Dormi Squall, dormi...
  ● Autore: Squall86

Se tu dovessi morire e così scoprire che dopo la vita non c’è niente, niente aldilà, né paradiso, né inferno, né eterna gioia per i giusti, né eterna sofferenza per i malvagi e se avessi l’occasione di tornare in vita.. rispetteresti ancora i buoni ideali che seguivi, ti sforzeresti ancora di vivere una vita moralmente corretta?

..Rispondimi.. RISPONDIMI!


�Ah! Smettila!�, esclamò Squall, alzandosi bruscamente a sedere sul letto. In un bagno di sudore, cercò di rintracciare, nella sua mente martoriata, qualche frammento di quell’incubo, che, puntualmente, lo angosciava ogni notte. Ma, come capitava ogni volta, al risveglio le immagini erano troppo sfuggevoli, sparivano in un batter d’occhio, lasciandogli nella mente solo un vago riflesso obnubilante. Quella domanda, quella terribile domanda.. chi e perché insisteva a porgliela?
�Dannazione! ..Bah! Non riprenderò più sonno per stanotte�, sussurrò, fissando l’orologio a muro. Constatò che erano solo le 4.00 di mattina. Poi lo sguardo gli cadde sul gunblade, appoggiato alla parete di fronte. �Uhm.. perché no?�, pensò.
Dieci minuti dopo si trovava nella Zona Addestramento del Balamb Garden. Picchiare duro qualche creatura diabolica gli avrebbe di certo giovato. Dopo neanche cinque minuti di ricerca, un Archeosauro gli si parò davanti. La battaglia ebbe inizio.
�Oh sì. Fatti avanti!�, gridò Squall, con l’intento di spingere il gigantesco sauro a colpirlo. Il mostro non esitò ad assecondarlo e lo ferì al fianco sinistro con un morso terribilmente doloroso. Era ciò di cui Squall aveva bisogno per andare alla carica. Detestava attaccare un nemico per semplice divertimento o come allenamento. Doveva combattere sempre e solo per una giusta causa. Quella creatura lo aveva danneggiato, dandogli il movente perfetto per farne una questione personale, nonchè morale. Attaccò con la sua combo preferita: Morfeo seguito dalla sua mossa speciale, il temibile Renzokuken, che ormai sapeva perfettamente gestire, senza il bisogno di essere al limite delle sue energie, per poi concludere col suo devastante Colpo Imperiale. E così fece. In una cascata di piume argentate, l’Archeosauro crollò a terra, morto, con un tonfo assordante. Squall non ebbe neanche il tempo di esultare, che un altro di quei bestioni ruggì alle sue spalle. Un’altra battaglia ebbe inizio. Di nuovo, lo specialista di gunblade sfidò l’immensa creatura ad attaccarlo. Ma accadde un evento inaspettato. Una voce, quella voce, gli rivolse la parola. �Squall.. combatti per una giusta causa non è così? Lui ti ha attaccato per primo.. è malvagio dunque, non è così? E quindi sarai il buono, una volta che l’avrai ucciso?�. Ascoltando la voce, Squall si distrasse e l’Archeosauro lo frustò con la sua coda massiccia, frantumandogli due costole. �Ahhh!!�, urlò Squall, �Ma chi sei?! Cosa vuoi da me?!�. Nessuna risposta. La bocca del sauro eruttò una fiammata incandescente che investì Squall, ustionandolo in maniera gravissima, quasi letale. Il SeeD giacque a terra sfinito e fumante. Alzò lo sguardo verso il suo nemico e vide che si stava preparando a colpirlo con un’altra fiammata. Capì che stava per morire. Poi, improvvisamente, una lama azzurra tranciò la gola dell’Archeosauro, uccidendolo. La vista di Squall era ormai offuscata e confusa, non distingueva più i contorni. Le bruciature lo soffocavano e lo straziavano. �Ora, Squall, è giunto il momento di porre fine alla questione. Ti ho tormentato per tante notti. Ora è giunto il momento di farti sapere, di farti vedere con i tuoi occhi..�. I sensi lo abbandonarono. Tutto divenne nero. Gli sembrò di fluttuare, sostenuto da forze misteriose ed invisibili. Poi, toccò con i piedi una superficie solida. Il buio lo circondava e l’atmosfera era silenziosa. Un rumore di passi leggeri e cadenzati la infranse. Poi i passi si fermarono e la voce tornò a parlare.
�Eccoci qui Squall. Non sai dove siamo. Io sono qui per spiegartelo. Vedi, è molto semplice: sei morto�.
�Cosa? Sono morto?�, ripetè Squall, incredulo.
�Si, Squall. E dimmi. Te lo aspettavi così l’aldilà? Dimmi, dove ti trovi secondo te? In Paradiso? All’Inferno? Dove sei?�, riprese la voce.
�Smettila.. Smettila! Dio Santo! perché mi fai questo?!�, gridò il SeeD.
�Io non ti sto facendo alcun torto, Squall. Anzi.. io ti sto dando la chiave dell’esistenza. Il mistero della vita e della morte mi è noto e te ne sto facendo dono�.
�perché? perché a me? Chi sei, insomma?! FATTI VEDERE!!�, esclamò Squall ormai fuori di sè.
�Molto bene.. se questo può rassicurarti.. eccomi�.
Un raggio di luce, la cui provenienza era un mistero, illuminò un’ area circolare, a distanza di neanche un metro da Squall. Altri passi vennero mossi, e sotto il fascio bianco di luce apparve una persona ben nota a Squall.
�Seifer..�, fu l’unica parola che riuscì a pronunciare Squall.
�Già, io. Sai, dopo la sconfitta della strega sono sparito per un po’. E sai perché? perché la strega, poco prima di morire, mi chiese di esprimere un desiderio, in cambio della mia fedele collaborazione. Ed io le chiesi di poter conoscere che cosa c’è dopo la morte..�.
�No.. no, questo è impossibile! Nessuno lo può sapere!�.
�Beh, Squall. Mi sembra invece che le cose non stiano proprio così, dal momento che tu sei morto. E dunque, ora è giunto il momento di farti vedere cosa c’è dopo la morte, ovvero dove ti trovi tu adesso. Seguimi. Ascolta il rumore dei miei passi�.
Detto ciò, Seifer sparì nell’oscurità. Squall esitò, ma poi decise di seguirlo. Ad un tratto, il braccio di Seifer lo fermò, premendogli contro il petto. Udì nuovamente la sua voce.
�Guarda Squall.. guarda qual è il destino di coloro che in vita si sono comportati “male"�.
Una luce misteriosa illuminò un gruppo di persone che vagavano e si abbracciavano l’un l’altra. Erano bluastre e smunte. Il corpo, se così si poteva ancora chiamare, recava ancora i segni di ciò che aveva dato loro la morte. Ma la cosa terribile era il loro sguardo. Pazzi! Tutte quelle anime erano impazzite! Si abbracciavano sorridendo e dopo un secondo si picchiavano piangendo. Una di loro si avvicinò a Squall e tentò di toccarlo. Squall si tirò indietro ed arretrò di qualche passo, ma inciampò in qualcosa e cadde all’indietro. Una mano gli strinse la spalla, un’altra il collo, altre due lo agguantarono per le caviglie. Il panico si impossessò di lui. �Aiuto! Lasciatemi! No! No! Seifer! Aiutami!�. Le anime continuavano a stringerlo con forza e gli sussurravano all’orecchio frasi insensate e lamenti di dolore. Ad un tratto si sentì tirare su con forza e le mani lo abbandonarono. Era stato Seifer ad averlo tirato fuori da quel bailamme.
�Calmati, calmati, Squall. Ora vieni con me. Ti mostrerò il destino di coloro che in vita si sono comportati “bene". Segui i miei passi�. Di nuovo, sparì nell’oscurità. Squall respirò a fondo tentando di calmarsi e lo seguì finché i passi cessarono.
�Guarda Squall. Guarda..�.
Di nuovo quella luce, di nuovo le anime. Fu uno spettacolo angosciante. Quelle anime.. si comportavano in maniera identica a quelle malvagie! Anch’esse completamente folli! Anch’esse si rotolavano per terra, vomitavano, si abbracciavano e si picchiavano. Squall si accorse che una di loro lo stava fissando. Gli si avvicinò. Aveva capelli lunghi e bagnati. La pelle bluastra. Quando gli arrivò a meno di un metro di distanza, si scostò i capelli dal viso. �Oh mio Dio�, pensò Squall. Il volto era quello di una donna annegata. La gola era gonfia e così anche il resto del corpo. Poi, l’anima gli mise le braccia al collo e piangendo gli parlò: �Oh, Squall, figlio mio.. figlio mio..�. �Madre!!!�, gridò Squall, in preda al panico e all’angoscia. Quella era sua madre! La madre che era stata uccisa quando lui era ancora un bambino, che era stordita e buttata in un pozzo condannandolo ad un’esistenza da orfano. La madre che lui ricordava essere buona e premurosa, la madre il cui cuore era stato spezzato. E giaceva lì, con le altre anime buone, che giacevano assieme alle anime malvagie! �No! No! Lasciami! Non sei mia madre! Non sei mia madre!!!�, urlò Squall, liberandosi dalla sua presa. Iniziò a correre in direzione opposta, alla cieca. Corse finché non perse il fiato e dovette fermarsi per forza.
�No.. non può essere così..�, disse tra sè e sè.
�E invece è così Squall. Dopo la morte, le anime di coloro che hanno condotto una vita seguendo le norme morali del “bene" finiscono insieme alle anime di coloro che hanno deciso di non seguire queste norme, in codesto posto. Ove regnano il buio e la solitudine, destinate a vivere per sempre nella disperazione della follia, a non essere più in grado di concepire un pensiero razionale, a soffrire per tutta l’eternità. E questo riguarda tutti, a prescindere da come ci si è comportati in vita�.
Squall ascoltava, singhiozzando. Non voleva crederci.
�E ora, Squallino, ti ripongo la domanda. Ora che sai, se avessi l’occasione di tornare in vita.. rispetteresti ancora i buoni ideali che seguivi, ti sforzeresti ancora di vivere una vita moralmente corretta? O vivresti la tua vita assecondando solo i tuoi bisogni, cercando di sfruttare al massimo ogni secondo che ti resta? Come tu stesso puoi vedere, non c’è Dio. Non c’è redenzione, né salvazione, né punizione. Allora, dimmi�.
Squall non si capacitava di ciò che aveva appena visto. Desiderò che si trattasse solo di un brutto sogno, ma così non era, e lo sapeva. Guardò Seifer, con gli occhi lucidi e gli chiese: �Ti prego, Seifer. Dimmi, perché? perché io? perché hai voluto farmi questo?�.
�Insisti a parlarne come se si trattasse di una punizione o di una maledizione. Ma non capisci?! Io ti ho donato la possibilità di comprendere la tua vita. E il segreto è: la vita è esattamente ciò che è. Una serie cronologica di eventi che prima o poi giunge ad una fine. E ora sai che l’unica cosa che vale la pena di fare è vivere al massimo e fino al midollo ogni singolo attimo di esistenza che ti resta. perché quando avrai varcato quella sottile linea di demarcazione, le cose non miglioreranno. Ora sai che la vita è una sola e che conviene viverla al massimo. Per quanto riguarda il motivo.. beh, ho voluto farti compiere questo viaggio perché sono stufo e arcistufo di sentirti proclamato eroe da tutti, come se essere eroi o meno abbia una qualche minima importanza. Ho scelto te, perché così finalmente puoi capire che non sei migliore di me, né del peggiore taglia-gole che strisci nella feccia più putrida. Quando morirai, non avrai gloria, né eterna gioia. Quando morirai sarai uguale a me ed a tutti coloro che ti sei tanto impegnato ad uccidere perché pensavi che fosse “giusto" farlo, sprecando così la tua vita, mentre avresti potuto sfruttarla al massimo, così come ho sempre fatto io. Come puoi vedere, tra noi due, sono io quello che ha condotto la propria vita nella maniera più corretta, alla fine di tutto�.
Squall era distrutto. Non aveva parole. Riuscì solo ad implorare che tutto questo finisse.
�Ti supplico Seifer.. basta. Ho bisogno di riflettere. Ho bisogno di.. pensare�.
�Si Squall, lo so. E ora.. SVEGLIATI!�.
Quando Squall riaprì gli occhi, si ritrovò nell’infermeria del Garden. Era quasi completamente fasciato e gli doleva dappertutto. I medici camminavano su e giù al di là del vetro separatore. Cercò di alzarsi a sedere, ma non ci riuscì, il dolore era troppo. Ripensò a tutto ciò che aveva visto. Ed un brivido gli corse lungo la schiena. Affondò la testa nel morbido cuscino e si sforzò di riprendere sonno, convinto di aver solo fatto un terribile incubo. Le palpebre divennero pesanti e gli occhi si chiusero concedendogli di sprofondare nel sonno.

Sì, dormi Squall. Dormi, riposati. Avrai tempo per riflettere, avrai tempo. Avrai una vita intera per riflettere. Dormi Squall..



Fine

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