalla su cui piangere.
Lei sospirò, poggiando la sua testa sul petto del ragazzo che sospirò anch'egli. In quei pochi attimi si fermò ad ascoltare il suo cuore battere sotto la carne, tremando un poco all'idea che possa fermarsi da un momento all'altro a causa dei poteri insiti in Matt. Non glielo aveva detto apertamente, ma era spaventata nel sapere che presto o tardi non sarebbe stato più lui. Si ritrovò a pensare alla situazione vissuta nella mente del ragazzo, col suo fratello in quel balcone a spiegarle tutto e con un'espressione addolorata.
- Non voglio che ti accada qualcosa - confessò lei con un sussurro.
Le dita di Matt si fermarono sul suo collo, solleticandolo un poco - Non mi accadrà nulla. Però sono curioso, perchè non vuoi?
La Commander si morse un labbro sapendo dove il giovane volesse andare a parare. Con voce flebile, ella strinse la presa al suo corpo.
- Sei troppo importante per me... Vedi, io... Ti amo.
Lui allargò il sorriso - Non ho sentito. Potresti alzare la voce?
Aura arrossì di colpo - Ti amo.
- Ancora un po'. Non ho compreso l'ultima parola!
Alzandosi in punta di piedi, la ragazza avvicinò il suo viso a quello di Matt, baciandolo piano ed accarezzandogli il viso quasi avesse paura che scappasse via. Lo tirò a sè, serrandolo in un abbraccio un po' timido ed un po' amorevole.
- Ti amo, sei contento? - fece infine Aura rossa in viso. Il Seed le scompigliò la zazzera di capelli in testa, sorridendole dolcemente.
- Molto.
Benchè all'inizio fu riluttante d'incontrarlo di nuovo in infermeria, Aura non potè rinunciare all'idea che le era balzata nella testa. Il cuore già le batteva forte in preda all'ansia quando entrò nella stanza, ma quando vide Sirius in piedi ad attenderla, questo fece un paio di capriole in più. Deglutì per cercare di prendere un po' di coraggio, tuttavia la mente tornò immediatamente all'ultima scena vissuta col vampiro.
- A quanto pare avete deciso di darmi ascolto - fece lui portando le mani dietro la schiena.
La ragazza scosse la testa - Diciamo che non è stato un bel modo il tuo per farmi rinsavire.
- Però non sembra che abbiate posto resistenza.
Le mani si strinsero a pugno mentre il respiro si fece irrequieto - Senti, non sono qui per parlare di questo.
Sirius non parve d'accordo - Io invece credo che dovremmo parlarne.
- Non ora - replicò lei distogliendo lo sguardo - Insomma, mi fa piacere che tu abbia cercato di farmi tornare in me e ti ringrazio per il tuo aiuto.
L'uomo si lisciò il pizzetto sul mento, il volto più espressivo di quanto Aura non l'avesse mai visto - Sento un ma in lontananza.
Ella sospirò, giocherellando con la spilla da Commander - Ma da lì al provare dei sentimenti più profondi dell'amicizia per te ne passa di acqua.
- Comprendo - interruppe lui - Voi avete Matt, ma è un problema che...
- No, non osare! - gridò la ragazza e si pentì di averlo fatto seppur non riuscisse a trattenerlo - Non provare a fare del male a Matt! Non farlo, non posso permetterlo. Non ti azzardare ad alzare un dito su di lui.
Le sopracciglia di Sirius si alzarono a sottolineare la sua perplessità - Mi state minacciando? Non siete nelle condizioni di farlo, già tremate all'idea che io possa avvicinarmi a voi.
Non aveva tutti i torti. Nel guardarsi una mano, Aura scoprì che stava davvero tremando ma non seppe se per la paura o per l'angoscia di perdere anche il Seed da lei amato. Scosse la testa, rissando subito dopo la schiena e tentando di reggere lo sguardo del vampiro che pareva comunicare tutto e niente.
- Senti, rimandiamo il discorso. Ti prego, ora ho altro di cui preoccuparmi. Pip è in pericolo ed io... io voglio salvarlo. Solo che ho bisogno del tuo aiuto.
Sirius incrociò le braccia, spostando il peso del corpo su una gamba sola con fare attento - E cosa potrei fare?
La Commander cercò una voce seria - Tu sei bravo con la mente, forse puoi mascherarla per qualche giorno in modo che possa ragionare a mente fredda. Ti chiedo solo questo.
Non ci fu neanche bisogno di una risposta da parte sua che l'uomo le fu subito vicino. Un dito si posò sulla fronte della ragazza ed una strana sensazione di invasione e serenità le invase il pensiero. In men che non si dica si sentì più tranquilla ed in pace con se stessa e scrutando più a fondo si accorse di come non riuscisse ad attraversare una linea di perimetro. Alzò gli occhi sul vampiro che le restituì lo sguardo, seppur con una nota differente. La sua mano scese lungo il viso della giovane, accarezzandolo piano fino a giungerle sul collo. Non appena avvertì la sua pelle fredda ascoltare il battito attraverso la giugulare, Aura si allontanò storcendo la bocca.
- Ho detto di rimandare il discorso - si sentì così fredda che non le parve reale - E poi non ricambio. MI spiace.
Con pochi passi, la Commander fu fuori dall'infermeria. Quel senso di colpa per aver risposto così cinicamente non sembrò attanagliarla ma anzi: si rintanò in un angolo quieta quieta, aspettando il momento giusto per riapparire quando Pip e Drizzt sarebbero stati salvi.