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SPOILER ALERT

Spoiler sulla novel “On the Way to a Smile” ambientata dopo la fine di Final Fantasy VII, e su FFVII Remake

Il tema dei ricordi, appena accennato in Final Fantasy VII  – Bugenhagen ci spiega che nel Lifestream scorrono le vite con i ricordi accumulati durante la permanenza sul Pianeta – acquista un peso centrale nella novel “On the Way to a Smile” e nei suoi inserti speciali “Life Stream” (che potete leggere per intero in questo articolo).

Sia Sephiroth che Aerith riescono a mantenere intatta la loro coscienza all’interno del flusso vitale grazie alla loro forza di volontà e, sopratutto, ancorando la loro essenza a dei ricordi. Anzi, potremmo dire che la forza di volontà sia lo strumento, il mezzo che permette alla persona di mantenere saldi i suoi ricordi e, quindi, di sopravvivere all’interno del Lifestream. Nel capitolo “Life Stream Black 1“, dedicato a Sephiroth, si dice espressamente:

Lui sapeva che se fosse riuscito a mantenere saldo e intatto ciò che rappresentava il nucleo del proprio spirito, avrebbe potuto continuare a esistere come entità indipendente dal sistema del Pianeta.
Cloud.
L’uomo decise di fare dello stesso Cloud il proprio nucleo. E infine pensò di voler mettere al corrente anche Cloud di ciò.
“Tu non lo sai, ma io ti penso ancora. E te ne darò prova”

Nel Capitolo “Life Stream White 1“, relativo ad Aerith, l’Antica transita – all’interno del flusso vitale del Pianeta – accanto all’entità di Sephiroth e ne percepisce l’essenza, costituita da ricordi. Ricordi di Cloud.

Tuttavia, quell’unica volta che inaspettatamente le passò accanto, scoprì che il nucleo del suo spirito era costituito da ricordi riguardanti Cloud.

E’ ancora Sephiroth, in “Life Stream Black 2” a chiarire di avere ceduto al Pianeta, al momento della sua morte fisica, tutti i ricordi relativi alla propria vita terrena. Forse perché preso alla sprovvista dall’improvviso verificarsi di questo evento fatale (ricordiamo che Sephiroth viene scagliato all’interno di un Reattore Mako, contro ogni aspettativa, da un giovanissimo Cloud).

Ma c’è di più. Scopriamo che il nucleo centrale dell’essenza di Sephiroth e i ricordi da lui conservati possono viaggiare a suo piacimento sfruttando il flusso vitale del Pianeta e sgorgare in qualsiasi parte del globo. E’ così che Sephiroth riesce a infettare la popolazione con il morbo chiamato Geostigma: colpendo gli uomini con il Lifestream contaminato dalle cellule di Jenova e ammorbato dai propri ricordi. Ricordi di morte, di odio e di vendetta. Non a caso, nel film “Advent Children: Final Fantasy VII“, e ancor meglio nella novel “On the Way to a Smile”, si chiarisce che il Geostigma affligge chi si è abbandonato alla disperazione e al pensiero della morte

Il nucleo del suo spirito e i ricordi strettamente connessi a esso transitarono fluidi da un ramo all’altro del flusso, attraversarono in lungo e in largo la terra, si espansero di città in città. Quando quel fiume in piena investì e risucchiò coloro che incontrava sulla propria strada, che fuggissero via in preda alla disperazione o che fossero immobile senza sapere che cosa fare, l’uomo decise di marchiarli con il proprio segno, il proprio stigma.

La novel – siamo ancora nel capitolo “Life Stream Black 2” – fa luce anche sul motivo che ha spinto Sephiroth a diffondere il Geostigma tra gli uomini: non essere dimenticato. Rimanere vivo nella mente di Cloud, cosa che gli avrebbe consentito di sopravvivere in eterno. Anzi, “sarebbe bastato un piccolo frammento di ricordo nel Pianeta perché potesse tornare in vita sfruttando la coscienza di Cloud”

Se Cloud si fosse accorto dello stigma, l’uomo era certo che egli stesso non sarebbe mai caduto nell’oblio.

“Fintanto che Cloud si ricorderà di me, io continuerò a esistere in eterno, non importa se all’interno del Lifestream o se libero in superficie”.
Anche se il suo spirito avesse finito per disperdersi in ogni direzione, sarebbe bastato un piccolo frammento di ricordo rimasto nel Pianeta perché potesse tornare in vita sfruttando la coscienza di Cloud. Questo era il piano dell’uomo.

Dalla novel… al Remake

La tematica dei ricordi ritorna con grande forza nel nuovo Final Fantasy VII Remake. Emblematico un dialogo tra Cloud e Sephiroth (o meglio, la “allucinazione” che Sephiroth genera nella mente di Cloud grazie all’influenza da lui esercitata attraverso le cellule di Jenova) nel corso del Capitolo 2. Durante tutta la sequenza, Cloud è evidentemente stordito: sa che Sephiroth è morto, sa di averlo ucciso, eppure lui è lì, tra le fiamme.

 

Cloud: Ti ho ucciso io.
Sephiroth: Certo, lo so bene. E’ un ricordo che ci legherà per sempre. Cloud sono qui perché mi serve il tuo aiuto. Il pianeta sta morendo. Lentamente, in silenzio, senza un lamento. Il nostro mondo sta per finire. Cloud… se il pianeta muore, tutto svanirà. Anche il ricordo di un villaggio avvolto nelle fiamme, della voce di una madre che implora di risparmiare suo figlio… e della sensazione della mia spada che la trafigge. Perdere il legame che ci unisce sarebbe ancora più doloroso della morte. Cloud, ho bisogno del tuo aiuto. Vedrai, sarà facile. Corri, Cloud. Scappa, non devi morire.
Cloud: Stà zitto! [Cerca di colpirlo con la spada, Sephiroth svanisce]

Sephiroth: Bravo, così mi piaci. Non dimenticarmi mai.

Ed ecco che Sephiroth torna sul tema dei ricordi: la sua uccisione per mano di Cloud è un ricordo che li legherà per sempre, e perdere questo legame sarebbe ancora più doloroso della morte. Sephiroth vuol forse dire che, se questo ricordo dovesse svanire, non avrebbe più nessun appiglio a cui ancorare la propria coscienza e finirebbe con lo scomparire all’interno del Lifestream? Questo, in effetti, sarebbe ben più doloroso della morte “fisica”, perché significherebbe per lui la morte anche “spirituale“, l’annientamento definitivo del suo essere.

Sephiroth vuole preservare questo ricordo, e si assicura di riuscirci apparendo a Cloud in modo pressante, continuo, esasperante, ben più di quanto non accadesse nell’originario Final Fantasy VII. Cloud non può, non deve dimenticarlo. E per continuare a ricordarlo, deve per prima cosa rimanere in vita. In effetti, il Sephiroth che vediamo nel Remake non mette mai davvero in pericolo la vita del protagonista.
Ma sembra esserci di più: “se il Pianeta muore, tutto svanirà“. Anche i ricordi. E, quindi, anche la coscienza di Sephiroth. Sephiroth vuole salvare il Pianeta, ma, attenzione: il significato che lui attribuisce al termine “salvezza” non è detto che coincida con quello comune. Certo, se il Pianeta fosse distrutto, il Lifestream (e quindi Sephiroth che è “vivo” al suo interno) sparirebbe inesorabilmente. Quindi il Pianeta va salvato. Ma non è affatto scontato che la salvezza del Pianeta implichi anche la salvezza dei suoi abitanti. Come sappiamo dall’originale FFVII, il piano del villain è assumere il controllo del Pianeta, utilizzarlo come proprio vascello e, proprio come Jenova, il parassita che venne dal cielo, sfruttarlo per navigare nell’universo e trovare altre vite da assimilare, altro potere da accumulare.

Se prendiamo questo ultimo concetto come punto fermo, possiamo cercare di capire le ragioni che muovono Sephiroth per tutto il Remake. Facendo riferimento al dialogo citato sopra tra Sephiroth e Cloud abbiamo capito perché secondo Sephiroth è così importante che Cloud scappi e sopravviva. Tuttavia, la domanda ancora più importante probabilmente è: fino a quando per Sephiroth è importante che Cloud sopravviva? E da cosa dovrebbe scappare Cloud? Da questo punto entriamo nel campo delle speculazioni più selvagge.

Nella prima parte del Remake si ribadisce che, continuando a prosciugare il Pianeta, la ShinRa lo sta condannando ad una morte lenta. Questo concetto viene ripreso dalle parole che Sephiroth usa nel dialogo con Cloud (“Il Pianeta sta morendo. Lentamente, in silenzio, senza un lamento. Il nostro mondo sta per finire. Cloud… se il pianeta muore, tutto svanirà“). Possiamo concludere che, dal punto di vista di Sephiroth, l’operato della compagnia elettrica vada fermato a tutti i costi, prima che possa nuocere così tanto al Pianeta da decretarne la fine (e con essa anche la fine dell’esistenza spirituale di Sephiroth).

Da ciò che abbiamo carpito dallo status quo esistente nel film “Advent Children” e dalla novel “On the Way to a Smile”, la fine della compagnia è suggellata dall’arrivo di Meteor sul Pianeta, dall’operato di Aerith, di Holy e del Lifestream: dopo gli eventi di Final Fantasy VII l’estrazione di Mako si è interrotta e, tra mille difficoltà, il mondo sta sperimentando una nuova forma di sopravvivenza, cercando di sfruttare altre fonti di energia. Ma se invece la ShinRa dovesse fermare (e potenzialmente anche uccidere) Cloud prima che accadano tutti gli eventi appena menzionati, la compagnia potrebbe continuare ad operare indisturbata fino alla morte del Pianeta (e anche di Sephiroth). Per il Soldier leggendario è quindi assolutamente fondamentale che Cloud e compagni continuino il loro viaggio, seguendo gli eventi dell’originale Final Fantasy VII, assicurandosi che il destino segua il suo corso.

Tuttavia, una volta fuori gioco la ShinRa… Cloud avrebbe ancora motivo di rimanere vivo?

Rinoa Heartilly

Il mio nome è Anna e ho creato il Rinoa's Diary nell'ormai lontano 2001, stregata (ha-ha) dall'ottavo capitolo Final Fantasy. Da quel momento, l'amore per la saga non mi avrebbe più abbandonata.

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