Cos'è Episode Zero? Lasciamo che a spiegarcelo sia la stessa Square-Enix, che così lo presenta sul suo sito ufficiale. "Final Fantasy XIII Episode Zero - Promise" è un romanzo web costituito da una serie di episodi collegati alla trama principale proposta nel gioco, una potenziale aggiunta che dona profondità al filone narrativo generale. I racconti sono curati da Jun Eishima, scrittore di numerosi altri romanzi targati Square-Enix. Gli eventi raccontati da Episode Zero hanno luogo prima delle vicende di Final Fantasy XIII e contribuiscono ad arricchire il background ed il carattere dei suoi personaggi. Il romanzo è stato diffuso online, gratuitamente, dalla casa produttrice, ma esclusivamente in lingua giapponese; in queste pagine vi offro una traduzione in lingua italiana da me realizzata (da non pubblicare altrove senza aver prima chiesto).



Episode Zero - Tomorrow - Staremo insieme per sempre... qualunque cosa accada, non ci separeremo mai.

[Attenzione: questo capitolo contiene spoiler sul gioco]

"Staremo insieme per sempre... qualunque cosa accada, non ci separeremo mai".
E' quello che ho promesso tanto tempo fa, sussurrò Vanille mentre camminava lungo la spiaggia, guardando verso l'oceano. In lontananza si riusciva a vedere il tempio. Il fal'Cie Anima era ancora al suo interno.

"Mi dispiace di aver dovuto spezzare quella promessa...". Chiese scusa a Fang, ovunque Fang fosse in quel momento. Forse era al tempio, persino adesso. Circondata da soldati di Cocoon, nessuno sarebbe riuscito ad entrare o ad uscire.
Il giorno prima lo aveva visto sui notiziari. Un fal'Cie di Pulse era stato scoperto nelle Vestigia di Bodhum. Si era fermata ad un'area relax al centro commerciale. C'era uno schermo sulla parete, e si poteva vedere chiaramente il tempio. Attorno al tempio stavano veicoli militari e soldati armati.
Durante il servizio, la gente intorno a lei iniziò a farsi prendere dal panico. Sapendo che lei doveva essere nel tempio, Vanille corse in quella direzione. Guardò in alto e vide delle aeronavi.
La notizia correva su ogni schermo, e veniva riprodotta da ogni altoparlante. Bodhum sarebbe stata barricata, per proteggere i cittadini di Cocoon. Le loro paure si mutarono in rabbia, poi i soldati iniziarono a rappresentare una minaccia per gli abitanti.
Questo spaventò Vanille così tanto che abbandonò di corsa il centro commerciale, correndo lungo la spiaggia, ritornando nel luogo in cui era possibile vedere il tempio. Ma quel che trovò lì...
Tutte le strade che conducevano al tempio erano bloccate. Questo non era stato mostrato nel notiziario. Veicoli militari attorniavano il luogo, non c'era più modo neanche di avvicinarsi.
No, pensò che non sarebbe neanche riuscita a rimanere in quel punto molto a lungo, anche solo per guardare il tempio. I soldati si stavano avvicinando, l'avevano vista? Non volendo correre nessun rischio, Vanille si voltò e tornò indietro di corsa verso il centro commerciale.

Non l'avevano seguita. Il che doveva significare che non avevano in programma di catturarla. Forse volevano solo farle capire che l'area era off limits.
Era troppo tardi adesso, ma desiderò di non aver lasciato la propria arma nel tempio. Adesso era tutta sola, in una città che non conosceva, incapace di proteggersi. Sentì che stava per mettersi a piangere.

"Fang... dove sei?"

All'impianto energetico Fang aveva fatto da esca per permettere a Vanille di scappare. Era corsa proprio verso i soldati, tutta sola. Vanille era riuscita a fuggire, ma da quel momento non aveva più visto traccia di Fang.

"Voglio Fang..."

Vanille prese a camminare, rendendosi a malapena conto della direzione in cui stava andando, con quel pensiero che continuava ad occuparle la mente. Quando alzò lo sguardo, si ritrovò alla Stazione di Bodum. Poi Vanille pensò che forse Fang non era ritornata a Bodhum, dopo tutto? Poteva essere da qualche parte nella Gola di Euride!

"La troverò se andrò ad Euride!"

Vanille corse verso la stazione, ma ancora una volta restò sorpresa da quel che trovò. La via era stata completamente bloccata. Poi si ricordò di aver udito nel notiziario che l'intera citta era stata barricata. C'erano delle persone dinnanzi alla stazione, sembravano turisti, intenti a discutere con i soldati.

"Non siamo cittadini di Bodhum!"
"Devo ritornare ad Eden entro domani! Ho una riunione importante".
"Siamo di Palumpolum! Per lo meno lascia che mio figlio torni a casa".

Tutti stavano facendo del loro meglio per essere ascoltati. "Ho già visto una cosa simile in passato", pensò Vanille. Ma quegli altri sapevano che, se avessero aspettato, sarebbero potuti ritoranre a casa. Ma erano comunque preoccupati...
Era stato otto giorni prima. Dopo l'incidente alla Stazione di Euride e dopo che l'area di attracco delle aeronavi era stata chiusa. Erano arrivati dei soldati, e la gente si era messa a discutere con loro, chiedendo di essere liberati. Sebbene si lamentassero che dovevano tornare al lavoro, o che avrebbero perso il loro volo per rientrare a casa, avevano comunque seguito le indicazioni dei soldati. Perché i soldati gli avevano detto che, non appena avessero fato un controllo degli ID, sarebbero stati tutti fatti salire su un treno alla volta di Bodhum. Così si erano riuniti nella piazza dinnanzi all'impianto energetico e avevano aspettato all'interno delle tende allestite appositamente per loro.
Naturalmente, visto che Vanille non era di Cocoon, non aveva alcun ID. Quando aveva iniziato a guardarsi attorno in cerca di una occasione per scappare, il suo sguardo era caduto su dei soldati che inserivano delle carte in una macchina. Si rese allora conto che gli "ID" dovevano essere quelle carte che avevano trovato prima. Le avevano rubate a quei due ragazzi che avevano incontrato in città. Grazie a quelle carte avevano potuto prendere del cibo e salire sul treno verso Euride.
Vanille estrasse la carta rubata e la guardò. Non era sicura di riuscire a usarla. Avevano capito come usare la carta di Fang per caso, e dovevano ancora provare quest'atra. Che cosa arebbe fatto se non fosse riuscita ad usarla? O peggio, che cosa sarebbe successo se avessero scoperto che l'aveva rubata...

"Avanti, dammi la tua carta".

Vanille alzò in fretta lo sguardo, e vide un soldato con in mano un piccolo macchinario che stava proprio di fronte a lei. Sperando che funzionasse, ma senza troppa fiducia, Vanille consegnò la sua carta.
Si domandò se l'avrebbero trascinata in un'altra stanza per interrogarla. O forse l'avrebbero ammanettata immediatamente. O forse... forse le avrebbero sparata lì, sul posto. Chiuse gli occhi dalla paura.

"Ti sbrighi?"

Lo sapevo, pensò Vanille. Si accasciò. Sarebbe stato davvero patetico essere catturata adesso, ma c'erano così tanti soldati attorno a lei, e poi c'era tutta questa gente...

"Che diamine stai facendo? Devo passare al prossimo".

Vanille alzò lo sguardo, sorpresa. Il soldato le aveva restituito la carta.

"Cosa?"
"Una volta fatto il controllo, devi metterti in fila laggiù".

Prima che potesse chiedergli che cosa significasse, il soldato era già passato alla prossima persona e alla sua carta. Sembrava che la carta rubata fosse stata riconosciuta come il suo ID. Vanille si mise in fila insieme agli altri che avevano già superato il controllo, e salì a bordo del prossimo treno diretto a Bodhum. Aspettò alla banchina della stazione, nella speranza di vedere Fang arrivare, ma di lei non ci fu traccia.

Fece ritorno al tempio, ma non c'era cibo, e non riuscì a dormire. Era la prima notte che avesse mai trascorso da sola, si rese conto. Fang era sempre stata al suo fianco. Al loro villaggio, c'erano stati anche degli altri ragazzini. Quando furono trasformate in l'Cie erano rimaste di nuovo da sole, ma aveva sempre avuto Fang, aveva sempre dormito al suo fianco. Non aveva mai dormito da sola.

In cerca di cibo, Vanille raggiunse il centro commerciale. Ma non aveva mai usato questa carta prima, e non era sicura di sapere come fare. Sebbene fosse riuscita ad usarla come un ID ad Euride, non sapeva se avrebbe potuto usarla per fare compere. Vanille rimase qualche minuto ferma davanti al negozio, stringendo nervosamente la carta tra le mani.
Fu rivedere di nuovo quel volatile che le fece ritrovare il coraggio, ed entrare finalmente nel negozio. Era lo stesso strano uccello che avevano visto quando avevano rubato quelle carte. Se ne stava appollaiato su un tetto distante, guardando verso di loro. Aveva spaventato Vanille così tanto che era corsa nel negozio solo per allontanarsene. Adesso, nel negozio, l'unica cosa che poteva fare era seguire l'esempio degli altri clienti. Fece le proprie compere, ed usò la carta per pagare. Si rivelò più facile di quanto avesse immaginato.

Adesso riusciva a capire com'era la loro vita. Cocoon era un paradiso di pace. Forse proprio perchè aveva sempre vissuto in tranquillità, la gente qui era pacifica, ed era questo il motivo per cui non si era mai sentita in pericolo finché era rimasta in città.
Nonostante fosse sola, senza Fang, non si sentiva più nervosa qui. Ma non riusciva a dimenticare la ragazza ed il ragazzino che erano rimasti invischiati nei loro problemi. Il senso di colpa che provava nei loro confronti era come una spina conficcata nel cuore.

E poi Vanille incontrò quella stessa ragazza sulla spiaggia...

"Che stai facendo quaggiù?"

Sentì una pistola puntata alla schiena. Vanille si riscosse improvvisamente dalle sue meditazioni. Era un soldato. PSICOM. Ogni volta che veniva fatto quel nome, la gente assumeva un'espressione fredda e impietrita.
Fino al giorno prima non c'era stato alcun soldato qui. Tutti erano tranquilli e sereni. Si era persino permessa di condividere quei sentimenti...

"Mi spiace!", disse Vanille. Forse fu a causa dell'espressione terrorizzata della sua voce, ma il soldato abbassò la propria arma e le parlò in tono più dolce.
"Stanno iniziando a controllare la stazione. Faresti meglio ad affrettarti".

Vanille corse senza voltarsi indietro. Non sarebbe tornata qui di nuovo. Dal momento in cui lo avevano annunciato nel notiziario del giorno prima, questo paradiso era scomparso.
Era stato scoperto un fal'Cie di Pulse. L'intera Bodhum era stata barricata. Già solo questa era la peggior notizia possibile per le persone che vivevano qui. Erano bastati questi due annunci, e la città cadde nel tumulto. Poteva qualcuno immaginare che le cose sarebbero peggiorate?

Era stato in serata che la notizia si era diffusa. Vanille non era riuscita a fare ritorno al tempio o a cercare Fang, e così si era diretta al centro commerciale. Cercò di restare in zone ben affollate, lontana dai soldati.
Una Epurazione verso Pulse. All'inizio Vanille non capì che cosa volsse dire. Poteva non essere la sola. Quando la notizia venne trasmessa, tutti restarono in silenzio.
Poi si rese conto che erano terrorizzati. La gente iniziò a correre, urlando e piangendo. Forse pensavano che sarebbero potuti scappare via dal proprio destino.
Vanille non poté fare altro che guardarli, stupita. Sapeva che la gente di Cocoon odiava Pulse, ma si rese conto che non aveva ancora capito fino a che punto. Erano così spaventati da Pulse da perdere il senno della ragione.
Dove stessero correndo, non lo sapeva. Forse stavano ritornando alla stazione, o alle proprie case. Ovunque scoppiarono delle piccole liti. Le donne parlavono con le loro voci acute, e i bambini cadevano e scoppiavano in lacrime.
Vanille rimase vicino l'edificio, e li guardò. Rabbrividì, e non riuscì a fare un passo.

"Erano le stesse persone che avevano guardato i fuochi d'artificio la notte prima?", pensò. Quelle persone si stavano divertendo, ridevano e parlavano l'una con l'altra. Erano felici. I loro volti erano pieni di speranza mentre pregavano affinché i loro desideri si realizzassero. Non era passato neanche un giorno, e adesso...
Era spaventata, e triste, e sentiva di stare per piangere. Un dolore ardente le bruciò dietro gli occhi, e guardò verso i propri piedi. Poi, in mezzo al trambusto, delle parole raggiunsero le sue orecchie. Vanille alzò lo sguardo sorpresa. Credette di aver sentito qualcuno dire "Il fal'Cie di Pulse sarà inviato su Pulse con il treno dell'Epurazione". Doveva ascoltare il notiziario ancora una volta, per assicurarsene.

Il fal'Cie Anima sarebbe stato spedito su Pulse, avrebbe fatto ritorno su Grand Pulse...
Era vero? Ma allora, che ne sarebbe stato del loro Focus? No, anche se il fal'Cie Anima non sarebbe stato su Cocoon, il loro Focus non sarebbe cambiato. Erano lei e Fang a dover completare il loro Focus, non il fal'Cie...

Poi si rese conto che se fosse rimasta a Bodhum sarebbe stata epurata insieme a tutti gli altri. Non che avesse grande scelta, visto che tutte le vie da e verso Bodhum erano sigillate. Ma se fosse ritornata su Grand Pulse, non sarebbe stata in grado di completare il suo Focus.
Le sue gambe si fecero deboli, e scivolò sul terreno. Come aveva fatto a non rendersene conto prima? Si strinse alle ginocchia, e rimase in quella posizione finché non calò la notte.

Quando finalmente si alzò in piedi, rimase sorpresa nel constatare che era già notte. Non c'era più nessuno nel centro commerciale. Vanille scivolò oltre i soldati, e camminò fino alla spiaggia. Era qui che erano rimasti tutti in piedi a guardare i fuochi d'artificio. Naturalmente non c'era nessuno adesso, a quest'ora. Il café era chiuso. Anche se era passato soltanto un giorno, sembrava un posto completamente diverso da quello della notte prima. Tutto era tranquillo, l'unico suono era quello delle onde del mare.
A differenza di Grand Pulse, questo oceano non aveva un odore salino. Ma a Vanille piaceva.
"Addio...", sussurrò, e si voltò verso la direzione da cui era venuta. Camminò ancora un po', e raggiunse un campo. Era il campo da cui avevano rubato degli ortaggi il primo giorno dopo il loro risveglio. L'odore della terra e dei vegetali la travolse. Forse Fang sarebbe venuta qui, pensò, e delle lacrime corsero lungo le sue guance. "Lo so", pensò, "Fang non verrà. Non la vedrò più, mai più...".

Vanille pianse. Come piange un bambino, gridando e singhiozzando. E poi, si addormentò.

Il centro commerciale, come sempre, era pieno di gente. Ma a differenza del giorno prima, nessuno correva. Come fossero una persona sola, si muovevano tutti nella stessa direzione. L'espressione sul loro volto era scura, e guardavano in basso, verso i propri piedi, mentre camminavano. Si stavano dirigendo verso la stazione per salire a bordo del treno dell'Epurazione.
La gente di Cocoon pensava che "Pulse era l'infenro". Vanille si era resa conto, guardando la gente il giorno prima, che essere spediti su Pulse era per loro equivalente ad una sentenza di morte. Ma non era così, Vanille non poté fare a meno di pensare. Di certo il clima è rigido, e ci sono molte creature pericolose lì. Non è possibile andare in giro senza un'arma, come si fa su Cocoon. Ma lei e Fang erano nate e cresciute su Grand Pulse. Si poteva vivere lì, finché tutti avessero collaborato.
Su Grand Pulse c'erano campi immensi ed in cielo senza fine. C'era la luce del sole, e c'erano piante verdi. Vanille voleva mostrare tutto questo alla gente di Cocoon. Anche se sapeva che era impossibile.

Era tutto tranquillo. Troppo tranquillo considerando quanta gente era raccolta lì. Quando era arrivata la prima volta aveva trovato così tanto rumore che aveva pensato di essere ad un festival. E dopo il tumulto del giorno prima...
Si erano calmati dopo una notte di sonno? O si erano già arresi? Non una singola persona sembrava arrabbiata, i loro volti erano privi di espressione.

"Mi dispiace...", Vanille si scusò ancora. Aveva chiesto scusa così tante volte che aveva perso il conto. Era loro la colpa di quello che stava succedendo a queste persone. Colpa loro e di nessun altro.

"E' perchè ci siamo svegliate", pensò.

E la ragazza che era stata trasformata in l'Cie dal fal'Cie Anima. E il piccolo ragazzino che era stato trasformato in l'Cie dal fal'Cie di Cocoon. Come avrebbe potuto fare ammenda per i crimini che aveva commesso contro di loro?
Non poteva trasformarli nuovamente in normali esseri umani. Non avrebbe potuto cambiare il loro destino.
"Almeno", pensò, "posso scegliere di non portare sofferenza al loro mondo, ai loro cari. Posso fare questo per loro".

Ad un certo punto si rese conto che il numero delle persone prsenti era aumentato. Erano tutti così silenziosi che non se n'era accorta. Adesso c'era tanta gente quanta ne aveva visto al festival dei fuochi d'artificio, in una lenta marcia verso la stazione.
Finalmente la stazione apparve. Si sentì un soldato urlare: "Chi non ha ancora fatto controllare il proprio bagaglio può venire in questa direzione?". Il controllo bagagli era stato fatto il giorno prima, per cui la fila era piuttosto corto.

Appena entrata nell'edificio, vide soldati con dei megafoni intenti a dare indicazioni. Le loro uniformi erano diverse da quelle degli altri soldati che aveva visto, quindi Vanille pensò che fossero di grado più alto.

"Attenzione! Seguite le indicazioni e non abbandonate la fila! Il bagaglio vi sarà restituito non appena arrivati su Pulse".

La pistola che stringeva in pugno rendeva Vanille piuttosto a disagio. "Sta soltanto dando indicazioni, perché ha bisogno di un'arma?", pensò. "Tutti qui sono calmi e tranquilli, perché ha bisogno di un'arma?". Anche gli altri soldati avevano delle armi. Anche se continuavano a ripetere a queste persone che sarebbero stati "trasferiti", sembrava più che li stessero scortando di forza fuori dalla città. Ma, forse proprio perché il popolo di Cocoon è un popolo pacifico, nessuno si ribellava. Erano tutti allineati in silenzio, senza pronunciare parola.

O forse non del tutto. Da qualche parte sentì qualcuno urlare.

"Hey tu! Non abbandonare la fila!"

Forse qualcuno aveva provato a scappare. La folla di gente si mosse leggermente. Erano irrequieti, forse nella speranza che almeno qualcuno di loro fosse riuscito a trovare una via di fuga.
Si udì un colpo d'arma da fuoco. Dalle urla fu chiaro che non si trattò di un colpo sparato a vuoto. La fila di gente tremò, cadendo nel panico. I soldati puntarono le proprie armi verso la folla, e tutto tornò nuovamente immobile e silenzioso.

"Per piacere, non abbandonate la fila. E' per la vostra stessa sicurezza".

Naturalmente nessuno credeva davvero a quelle parole. L'unica ragione per cui rimanevano tranquilli era perché non desideravano morire qui. Anche se quello che li aspettava, oltre questo mondo, era l'inferno.

La fila riprese nuovamente a scorrere senza interruzioni. Vanille intravide una donna parlare con un soldato. Notò la donna perché sembrava identica a Serah, la ragazza che trasformata in un l'Cie di Pulse.
La ragazza consegnò la propria arma al soldato, e si mise in fila.
"Il mio senso di colpa mi fa immaginare cose che non esistono", pensò Vanille. "Solo perché hanno lo sesso colore di capelli, il suo volto mi è sembrato identico a quello di Serah...".
Un uomo di mezza età stava alle spalle della donna. I suoi capelli assomigliavano ad un nido di uccelli, o così pensò Vanille, ma poi un piccolo uccellino sbucò davvero da quella capigliatura.

"Che cosa?"

Era un pulcino di Chocobo.

"Perché una persona dovrebbe far vivere un Chocobo nella propria testa?". Era così divertente che Vanille cominciò a ridacchiare. Poi qualcuno le arrivò addosso. O meglio, lei arrivò addosso a qualcuno, visto che non stava guardando dove andava. Provò a recuperare l'equilibrio, ma era troppo tardi.

"Oops!", scivolò e ruzzolò sul pavimento. Fortunatamente non si fece male, fatta eccezione forse per il suo orgoglio.
"Stai bene?", chiese qualcuno. Insieme alla voce, sentì una mano prendere le sue e alzarla in piedi.
"Ti sei fatta male?". Una donna dall'aspetto gentile la stava esainando. Vanille annuì, e la donna sorrise.
"Oh, che sollievo".
"Sembra una mamma", Vanille sussurrò tranquilla. Poi vide un ragazzino alle sue spalle che sembrava il figlio. Era davvero una mamma.
"Sei di queste parti?"
"No".
"Oh, anche tu? Noi siamo di Palumpolum".
Un posto di cui Vanille aveva già sentito parlare.
"E tu da dove vieni?"
"Um... lontano".
"Lontano?"
Vanille annuì. La donna non le porse altre domande, probabilmente pensando che Vanille avesse una buona ragione per non rivelare da dove venisse. In effetti, probabilmente aveva altre cose di cui preoccuparsi al momento. Suo figlio stava tremando, e non voleva alzare lo sguardo.

Vanille non riusciva a decidere se mettersi in linea alle spalle insieme a queste due persone, oppure con la donna che sembrava identica a Serah. Ma non impiegò troppo tempo a compiere la propria scelta, mettendosi alle spalle della donna gentile e del suo figlio. Se doveva essere trattata come una prigioniera, per lo meno voleva stare in compagnia di persone gentili.

I soldati spiegarono che, se tutto fosse andato per il meglio, sarebbero arrivati su Pulse il giorno stesso. In caso contrario, il giorno successivo.

"Una volta arrivati su Grand Pulse spero di poterli aiutare un po'", pensò Vanille. "Mi spiage Fang, ma sto tornando a Grand Pulse con il fal'Cie. Mi spiace di aver infranto la nostra promessa. Mi spiace di doverti lasciare su Cocoon tutta sola...".

Non appena avesse lasciato Cocoon, non sarebbe più riuscita a complater il suo Focus. Se ne era resa conto il giorno prima, quando aveva sentito che anche il fal'Cie Anim sarebbe stato rispedito su Pulse. Appena si era resa conto che c'era ancora qualcosa che avrebbe potuto fare, si sentì sollevata.

"Se la realtà è troppo dolorosa, puoi sempre scappare via".

Serah le aveva detto queste parole quattro giorni prima, quando si erano incontrate sulla spiaggia. Quelle parole l'avevano salvata, e l'avevano spinta ad agire. Era grazie a quelle parole che si trovava qui, in questo momento.

"Non appena sarò salita sul treno", pensò, "scapperò dal mio Focus. Non dovrò ferire nessuno. Probabilmente diventerò un Cie'th, ma avrò comunque un po' di tempo a disposizione prima che ciò accada".

"Se guardi alle cose da una certa distanza, riuscirai a vedere il modo di affrontarle".

Proprio come Serah aveva detto, non appena ebbe guardato al suo problema da una certa distanza, era riuscita a scorgere un'altra via. Avrebbe potuto funzionare. Se fosse scappata, avrebbe potuto funzionare...

Era preoccupata soltanto di dover lasciare Fang, ma sapeva che lei sarebbe stata bene. Il suo marchio era ormai bruciato, quindi non si sarebbe trasformata in una Cie'th, e Fang era in grado di sopravvivere da sola. L'unica cosa era che Fang si sarebbe sicuramente arrabbiata. "Mi dispiace", sussurrò ancora una volta.

Unì le proprie dita e si mise a pregare. Per l'amica che non avrebbe più rivisto. Per la promessa che non era riuscita a mantenere.

I soldati iniziarono a guidare la gente all'interno del treno. Al più tardi sarebbero arrivati il giorno seguente, Vanille li ricordò dire.
Per un attimo, Vanille sentì i suoi piedi vacillare. D'improvviso le sembrò che fosse passat osolo un giorno da quando erano diventate l'Cie, e che il domani fosse così distante non poter raggiungerlo. Ma perché? Non doveva preoccuparsi.
Stava finalmente tornando su Grand Pulse, disse a sé stessa. Amava l'odore del vento, i fiori che brillavano alla brezza, le corse sotto un cielo infinito. C'erano tutte quelle stelle la notte, e naturalmente le persone che aspettavano il suo ritorno. Erano tutti parte della sua famiglia, quindi era sicura che sarebbero stati felici di vederla.

"Domani tornerò a casa...", Vanille pensò tra sé. La fila continuò a muoversi.



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