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Downloadable content, per gli amici DLC. Non si può negare che abbiano comportato una rivoluzione nel mondo videoludico. Mettevi comodi che papà castoro vi racconta una storia.

In principio furono i fix rilasciati per sistemare bug sfuggiti ai tester, o migliorie al frame rate o ai dettagli di grafica. Niente di male fin qui: tutto bello, tutto gratis.

Poi molte case produttrici iniziarono ad associare l’idea di DLC a quella di profitto. Furono così introdotti personaggi, armi, outfit e potenziamenti che espandevano il gioco o ne allungavano il ciclo vitale rigorosamente a pagamento. Nonostante i numerosi musi storti, la maggioranza delle persone concluse che, se il gioco alla sua data di uscita costituiva comunque una esperienza di gioco completa e adatta al prezzo, tali contenuti aggiuntivi alla fine potevano anche starci. Se interessavano li compravi altrimenti nisba.

Purtroppo però ormai la tendenza aveva preso piede. Si passò ad introdurre come DLC features eliminate in fase di sviluppo a causa di scadenze prefissate, cutscene aggiuntive spesso profondamente legate alla trama, veri e propri finali a pagamento (qualcuno ha detto “Prince of Persia 2008”, vi ho sentiti). Era questione di tempo prima che succedesse l’inevitabile: un gioco pagato a prezzo pieno ma incompleto e DLC postumi a pagamento per mettere le toppe ove necessario. Tutt’oggi a molti giocatori questa cosa infastidisce come agli allergici il polline in primavera. Giù starnuti di disapprovazione e lamento. Hanno ragione? Sono esagerati?

Vi dirò che questa tendenza, ormai piuttosto marcata, causa parecchio prurito al naso anche a me. Il motivo è presto detto: se pago il gioco a prezzo pieno, desidero che quest’ultimo sia completo nelle features che offre e soprattutto in termini di trama, narrazione e lore. Trovo che una delle cose più importanti a questo riguardo sia la già menzionata personale esperienza di gioco: quell’insieme di emozioni, sensazioni e appagamento provato la prima volta che un titolo ti scorre sullo schermo o per le mani.

Non mi nasconderò dietro un dito: sto (s)parlando di Final Fantasy XV e dei suoi DLC. Final Fantasy è la nostra passione e quindi la maggior parte delle discussioni partono da questa base comune per coinvolgere più in generale l’intero mondo dei videogame. Ai giocatori più navigati, e non solo, la versione vanilla del quindicesimo capitolo è parsa deficitaria sin da subito riguardo ai tre aspetti summenzionati (trama, narrazione e lore). Anche la mancanza di alcune caratteristiche semplici ed elementari, come la possibilità di accettare più mandati di caccia contemporaneamente, era chiara e palese (Ci voleva tanto ad introdurla nel gioco base? Davvero?).

Non c’è dubbio che la mancanza di quei contenuti introdotti poi in modo totalmente gratuito, come le varie cutscene aggiunte a destra e a manca o le modifiche al Capitolo 13, ha influito profondamente sull’esperienza di gioco iniziale. Mi sono sentito come se, al ristorante, mi abbiano servito il condimento della pasta e il contorno del secondo, a parte e per ultimi, magari dopo il dolce! Si, tutto nello stomaco finisce ed è tutto compreso nel prezzo; tuttavia è chiaro che un pasto servito così, non rappresenta una esperienza gratificante al palato. Oltre a ciò, nota ancora più dolente, almeno due dei tre DLC a pagamento che abbiamo avuto modo di giocare, sono andati ad influire sulla trama e sulla lore in modo parecchio significativo, aggiungendo informazioni preziose sul mondo di gioco e chiarendo le dinamiche di avvenimenti che nel gioco base venivano solo accennati. Per non parlare del fatto che Episode Ignis introduce addirittura una storyline e un finale diverso da quello canonic… (ehm…) princip… (uffaaaa) visto in precedenza.

La sensazione, da subito, fu quella che FF XV fosse stato concluso in tutta fretta e che, già dall’inizio, fosse stato deciso che alcuni elementi che avrebbero narrato, chiarito o approfondito parti importanti di storia e lore, sarebbero stati appositamente introdotti in seguito tramite dlc a pagamento. Tutto ciò con buona pace delle quantomeno ambigue affermazioni rilasciate nelle varie interviste:

Il nostro obiettivo è creare dlc che ESTENDANO l’esperienza di gioco – cit. Tabata

Vogliamo che chiunque compri Final Fantasy XV sappia che ha tra le mani un contenuto ed un’esperienza di gioco COMPLETI – cit. Seto.

OH RABBIA! – cit. Pooh

Ok. Sono un consumatore deluso, sfiduciato e furibondo. Come faccio a far arrivare le mie rimostranze alla Square-Enix? Come faccio a farle capire che non mi piace proprio la politica che sta adottando al riguardo? Una petizione? Una shitstorm sui social? Una bomba atomica alla sede legale? Due opzioni su tre risulterebbero inefficaci e l’altra è inattuabile, quindi annullate l’ordine mastodontico di colla vinilica per la vostra nuke fatta in casa. (cit. Muciaccia)
E’ piuttosto evidente che l’unica lingua che i capoccioni S-E comprendono al riguardo è strettamente legata ai dati di vendita. Il gioco ha venduto alla grande? Il pubblico ha compreso quanto fosse incompleto e ha comprato lo stesso i DLC? Conclusione logica: ce ne freghiamo dell’esperienza di gioco e continuiamo su questa strada.

Personalmente non ho comprato i dlc. Non spendo soldi extra per contenuti che dovevano essere nel gioco base che ho pagato a prezzo pieno. Sto anche maturando l’idea di non comprare il futuro capitolo numerato al day one, soprattutto se sono previsti dlc. Potrei aspettare un calo di prezzo, una “defintive edition” omnicomprensiva e magari per PC. Se non dovesse piacermi il tutto, magari non lo comprerò affatto!

Sia chiaro: non sto incoraggiando il boicottaggio dell’acquisto del secondo season pass, né tantomeno del venturo FF XVI. Non sta a me decidere o giudicare come e quando userete i vostri soldi. Si tratta del mio scontento, della mia delusione, della mia voce lamentosa. Ma ho voluto comunque dirvi quello che ho intenzione di fare. Qualcuno si starà chiedendo quanto questa mia decisione possa veramente essere utile. Non mi aspetto certo che il mio bisbiglio sia udibile da S-E in modo chiaro e forte in mezzo al fracasso della moltitudine. La mia non sarà sicuramente la voce che cambierà tutto. Tuttavia è l’unico modo che ho per non sentirmi imbavagliato, per pensare che la mia voce da consumatore valga ancora qualcosa, per far arrivare il mio “no” a qualcuno, siano anche le poche persone che mi stanno abbastanza vicine da sentire questo sussurro. In fondo, e parlo da inguaribile ottimista, il sussurro di alcuni può diventare un fastidioso ronzio anche nella più urlata e armoniosa manifestazione di giubilo. Quindi perché non provarci?

 

Spoiler
“Ruben”

“Uhm? Cosa…?”

“Sono io, la tua coscienza.”

“Senti, prima che cominci a cianciare inutilmente… si, ho giocato i dlc del primo season pass di FF XV essendo parte della redazione del Rinoa’s e, no, se non li avessi potuti giocare così, non li avrei comunque comprati. …Dico davvero!!”

“Oh, ma io ti credo. Dico davvero!! Piuttosto volevo chiederti … ti ricordi cosa ti sei detto dopo aver finito Final Fantasy XIII-2.”

“Che c’entra ora il XIII-2??”

“Rispondi per piacere.”

“Uhm…che aveva un finale di schifo?”

“E…”

“… e …e che non avrei mai comprato null’altro di inerente a quella saga.”

“Già. E dimmi… lo hai poi giocato Requiem of the goddess?”

“…si.”

“Per gentile concessione del Rinoa’s naturalmente.”

“No… l’ho… l’ho comprato.”

“Oh si. E’ vero. Ti arrabbiasti anche per il finale quest’ultimo se non ricordo male. E… Lightning returns, dopo quanti mesi dall’uscita lo comprasti?”

“… al day one ma…”

“Interessante. Un’ultima domanda: lo hai poi finito Lightning returns?”

“Permettimi di fartela io una domanda… conosci la favola di Pinocchio? Anche lui aveva una coscienza… sai che fine ha fatto?”

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