Naturalmente, il Daily Garden NON sostituisce la lettura dei post nel topic "Garden".
Detto ciò, spero che gli articoli che seguiranno siano utili, piacevoli e... scorrevoli .
Dispersi
Da 06/01/2013 a 12/01/2013
Caro diario,
Oggi sono passati tre mesi dall’incidente che mi ha catapultato qui, sul pianeta Réimse Nor. E’ tutto così diverso: la magia non funziona, i nativi parlano una lingua diversa dalla mia, anche se alcuni fonemi sono simili. Il livello di avanzamento tecnologico qui sembra lo stesso di Spira- il mio mondo natio.
La casa in cui sono stato accolto è fuori dalle mura di Beltasar. Nella città sono solo accettate persone dotate di forza e di capacità belliche: i contadini e gli anziani (come il vecchietto e la vecchietta presso cui vivo) non sono i benvenuti. Infatti, loro vivono poco lontano dalla città, fuori dalle mura.
La nonna e il nonno (così chiamo i due anziani che mi hanno accolto) mi hanno svegliato: non smettevano di gridare. “Qualcosa si è schiantato!”, esclamavano. Un’aeronave – ne avevo viste poche solcare i cieli di Spira- si era schiantata nel bosco. La struttura esterna era visibilmente danneggiata. Ero stranamente felice: davanti a me avevo il mio biglietto di ritorno per la mia terra natia. Forse dopo tre mesi non era tutto perduto. Mi avvicinai alla struttura e così fece anche la nonna, che mi aveva preceduto.
Prima di poterla raggiungere, ho incontrato un uomo che sorvegliava l’aeronave. Parlava la mia stessa lingua! Mi ha detto che loro rappresentano il Garden di Rinoa. L’aeronave, così mi ha raccontato, si dirigeva in una città per ricevere delle riparazioni. Durante il viaggio il Garden si è imbattuto in una tempesta magnetica e si è schiantata qui. Guardando rapidamente l’interno del Garden notai che erano necessarie diverse riparazioni, specie al sistema elettrico, che era andato in tilt, facendo scattare l’alimentazione di emergenza. Pare non riescano a mettersi in contatto con le persone del loro mondo. Sono dispersi, come me.
Matt, il tizio con cui parlavo, mi ha detto che alcuni colleghi stavano dirigendosi a Beltasar. Mi ha pregato di raggiungerli, per accompagnarli nella visita della città in veste di traduttore.
Arrivai e li incontrai. Tra questi, Pip e Drizzt mi hanno raccontato che dopo l’impatto, una squadra aveva esplorato la zona e si era imbattuta in alcuni soldati di Beltasar, che li avevano attaccati: dopo che i Seed e i cadetti avevano le loro capacità belliche; i Beltasariani avevano fatto capire che avrebbero gradito la loro presenza nella città, perché molto presto sarebbe scoppiata una guerra e avrebbero avuto bisogno di più aiuto possibile.
Ho scortato il gruppo nella residenza reale. Lì il Re di Beltasar aveva informato Pip e Drizzt che aveva bisogno dell’aiuto del Garden per combattere una guerra contro i Dannati (o Guerrieri Neri), individui di cui avevo solo sentito parlare nelle leggende che mi raccontava la nonna. In cambio del loro appoggio, il Garden avrebbe ricevuto risorse e manovalanza necessarie per le riparazioni. Se non avessero accettato, e quindi non fossero rimasti a Beltasar, il Garden si sarebbe ritrovato circondato dai Dannati nel giro di poche ore e tutti i Seed e cadetti sarebbero morti. Erano costretti ad accettare. Drizzt chiamò con uno strano aggeggio i suoi colleghi rimasti nel bosco, ordinando loro di recarsi in città.
La mia mente però era da un’altra parte. Il Re era un bastardo. Non aveva avvisato della guerra incombente le persone che abitavano fuori dalla città. Forse in quel momento erano già tutti morti per mano dei Dannati. Questi pensieri tormentavano la mia mente mentre ritornavo a casa, per portare nonna e nonno al sicuro.
Quando ero arrivato… era troppo tardi. Erano già stati uccisi. M***a. Le persone che conoscevo su questo pianeta erano scomparse. Ero solo. Di nuovo. Avrei ripagato i Dannati con la loro stessa moneta.
Tornando a Beltasar, notai che era presente tutto il corpo del Garden, ognuno armato di scudo e protetti sotto la divisa da un’armatura, insieme ai guerrieri di Beltasar. Ci siamo divisi in squadre: un gruppo si sarebbe occupato della difesa del portone principale, squadre più piccole avrebbero protetto gli ingressi secondari, gli arcieri si sarebbero radunati in cima alle mura per attaccare i nemici dall’alto. Fu disposta anche una squadra medica per offrire pronto soccorso. I soldati meno avvezzi al combattimento a corpo a corpo sarebbero rimasti nelle retrovie. Qualcuno diede delle pozioni esplosive ai più indifesi.
Un rumore di trombe dall’esterno delle mura di Beltasar segnò l’inizio della guerra. Il numero dei nemici che avremmo dovuto combattere era sconfortante. Nel giro di mezz’ora qualche Dannato era riuscito a penetrare le difese. Questi però si diressero inaspettatamente verso i magazzini- dov’erano conservati tutti i beni alimentari- per incendiarli; così, se la guerra si fosse prolungata, gli abitanti di Beltasar sarebbero morti di stenti.
Sfortunatamente, Il portone principale aveva ceduto dopo l’ennesima cannonata. Si potevano scorgere in lontananza dei lupi avvicinarsi minacciosamente al cancello. Vedevo Matt confabulare con altri a proposito di trappole esplosive, ma non capivo. Il frastuono provocato dai massi dei trabucchi che andavano a infrangersi contro le mura rimbombava nelle mie orecchie. Io, Egil, Midori, Leon imboccammo un canale sotterraneo che ci avrebbe portato all’esterno della città; Egil così avrebbe avuto una distanza adeguata per centrare con le sue frecce esplosive i trabucchi dei Dannati. Avevamo indossato i vestiti di quattro guerrieri Neri uccisi nel canale, per confonderci all’esercito dei Dannati e per avvicinarci più rapidamente possibile ai trabucchi. Forse avremmo potuto distruggerli.
Richard Chase
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