Un suono secco rimbombò in un silenzio quasi inquietante.
Avevo seguito dalla distanza il dialogo tra Sanji ed Aura ma avevo deciso di non intervenire per un semplice motivo: ognuno era in grado di badare a se stesso e questa volta non sarebbe stato diverso.
Fatto sta che voltandomi, ciò che vidi fu Halverson con la faccia voltata ed Aura pallida come un cencio, con un espressione che ondeggiava tra l'incredulo e il sinceramente dispiaciuto.
Gli ha tirato uno schiaffo?!?
Sapevo che Aura non era il tipo da alzare le mani a gratis...non era il tipo da alzare le mani, punto.
Quello che le si leggeva in volto era palese.
Tuttavia, Halverson aveva chiesto di essere sorpreso e credo che avesse ottenuto ciò che cercava. A dire il vero la cosa aveva sorpreso anche me visto che conoscevo Aura da più tempo e sapevo che avrebbe preferito di gran lunga la diplomazia e il dialogo,specialmente se si trattava di un 'estraneo' o meglio detto un nuovo arrivato come Halverson. Di certo non avrebbe permesso che la rabbia le montasse in corpo fino a perdere il controllo.
Non è da nascondere che gli atteggiamenti del ragazzo fossero estremamente irritanti e che, tutto sommato, Aura mi aveva levato una soddisfazione.
Al contrario lei sembrava proprio non pensarla in quel modo: si tenne la mano con cui aveva tirato lo schiaffo e, arrossendo mormorò un timido scusa.
Non abbassò mai gli occhi però, tenendoli fissi su quelli del ragazzo.
A lui scappò una risatina sommessa
«Sei davvero una codarda, nana. Abbi almeno il coraggio di prenderti la responsabilità delle tue azioni. Mi fai solo pena» aggiunse poi con malcelata soddisfazione.
«Non..non volevo»
«Piantala! Se noiosa, cagasotto e pure rompicoglioni! L'hai fatto. Fine. Credi di impressionarmi? Beh ti do io la risposta: no, non l'hai fatto. Si ritorna al punto di prima»
Tidus, fatti i cazzi tuoi una buona volta...
«Halverson» mi intromisi «fino a prova contraria fai parte anche tu di quel bel gruppo di cagnolini che vai criticando»
«Provaci un'altra volta a definirmi come uno di voi!»
«Finché sei alle mie dipendenze, continuerò a farlo» conclusi.
Era la prima volta che facevo pesare in questo modo il mio grado di caposquadra e Commander.
«Non so nulla di te e non mi interessa. Mettiti solo in testa che se vogliamo salvarci il culo e salvarlo a queste persone dobbiamo semplicemente trovare un equilibrio. L'abbiamo fatto fino ad adesso, quindi vediamo di tenerlo fino al rientro. Se vuoi scodinzolare o no sono affari tuoi. Non è né tirando schiaffi né provocando che ci si guadagna il rispetto di qualcuno»
Halverson si voltò dall'altra parte come se non avesse sentito nulla è che non gliene fregasse minimamente di cosa gli avessi detto.
Poco importa. Sono io il primo a non seguire le regole e a fare di testa mia...tutto sommato credo di assomigliargli più di quanto pensassi.
Aura era ancora scossa: era forse la prima volta che si era comportata in quel modo e le tremavano ancora un poco le mani, lo sguardo fisso, un po' perso.
Misi la mano sulle spalle di entrambi sentendo la reticenza di Halverson che si manifestava attraverso la tensione dei muscoli, quasi a voler rifuggire quel contatto ma, come in precedenza, ignorai la cosa.
«Ora dobbiamo portarli fuori. Il segnale radio già mi da le navette di soccorso in posizione e a noi altro non resta che tornare al punto d'attracco. non dovrebbero esserci più guardie o trappole ma non dobbiamo abbassare minimamente la guardia. Aura» e nel chiamarla la scossi leggermente dall'imbarazzo che la tormentava come una mosca «Tu ed io ci terremo appresso al gruppo per fargli da scorta, in modo tale che, in caso di un qualunque attacco, possiamo in qualche modo difenderli».
La ragazza annuì in maniera eloquente. Presi fiato senza perdere minimamente il controllo
«Halverson, tu ci precederai in avanscoperta: data la tua mira, ci libererai il cammino da varie ed eventuali. In caso di attacco sarai a una distanza favorevole per poter attaccare indisturbato» conclusi fissandolo negli occhi.
Il suo sguardo aveva qualcosa che mi sfuggiva.
Che vuoi pretendere? Dopotutto è appena arrivato e non puoi minimamente pensare di capirlo, per quanto invadente tu possa essere.
Già, invadente...
«Andiamo»
Più che un ordine suonò come un incoraggiamento: Aura aiutò i prigionieri in condizioni peggiori a sistemarsi alla bell'e meglio, Sanji tornò sui suoi passi verso l'ingresso come se volesse controllare che fosse tutto a posto. In realtà voleva solamente allontanarsi da noi e far sbollire la momentanea ma ennesima sconfitta che le regole gli avevano imposto.
«E'...tutto a posto?» chiesi alla SeeD quando L'altro ragazzo fu fuori portata.
«Si. Ora è a loro che dobbiamo pensare. Quello che è accaduto. Davvero non so spiegarmelo! Voglio che quel ragazzo capisca che non l'ho fatto per...»
Nuovamente mi avvicinai a lei
«Credo che l'abbia già capito. So che sei una ragazza decisa e determinata e il vedere qualcuno o qualcosa sotto una luce, non cattiva, ma diversa non è nel tuo carattere. Ci vuole tempo e la gente cambia, per quanto sia difficile da pensare o accettare. Il problema è che a volte capita nelle maniere più impensate» dissi strizzandole l'occhio
«Si, ma gli ho tirato una sberla» replicò
«Evidentemente in cuor tuo pensavi che se la meritasse. E l'hai sorpreso, no?»
Aura rimase per qualche istante in silenzio: conoscevo quella ragazza e, dal mio punto di vista, mi risultava difficile spiegare che a volte la realtà è diversa e solo sbattendoci la faccia ci si rende conto di quanto sia dura. Fortunatamente lei, dall'altra parte, aveva un inguaribile ottimismo e determinazione.
****
Sanji si tastò la guancia, ancora rossa e calda, e guardò fuori dall'ingresso verso la radura; poi, con stizza tirò un calcio alla parete rocciosa sibilando un "vaffxxxxx!" a denti stretti.
Nessuno aveva mai osato colpirlo prima d'ora. Invece adesso ci si metteva una ragazzina, schifosamente e mielosamente buona.
E nana.
La cosa gli dava sui nervi così come la predica del tombarolo messo a capo di quella spedizione di assurde crocerossine.
Qualcosa però era trapelato: quella ragazza si era accorta del gesto.
Non era passato inosservato. Forse sarebbe riuscita a vedere un poco più in là.
E quel biondino? Bah, dare ordini non era proprio il suo forte ma quando non voleva sentire repliche non ce n'era per nessuno, con quella lingua tagliente che si ritrovava.
Qualcuno a cui tenere testa?
Forse.
Qualcuno che, fino ad ora era riuscito a notare qualcosa di diverso?
In ogni caso, al momento, che si fottessero tutti.
Calciò via un sassolino e, dopo essersi assicurato che tutto fosse in ordine, uscì in avanscoperta, prendendo posizione.
****
Dopo aver comunicato a Sanji il momento dell'uscita, io e la SeeD, assieme al folto gruppetto di ostaggi, tornammo alla radura, respirando a pieni polmoni quell'aria che era tanto mancata in quel buco soffocante e putrescente.
Parecchi tra gli ex prigionieri ebbero non poche difficoltà ad abituarsi alla luce del sole e alla brezza fresca che gonfiava le solo casacche sozze e i bronchi ormai intasati di polvere.
Il tragitto del ritorno non riservò alcuna sorpresa e, sempre tenendoci in contatto col cecchino, guadagnammo la destinazione quasi prima del previsto senza dover sfoderare armi: facemmo salire gli scienziati sulle navette che partirono alla volta del Garden.
Noi tre rimanemmo momentaneamente a terra, intenti a guardare, Halverson escluso, i mezzi scomparire nel cielo mentre il rombo dei motori si affievoliva pian piano così come il vento provocato dalle propulsioni.
«Almeno sono salvi» disse Aura tranquilla
«Ora bisogna solo capire che diamine è successo lì dentro. Hai preso le registrazioni?»
«Si, he recuperato i supporti su cui sono stati incisi i dati»
«Tempo perso» disse la voce profonda del cecchino alla nostra destra «Tanto sarà difficile cavarne qualcosa di buono da degli psicolabili reclusi. Bel lavoro, bel lavoro davvero»
Sono indeciso se dirtelo o meno. Per questa volta dovrai aspettare...
Mi tenni i complimenti per Halverson chiusi nella testa: probabilmente non gliene sarebbe fregato nulla. O forse sì.
In ogni caso speravo che avesse capito che non aveva a che fare con dei meri burattini nelle mani di chicchessia (benchémeno di Perseo nd: io) o incapaci di ragionare.
C'è chi sa tenere testa a qualcun altro, chi ragiona (o per carattere) con le stampellate, chi esagera, chi è di tutt'altra pasta, chi il rispetto non vuole per forza farlo comprendere con le parole.
Questa era una soddisfazione che non mi sarei assolutamente voluto togliere.
Facemmo qualche passo in direzione dei Jumper ripetendo gli stessi gesti dell'andata: chiudemmo le giacche antivento, indossammo i caschi e ci mettemmo a cavalcioni del mezzo, pronti a far rotta nuovamente verso il Garden.
«Ah, Halverson» dissi con la voce che sembrava soffocata dall'imbottitura delle protezioni.
Lui si voltò.
«Va da sé che sta a te stendere rapporto al rientro» aggiunsi. Il mio spontaneo sorriso non venne visto ma la strizzata d'occhio fece comunque il suo effetto
«Cosa?» gridò lui
Peccato che non potei sentire la sua replica, coperta dal rombare del motore del Jumper che si era già alzato in volo...
MISISONE "LA PERLA RAPITA" CONCLUSA