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For Gilgamesh…it’s morphin’ time!

È ancora oggetto di discussione dai fan più accaniti quale sia l’oggetto emblema della saga di jrpg più famosa al mondo, ossia Final Fantasy. Partendo dai Cristalli, passando per figure iconiche quali gli immortali Chocobo e Moguri, arrivando a protagonisti e antagonisti quali Cloud e Sephiroth. Quando però si parla di veri personaggi ricorrenti, la scelta non si fa molto ampia; solo pochi possono fregiarsi di questo privilegio, che va ben oltre la minima comparsa del biondo ex-Soldier in Final Fantasy Tactics. Un solo uomo, nell’intera storia della saga, è stato capace di infrangere le barriere inter-dimensionali e viaggiare di capitolo in capitolo alla ricerca di un amico, di una spada e, perché no, del suo riscatto.

Now we fight!

Parliamo ovviamente di Gilgamesh, antagonista al soldo di Ex-Death, cattivo principale del quinto capitolo della saga. Il nome è un palese riferimento al Re di Uruk e all’epopea che narra le gesta di quest’essere alla ricerca dell’immortalità. Ma la sua leggenda nei videogame nasce nel 1992, per l’appunto in Final Fantasy V. Bartz, Lenna, Faris e Galuf sbarcano nel Planet R, terra natia di Galuf, al fine di sventare i piani di Ex-Death. Una volta arrivati, il party – con l’esclusione di Galuf – viene imprigionato ed il malvagio Ex-Death incarica il suo secondo, il sopracitato Gilgamesh, di tenere d’occhio la cella. Un solitario Galuf affronta così la guardia vestita di rosso costringendola alla fuga, e dandoci quindi una prima impressione di guardia debole e codarda.


Gilgamesh


Battle on the Big Bridge!

Durante la fuga dal castello di Ex-Death, i nostri eroi devono attraversare un ponte, denominato Big Bridge (Ponte Magno nelle traduzioni italiane) per proseguire la loro avventura. Durante la traversata del ponte, i giocatori si ritrovano nuovamente davanti Gilgamesh, che pronuncia frasi di un certo spessore (“Ero stanco di aspettare dietro questa porta!“) e che soprattutto è accompagnato da un tema personalizzato composto da Nobuo Uematsu, Battle on the Big Bridge. È la prima volta nella saga che un nemico diventa ricorrente allo scopo di inseguire i nostri eroi, motivo assai differente dall’insistenza degli Archfiends di Final Fantasy IV. Gilgamesh non riesce a risultare irritante: cerca un contrasto leale con il gruppo di Bartz, riesce a capire i suoi nemici fino in fondo e, quando comprende di essere alle strette, scappa lasciando sempre un minimo dubbio di risata al protagonista e, perché no, al giocatore.

I’ll banish you into the Void!

La storia di Gilgamesh nel quinto capitolo non finisce qui. Dopo altre brevi apparizioni, dopo averci presentato il suo compagno di battaglia Enkidu e dopo aver pronunciato frasi sempre più spettacolari per un semplice antagonista secondario, Gilgamesh ci mostra una sua seconda forma. Il quasi umano Gilgamesh diventa quindi un mostro dalle otto braccia, molto simili alle varie divinità indù, con cui riesce ad impugnare un’arma per mano. Tutto ciò, però, non basta per sconfiggere Bartz. Dopo l’ennesimo fallimento, Ex-Death decide di liberarsi di Gilgamesh bandendolo nel Void, nell’Interdimensional Rift, in quella crepa interdimensionale in cui dovremo fare capolino a fine gioco. Durante lo scontro con Necrofobo, Gilgamesh si schiererà infine dalla nostra parte e, dopo aver mostrato la sua tristezza per la dipartita di Galuf, si farà saltare in aria insieme al nostro nemico, rimarcando di non aver mai conosciuto nessuno come Bartz.

Ma dove finisce l’eroe, inizia la leggenda.

La storia di Gilgamesh sembrava essersi conclusa, ed invece lo ritroviamo nell’ottavo capitolo della saga in maniera quasi inaspettata, essendo una Guardian Force non solo segreta ma anche randomica (non può essere invocato dal giocatore, ma comparirà casualmente) ottenibile solo a fine CD3 se si possiede Odino prima della battaglia contro Seifer. Gilgamesh è in cerca di spade leggendarie, proprio come era in cerca dell’Excalibur in Final Fantasy V. La morte violenta di Odino per mano di Seifer ha sbalzato via la sua Zantetsuken, creando uno squarcio interdimensionale che permetterà a Gilgamesh di recuperare la sua “quarta” spada, dopo Excalibur, Excalipur e Masamune. Il viaggio di Gilgamesh sembra non avere confini, essendo un cavaliere errante. Nella versione nipponica, una sillaba, “Ba…?”, fa intendere che il suo viaggio non ha soli fini collezionistici, ma anche lo scopo di ritrovare l’amico perduto, lasciato tre capitoli fa.



Io sono…Ghigamess!

Poca fortuna purtroppo abbiamo avuto con la traduzione italiana, che traduce l’anonimo G.F. dell’ottavo capitolo con un miserrimo Ghilgamesh, nome visibile tramite la sezione Carte. Ma ancor più triste destino lo avrà nella traduzione del nono capitolo. Anche se in Final Fantasy IX, a causa anche del cambio stilistico e di art director (Hideo Minaba al posto di Tetsuya Nomura), il Gilgamesh in questione non è lo stesso del quinto e dell’ottavo capitolo, bensì una mera copia a quattro mani. Trattandosi di un cercatore di tesori, mentre l’originale e onnipresente è un cacciatore di spade, si è cercato di realizzare un “cameo nel cameo”: Quattromani, il cui vero nome si scoprirà essere “Ghigamess”. Il Gilgamesh di Final Fantasy VI Advance, invece, è uno degli Esper inseriti appositamente per questa nuova versione.

You face me, GILGAMESH!

Qui arriviamo alla più grande consacrazione, specialmente per gli europei, di un personaggio fino a questo momento troppo poco apprezzato a causa dello scarso interesse verso il quinto capitolo nel vecchio continente, anche nella sua forma Advance. Nel dodicesimo capitolo della saga, Final Fantasy XII, durante una subquest, Montblanc ci chiederà di investigare su un ladro di spade presso il ponte delle gallerie di Barheim. Difficile cogliere il riferimento, specialmente per chi, appunto, non aveva ancora giocato il quinto capitolo. Grande la sorpresa quando, arrivati lì, ci troviamo davanti un tizio molto simile alla G.F. segreta di FFVIII, accompagnato da un cane verde che definisce Enkidu, e che, soprattutto, ad ogni tot percento di vita diminuita comincia a sfoderare le spade più famose della saga, dalla Buster Sword di Cloud all’Orichalcum di Gidan! Il misterioso spadaccino non ha timore a presentarsi, affermando di essere The mightiest swordsman in all Ivalicee di aver ottenuto le sue spade viaggiando per tutto il mondo, arrivando ad imbracciare la spada più potente del gioco (la Girasole) e persino la spada di un altro universo (la Spada di Loto, eroe della prima trilogia di Dragon Quest). Gilgamesh si affezionerà anche agli eroi di questo capitolo, consegnando loro la canna da pesca leggendaria, la Matamune.



Are you happy now, Enkidu?

Il viaggio di Gilgamesh non finisce certo con Final Fantasy XII. Si è voluto mostrare un suo lato più umano, tanto che oggi si specula possa trattarsi del Gilgamesh originale, ossia il primo che poi, andando avanti nel tempo, sarebbe diventato il braccio destro di Ex-Death. In Final Fantasy Type-0 affrontiamo un potentissimo Gilgamesh semi invulnerabile, dal passato dimenticato e dai rimorsi nascosti. Tutto ciò ci viene celato fino ad una seconda run del titolo, durante la quale scopriamo che Gilgamesh è il Re di Lorica (un’assonanza con l’originale Re di Uruk?) e che il suo fido consigliere, Enkidu (questa volta un umano), esiliato per un’onta che sua figlia ha subito, ha deciso di diventare un servo fedele del Re, un amico. Enkidu muore tragicamente in guerra, e Gilgamesh terrà sempre vivo il ricordo del suo amico, al punto che (ma qui entriamo nel campo delle speculazioni) qualunque compagno nei Final Fantasy futuri e passati lo chiamerà sempre Enkidu. Un concetto entusiasmante che verrà approfondito in uno dei capitoli futuri. Ma prima…

Downloadable Content!

Gilgamesh appare come sfida segreta in Final Fantasy XIII-2, palesandosi subito come il nostro caro viaggiatore della crepa interdimensionale. Esordisce rompendo il quarto muro (“Avevo paura che non scaricassi questo DLC, rimanendo per sempre confinato nel limbo digitale!”) e la battaglia inizia con un Gilgamesh molto diverso da quello a cui siamo abituati, che combatte con mitragliatori e armi automatiche. Ma questo non fa che aumentare la genialità del personaggio stesso: dopo aver perso un decimo di vita, il rosso guerriero si stancherà di usare quelle armi e tornerà alle sue cari armi bianche, anch’esse rubate dai vari capitoli della saga. Nell’Ultimania Omega di FFXIII-2 viene narrata l’esatta ubicazione di ogni singolo tesoro che Gilgamesh porta nella sua battaglia, anche della più recente Bashosen.



Transmogryphing!

Ultima apparizione in ordine cronologico la si ha nel quattordicesimo capitolo della saga, ossia Final Fantasy XIV: A Realm Reborn. Introdotto nella patch 2.1, fa la sua apparizione nella patch 2.2 Through the Maelstrom dove aiuterà il protagonista e Hildibrand a cercare un ladro di spade…che si scoprirà essere poi lui! Gilgamesh è ammaliato dalla forza suprema del campione di Eorzea, al punto da volerlo sfidare in uno scontro ai limiti del citazionismo e della bellezza del fanservice in sé. In tutto questo, Gilgamesh sarà accompagnato da un pollo verde di nome Enkidu. Il guerriero ci spiegherà che quello non è il vero Enkidu ma, visto che non ha più trovato il suo compagno durante i suoi lunghi viaggi, per non sentirsi solo ha deciso di prendere un pollo e tingerlo di verde, proprio come il suo amico fedele. Gilgamesh continua ad essere un comprimario delle side quest di Hildibrand fino alla patch 2.5 Before the Fall, dove infine riesce ad invocare Enkidu e a ricomporre quindi alla piena potenza il duo originario. Sfida così nuovamente l’Adventurer of Light, in uno scontro maestoso in cui mostra la sua vera forma a otto braccia, con citazioni sempre più pungenti.

I’m everywhere!

Qui finisce l’attuale comparsa del viaggiatore interdimensionale nei capitoli base della saga; ovviamente esso apparirà in altri titoli, come nel picchiaduro Dissidia 012, apparirà come boss segreto della versione 2D di Final Fantasy IV: The After Years, ed ancora farà una comparsa in World of Final Fantasy per PS4 e PSVita. E per il quindicesimo capitolo della saga? Il director della saga, dopo aver chiesto al pubblico se volesse il rosso guerriero e aver ricevuto in risposta un boato ruggente, ha deciso di inserirlo in futuro tramite contenuto scaricabile. Non ci è dato sapere se sarà ancora il viaggiatore interdimensionale, o se sarà un’altra incarnazione… ma una cosa è certa. Dal 1992 ad oggi, Gilgamesh continua ad essere un formidabile guerriero, forse un po’ sfortunato, capace di capire cos’è l’amicizia, di provare affetto sincero per il compagno Enkidu, di empatizzare con il rivale e, soprattutto, di essere un motore per il media videoludico in cui si trova.

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